Destination Management

La creazione di eventi culturali a fini turistici: immagine e redditività

La rosa dei venti di Landexplorer in questo nuovo post è puntata su un tema molto difficile da affrontare, soprattutto in momenti di crisi, e che troppo spesso vede spese ingenti sia pubbliche sia private: la creazione di eventi culturali a fini turistici.

Visto il continuo crescere di rievocazioni storiche, eventi culturali ed eventi religioso-antropologici che hanno una forte ricaduta non solo sui residenti ma anche su flussi escursionistici o turistici di persone, è bene cercare di tracciare alcune linee guida molto pratiche che possano aiutare a comprendere alcuni meccanismi virtuosi per la riuscita di queste attività; o per lo meno cercare di evitare alcuni classici errori in cui si può incorrere anche in buona fede. Volutamente l’attenzione sarà focalizzata su piccole-medie iniziative e non sui “grandi eventi” poiché, quasi sempre, essi risultano in passivo dal punto di vista economico, mentre l’interesse di tutti è quello che l’evento riesca e sia il più possibile in positivo, in modo tale da creare un “fondo” per prossime iniziative o aiuti la crescita del sistema culturale-turistico.

…Fiere, Sagre, Rievocazioni Storiche, Eventi…: Immagine e Redditività

Se il titolo non contiene tutte le tipologie di eventi ed attività che si possono organizzare per ricordare un fatto storico, celebrare il santo patrono, presentare libri sulla storia di paesi, borghi, città oppure ancora riqualificare alcune zone abitate migliorandole, dall’altra parte, immagine e redditività sono le parole chiave da utilizzare, tenere sempre a mente e farle vivere in simbiosi poiché l’immagine è importante ma da sola è ben poca cosa se alla fine non si riesce a creare una, seppur minima, redditività.

Come anticipato nell’introduzione, eviteremo di parlare dei “grandi eventi” poiché intervengono dinamiche estranee e difficilmente calcolabili, pensiamo a Olimpiadi, grandi Expo, Fiere internazionali, dove ci sono forti spese pubbliche non sempre ben controllate e che servono molto spesso a pubblicizzare regioni o addirittura nazioni, ma quasi mai hanno una ricaduta economica in grado di renderli redditizi. Un esempio di semplice comprensione sono le Olimpiadi di Torino: buono il livello di immagine sia nel pre-evento che nei giorni della manifestazione, assolutamente disastroso il post-evento: tantissime attrezzature e strutture chiuse, in disuso, fatiscenti purtroppo difficilmente vendibili o riutilizzabili senza altri esborsi economici e non hanno creato (soprattutto nelle valli attorno a Torino) quella redditività economica sperata.

Un evento si può dividere in tre classiche fasi. Vediamole e commentiamole assieme:

Pre-evento: una volta scelto il tema o il “prodotto” dell’evento, si creerà un team di persone, definiti genericamente organizzatori che si daranno una serie di compiti. Fin da subito è bene iniziare a porsi una serie di domande:

Come pubblicizzare l’evento? Saper scegliere i media giusti non è mai semplice, quindi, farsi consigliare da esperti o avere alcuni componenti del team operanti nel settore comunicazione o affini aiuta molto nel prendere le giuste decisioni.

E se piove, nevica, o ci sono inconvenienti di qualunque natura? Pianificare bene le tempistiche ed avere sempre un “piano B”, mai organizzare un evento, qualunque esso sia, senza prevedere che qualcosa possa “andare storto”. Persino una semplice presentazione di un libro può diventare un grosso problema se non c’è l’autore o peggio ancora non c’è il libro!

Ci saranno degli scontenti? I residenti, gli abitanti, i presenti come la prenderanno? Anche in questo caso il tema di come chi vive in un dato posto tutto l’anno si possa sentire offeso o comunque essere contrario all’evento è d’obbligo. Sembra impossibile, ma anche la semplice visita guidata, la serata musicale può diventare impossibile da gestire se le persone locali la giudicano in maniera negativa. Ricordo concerti di grossi professionisti dello spettacolo conclusi prima dell’orario previsto perché intervenute le forze dell’ordine, chiamati da persone locali per disturbo della quiete pubblica!

Ci sono degli sponsor? Trovare sponsor in grado di “alleggerire” il piccolo-medio investimento è sempre più difficile ma non impossibile. Importantissimo è dare la giusta risonanza allo sponsor nel materiale pubblicitario, non ci devono essere distinzioni tra sponsor (soprattutto se privati!) poiché tutti fanno uno sforzo e molto probabilmente senza di loro non riusciremmo ad avere un evento completo.

Evento: durante l’evento ormai i “giochi sono fatti” importante è essere il più possibile presenti e cercare, appena sorgono “controversie”, di gestirle con il massimo della professionalità in loco.

Post-evento: Questa è la fase dove si deve dare la massima attenzione alla redditività poiché nei primi due momenti l’attenzione è concentrata sulla “buona riuscita dell’evento” e tanti altri piccoli e grandi problemi che inevitabilmente nascono durante la progettazione dell’iniziativa stessa. Nel post-evento è importante dare informazioni precise, soprattutto in ambito finanziario, analizzare molto bene i punti deboli e le minacce (oltre ai punti di forza ed alle opportunità) poiché si potrebbero nascondere insidie future, preparare report e documenti interni per il team organizzativo al fine di comprendere nel modo più completo possibile tutte le problematiche. Sempre in questa fase è importante dare dati aggiornati ed in modo tempestivo agli sponsor i quali potranno fin da subito valutare meglio se continuare a sponsorizzare l’attività oppure no. Dall’esterno arriveranno input, problematiche riscontrate e tanto altro, soprattutto dai giornali ai quali sarà importante dare risposte concrete e tempestive, questo è importante soprattutto nel caso siano emersi problemi non valutati nelle fasi precedenti!

Molti eventi ed iniziative culturali e turistiche in Italia sono organizzati da associazioni culturali ed altri soggetti che nascono per promuovere il territorio, basti pensare alle Pro loco! Purtroppo troppo spesso questi organismi sono nati e continuano ad esistere grazie al volontariato e non sempre possono avvalersi di professionisti o di figure in grado di “leggere” l’evento e riuscire a sintetizzarlo nella maniera più corretta possibile. Infine, ma non ultimo, molte associazioni hanno uno statuto che impone il riutilizzo delle somme percepite per fini di sviluppo locale senza possibilità di remunerazione delle persone interne che hanno lavorato duramente per la buona riuscita dell’evento.

E se l’evento è davvero particolare: Rievocazioni di battaglie tra stati oppure coinvolge la fede o ancora richiama elementi folklorici ed antropologici? Si devono adottare degli accorgimenti particolari? Ci sono situazioni da evitare assolutamente?

Queste domande non le poniamo a caso, ma rispondono ad una esigenza di non trasformare in “carnevalata” ogni evento che vede la partecipazione sentita della popolazione residente. In sostanza questa tipologia di eventi si connota per la difficoltà di far capire alle perone locali che il tal evento, se gestito in maniera professionale, può portare ricadute economiche; nello stesso tempo, però, bisogna rassicurare gli stessi perché la forma e la “struttura” più intima dell’evento non verrà variata; in caso contrario, si può giungere alla completa distruzione dell’evento in quanto risulterà svuotato del motivo principale per cui la popolazione si attiva nel proporre l’iniziativa.

Un esempio di ciò che stiamo dicendo viene proposto come caso-studio nelle prossime righe di questo post.

La Madonna della Colletta: da rito di luce ancestrale ad evento turistico

L’evento che stiamo per presentare si verifica ogni 3 anni ed è documentato da inizio 1800. Il luogo in cui si tiene questa festa religiosa dedicata alla natività della Beata Vergine Maria è Luzzogno: una delle frazioni, precisamente la più popolosa (ben 354 abitanti), della Valle Strona situata nella provincia del Verbano Cusio Ossola in Piemonte.

Questo paese, il cui nome dovrebbe fare chiaro riferimento al latino “Lux–Omnium” “luce di tutte le cose”, è situato a metà della Valle Strona in una posizione molto favorevole per quel poco di agricoltura che questa valle offre alla sua popolazione.

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Figura 1 Il santuario della Madonna della Colletta

La festa della Madonna della Colletta ha origine molto antiche e storicamente si inizia a parlare di questo oratorio con un ex-voto presente sulla facciata della piccola costruzione della Madonna della Colletta, situato fuori paese su uno sperone roccioso in posizione sopraelevata rispetto a Luzzogno, che ricorda come un nobile signore della potente famiglia Gozzano ed un suo compagno, entrambi palai, furono inconsapevoli astanti di una rapina ad un gruppo di soldati, che scortavano due muli carichi d’oro. Qualcuno da lontano vide, chiamò aiuto e le guardie accorse, scambiarono i due spaventatissimi testimoni dell’aggressione per ladri e li arrestarono. I malcapitati protestarono la loro innocenza ma con scarsi risultati e furono imprigionati. Proprio dietro le sbarre viene rappresentato il povero Gozzano mentre invoca la Madonna della Colletta.

Le pareti del santuario sono coperte da tavolette votive. I fedeli hanno manifestato pubblicamente la riconoscenza alla Madonna per la grazia ricevuta con un quadretto raffigurante lo scampato pericolo. Di ex-voto se ne conoscono 96, realizzati dal 1700 in poi. Nella casistica dei Miracoli si legge che i più numerosi si riferiscono a cadute, seguono alla pari malattia e incidenti su strada, poi ci sono gli eventi bellici, le cadute di massi, di fulmini, cadute in acqua ed in agguati. Dipinti da umili e per lo più ignoti artisti, che hanno affidato più alla fede che all’arte il compito di tramandare la memoria dei fatti miracolosi illustrati, molti di questi ex voto sono di produzione locale.

L’evento folklorico

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Figura 2 Luzzogno illuminato a giorno durante la festa

La festa si esplica in una processione devozionale intorno al giorno 8 settembre, festa della natività di Maria che ha una ritualità ben precisa. Rispetto ad un tempo oggi la cerimonia di “presentazione” della statua della beata vergine nella chiesa parrocchiale di San Giacomo dura una settimana, mentre ai primi dell’ottocento la festa era di soli tre giorni. La cerimonia inizia il sabato appena precedente l’otto settembre e prevede la costruzione di un tunnel di ben 80 metri la cui copertura viene fatta interamente con teli in canapa, custoditi gelosamente dalla popolazione che li dona al comitato triennale della Madonna della colletta, comitato spontaneo che organizza la manifestazione composta da tutti i paesani di Luzzogno. Le “pezze” di canapa hanno una lunghezza variabile tra i 7 ed i 12 metri per una larghezza massima di 70 centrimetri, questo da l’idea di quanta fatica e lavoro bisogna produrre per ricoprire totalmente la struttura della “galleria” completamente in legno. Nel frattempo altre “squadre” di volontari addobbano la stessa galleria e tutto il paese. Il lavoro finisce appena in tempo per la cerimonia che vede sempre la presenza, ormai da anni, del Vescovo di Novara. La prima fase della cerimonia, dopo la santa messa, si svolge per le vie del paese con le donne in capo munite di fiaccola, le confraternite presenti, le autorità religiose e civili ed infine gli uomini. Il corteo processionale così formato va ad accogliere la Madonna nella sua “casa” per portarla alla chiesa parrocchiale di San Giacomo passando per le vie del paese. Il prosieguo della festa prevede fuochi artificiali e durante la settimana numerose attività collaterali dal classico incanto delle offerte, alla colletta per poi giungere, una settimana dopo, al rientro della madonna presso il suo santuario, ripreparando questo tunnel ed il ri-addobbo di tutto il paese di Luzzogno a festa.

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Figura 3 il grandioso tunnel di luce in fase di preparazione pomeridiana (alla sera sarà tutto illuminato con candele)

Senza dilungarci troppo negli aspetti devozionali e tradizionali della festa è bene sapere che questa manifestazione di fede ogni anno attira ormai più di 5000 persone solo nelle ultime 6 ore (più o meno il tempo per vedere le ultime fasi della preparazione della galleria ed assistere all’intera cerimonia). Questo dato deve poter far riflettere su come ci sia davvero un forte flusso turistico per questa festa, ma nello stesso tempo, la scelta ferrea di non replicarla ogni anno o di banalizzarla sia perché si rischierebbe di scontrarsi con la popolazione che vive la festa come un grande atto di fede e di appartenenza al proprio luogo, chiaramente protetto dalla Madonna, sia perché lo stesso turista, attento a questa tipologia di turismo, ricerca espressamente i caratteri intrinseci della manifestazione.

Per chi si occupa di turismo allora diventa d’obbligo riuscire a non snaturare la festa e la sua immagine, ma, nello stesso tempo, deve aiutare i numerosi volontari a capire l’enorme potenzialità economica che può dare la festa. Come?

Nel caso specifico la festa da anni prevede la possibilità di pranzare e cenare a Luzzogno piccolo e semplice “trucchetto” per avere una piccola ricaduta economica, ma non basta, grazie ai tanti studiosi e ricercatori universitari in ambiti storico-antropologici si è potuti risalire al fatto che questa tipologia di rito folklorico è rimasto unico in tutto il Piemonte. Questa situazione ha creato una sorta di passaparola “indotto” aumentando la forza dell’immagine dell’evento e portando molti turisti a ricercare visite guidate, libri, video e materiale multimediale al fine di conoscere più approfonditamente la festa. Questo fatto ha permesso un secondo “filone” di redditività. In questi ultimi anni è nato anche un sito internet www.luzzogno.it dove si possono trovare informazioni dettagliate sulla festa e su tante altre iniziative che si svolgono a Luzzogno durante l’anno.

Il futuro della manifestazione? L’impianto della festa sicuramente non va cambiato ed anzi valuterei attentamente le iniziative collaterali puntando sempre più sull’approfondimento “in loco” di questo rito che sa affascinare il visitatore e che “smuove” nella mente di queste persone un ricordo vivo ed intenso della festa inserendoli nel “ciclo contadino” cioè in una visione del tempo ciclico nel quale è importante fissare nella mente dei “paletti” irremovibili che non si possono dilatare troppo nel tempo, al massimo 3-5 anni!

Siamo giunti alla fine di questo lungo e difficile post, poiché a tutti voi cari amici di Formazione Turismo ho chiesto un enorme sforzo mentale per immaginare la festa ed ho dovuto condensare molti concetti storici ed antropologici propri della Valle Strona senza dover peraltro costringervi a diventare esperti di questa zona d’Italia. L’intento che mi sono dato è stato quello di portarvi a conoscenza di un particolare tipo di evento dalle diverse sfaccettature, molto difficile da promuovere e valorizzare correttamente e dove la redditività, si sta sempre più “scontrando” con la potenza ancestrale di un rito folklorico presente da secoli, che richiede la massima attenzione per non snaturarlo soprattutto in questo momento di crisi; infatti, il prossimo 8 settembre cadrà la festa triennale della Madonna della Colletta a cui vi invito personalmente a partecipare.

Come di consueto invitiamo tutti a commentare il post e non esitate a contattarci nel caso vi troviate di fronte ad una situazione così particolare, dove ogni “mossa” di promozione e valorizzazione va vagliata attentamente con grande cura e maestrìa. Alla prossima!

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