Turismi

Il Turismo della grappa

Alla Bit un interessante focus sull’argomento

Si è svolto nell’ambito della Bit un incontro degno di attenzione per fare il punto sul binomio vincente  “grappa – turismo”. Diviso in tre sessioni il focus ha sottolineato l’importanza che questo distillato rappresenta per l’Italia agli occhi del mondo.  Tra i tanti distillati del mondo la grappa pare una magnifica perla. Nel Bel Paese se ne producono soltanto quaranta milioni di bottiglie all’anno: veramente poche se confrontate con le svariate centinaia di milioni della produzione di altri spiriti come il rum, la vodka o il whisky. Ma questi quaranta milioni di bottiglie brillano per l’intensità di profumi che portano dentro di sé, sono frutto delle nostre viti, della ricchezza di profumi dei nostri territori. Sono il nostro biglietto da visita: dentro ogni bottiglia c’è veramente un pezzo d’Italia. Ciò che si deve dare oggi alla grappa è comunque una maggiore spinta promozionale sui mercati esteri. E’ necessaria una serie di azioni volte a fare conoscere il prodotto agli operatori – che sembrano finalmente averlo compreso – e all’enorme pubblico dei consumatori cui bisogna indirizzare una informazione diffusa e corretta. La grappa racconta il territorio che si specchia nella grappa. La grappa porta con sé valori come la tradizione, la salvaguardia degli ambienti, la socialità. Questo ovviamente sempre con un occhio attento alla sicurezza, come ha ben dimostrato l’iniziativa del guidatore designato promossa durante l’ultima edizione di Grapperie Aperte. La “Seconda ricerca sul turista della grappa” è stata condotta proprio durante l’ultima edizione di Grapperie Aperte, che è stata segnata, come quelle precedenti, da un gran numero di visitatori. Grapperie Aperte è il modo migliore di diffondere la cultura dell’assaggio della grappa. I distillatori fa un enorme piacere potere ospitare nelle aziende i visitatori e trascorrere qualche ora spiegando il proprio lavoro. Leggendo i risultati si nota che i motivi che hanno portato i visitatori in distilleria sono stati essenzialmente diversi. Infatti al Nord è stata una visita ai luoghi che danno i natali a un prodotto tradizionale, un viaggio nella propria storia, una visita a una vecchia e cara amica. Al Sud invece a muovere i visitatori è stata la ricerca del nuovo, il fascino del rame degli alambicchi. Territorio e tradizione sono due parole sulle quali fa leva sempre più il Vecchio Continente quando si tratta di tutelare e promuovere i prodotti agroalimentari e quelli vitivinicoli in particolare, quasi fossero l’espressione della mancanza di altri argomenti per contrastare l’avanzata delle economie emergenti che, in molti casi prive di regolamentazioni e inserite in ecosistemi molto favorevoli alla produttività, hanno vantaggi competitivi notevoli. In un simile contesto il termine “tecnologia” assume spesso in significato negativo, ma per la grappa non è così. Il mondo della nostra acquavite di bandiera durante i suoi secoli di storia ha investito molto sull’obiettivo strategico di mettere la tecnologia al servizio del territorio.
Il focus è stato curato da Luigi Odello, presidente Centro Studi Assaggiatori e professore di Analisi sensoriale alle Università di Verona, Udine e Cattolica di Piacenza