Food Beverage

Il cibo è un canale di comunicazione fra generazioni

cibo e comunicazione

Il dialogo fra generazioni è indispensabile e fonte di benessere presente e futuro?

Sì!

Lo scambio generazionale può essere uno scoppiettante dialogo, a volte anche conflittuale ma, anche e proprio per questo, ricco di energia creativa da far fluire, valutare e comporre .

Per sviluppare progetti individuali e per ispirare strategiche scelte politiche.

A confronto ci sono esperienze e conoscenze, visioni del mondo e aspirazioni, emozioni e BISOGNI differenti.

Pensate, parto da qui, ma parlerò di CIBO.

Occupandomi di marketing e di cultura (anche) enogastronomica, mi appassiona affrontare il tema del cibo come mezzo di comunicazione.

Si può immaginare un mezzo di comunicazione altrettanto diretto, coinvolgente, concreto, sensoriale e allo stesso tempo culturalmente vasto ed efficace quale è il Cibo?

Turismo enogastronomico per conoscere la cultura dei luoghi

Il cibo è un mezzo di comunicazione bellissimo per comunicare con i ragazzi.

Anche, per esempio, quando mi occupo di formazione e di turismo enogastronomico.

Il cibo sa coinvolgere e appassionare.

Ed è un motore per stimolare ulteriori approfondimenti e conoscenze.

Un “veicolo” per muoversi nella geografia di altre regioni e nazioni e nella storia recente e lontana.

Per aumentare la conoscenza dello stesso argomento collocato in sedi temporali e spaziali diverse.

E così, comprendere la cultura dei luoghi aprendo le porte dei territori con la chiave del cibo.

Sempre nella comunicazione con i più giovani il cibo è anche strumento per promuovere il senso critico e spingere a domandarsi il perché delle cose.

Approfondire gli aspetti antropologici legati alla cultura e alle tradizioni, anche alimentari, non aiuta forse a stimolare sani comportamenti come studiare e imparare a ragionare con la propria testa?

Perché il cibo è cultura

E poi, il cibo è fisico come la terra e le montagne. Come i fiumi e il sole.

È fisico come l’automobile a cui i ventenni di oggi sono meno interessati di quando io a 18 anni, attraverso l’auto, potevo spostarmi finalmente da casa.

È fisico perché il cibo si prepara e le ricette si realizzano.

Perché il piacere della degustazione si condivide con gli amici a qualche decina di centimetri di distanza.

Cosa voglio dire?

Che il cibo è cultura (qui un approfondimento su enogastronomia, cultura e turismo).

Ed è un meraviglioso modo per scambiare conoscenza e umanità, abbinando al digitale l’esperienza della fisicità.

Mi sento motivata e felice quando i ragazzi del mio compagno o le figlie di mia sorella mi chiedono la ricetta dello spezzatino emiliano di mia mamma.

Quando la nonna sale in cattedra

Sarà che la mia generazione, troppo divisa fra casa e lavoro, non è stata così interessante nel proporre modelli in cucina altrettanto affascinanti di quelli proposti per esempio dalla generazione della mia mamma?

Certo, con molti pro e meno contro ma, tanto è.

E la parola nonna in cucina zittisce.

Quando parlo di cibo dei nonni – e qui l’intreccio fra generazioni è ancora più articolato e triangolare – gli occhi dei ragazzi si spalancano.

I corpi si fermano. E intorno c’è il silenzio. (Leggi anche: Destinazioni turistiche, le potenzialità dei racconti orali).

Dopo – ed è qui la grande soddisfazione – vanno ad approfondire sulla rete per saperne di più.

E dopo ti spiazzano. Che soddisfazione essere spiazzati perché i ragazzi ti raccontano a loro volta cose NUOVE che arricchiscono quelle che gli hai trasferito!

Giovani e turismo enogastronomico: trend in crescita

E, ancora meglio, FANNO COSE NUOVE.

Elaborazioni in cucina, prove di nuove ricette.

Ci sono ovviamente fior di dati a confermare che i viaggi dove la motivazione è il cibo riguardano sempre più i giovani.

Numeri importanti, il trend è in forte crescita.

Certo adesso rallentati (per usare un eufemismo) dalla pandemia ma, solo temporaneamente.

La cucina e il cibo sono cultura.

Un modo per stimolare curiosità e nuova conoscenza nei ragazzi e migliorare il dialogo con loro attraverso un canale di comunicazione.

Che non è il digitale, bensì il cibo, il piatto, la tavola, la convivialità.

Non male questo rapporto tattile con le pentole che, in modo salutare penso io, fa scansare ogni tanto Internet!