Turismi

Turismo di prossimità e safety: idee e progetti per uscire dall’emergenza

turismo di prossimita'

Turismo di prossimità e sicurezza. Comunicazione e un impiego sempre più consistente di nuove tecnologie.

Anche il marketing dovrà cambiare. Non solo marketing 4.0, ma anche socio marketing.

Così, a grandi linee, vede il futuro del settore turistico Marina Ambrosecchio, fondatrice e presidente della UET-Scuola Universitaria Europea per il Turismo.

Naturalmente anche la formazione è destinata a cambiare.

Oltre a mettere in campo strumenti più adeguati per lo sviluppo della didattica a distanza, dovrà necessariamente rivedere i contenuti dei Corsi e dei Master nel turismo.

La UET da questo punto di vista dimostra di avere le idee chiare: è infatti in rampa di lancio il corso per Safe Hospitality Manager.

Ma in cantiere ci sono anche altri progetti. L’ennesima conferma, questa, della vitalità del settore della formazione turistica in Italia.

Anziché piangersi addosso, i responsabili delle varie scuole hanno deciso di trasformare in opportunità questo momento difficile.

Formazione ai tempi del coronavirus: intervista a Marina Ambrosecchio

In molti stanno rivedendo la propria offerta formativa.

Anche le imprese del settore turistico-alberghiero stanno lanciando segnali confortanti. Vogliono uscire al più presto da questa situazione.

Questo, a grandi linee, è il quadro generale che sta emergendo dalla nostra inchiesta sulla formazione ai tempi del coronavirus.

L’intervista a Marina Ambrosecchio va in questa direzione, offrendo a sua volta molti spunti per riflettere.

Ma soprattutto offre una visione del settore che permette di guardare con fiducia al futuro.

Si ripartirà dal turismo di prossimità, dunque. Ma un “carburante” fondamentale nella “macchina” turismo: la formazione.

”Piani di recupero online per affrontare l’emergenza”

Quando l’emergenza coronavirus è esplosa in tutta la sua drammaticità, non è stato possibile portare a termine i corsi e i master già avviati, almeno quelli che prevedevano la presenza in aula. In che modo avete superato questo ostacolo?

“Sicuramente ci siamo trovati di fronte a una situazione complessa.

Abbiamo deciso di affrontare la situazione di petto, puntando decisi sulla didattica a distanza, predisponendo un piano di recupero on line.

Inoltre abbiamo pensato di rinviare a settembre i corsi di maggiore durata.

Mentre abbiamo offerto on line i corsi di specializzazione di durata inferiore alle 160 ore”.

Formazione online e nuove tecnologie: il futuro è oggi

La formazione online naturalmente sta guadagnando terreno. Se prima era per pochi, oggi è una scelta obbligata per tutti, almeno in questa fase. Avete riscontri? È aumentata la domanda?

“Con piacere devo dire che stiamo riscontriamo molto interesse per i percorsi formativi on line.

E abbiamo avuto riscontro inatteso anche per i primi che abbiamo lanciato sul mercato. Un buon segnale.

Significa che è stata compresa l’importanza della formazione.

Al tempo stesso si riscontra una tendenza: si guarda al domani con fiducia”.

Qual è il parere dei partecipanti? In fondo lo smart working è destinato a prendere piede in futuro.

“Non abbiamo riscontrato alcun problema. I partecipanti si sono adattati molto facilmente.

Del resto l’uso delle nuove tecnologie è un motivo ricorrente dei nostri corsi e master.

I docenti già le sperimentano da un pezzo.

Mentre quasi tutti gli studenti sono nativi digitali. Per loro cambia poco o nulla”.

Nasce un corso per Safe Hospitality Manager

Qual è la vostra offerta formativa ai tempi del coronavirus?

“Questa emergenza ci ha spinto a fare una serie di riflessioni.

Abbiamo ritenuto opportuno arricchire la nostra offerta formativa.

Da ora in poi i nostri percorsi formativi terranno conto di aspetti che attengono safety e sicurezza.

Un esempio concreto? Stiamo per lanciare il Corso per Safe Hospitality Manager. A breve ne seguiranno altri.

Questa pandemia è destinata a cambiare il settore turistico e dell’ospitalità alberghiera.

E di riflesso anche la formazione, chiamata a dare agli operatori del settore le risposte che cercano.

Noi siamo già pronti a raccogliere le nuove sfide”.

Una sfida per il nostro Paese: colmare il digital divide

A suo avviso la formazione a distanza crescerà dopo questa emergenza? Oppure è stata solo una parentesi?

“La formazione a distanza crescerà. O, meglio, si integrerà con quella in presenza.

Richiederà però tools più adeguati e performanti. Non tutti sono pronti.

Basta vedere cosa sta accadendo nelle scuole italiane con la didattica a distanza.

Non tutti gli studenti dispongono di connessioni Internet efficaci. In alcuni casi sono privi di pc o tablet.

Oppure hanno a disposizione strumenti di lavoro obsoleti.

Credo che il digital divide vada colmato al più presto: per il nostro Paese e per il settore turistico questa deve diventare una priorità”.

Nuove piattaforme per corsi online nel turismo più incisivi

In che modo vi state organizzando per ripartire quando la situazione tornerà alla normalità?

“Faremo in modo che i nostri corsi in presenza possano essere spendibili anche on line.

Utilizzeremo piattaforme che consentano l’accesso da remoto anche per la somministrazione di prove ed esami.

In questi giorni stiamo lavorando anche su questi aspetti. Certamente la presenza in classe, i rapporti umani, hanno una marcia in più.

Alcune “sfumature” non si colgono davanti allo schermo del pc. Il rapporto empatico tra docente e allievo è una componente fondamentale ai fini dell’apprendimento.

Ma è pur vero che il mondo si sta evolvendo. Questa emergenza ha accelerato i processi di cambiamento.

Arroccarsi su vecchi schemi o, peggio, su pregiudizi, sarebbe un errore gravissimo”.

Turismo di prossimità e prodotto Italia per ripartire

La pandemia inevitabilmente apre la strada alla crisi economica. Ma piangersi addosso serve a poco. A suo avviso in che modo deve affrontarla il settore turistico?

“Si ripartirà dal Proximity Tourism, il turismo di prossimità.

Il prodotto Italia sarà privilegiato e su questo occorrerà lavorare.

Gli operatori del settore si troveranno ad affrontare una situazione per certi versi inedita.

Vacanze più brevi e a pochi passi da casa. Anche le realtà meno conosciute potranno trarne benefici.

Offerte basate su iniziative all’aria aperta (come ad esempio le escursioni) in luoghi poco affollati sono destinate a riscuotere grande interesse.

Naturalmente i gestori delle strutture alberghiere e ricettive dovranno prestare massima attenzione all’igiene e alla sicurezza”.

Safety e socio marketing: la formazione cambia volto

Quali le ricadute sulla formazione?

“A mio avviso la formazione dovrà avere nuovi focus applicati al turismo:

  • Safety.
  • Comunicazione.
  • Tecnologia applicata.
  • Socio marketing e non più solo marketing 4.0.”.

In questi giorni avete avuto modo di ascoltare gli operatori del settore? Quali sono le loro impressioni? Sono rassegnati o pronti a cogliere le nuove sfide del mercato?

“Abbiamo avuto modo di ascoltare diversi operatori.

Tra l’altro di recente UET ha organizzato un webinar con i suoi docenti che sono anche manager di importanti società nazionali e internazionali.

Ebbene: tutti hanno manifestato positività e capacità reattiva alla crisi”.

”Si lavorerà sempre più sul turismo esperienziale”

Potrebbe cambiare anche il modo di viaggiare. Quali potrebbero essere le nuove tendenze?

“Si lavorerà sempre di più sul turismo esperienziale.

Prenderà sempre più piede il turismo di nicchia.

E in qualche modo anche il turismo Deluxe è destinato a crescere”.

E come si prepara il mondo della formazione ad affrontare il cambiamento?

“Come ho già detto, sarà fondamentale aggiornare i contenuti, la metodologia e gli strumenti didattici.

Noi lo stiamo già facendo, nell’esclusivo interesse di coloro che scelgono i nostri corsi e master.

Per noi l’obiettivo resta sempre lo stesso: offrire una formazione al passo con i tempi.

Ci apprestiamo a vivere cambiamenti importanti. Non ci faremo trovare impreparati di fronte alle nuove sfide”.

Il turismo che verrà: tutti pronti a raccogliere le nuove sfide

Ringraziamo la presidente di UET Italia, Marina Ambrosecchio, per la sua preziosa collaborazione.

Il suo intervento è ricco di spunti interessati sui quali riflettere e – perché no? – per aprire eventuali dibattiti.

Di certo la formazione dovrà rivedere le proprie strategie.

I responsabili delle scuole intervistati finora stanno dimostrando di avere le idee molto chiare.

Hanno già messo a punto diversi progetti per adeguare e migliorare l’offerta formativa.

A tutto vantaggio del settore turistico del Bel Paese. A sua volta deciso a raccogliere l’ennesimo guanto di sfida.

Ripartirà dal turismo di prossimità, certo. Ma con l’obiettivo di ridiventare punto di riferimento per i viaggiatori di tutto il mondo.

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