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Expo 2015: Il cibo fra tradizione e innovazione all’insegna di un turismo slow

Conclusa la trattazione delle ricerche sulla domanda turistica presentate nel corso degli ultimi due post: in particolare l’ultimo, che ha presentato le soluzioni alle problematiche concrete relative alle ricerche con GPS tracker sul lago d’Orta, possiamo soffermarci un momento su un evento che sta catalizzando l’attenzione di tutti: Expo 2015!

Come ben sapete Landexplorer è situata in una area molto interessata dai flussi turistico-escursionistici che si potrebbero concretizzare con Expo 2015, in più, il filo conduttore dell’evento sarà il cibo e questo tema non solo riesce ad accomunare l’Italia intera ma addirittura è uno degli asset trainanti di una economia che si sta riprendendo tra mille difficoltà! [di Expo 2015 e di opportunità per l’imprenditoria femminile nel turismo se ne era parlato qui].

Cibo: una grande opportunità per valorizzare il territorio

Già il titolo dell’intervento ci fa capire buona parte delle valenze che assume in Italia il cibo come valore che supera di gran lunga il semplice costo monetario per la produzione dell’alimento. Se vi ricordate qualche tempo fa vi parlammo delle Cerrine di Casale Corte Cerro come caso di valorizzazione del territorio.

Da qualche mese ci siamo “imbattutti”, grazie all’amico antropologo Luca Ciurleo, in un altro prodotto molto particolare che si rifà ad una tradizione molto radicata in Ossola, in particolare a Santa Maria Maggiore, ma che è stata sapientemente rielaborata e sta diventando un fortissimo “attrattore turistico” grazie anche ad una perfetta sinergia tra gli attori locali coinvolti, diciamolo fin da subito, tutti privati!

Tradizione e innovazione: l’esempio di due giovani chef di Domodossola

Veniamo ai fatti: Intorno a settembre 2013 Luca ci racconta che una nota e grande panetteria di Domodossola sta lavorando assiduamente con lo chef di un importante albergo, sempre di Domodossola, per presentare un dolce, precisamente un biscotto, che sarebbe diventato il “simbolo” dei festeggiamenti dei primi 90 anni della ferrovia “Vigezzina”…un particolarissima linea ferroviaria storica che conduce da Domoddossola a Locarno caratterizzata da viste mozzafiato!

L’idea ci colpisce fin da subito poiché scopriamo che i due chef sono molto giovani e che non sarà il solito biscotto, fatto con pasta frolla o con le solite tecniche della cucina tradizionale casalinga; bensì i due “inventori” rielaborano l’antica ricetta degli stincheet (o stinchét) cioè una cialda croccante salata!

Dopo un paio di mesi, il 15 novembre a Trontano, dopo una piccola gita sulla Vigezzina partita da Domodossola, viene presentato alla stampa questo dolce: dalla cialda sottilissima sviluppata su particolari ferri roventi dalla forma “grezza ed irregolare” a cui viene inserito una ganache di cioccolato e castagne.

Capite bene che il prodotto si presenta e tramanda una tradizione che ben si conosce in Ossola, ma, allo stesso tempo, è innovativo tanto da meritarsi anche un packaging ad hoc che colpisca l’occhio e rappresenti anche un possibile contatto diretto tra la popolazione locale ed il turista…ecco che anche grazie alla fortunata combinazione dei festeggiamenti della Vigezzina si pensa a disegnare un vero e proprio vagone del trenino come contenitore del prezioso dolce ed all’interno della scatola si trova anche una pergamena che narra “in pillole” la storia della ferrovia Domodossola-Locarno e della nascita di queste cialde, addirittura di origine celtica. Sotto vi presentiamo lo stinchett ed il suo packaging!

cialda_stinchett_e_packaging

Interessante menzionare come grazie ad un accordo che si è concretizzato durante i mesi invernali, oggi sia possibile comperare questi biscotti in tutte le stazioni di fermata del treno sia in Italia che in Svizzera dando un carattere transfrontaliero al progetto, maggiore visibilità al biscotto e al trenino che potrà solo aumentare proprio in vista di Expo 2015!

L’ente gestore della tratta ferroviaria, conscio di essere una delle più importanti attrattive turistiche dell’Ossola ha promosso in diverse fiere italiane ed estere il biscotto come “regalo di benvenuto” e/o souvenir da portare ad amici e parenti o anche solo per fare una dolce pausa alla scoperta del nostro territorio.

Sempre i due giovani inventori di questo dolce hanno deciso di trasformare in marchio registrato la definizione “stinchett del trenino” per tutelare maggiormente il prodotto. Questa “mossa” ha attirato l’attenzione e, purtroppo anche qualche critica, sul termine “stinchett”, infatti, esso, come già accennato, è utilizzato per una preparazione salata riconosciuta in passato come De.Co denominazione Comunale, che definiremo meglio nel prossimo post in quanto è un ottimo modo per valorizzare produzioni locali attraverso delibere comunali a costi irrisori.

La chiave per fare conoscere (e vendere) le antiche ricette dell’Ossola

Questo fatto ha “messo in moto” in tutta l’Ossola un vero e proprio processo di riproposizione di antiche ricette, di elaborazioni più o meno antiche ed una “corsa” a tutelare i sapori di un tempo che, visto a lungo termine, porteranno un miglioramento significativo dell’offerta turistica ed enogastronomica del Verbano Cusio Ossola.

Concludiamo questo post con un dato: l’Ossola rispetto a Milano è a poco più di 90 minuti di auto ed è, stando ai dati turistici appena presentati, l’area che ha goduto di un più forte incremento di escursionismo (visitatori entro le 24 ore).

Gli stinchett del trenino assieme ad un programma condiviso delle diverse sagre ossolane riunitesi in Sagre Ossola crea un piccolo sistema calendarizzato di eventi che potrebbe essere una “carta vincente” da proporre al grande bacino di ricezione dei visitatori di Expo previsto sul lago Maggiore. L’augurio è quello di riuscire a fare sistema!

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