Turismi

Il turismo tematico: il Carnevale e i benefici economici per il territorio

Ci sono delle realtà urbane, oltre che rurali, che stanno precorrendo i tempi, puntando sul tematismo, non inteso quale itinerario o forme di turismo (vedi quello culturale, enogastronomico, termale) ma su eventi ben definiti che rendono quell’area identificata con una manifestazione. In questo senso possiamo parlare di turismo tematico.

Ma come è definibile tale forma di turismo? Il turismo tematico è quella forma di viaggio/vacanza con destinazione vincolata al luogo ove si svolge l’evento al quale si desidera assistere.

Questa forma di turismo è caratterizzata da elementi di identità di un territorio e della gente che vi abita, costituendo quindi l’elemento di unicità e il carattere distintivo del territorio nel suo complesso “unicum tematico”.

Il turismo tematico vince se è multisettoriale

Non sempre però si riesce a creare questa forma di turismo soprattutto perché questo, per poter avere successo, è fondamentale che sia multisettoriale, cioè deve coinvolgere le diverse compagini ed attori sociali, anche perché in molti casi il tema o l’evento si svolge solo una volta all’anno, anche se per periodi relativamente lunghi.

Molti si chiedono perché si debba puntare su questa forma di turismo. Le risposte sono diverse, tutte molto interessanti e strategiche.

I potenziali vantaggi

Puntare sul thematic tourism può comportare una maggiore visibilità sul mercato, un aumento dell’offerta e di conseguenza una maggiore domanda. Ma anche:

  • lo sviluppo di informazioni complete e pratiche per i turisti potenziali
  • la creazione di condizioni favorevoli per lo sviluppo di offerte/pacchetti turistici concreti al fine di incrementare i flussi turistici, agevolando e stimolando partenariati pubblico-privato e l’integrazione delle imprese del settore turistico, in particolare le strategie di micro e piccole imprese, nella catena di approvvigionamento dei prodotti turistici tematici transnazionali, nonché nello sviluppo regionale e del turismo promozionali
  • la diversificazione e il contributo allo sviluppo dell’offerta turistica sostenibile in Europa
  • il contributo alla crescita e all’occupazione nel settore del turismo.

Il Carnevale, la festa tematica per eccellenza

Un’interessante forma di turismo tematico è quello legato al Carnevale.

Come festa il Carnevale ha sempre rappresentato un momento di convivialità e di divertimento, è una festa di origine cristiana che aveva luogo il giorno prima dell’inizio della Quaresima, inoltre coincide pressoché con l’inizio dell’anno agricolo.

Il Carnevale è il periodo di tempo che intercorre tra il 17 Gennaio (festa di S. Antonio Abate) e il primo giorno di Quaresima. Secondo alcuni studiosi il Carnevale potrebbe essere collegato alle feste greche di impronta dionisiaca e a quelle romane dei Saturnali.

Queste caratteristiche sono ancora presenti in molti “carnevali” che si svolgono tutt’occhi e che ne identificano i festeggiamenti (basti pensare al carnevale sardo).

Etimologicamente il termine “carnevale” si fa risalire al latino “carnem levare”, espressione con cui nel Medioevo si indicava la prescrizione ecclesiastica di astenersi dal mangiare carne a partire dal primo giorno di Quaresima, vale a dire dal giorno successivo alla fine del Carnevale, sino al “giovedì santo” prima della Pasqua.

Esso, infatti, nel calendario liturgico cattolico-romano si colloca necessariamente tra l’Epifania (6 gennaio) e la Quaresima.

Cenni storici sul Carnevale

Da un punto di vista di fonti e testimonianze documentarie il Carnevale risale all’epoca medievale (sin dall’VIII secolo circa). Le fonti parlano infatti di una festa caratterizzata da uno sfrenato godimento di cibi, bevande e piaceri sensuali.

Era il periodo in cui, con la celebrazione del travestimento si veniva meno al dettame “la donna non si vestirà da uomo, e l’uomo non si vestirà da donna poiché il Signore, il tuo Dio, detesta chiunque fa queste cose” (De.22:5)”.

Per tutto il periodo si sovvertiva l’ordine sociale vigente e si scambiavano i ruoli soliti, nascondendo la vecchia identità dietro delle maschere. Molti i riti, a volte anche legati alla stregoneria, che si concludevano con la morte e il funerale di un pupazzo, che rappresentava sia il sovrano di un auspicato e mai pago mondo di “cuccagna”, sia il capro espiatorio dei mali dell’anno passato.

Le feste e le maschere più note in Italia

In Italia si contano (quelli più istituzionali e conosciuti) circa 80 Carnevali, ognuno con delle peculiarità tali da renderlo unico nel suo genere.

Non solo Venezia, Viareggio e Putignano, ma anche Acireale, quello di Ivrea e di Mamoiada, giusto per citarne alcuni, in cui sono ancora presenti le maschere tipiche nostrane: Arlecchino, Pantalone, Brighella, Colombina, Meneghino, Gianduja e – dulcis in fundo – Pulcinella, ognuno con caratteristiche diverse.

Le maschere sono nate con la Commedia dell’Arte del rivolto al popolo, in contrapposizione al Teatro di Corte di tipo accademico ed elitario.

Eventi e manifestazioni che vedono coinvolte le più antiche pratiche artigianali dei luoghi, basti pensare ai sarti per Venezia, ai maestri cartapestai di Putignano e Viareggio, che li vedono impegnati per mesi interi pur di soddisfare le aspettative dei visitatori e di essere competitivi sia ne mercato locale (visto che le maschere e i carri più belli vengono premiati) ma anche in quello nazionale ed internazionale.

Le strade non solo sono invase da bellissime ed elegantissime maschere settecentesche tipiche di Venezia, ma anche di carri allegorici (giganteschi) accompagnati da balli e canti.

In molti casi inaugurati da “starlette” pur di divenire appetibile e attrarre gente, senza pensare che i visitatori sono affascinati dalle opere d’arte realizzate e dalla magnificenza dei costumi.

Carnevali diversi e di solito con calendari di eventi molto pieni pur di soddisfare le esigenze di tutti (cibo, animazione, eventi culturali e per bambini).

Numeri record per il Carnevale di Venezia

Per molti il Carnevale per eccellenza è quello di Venezia: nel 2016 ha mosso ben un milione di persone con punte giornaliere di 150.000 persone. Visitatori che hanno speso in media 31 euro e che nei giorni del carnevale produce una spesa media giornaliera di 130,72 euro.

Secondo l’Ufficio studi di Vela Spa il 43% dei turisti spende per l’alloggio, il 93% per cibo e bevande, il 47% per il vetro artistico e il 28% per i musei (nel periodo carnevalesco raddoppia il numero di ingressi nei musei civici veneziani).

Le altre manifestazioni dal Piemonte alla Sicilia

Non da meno è quello di Viareggio in cui il numero degli arrivi, nel 2014, è stato pari a 950.426 con un aumento del 3% rispetto al 2013, mentre il numero delle presenze è stato di 3.465.729 con un aumento dell’1,3% in confronto all’anno precedente.

Anche il Carnevale di Putignano, è molto seguito: circa 300mila le presenze registrate, circa 100mila in più rispetto allo scorso anno. L’elenco delle manifestazioni carnascialesche è pressoché interminabile. Ognuno presenta caratteristiche particolari e per tale motivo richiamano l’interesse del pubblico.

Ne citiamo alcuni: in Valle d’Aosta c’è il Carnevale della Coumba Freida, dove viene rievocato il passaggio dei soldati al seguito di Napoleone (le maschere sono le “Landzette”); a Fano si festeggia il Carnevale più antico d’Italia, mentre per quello asburgico bisogna raggiungere Madonna di Campiglio.

A Milano c’è il Carnevale Ambrosiano (inizia quando finiscono gli altri), mentre in Sardegna suscita interesse il Carnevale di Mamoiada, con le maschere degli Issohadores e Mamuthones, con rituali che risalgano all’età dei nuraghi e simboleggiano il rispetto e la venerazione per gli animali, oltre che a propiziare abbondanti raccolti e scacciare gli spiriti malevoli.

In Sicilia c’è il Carnevale di Acireale, mentre a Ivrea, viene rievocata la rivolta del popolo contro il tiranno con la famosa “Battaglia delle Arance”. Sempre in Piemonte c’è il Carnevale di Bagolino, in Toscana da segnalare quello dei Figli di Bocco.

A Montemarano (Avellino), il Carnevale propone un suggestivo legame fra la tarantella e le maschere. In Calabria spicca il Carnevale di Castrovillari, mentre a Pontelandolfo (Benevento) è di scena “la Ruzzola”.

Il Carnevale di Rio

Non si può concludere la disamina degli eventi tematici carnascialeschi senza fare un accenno al Carnevale di Rio, dove sono stati ben un milione le presenze nel 2016 , contro le 918 mila dell’anno precedente, con un incremento dell’8,9 %.

È interessante constatare un forte incremento di turisti provenienti da Argentina, Giappone e Stati Uniti. Stabili quelli dall’Europa. Le autorità carioca prevedono entrate per 2,2 miliardi di reais (circa 700 milioni di euro) dal turismo di carnevale, il 35% dei quali sono visitatori internazionali.

Commenta l’articolo e partecipa alla discussione