Destination Management

Scenari formativi per i futuri Assistenti ai bagnanti

Erano gli anni del dopoguerra, l’epoca in cui il rilancio dell’economia e l’onda lunga della ricostruzione, accompagnate da una straordinaria crescita economica e dall’avvento della mobilità di massa, spinsero le famiglie italiane a scoprire e ad innamorarsi del prodotto vacanza.

Nacquero quelle che oggi chiamiamo tecnicamente destinazioni e che devono la loro fama all’incredibile operato di alcuni personaggi che, con molta lungimiranza, si prodigarono per costruire e far funzionare un modello tutt’ora competitivo, seppur con alcuni limiti imposti dalla situazione contingente e dalla crescente pressione esterna dei competitors nazionali ed esteri.

Tra le figure che contribuirono maggiormente alla percezione del prodotto e alla sua elevazione al ruolo di benchmark ci furono i bagnini, quei quasi mitologici personaggi che trasformarono un tratto di costa non irresistibile da un punto di vista paesaggistico come la Riviera Romagnola in una meta irrinunciabile, la Dubai degli anni ’60. Se vi recate in qualsiasi lido di quella zona ancora oggi circolano nomi, aneddoti e storie, quel genere di racconti che stai ad ascoltare per ore e che ti strappano inevitabilmente un sorriso e ti mettono di buonumore: è la storia dei pionieri, di coloro che hanno permesso a noi di operare oggi.

Ma perchè adesso, per un elevato numero di strutture che si affacciano sul mare o che dispongono di grandi piscine, il bagnino è diventato perlopiù un costo, spesso “fornito” da qualche agenzia di animazione e in molti casi troppo giovane ed inesperto per affrontare con efficienza un compito così importante? Certamente l’introduzione di nuove normative, peraltro giuste da un punto di vista della sicurezza, pregiudica gli aspetti relazionali ed impone un monitoraggio costante del tratto di mare prospicente al lido di competenza o l’area in cui è collocata la piscina (in questo secondo caso la presenza o meno di un assistenza bagnanti è attualmente vincolata alla profondità della vasca).

Lo spauracchio delle direttive comunitarie prossime future in tema di liberalizzazione delle concessioni demaniali non stimola certo i balneatori ad una programmazione dei servizi e del prodotto a lungo termine ma, forse, è anche il caso di riflettere sui contenuti e guardare anche a chi con fatica, passione e investimenti continui (e non solo strutturali) sta guardando comunque avanti e crede ancora in un modello efficiente che coniughi la tradizione e l’innovazione, senza mai perdere di vista il ruolo fondamentale delle risorse umane.

Prendo quindi come riferimento quello che considero uno dei Lidi più organizzati della Riviera Romagnola e di tutta Italia, Bagni 88 di Riccione di proprietà del Gruppo Leardini (www.bagni88.it), e provo ad immaginare uno scenario formativo per i futuri Assistenti ai bagnanti che non si limiti agli aspetti tecnico/agonistici/legali della questione ma che si estenda anche alle guests relations, alla maniacale cura degli spazi ed alla ricerca continua di novità.

Il lido è cambiato, non bastano più un ombrellone e due lettini per far contenti gli ospiti, servono servizi (visitate il sito di cui sopra), ci vogliono passione e dedizione, talento e, per i più giovani, modelli a cui ispirarsi e “rubare” letteralmente il mestiere. Abbiamo bisogno di Imprenditori illuminati come i Leardini e “vecchi lupi” che raccontino i segreti della loro arte, che infondano una conoscenza che non si può comprare ne è necessario inventare, bisogna guardare al passato per immaginare un futuro.

La formazione degli addetti ai lavori dovrà necessariamente passare attraverso modelli operativi molto articolati, non possiamo pensare che un assistente bagnanti prenda posizione prima di aver verificato minuziosamente ogni piccolo particolare come l’allineamento geometrico assolutamente perfetto delle dotazioni (non solo tecniche) e il loro stato di manutenzione, la buona pratica del “pettinare” le spiagge di buon mattino, la conoscenza, anche non perfetta magari, di una o più lingue straniere, la collaborazione stretta con i “vicini di casa”, ecc.

La capacità di colloquiare con ogni genere di interlocutore e di qualsiasi argomento (in parte acquisita con la continua informazione e in parte con le nozioni apprese da ogni ospite) presuppongono una base culturale e una capacità relazionale che è possibile avere solo tramite l’apprendimento e l’utilizzo di un metodo che alcuni possiedono sotto forma di dote innata e che altri, invece, devono poter pilotare utilizzando strumenti acquisiti da altri.

Abbiamo necessità di azioni sistematiche, possibilmente coordinate a livello istituzionale, seppur di difficile attuazione, e che stimolino gli Istituti Formativi a progettare e realizzare corsi di formazione specifici anche per loro, i bagnini (perdonatemi se li chiamo ancora così) perchè la differenza tra successo ed insuccesso passa, prima di tutto, proprio da qui, dalla nostra capacità di sfornare talenti che non solo ci permetteranno di essere competitivi ma che garantiranno anche un futuro all’antica arte dell’ospitalità.

Quanto sarei felice di vedere, tra i tanti annunci pubblicitari, un Ente che non organizza solo corsi di Management ma che si preoccupa anche di formare professionisti di livello intermedio, che forse diventeranno dei manager in futuro, ma questo dipenderà dalla loro capacità di dimostrare di meritarselo, magari dopo qualche tempo passato in cima a una torretta di avvistamento.

Nel frattempo ringrazio Leardini Group e bagni88.it, è solo grazie a realtà come la loro (e ovviamente ce ne sono altre) che possiamo ancora pensare ad un turismo organizzato, che contribuisca al rilancio di un’economia e che garantisca ai nostri figli un futuro dignitoso.

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Stefano Possenti

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