Social Media Strategy

Tre aspetti da considerare prima di fare marketing turistico su Twitter

 

Come ci si organizza per un viaggio? Per prima cosa si raccolgono informazioni sulla propria destinazione così da esser più sicuri di mettere in valigia tutto ciò che occorre.

Intraprendere un percorso di social media marketing per la propria attività turistica è un’operazione che per molti versi somiglia proprio a un viaggio: se perciò la tua meta è il successo della tua azienda turistica su Twitter, inizia ad appuntarti in mente tre aspetti fondamentali.

Saranno i tuoi strumenti passepartout per esplorare il social media marketing su questo popolare strumento social, con qualche consapevolezza in più.

I social network e il diverso concetto di spazio come arma per la promozione turistica

Un cinguettio, un cinguettio vero, il verso emesso da un vero uccello che se ne sta appollaiato su un ramo, da quante persone può essere udito? Quale distanza può coprire? Su Twitter, come sugli altri social network del resto, il concetto di comunità viene a essere decontestualizzato dal concetto di spazio.

Per un settore come il turismo che punta a spronare i potenziali clienti a superare le distanze per raggiungere località interessanti, avere la possibilità di arrivare a viaggiatori sparsi per tutto il globo non è forse un’opportunità straordinaria?

Viaggiare è diventato più semplice grazie ai nuovi mezzi di trasporto: non è forse un controsenso non servirsi dei nuovi mezzi che facilitano la comunicazione per promuovere la propria attività in ambito turistico?

L’importanza del gruppo

Su Facebook spesso ti trovi a prestare attenzione a persone con cui hai già un rapporto, persone con cui ti relazioni e con le quali l’interesse per le loro attività affonda le radici nell’interesse che nutri, a priori, per la persona in questione. Su Twitter, invece, è l’interesse reciproco la vera moneta di scambio.

I gruppi si formano proprio perché i componenti sentono di avere qualcosa in comune, perché ci sono passioni in comune che li legano. L’amicizia, spesso, segue i primi contatti: ci si mette in contatto perché si ha qualcosa da condividere e poi, forti di questo interesse comune, si costruiscono legami più stretti.

La brevità. Per costrizione e per scelta

Su Twitter si deve essere brevi. Fa parte delle regole del gioco. Il limite è di 140 caratteri ma, se all’inizio può essere visto come un ostacolo non semplicissimo da superare, a lungo andare ci si rende conto di come dover essere stringati aiuti a sviluppare la capacità di sintesi.

Si impara a riassumere i concetti e si esplorano nuove modalità espressive ispirate all’immediatezza. 140 caratteri però possono sembrare proprio pochi e così spesso si può essere tentati di usarli proprio tutti. Ma sarà un bene? In realtà no.

Mantenersi sotto i 100 caratteri significa infatti dare ai propri tweet una marcia in più perché sono proprio i cinguettii che si tengono ben lontani dalla soglia massima di caratteri quelli che in media generano più interazione. La ragione? È presto detta: lasciare caratteri inutilizzati significa dare ai follower la possibilità di usarli aggiungendo commenti personali e hashtag adatti nel momento in cui retwittano.

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