Cultura

Il turismo e l’Unesco: 49 buone ragioni per visitare l’Italia

Qualche volta non importa quante ricchezze si possiedano, quanto sia ricco il bottino che si custodisce, quanto oro ci sia sotto il proprio naso: qualche volta chi ha la fortuna di stringere tra le mani una fortuna ha la sfortuna di non accorgersene. E allora basta un attimo e la fortuna viene sprecata. L’Italia, in questo, detiene un triste primato: nel Bel Paese, infatti, c’è un’altissima concentrazione di siti che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità e – come se non bastasse – oltre ai luoghi fisici ci sono anche dei “beni immateriali” che rientrano in questa ambitissima lista. Eppure sembra che non si riesca a sfruttare appieno queste risorse e a valorizzare il territorio.

Quanti di voi, direttamente o indirettamente, avranno sentito pronunciare dai professori la famosa frase “è intelligente ma non si applica”? L’Italia è un po’ così: le doti per fare la parte del leone nella foresta spesso intricata del settore turistico le avrebbe tutte; i siti Patrimonio dell’Umanità secondo l’Unesco sarebbero perfetti come criniera per stabilire su tanti altri Paesi una supremazia in fatto di introiti derivati dal turismo, ma c’è sempre un ma. Il “ma” è legato al fatto che l’Italia sonnecchia su una miniera di diamanti ma sembra non sapere da dove cominciare per estrarli e godere del loro valore.

“L’essenziale è invisibile agli occhi”

Una ricchezza non deve per forza essere qualcosa di puramente materiale. Ci sono cose che, pur avendo un valore inestimabile, non sono effettivamente tangibili. In Italia, per esempio, ci sono ben quattro cose che l’Unesco ha deciso di nominare patrimonio mondiale facendole rientrare nella categoria riservata ai beni immateriali. Sono piccole grandi magie tutte italiane che caratterizzano, per esempio, l’identità delle due grandi isole per eccellenza: in questa prestigiosa lista, infatti, rientra anche L’opera dei Pupi siciliana e Il canto dei pastori sardi. C’è poi anche un altro importante tesoro, tutto italiano, che è l’artigianato dei liutai della città di Cremona e perfino un tocco culinario. In fondo non è vero che spesso si parla dell’Italia per la sua moda e per la sua buona cucina? Sarà per questo che la dieta
mediterranea è entrata a pieno titolo nella lista riservata ai Patrimoni dell’Umanità.

Il 5% dei Patrimonio dell’Umanità è in Italia

L’Unesco ha iniziato a stilare la lista dei Patrimoni mondiali dell’umanità e l’Italia, anche se ha dovuto aspettare sette anni prima di vedere un luogo del proprio territorio in questa importante lista, ha poi prontamente recuperato. Lo testimoniano i dati: i siti nominati Patrimoni mondiali dell’Umanità sono infatti 981 e di questi ben 49 si trovano in Italia. Tra le prime meraviglie del nostro stivale che sono state incluse nella lista ci sono le incisioni rupestri della Val Camonica e la chiesa di Santa Maria delle Grazie che custodisce al suo interno “L’ultima cena” di Leonardo da Vinci, mentre tra gli ultimi tesori che possono vantarsi di essere stati di recente inseriti in questo elenco di bellezze ci sono i giardini e le ville dei Medici, in Toscana, e il vulcano Etna.

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