Turismi

Formazione ai tempi del coronavirus: parola ad ACT – Accademia Creativa Turismo

Maurizio Di Marco - formazione ai tempi del coronavirus

Come cambia la formazione ai tempi del coronavirus?

Questa fase di emergenza ha naturalmente scombussolato tutta la programmazione.

La didattica a distanza sta consentendo, almeno in parte, di portare avanti i Master sul Turismo e l’Hospitality  o i Corsi turistico-alberghieri che erano già partiti.

Ma fino a che punto possono rivelarsi efficaci i percorsi formativi basati esclusivamente sulle lezioni online?

La presenza fisica spesso è fondamentale. Sia quando si fanno attività pratiche sia quando si deve svolgere lo stage.

Lo stesso processo di apprendimento – per essere realmente efficace – necessita del contatto umano, del confronto face-to-face.

C’è bisogno di stabilire relazioni e creare empatia. E questo lo schermo di un pc non può darlo.

La sensazione è che la formazione a distanza e quella in presenza possano aiutarsi a vicenda. Ma l’una non può sostituire l’altra.

La didattica a distanza e le nuove tecnologie

Già. Neanche la didattica tradizionale può fare a meno delle nuove tecnologie e delle competenze digitali.

Ormai tutto viaggia sulla rete. Il viaggiatore è sempre connesso.

Per intercettarlo bisogna dunque andare a cercarlo nel suo mondo.

Bisogna andare nel suo smartphone, volendo estremizzare. Non facendo gli hacker, sia chiaro.

Ma interagendo con loro sui social e nelle piattaforme o piazze virtuali che frequenta abitualmente.

Fare lezione a distanza significa innanzi tutto questo: al di là dei contenuti che vengono trasmessi, si prende confidenza con i nuovi dispositivi tecnologici. Si impara. O ci si aggiorna.

Ben venga, dunque, il binomio didattica in presenza-didattica a distanza. Del resto un vecchio adagio ci ricorda che l’unione fa la forza.

Non mollare oggi, per ripartire di slancio domani

Certo è che per il futuro regna un clima di incertezza.

Non si sa quando sarà possibile tornare alla normalità.

Né è possibile fare previsioni sull’impatto (e sulla durata) della crisi economica sul mondo del turismo e quindi della formazione.

Sicuramente si ripartirà. In questa fase è perciò importante non perdere la calma e la fiducia.

Anzi, è più utile e produttivo approfittarne per riorganizzarsi e migliorarsi.

Il turismo ripartirà. Ci vorrà del tempo per tornare a pieno regime, è vero.

Ma è altrettanto vero che bisogna farsi trovare pronti a raccogliere nuove sfide.

Ad esempio guardandosi intorno: sin da ora si intravedono nuove tendenze.

Probabilmente i viaggiatori saranno orientati verso un nuovo modo di fare turismo.

La formazione turistica ai tempi del coronavirus: le nuove tendenze

La sostenibilità ambientale, il turismo responsabile, saranno destinati a uscire dalla nicchia e ad assumere un peso maggiore.

Anche il settore della formazione dovrà in parte rivedere o, meglio, potenziare l’offerta.

Insomma: bisogna farsi trovare pronti, quando arriverà il momento di affrontare le nuove sfide.

Ma le scuole di formazione come stanno vivendo questo momento oggettivamente critico?

Come si stanno riorganizzando in vista della ripartenza?

Insomma, il quesito è sempre questo: come cambia la formazione ai tempi del coronavirus?

Abbiamo pensato di chiederlo a responsabili dei vari enti di formazione, ponendo loro una serie di domande.

La formazione ai tempi del coronavirus: intervista a Maurizio Di Marco

Cominciamo con Maurizio Di Marco, presidente della ACT- Accademia Creativa Turismo.

Presidente Di Marco, quando l’emergenza coronavirus è esplosa in tutta la sua drammaticità, non è stato possibile portare a termine i corsi e i master già avviati, almeno quelli che prevedevano la presenza in aula. In che modo avete superato questo ostacolo?

“Come tutti anche noi siamo stati colti di sorpresa da questa emergenza.

Da pochi giorni erano iniziate le nostre attività formative di Roma e Milano. Abbiamo ragionato immaginando diversi scenari dal momento che la variabile del tempo è sempre stata quella incerta.

Dopo il decreto di chiusura delle attività formative in presenza, abbiamo deciso di svolgere alcune lezioni in modalità digitale in attesa di comunicazioni governative.

”Lezioni positive a distanza ok, ma…”

L’esperienza con i nostri partecipanti è stata molto positiva. Le lezioni hanno funzionato bene.

Nonostante questo, d’accordo con i partecipanti, in seguito alle ulteriori chiusure abbiamo deciso di riprendere i corsi non appena sarà nuovamente possibile.

Si è deciso di non perdere il valore della formazione in presenza che rispetto a quella digitale è progettata diversamente.

Fa perno sulla relazione diretta come fattore di accelerazione del processo di apprendimento.

Ci teniamo a sottolineare che tutte le scelte sono state condivise con i nostri allievi. Ci piaceva l’idea di vivere questo percorso come una comunità piuttosto che a parti separate (scuola/allievo).

Ad oggi le prospettive sono di tornare in aula a maggio, in alternativa abbiamo immaginato alle soluzioni”.

Il punto sulla formazione nel turismo e sui corsi online

Alcuni percorsi formativi erano prossimi alla partenza: cosa tutto rinviato o si pensa a soluzioni alternative?

“La programmazione per i mesi di maggio e giugno è rimasta al momento invariata.

Anche se siamo consci del fatto che potremmo trovare una situazione diversa rispetto a prima.

La crisi come sappiamo ha avuto anche pesanti conseguenza economiche”.

La formazione online naturalmente sta guadagnando terreno. Se prima era per pochi, oggi è una scelta obbligata per tutti, almeno in questa fase. Avete riscontri? È aumentata la domanda?

“La formazione online potrebbe essere una scelta obbligata in questa fase di emergenza”.

Anche se è evidente che sarà destinata sempre più ad affiancare la didattica tradizionale in aula.

Più che aumentare la domanda, possiamo dire che i vari enti formativi, pur di non interrompere la didattica, si sono avvalsi dell’e-learning trovando negli studenti una sponda rassicurante, in quanto si sono dimostrati entusiasti e collaborativi”.

Smart Working e formazione a distanza

Qual è il parere dei partecipanti? In fondo lo smart working è destinato a prendere piede in futuro.

“Le lezioni a distanza sono state sicuramente apprezzate dai nostri partecipanti.

D’altra parte la nostra scuola fa della tecnologia uno dei suoi aspetti più qualificanti.

Lo smart working tra lo staff è sicuramente efficiente.

Ma non può risolvere completamente il senso di sospensione che tutti noi stiamo vivendo in questo periodo”.

Qual è la vostra offerta formativa ai tempi del coronavirus?

“Per questi mesi la nostra offerta è rimasta invariata. Tutto dipenderà dai tempi di durata dell’emergenza.

Stiamo comunque cogliendo un sensibile interesse verso la formazione digitale, alla quale daremo nell’immediato un nuovo e più intenso impulso progettuale.

Pensiamo di introdurre novità formative a distanza già dal prossimo autunno”.

Confronto tra formazione digitale e in presenza

A suo avviso la formazione a distanza crescerà dopo questa emergenza? Oppure è stata solo una parentesi?

“Tutto lascia pensare a una possibile maggior richiesta di formazione a distanza.

In ogni caso è nostra convinzione che le due modalità di formazione, digitale e in presenza, siano complementari se non sovrapponibili.

Rispondono a bisogni diversi e a target diversi.

La formazione in presenza sollecita maggiormente la dimensione emotiva che, come sappiamo, ha un ruolo importante nei processi di apprendimento.

Andare a teatro o vedere a video una rappresentazione teatrale non è la stessa cosa”.

In che modo vi state organizzando per ripartire quando la situazione tornerà alla normalità?

“Aggiorniamo le strategie e gli scenari continuamente per essere subito pronti a ripartire”.

”Il futuro? È nel turismo sostenibile”

La pandemia inevitabilmente apre la strada alla crisi economica. Ma è piangersi addosso. A suo avviso in che modo deve affrontarla il settore turistico?

“Credo che il turismo nell’immediato subirà pesanti ripercussioni economiche.

Se la crisi rientrerà in tempi ragionevoli assisteremo a una lenta ripresa.

Man mano che la fiducia tornerà i viaggi riprenderanno con ancora più vigore.

Nel frattempo le aziende dovranno fare acrobazie per riuscire a rimanere produttive. Con la priorità e responsabilità morale di proteggere i propri collaboratori.

Una nuova sfida, quella ambientale, ormai davanti agli occhi di tutti, ci impone di pensare a uno sviluppo realmente sostenibile del turismo.

Rilanceremo con ancora più determinazione i nostri percorsi formativi sul turismo sostenibile.

Mi riferisco al Master in Turismo Sostenibile e Responsabile (in collaborazione con AITR – Associazione Italiana Turismo Responsabile) e al Corso di Guida Ambientale Escursionistica, organizzato con AIGAE – Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche”.

La formazione e il turismo che verrà

Quali le ricadute sulla formazione?

“Se il settore turistico saprà riprendersi velocemente, riuscirà anche ad attrarre nuovi talenti da inserire nel proprio sistema produttivo.

Questo è il nostro compito, formare nuove risorse capaci di sostenere le organizzazioni.

Ma al tempo stesso con uno sguardo attento verso i temi del turismo che verrà.

Un turismo sempre più sensibile a un approccio più dolce con le comunità e con il territorio”.

Gli operatori del settore li sentite rassegnati o pronti a cogliere le nuove sfide ?

“Percepiamo tanta preoccupazione da parte degli operatori del settore.

Ma contemporaneamente anche una forte determinazione: vogliono vincere questa sfida.

Molte imprese stanno assumendo una dimensione di comunità.

Sostituiscono la conflittualità interna con un nuovo modo di fare squadra, al netto dei ruoli e verso un obiettivo importante per tutti.

La nostra sensazione è che assisteremo una bella gara di coraggio e risultati positivi non mancheranno”.

Le nuove frontiere del turismo

Potrebbe cambiare anche il modo di viaggiare. Quali potrebbero essere le nuove tendenze?

“In questi giorni tutti si stanno accorgendo della bellezza della natura, senza la pressione dell’inquinamento dovuto all’attività frenetica del nostro modi di vivere.

Pochi giorni sono bastati per renderci conto dei danni che causiamo all’ambiente.

Il turismo è diventato in questi anni un fattore di criticità. Ma nello stesso tempo, se ben canalizzato, può svolgere un ruolo positivo nella salvaguardia del sistema ambientale.

È importante formare nuovi operatori che non sappiano solo organizzare viaggi, ma che svolgano anche la funzione di insegnare a viaggiare”.

Come si prepara il mondo della formazione ad affrontare il cambiamento?

“Anticipando i cambiamenti. Predisponendo programmi formativi in grado di coniugare le competenze tecniche con una visione del futuro orientata alla sostenibilità ambientale culturale.

Formando le figure professionali che il cambiamento lo dovranno navigare.

Preparando i nuovi manager protagonisti nei prossimi anni”.

Ringraziamo per la preziosa collaborazione il presidente della ACT Maurizio Di Marco. Crediamo anche noi che sia questo l’approccio giusto per ripartire. Più forti di prima.

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