Destination Management

B&B e Territorio: quando i piccoli possono stupire!

Oggi affrontiamo un tema davvero particolare nato dalla esperienza di collaborazione che Landexplorer sta sviluppando proprio in questi mesi con bed and breakfast ed altre forme “minori” di ricettività extralberghiera e di accoglienza turistica.

Come ben sappiamo un bed and breakfast, una casa vacanza e un affitta camere sono strutture extralberghiere nate prima con l’idea di provare una nuova forma economica di integrazione del reddito trasformatasi, oggi, in una delle potenzialità più grandi di presentare gli usi ed i costumi di un territorio. “In cambio” il visitatore lascerà una cospicua ricaduta economica sul territorio.

Come è capitato in altri post di questa rubrica, voglio iniziare raccontando quando ancora in Università uno dei miei professori, mentre ci spiegava le tante trasformazioni nell’accoglienza dei turisti avvenute tra gli anni ’80 e ’90 del 1900 e di come il core business turistico abbia avuto grandi sconvolgimenti dalle introduzioni delle nuove tecnologie, disse: “È finito il tempo del “piccolo e bello”: se non si hanno degli standard condivisi ed una certa infrastruttura di servizi difficilmente la vostra attività sarà remunerativa“.

Le piccole strutture possono fare la differenza

Dopo meno di 5 anni, se ripenso a queste parole, sono convinto che gli standard di accoglienza minimi devono sicuramente esserci, ma le piccole strutture possono fare la differenza se investono tempo e possibilmente risorse nell’offrire al visitatore una esperienza turistica particolare dove l’attenzione al dettaglio, unita ad una visione “famigliare”, diventa fondamentale rispetto a quanto possano fare le strutture alberghiere.

Oggi, grazie ad Internet, chi organizza il viaggio in maniera autonoma può addirittura avere a disposizione maggiori possibilità di concretizzare la visita a zone poco conosciute d’Italia molto più facilmente rispetto alle possibilità che vengono offerte dalle agenzie. Questo accade non per l’incapacità del personale, piuttosto per la fatica nel reperire informazioni precise e puntuali sul territorio destinato alla visita: mancano dei “point” locali come gli alberghi, che sono in grado di “confermarci” una prima impressione dei luoghi.
Nella mappa immaginaria che ci costruiamo prima di partire, avere nella zona uno o più alberghi ci permette, soprattutto se ci facciamo aiutare dalle agenzie di viaggio, di avere una maggiore tranquillità e sicurezza di standard condivisi, ma non è detto che conosceremo in “anteprima” il territorio.

Le strutture extralberghiere qualche anno fa, consce della difficoltà di rappresentare per le agenzie di viaggio un’alternativa valida (soprattutto per singoli privati) all’albergo, hanno deciso di darsi una valutazione, adottata poi dal “Ministero del Turismo” con i problemi legislativi legati alla vera competenza tra regioni e Stato nell’attuazione della scelta valutativa, al fine di avere un canone comparativo sia tra di loro, sia tra loro ed il resto del core business turistico.

A questo punto, una volta decisi gli standard, il visitatore non solo può essere tranquillo della scelta di queste strutture, ma può concentrarsi sui servizi che la struttura offre e sui prossimi punti da sviluppare per la propria vacanza: quindi su tutto ciò che può visitare una volta sul territorio.

Promuovere un territorio, ormai lo sappiamo, vuol dire rendere fruibile varie parti dello stesso attraverso visite guidate, aperture di locali, assaggio di particolari cibi, etc…  ed ecco che su questo fronte le strutture extralberghiere possono fare molto e proprio in questi giorni Landexplorer sta collaborando nella nascita di una specie di “rete ricettiva e di servizi ad esso collegati”.

Rete d’accoglienza turistica

Capiamo meglio di cosa si tratta. Pensate ad una zona dove il primo reddito sembrava essere solo l’industria; una zona senza alberghi, che decide di promuoversi grazie ad internet, alla carta stampata ma soprattutto grazie ad un fortissimo passa parola sviluppato negli anni.

Da queste ipotesi difficilmente le agenzie di viaggio ed i tour operator decideranno di investire in questa tipologia di territorio poiché non hanno un vero e proprio storico di dati turistici da esaminare: addirittura bisogna pensare al massimo a qualche dato aggregato sull’accoglienza!

Chi può fare la differenza?

Semplice: le strutture ricettive extralberghiere! Loro, grazie al servizio ricettivo, riescono a trattenere i visitatori in loco e diventa ancora più interessante creare una rete dell’accoglienza ed una filiera che possa prolungare la permanenza del visitatore.

Come?

Le strutture si sono rivolte a guide turistiche alle quali hanno affidato la creazione di percorsi di visita al fine di dare un servizio ed invitare il turista alla scoperta del luogo; ma c’è anche un ritorno per tutta l’offerta: infatti la guida avrà il suo ritorno economico, ed essa sarà portata a parlarne anche con le agenzie di viaggio e i tour operator, “costituendo” un primo momento di incontro tra il core business turistico e queste strutture.

E… il gusto? Dove lo mettiamo? Anche qui, la fondamentale collaborazione tra queste strutture extralberghiere e gli artigiani alimentari e non sta predisponendo la creazione di “cestini culinari di benvenuto”. Alcuni ristoranti più attenti si sono offerti di ospitare a pranzo i visitatori delle strutture ricettive al fine di far assaggiare le loro specialità.

Il futuro dell’iniziativa?

… Per il momento ci accontentiamo di quanto sopra scritto, visto anche l’imminente inizio della stagione turistica. Quello che c’è da sottolineare e che è un po’ il riassunto di questo post sono i tre punti che riportiamo:

1. Saper valutare attentamente i propri punti di forza e di debolezza ha portato le strutture extralberghiere a ricercare, con grande forza di volontà, nuove strade per promuoversi a bassi costi, non solo facendo rete tra di loro ma creando una possibile filiera;

2. Creare questa filiera permette in un primo momento una maggiore consapevolezza delle proprie potenzialità e, se tutto andrà bene, ci potranno essere nuove realtà pronte a collaborare dando visibilità al territorio;

3. Sempre la creazione della filiera “turistica” diventa un aiuto al resto dell’economia che, in molte zone d’Italia sta affrontando un momento critico difficilmente superabile, dando possibili sbocchi a lavori artigianali e commerciali che altrimenti potrebbero finire nel dimenticatoio!

Siamo giunti alla fine di questo post, più improntato alle potenzialità di piccole strutture ricettive extralberghiere intente a fare rete sia tra di loro sia creando una filiera che alla promozione di un territorio… ma secondo il nostro parere, questi sono passi imprescindibili per fare in modo che qualsiasi territorio (in special modo le zone prive di quel tessuto turistico radicato e standardizzato) si possa promuovere con tutte le anime che lo compongono.

Non ci rimane che invitarvi come al solito a commentare il post e a condividerlo sui vari blog e social network. Nel caso in cui vogliate approfondire le tematiche, Landexplorer rimane sempre a disposizione attraverso i consueti canali.

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