Visual Marketing

Instagram e Turismo: 10 spunti per sfruttarlo al meglio

Instagram per il turismo

Che Instagram sia uno strumento dalle formidabili potenzialità per chi desidera promuovere la propria attività è ormai una cosa risaputa.

Anche nel settore del turismo il suo utilizzo è ormai imprescindibile per elaborare una strategia di marketing e comunicazione davvero efficace.

Basti pensare che nel 2020, il social network ha raggiunto la cifra di un miliardo di utenti attivi al mese.

Utenti che, molto più di quanto accada per altri social, sono particolarmente ‘affezionati’. Il livello di engagement è infatti in costante ascesa.

Questo si traduce in preziose opportunità di visibilità per chi opera in questo ambiente.

Anche perché, secondo Expedia, la gran parte dei giovani tra i 18 e i 34 anni sceglie la vacanza in base all’instagrammabilità della meta.

Più un luogo, un itinerario, una struttura ricettiva è ‘fotografabile’, più piace agli utenti che usano i social.

Perché possono postare gli scatti sui propri canali e guadagnare ‘like’.

Ecco alcuni accorgimenti per ottenere il massimo da questo media.

1 – Coinvolgere ed ispirare il pubblico

La prima e più importante considerazione da fare è che Instagram è un social ‘emozionale’.

Abbiamo visto che si sta imponendo sugli altri network proprio per la sua capacità di stabilire un legame profondo con chi lo usa.

Cosa cerca, in realtà, chi lo visita ogni giorno? Di certo, non soltanto delle belle foto.

Gli utenti lo amano perché è in grado di ‘confezionare’ sogni e generare ispirazione.

Chi è a caccia di idee lo consulta per trovarne di nuove. Non a caso l’hashtag #inspo vanta, al momento, circa 23.7M post.

L’aspetto del coinvolgimento emotivo sta assumendo sempre più importanza, perché il social si è trasformato nel tempo.

Se all’inizio l’elevata qualità delle fotografie – la creatività e la bellezza dell’immagine – era il punto chiave, ora non basta.

Anzi, stanno ottenendo sempre più successo le foto meno ‘professionali’, più dirette e spontanee, ma che riescano a trasmettere un sentimento.

2 – Raccontare la propria storia attraverso le immagini

Il segreto per fare centro, quindi, è utilizzare le foto – e le didascalie – per raccontare la propria storia.

Instagram è il luogo ideale, infatti, per il visual storytelling.

Riuscire a narrare il brand, trasmetterne i valori, è il modo ideale per entrare in empatia con gli utenti. E creare con loro un rapporto di vicinanza.

Si parte, ovviamente, dall’estetica delle fotografie da pubblicare. Che, non c’è bisogno di sottolinearlo, devono colpire subito l’attenzione.

Ma una parte altrettanto importante è affidata alla didascalia, la cosiddetta caption. Questa non deve ‘replicare’ ciò che si vede nell’immagine. Ma deve contestualizzarla, aggiungendo elementi che aiutino il pubblico a sentirsi parte della storia.

Un buon suggerimento è quello di ‘far entrare’ l’utente nella scena. Facendogli vivere i suoni, i colori, gli odori, i sapori di quello che sta vedendo.

Oppure legare l’immagine a notizie particolari, ricordi, tradizioni che possano dare ai follower l’impressione di condividere quell’esperienza.

3 – Variare i contenuti e puntare su Stories e video IGTV

Sul profilo di un Resort ci aspettiamo di trovare delle belle foto di stanze accoglienti.

Sull’account di un tour operator siamo sicuri di imbatterci in immagini di spettacolari angoli naturali.

Tuttavia i contenuti, se non vogliono stancare l’utente, non possono limitarsi a questo.

Affianco agli scatti di questo tipo bisogna inserirne altri, sempre attinenti, ma che vadano oltre. Che aggiungano qualcosa sulla storia e sull’identità del brand.

Post motivazionali, aneddoti curiosi, racconti del dietro le quinte e del territorio.

A tale scopo calzano a pennello le Stories e i video IGTV.

Le prime si contrappongono alle foto patinate perché sono meno artificiose e più ‘vere’. Si sono rapidamente imposte tra i contenuti più amati perché consentono di entrare più in sintonia col marchio.

I video, invece, danno la possibilità di comunicare al meglio il messaggio. E sono lo strumento che ottiene il più alto livello di interazione da parte del pubblico.

Ricordiampci, infine, di pubblicare con frequenza per non perdere il contatto con il nostro pubblico.

4 – Non ignorare l’importanza degli hashstag e degli emoji

La didascalia più efficace non è eccessivamente lunga e inserisce nella frase iniziale gli elementi più significativi. Così spinge il lettore ad arrivare alla fine del messaggio.

Ma soprattutto, contiene gli hashtag giusti. Sono strumenti che aiutano l’attività ad ottenere visualizzazioni, ma è necessario che siano visualizzazioni mirate.

Agli hashtag troppo generici, perciò, conviene preferire quelli che sono diretti specificatamente al pubblico che coincide con il proprio target.

Allo stesso modo, è preferibile non inserire quelli troppo popolari. Tra milioni di post sullo stesso argomento, è più difficile emergere e farsi notare.

Gli hashtag, infine, devono essere congruenti con l’immagine, la didascalia e la storia che stiamo raccontando.

Anche gli emoji sono rilevanti, ed è funzionale aggiungerli alle caption. Aiutano a dare il primo colpo d’occhio e catalizzano l’attenzione del lettore sul testo.

Influenzano, inoltre, il coinvolgimento e favoriscono l’interazione. Funzionano particolarmente bene se posizionati all’inizio o alla fine della frase.

Nelle didascalie e nella Biografia, via libera ad emoji e hashtag: aiutano a catturare l’attenzione e ottenere visibilità.

5 – Offrire agli utenti un’esperienza virtuale stimolante

Cosa cerca un utente che frequenta un profilo dedicato al turismo? Spesso un momento di evasione e la possibilità di conoscere una realtà che vorrebbe visitare e vivere.

Sia che si tratti di una località, sia che si tratti di un evento, un itinerario o una struttura ricettiva.

Assecondare questo desiderio aiuta a potenziare l’attività promozionale.

Il modo migliore per farlo è costruire i contenuti in modo da offrire all’utente un’esperienza virtuale vivace e stimolante.

Attraverso foto, video e didascalie è possibile ‘portare’ il pubblico sul posto. Fargli vivere un pezzo di avventura, un anticipo di quello che sarà il soggiorno reale.

Si può mostrare un aspetto nascosto e intimo di una destinazione, offrire un punto di vista nuovo su una località molto nota. Far scoprire posti sconosciuti alle mete di massa.

O, ancora, far immergere il visitatore virtuale nell’atmosfera più vera di un luogo, facendolo sentire parte della comunità locale.

6 – Costruire un profilo riconoscibile e coerente

Quando si costruisce il profilo Instagram, il primo aspetto di cui tener conto è il target a cui ci si rivolge. Ovvero età, provenienza, interessi dei potenziali clienti.

I contenuti, infatti, vanno pensati intorno a questi punti fermi. Sarà più facile, in questo modo, essere notati e seguiti dall’utenza prescelta.

Non solo. L’impostazione e il feed del profilo devono essere coerenti con il brand. Con le sue caratteristiche e i suoi valori.

I post pubblicati, poi, devono anche essere coerenti tra di loro. Ovvero seguire uno schema che li accomuni e li renda subito riconoscibili e associabili al marchio.

Può essere utile la scelta di usare, per tutte le foto, una stessa tavolozza di colori. Altrimenti utilizzare sempre la stessa serie di filtri. O ancora scegliere un solo tema e utilizzarlo per tutti i contenuti.

Temi e colori del profilo, infine, dovrebbero richiamare quelli del brand stesso: del logo, della pagina web, degli account usati per gli altri social.

7 – La Biografia è il biglietto da visita: vietato trascurarla

Particolare attenzione va posta alla Biografia. È un vero e proprio biglietto da visita dell’attività e deve essere curata nei minimi dettagli.

Anche perché lo spazio a disposizione è davvero poco.

Soli 150 caratteri per spiegare al pubblico chi siamo, di cosa ci occupiamo, perché dovrebbero seguirci e sceglierci.

Va da sé che, oltre a contenere tutti gli elementi necessari, l’header deve avere anche un testo accattivante.

Un altro modo pe richiamare l’interesse è di inserire emoji nella Bio: utilizzarli è un consiglio valido.

In queste righe di presentazione non bisogna dimenticare di mettere in evidenza anche l’hashtag ufficiale del brand. Gli utenti potranno usarlo per creare gli User Generated Contents.

Se ci sono attività collegate o partnership, è possibile taggare gli account nella Biografia.

Bene aggiungere le ‘call to action’: una proposta a cliccare, taggare, condividere. Invitare direttamente i follower a compiere un’azione è una strategia che dà spesso i frutti sperati.

8 – Promuovere il senso di ‘Community’: gli UCG, i selfie, i contest

Instagram è un mezzo ‘emozionale’. Perciò la maniera ottimale per utilizzarlo è far leva su questo aspetto. E favorire il più possibile l’identificazione, la vicinanza dell’utente con il brand.

Bisogna promuovere il senso di appartenenza a una community esclusiva, di cui lo invitiamo a far parte.

Per creare engagement funziona bene l’uso degli User Generated Content (UGC).

Ripostare foto, poste video degli ospiti aiuta ad avere contenuti autentici e sempre nuovi. Con un taglio più intimo rispetto all’advertising professionale.

Per dare una spinta agli UGC, va evidenziato il nostro hashtag ufficiale. Così da essere inserito nei post degli utenti.

È altrettanto utile allestire dei ‘selfie corner’, per incoraggiare i clienti a scattare e pubblicare foto della nostra attività.

Oppure lanciare un contest che premi le foto più belle o particolari.

La regola d’oro, poi, è interagire sempre con la community: rispondere a like e commenti o invitare il pubblico a commentare.

Gli User Generated Content (UGC), come i selfie e i video, promuovono l’appartenenza alla community. Ripostarli sul proprio profilo, inoltre, aiuta ad avere contenuti sempre nuovi e autentici.

9 –Affidarsi a un influencer per fare il pieno di visibilità

Può sembrare un suggerimento scontato, ma vale la pena ricordarlo: rivolgersi a un influencer aiuta a ottenere un’enorme pubblicità.

In un settore in cui l’instaggrammabilità sta diventando un requisito primario, i consigli dei guru social possono fare la differenza.

Anche perché grazie al numero di follower che un influencer porta in dote, il nostro messaggio può arrivare praticamente ovunque.

Ciò che è importante è scegliere l’influencer più adatto al nostro brand, che sia in linea col nostro target.

Per il settore turistico, ad esempio, funzionano bene gli influencer specializzati rispetto a quelli più generalisti.

Che abbiano esperienza strettamente legata al mondo del travel. O, ancor più specificamente, ad un singolo aspetto o segmento di questo ambito.

Autorevolezza e trasparenza del personaggio sono imprescindibili per evitare brutte soprese e ingaggiare influencer con follower e numeri reali.

10 – Coinvolgere le realtà e le eccellenze locali

La valorizzazione del percorso esperienziale, come si è visto, è un elemento distintivo di Instagram.

E proprio per questo va incoraggiato il più possibile.

Se diamo all’utente un contenuto aggiuntivo rispetto a quelli legati solo al nostro brand, lo aiutiamo ad arricchire percezione e coinvolgimento.

Se questo plus, poi, è di elevato profilo come quello che può offrire un’eccellenza locale (un ristorante, un’azienda vinicola, un laboratorio artigianale), allora aumentiamo l’appeal dei servizi che offriamo.

Quindi vale la pena ‘raccontare’ le nostre collaborazioni con queste realtà, attivando una vera e propria sinergia.

La promozione incrociata aiuta il business: tagghiamoli nei nostri post e chiediamo loro di fare altrettanto.

Aumentando il numero delle persone convolte, si ottiene maggiore esposizione e si incrementano i contatti.

E inoltre, trattandosi di eccellenze, si ottiene una visibilità di qualità data dal valore aggiunto del brand stesso.

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