Destination Management

Il territorio ed i piccoli attori commerciali: azioni di Marketing Territoriale

Landexplorer oggi vuole affrontare un piccolo problema che capita spesso di ascoltare durante i vari momenti di confronto tra gli operatori del settore e l’ente pubblico, cercando di “vedere” un po’ più lontano rispetto ad una “risposta semplicistica” che viene ad accordare le parti, ma non a risolvere il problema.

Oggi parliamo di come il turismo, materia da sempre pluridisciplinare e multisettoriale, vada ad abbracciare anche i piccoli e medi commercianti, settore molto presente in Italia e che sta affrontando un momento di crisi epocale: dai piccoli negozi di alimentari ai ristoranti e ai negozietti di abbigliamento, senza dimenticare i benzinai e tante altre categorie. Come sempre cercheremo di dare degli spunti partendo dalla questione fondamentale accennata poco sopra e riassumibile nella frase seguente: “i turisti quando arrivano in una data zona hanno bisogno di tutto, dal pane, al ristorante, alla benzina, e troppe volte l’offerta “turistico-commerciale” non riesce a dialogare correttamente con i bisogni espressi dalla domanda”.

Durante un incontro organizzato dal Distretto Turistico dei Laghi con la Regione Piemonte per la stesura del nuovo piano strategico sul turismo, mentre si discuteva di una serie di problematiche più o meno recenti, la lamentela di un piccolo operatore, situato in un comune non turistico della zona dei laghi, mi ha ricordato di come non abbia ancora affrontato adeguatamente il problema del “dialogo” esterno alla “filiera turistica” tra turista ed il semplice commerciante del territorio, soprattutto territorio lento o minore.

In sostanza la critica che viene sempre mossa rispetto alla problematica è questa: al di fuori del servizio prettamente turistico il turista non si interfaccia con i locali per problemi di non conoscenza di lingue straniere e, soprattutto, per un “non bisogno” del commerciante di attirare la clientela turistica.

Esposto così il dilemma è facilmente risolvibile e banale: basta mandare tutti i commercianti a studiare l’inglese e dare loro un motivo per attirare di più i turisti. Amici di Formazione Turismo, non vi pare che ci sia qualcosa che non funzioni nel ragionamento?

Proviamo a riscrivere la problematica: se è vero che il commerciante può non conoscere una lingua straniera, sappiamo, come più volte ribadito nella rubrica, che prima di tutto il turismo è un flusso ed un incontro tra persone di diversi usi e costumi con un sistema di bisogni da soddisfare (dove il settore del commercio ha ancora molto margine di miglioramento), però, molto simile: normalmente parliamo di dove dormire, dove e cosa mangiare e cosa fare!

Bene! A questo punto converrete con me che il turista entra in un sistema economico già precostituito apportando del capitale di sicuro interesse per il commerciante, ma… la “lamentela” precedentemente esposta ci riporta all’assurdo, e cioè: al commerciante non interessa rendere “profittevole” la situazione, con l’aggravante di non aumentare il proprio ROI (return of investment).

A questo punto per risolvere l’inghippo, la soluzione dovrà essere ricercata assolutamente da qualche altra parte!

Con questo piccolo ragionamento ho preso la parola durante il convegno da cui si è originata questa riflessione, ed ho cominciato a portare una serie di esempi su come il marketing territoriale sia il vero strumento da utilizzare al fine di congiungere l’apparato commerciale con il turismo, “risvegliando” anche un certo interesse nelle varie associazioni di categoria turistiche e non presenti alla tavola rotonda.

Ecco alcuni punti che troppe volte vengono dimenticati o trascurati al fine di integrare il commercio ed il turismo.

1. Esercizi commerciali come punti di informazione

L’Italia è fatta di piccoli e piccolissimi comuni dove spesso non si può investire in uffici turistici e le Pro Loco nascono e si sorreggono grazie al tantissimo volontariato, troppo spesso senza una preparazione tecnica su che cos’è il turismo. In questo caso, difficilmente possiamo pensare di fare formazione, piuttosto pensiamo a rendere fruibili, grazie alle nuove tecnologie, siti internet ed informazioni turistiche (possibilmente in più lingue) ed estendendo i WI-FI gratuiti. Sicuramente è una spesa economica importante, ma, in prospettiva, molto meno onerosa rispetto ad avere tantissimo materiale informativo cartaceo chiuso in sedi di Pro Loco o comunali chiuse durante il fine settimana!

Sempre questa assenza di punti di informazione costringe il turista che visita questi piccoli gioielli d’Italia a muoversi in assoluta autonomia all’esterno della struttura, per lo più extralberghiera, alla ricerca di informazioni e di soddisfazione di bisogni materiali (dai più disparati… non vi è mai capitato di dimenticare a casa lo spazzolino da denti? Per esempio!)… ecco che andrà a cercare il negozietto più vicino. In questo caso, se il commerciante ha la cartina turistica o anche dei semplici depliant può sicuramente essere molto d’aiuto e verrà ricompensato con l’acquisto di souvenir o altro, come vogliono le più classiche regole di marketing!

2. I commercianti come “immagine di un territorio”

Quando le ATL e tutti gli enti che parlano di turismo incontrano gli operatori ed organizzano le strategie, soprattutto di comunicazione e promozione territoriale, troppe volte si soffermano sulla filiera diretta turistica e quasi mai coinvolgono soggetti apparentemente estranei, come potrebbero essere i commercianti, i quali sentendosi anche un po’ esclusi pensano di non essere parte integrante dell’offerta turistica, sbagliando!

Soprattutto per i territori lenti ogni forma di offerta verso il turista deve essere coinvolta e va calibrato lo sforzo che qualsiasi operatore più o meno turistico può “mettere in campo”. Pensare semplicemente ad una “bacheca degli eventi e delle bellezze del territorio” da inserire nei piccoli spazi commerciali per colmare la mancanza di infopoint raggiunge due obiettivi fondamentali:

• Aiuta il turista ad orientarsi nella sua vacanza (migliorandone sensibilmente l’esperienza)
• Responsabilizza il commerciante verso il target turista

3. Commercianti ed artigiani sponsor di eventi cultural-turistici

Sempre più spesso si ricorre alla sponsorizzazione per creare eventi culturali, sportivi e turistici in generale, e quasi sempre si finisce per dare una visibilità pubblicitaria al marchio del piccolo artigiano o commerciante. Questo è un bene, ma il mezzo potrebbe rivelarsi ancora più potente se l’artigiano ed il commerciante potessero presentare in altre forme il proprio Know-How e rendersi sempre più conto di come loro sono i depositari di un vero e proprio “tesoro” ricercato dal turista.

Apro una veloce parentesi: mi capita sempre più spesso di ricevere richieste da piccoli artigiani e commercianti, che mi chiedono su che cosa convenga loro sponsorizzare o finanziare nel campo culturale e turistico poiché, purtroppo, a loro mancano il tempo e le competenze per comprendere ciò che sia davvero importante per il proprio territorio da cui, in definitiva, traggono il loro business! In questo campo, nel prossimo futuro, si apriranno nuove possibilità di lavoro, ne sono convinto!!!

4. “Portare a casa un pezzo di territorio”

Amici di Formazione Turismo, per caso avete contato quanto volte ho utilizzato questa frase (o forme simili) negli scorsi post? Davvero tante!

In questo caso, l’artigiano che produce con le proprie mani diventa il primo ambasciatore del proprio territorio e permette al turista di portarsi a casa un “pezzo di territorio”. Proprio durante queste feste natalizie il fiorire di mercatini dell’artigianato locale ne sono un esempio!

Siamo giunti a conclusione di questo post. Le riflessioni su questo tema potrebbero andare avanti all’infinito, poiché i quattro punti emersi potrebbero essere ulteriormente sviluppati: un caso su tutti, i club di prodotto nati dall’esigenza di far assaggiare prodotti locali di nicchia in bed and breakfast trovando un compromesso ai limiti ferrei imposti sulle norme alimentari!

Vi invito come al solito a commentare il post e a condividerlo sui vari blog e social network. Nel caso in cui vogliate approfondire le tematiche, Landexplorer rimane sempre a disposizione attraverso i consueti canali.

Non mi rimane che augurare a tutti Felice Anno Nuovo! Alla prossima!

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