Turismi

Innovazione tecnologica nel turismo enogastronomico tra customer experience e storytelling

Innovazione tecnologica nel turismo enogastronomico

L’innovazione tecnologica nel turismo enogastronomico può dare nuovi promettenti impulsi al settore. A dirlo sono gli stessi viaggiatori.

Il 62% dei turisti italiani desidererebbe un’applicazione o un sito che conduca alla scoperta delle tipicità enogastronomiche del luogo.

Mentre il 52% vorrebbe visitare i luoghi di produzione che utilizzano tecnologie multimediali per arricchire l’esperienza di visita.

Questi dati emergono dal Rapporto sull’innovazione tecnologica nel turismo enogastronomico.

Questo studio restituisce un quadro aggiornato delle tecnologie più utilizzate in questo segmento.

Presenta altresì case study interessanti provenienti da tutto il mondo.

Le nuove tecnologie – dalla realtà virtuale e aumentata agli ologrammi e ai tavoli multimediali – possono facilitare la relazione coi turisti, prima, durante e dopo l’esperienza.

Esperienze più coinvolgenti e personalizzate

Investire in innovazione tecnologica nel turismo enogastronomico significa soddisfare i Millennials.

Ma non solo. Il forte interesse – indicano ancora i dati – emerge in modo trasversale. (E cresce in particolare anche l’interesse per l’Enoturismo).

Con la tecnologia possiamo stimolare una esperienza turistica più immersiva, coinvolgente e personalizzata.

Si pensi alla realtà virtuale e aumentata nelle cantine: permette di ‘vivere’ il processo produttivo sulla reale durata dei 12 mesi e non limitatamente alle due ore di visita.

L’utilizzo delle nuove tecnologie può permette di educare il visitatore alla cultura del cibo e del vino in modo divertente, utilizzando ad esempio i video giochi.

Chi fruisce del digital storytelling è tendenzialmente più soddisfatto. E quindi maggiormente propenso a condividere l’esperienza vissuta.

L’azienda può così incrementare il numero dei visitatori ed intercettare nuovi target.

Innovazione tecnologica nel turismo enogastronomico: alcuni esempi pratici

La cantina Bodegas Ramòn di Bilbao, in Spagna, propone la “Experiencia Oculus”.

Attraverso l’ausilio di visori per la realtà virtuale, i visitatori compiono un viaggio alla scoperta dell’azienda, dei vigneti e del processo di vinificazione.

Si va dalla nascita dell’uva sino all’imbottigliamento del vino.

Hennessy ha dato vita a un percorso che illustra la storia del brand e il processo di produzione del cognac.

Propone un alternarsi sapiente di tecnologia e racconto umano: è una delle esperienze più riuscite e interessanti del settore.

La Cité du Vin di Bordeaux illustra la cultura del vino nel mondo attraverso un percorso permanente.

Un concentrato di tecnologie multimediali che sorprendono, incantano, incuriosiscono e istruiscono il visitatore, stimolandone la vista, l’udito, il tatto e l’olfatto.

In Italia il Museo Lavazza si configura come un vero e proprio percorso sensoriale.

Grazie all’utilizzo di una tazzina multimediale, il visitatore può attivare installazioni, approfondire la conoscenza del caffè e dell’azienda attraverso materiali digitali, e raccogliere informazioni e ricordi.

Esperienze sensoriali, tavoli digitali e sommelier personalizzati

In Olanda l’Heineken Experience – museo aziendale dell’omonimo brand brassicolo – offre al visitatore la possibilità di vivere esperienze sensoriali.

Culminano quando il visitatore viene scosso, spruzzato con acqua ed esposto al calore come accade a una pinta della birra olandese.

JCB Tasting Salon di Yountville, in California, ha introdotto nei propri locali tavoli digitali multi-touch.

Sono in grado di identificare il vino semplicemente appoggiandovi il bicchiere.

Una volta riconosciuta la tipologia, la superficie dei tavoli consente al consumatore di accedere a informazioni personalizzate per conoscere meglio ciò che sta bevendo, anche grazie a video di supporto.

Anche le chatbot sono entrate nel mondo del turismo enogastronomico.

The Wine Pairer, ad esempio, è un personal sommelier che raccomanda il giusto abbinamento del vino con la pietanza che si mangia, argomentandone le ragioni.

Assistenti virtuali, videogiochi e camerieri robot

Franco è invece l’assistente virtuale della cantina Colli della Murgia in Puglia.

Risponde a domande sulle produzioni vitivinicole, sull’azienda e sul territorio.

Educativa a tema vino la proposta del MAVV – Museo dell’arte, del vino e della vite di Reggia di Portici.

Attraverso videogiochi permette di simulare le fasi della vinificazione.

Partendo dalla raccolta dell’uva fino all’affinamento consente di capire quali fattori determinano la qualità di un prodotto.

Un sommelier “virtuale” al termine giudica l’operato.

Il Robot Theme Restaurant a Chennai (in India) è un ristorante tematico in cui i clienti ordinano tramite il proprio smartphone. Le pietanze vengono servite al tavolo da un cameriere robot.

Di fronte al Duomo di Milano, sulla terrazza di The View by Makr Shakr Rooftop, è stato installato un bar robotico itinerante di nome Guido, le cui braccia preparano i cocktail precedentemente ordinati via app.
……………………………….

Roberta Garibaldi è docente universitario di Tourism Management. Si occupa di ricerche e di progetti applicati per territori e realtà imprenditoriali relative al turismo enogastronomico. E’ autrice del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano.

Per approfondire: www.robertagaribaldi.it.

Commenta l’articolo e partecipa alla discussione