Turismi

Caso studio sul tema Turismo Genealogico

Oggi Landexplorer vi presenta un caso studio sul tema: Turismo Genealogico. L’argomento che trattiamo è stato molto ben introdotto in precedenza da FormazioneTurismo nel post “dall’albero genealogico al turismo genealogico”, a cui rimando per un approfondimento mirato soprattutto alle agenzie di viaggio e tour operator che si occupano di questa particolare nicchia di turismo.

Landexplorer, dal canto suo, vuole invece portare alla conoscenza degli amici di FormazioneTurismo come le ricerche storiche e genealogiche portate avanti da storici locali e volontari, nel caso specifico riuniti in una semplice associazione di volontariato, possa portare a risultati inaspettati anche in piccoli e sconosciuti paesi, o addirittura frazioni!

Questo esempio, non vede grandi lavori di “marketing e pubblicità” e addirittura quando si svolsero gli avvenimenti, ormai ben più di quattro anni fa, Landexplorer non era ancora nata!

Da Brolo alla Spagna: il ritorno dei Ridocci

Prima di addentrarci nella presentazione del caso studio è bene sottolineare come da tempo sul lago d’Orta siano in atto diversi studi sul fenomeno dell’emigrazione secolare delle comunità del lago in cerca di fortuna nelle zone della Germania, soprattutto le famiglie della Valle Strona, oppure in Spagna, meta molto ambita dalle comunità residenti in zone limitrofe al perimetro del lago, come è il caso di Brolo, frazione del comune di Nonio, sponda occidentale del lago d’Orta, VCO, Piemonte.

Qualche anno fa, grazie anche ad un caso fortuito, lo storico locale Dorino Tuniz decide di stabilirsi nel bel “Paese dei gatti” (così è soprannominata Brolo dal nome dell’animale simbolo del borgo) nei mesi estivi e… così inizia la ricerca delle origini della comunità!

Dopo una intensa attività di ricerca, che Tuniz coordina davvero in modo semplice ed efficace, si arriva alla pubblicazione di un piccolo libro che ripercorre la storia e la leggenda di fondazione di Brol. Da ciò, nascerà l’Associazione “I gatti di Brolo”, associazione di volontariato fondata prefiggendosi come scopo la divulgazione della cultura, la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, culturale, architettonico e ambientale della comunità e del territorio brolese e cusiano in genere.

Per conoscere meglio l’associazione rinviamo al sito internet di riferimento: www.brolodinonio.it

Nella continua ricerca ed approfondimento della storia di Brolo, ad un certo punto l’associazione riesce a ricostruire la parte mancante dell’albero genealogico della famiglia Ridocci: originari di Brolo, durante i secoli XVI e XVII videro aumentare le proprie disponibilità economiche e nel corso del Settecento, sull’esempio di altre famiglie del territorio come i Gozzano e i Tarsis, emigrarono in Spagna, stabilendosi a Valencia ed affermandosi per le loro capacità.

A questo punto, a “I gatti di Brolo” viene un’idea, dopo un primo e breve contatto con i discendenti del ramo della famiglia presenti a Valencia: riportare i Ridocci a Brolo!
Sabato 7 agosto 2010 venne organizzato dall’associazione una giornata-convegno per conoscere e valorizzare meglio questa famiglia, ormai completamente sconosciuta alla giovani generazioni di Brolo, e creare un piccolo “scambio culturale” tra alcuni componenti della famiglia Ridocci e la comunità ospitante.

Dopo una breve accoglienza presso il “Circolo Oberdan” i Ridocci furono salutati dalle autorità presenti e dagli storici locali intervenuti per la tavola rotonda sull’emigrazione organizzata nella calda mattinata di quel sabato. Tra gli interventi, sicuramente da sottolineare, fu quello di Dorino Tuniz, fautore dell’incontro che descrisse tutta la storia della famiglia cercando di “intuire” anche le motivazioni più profonde, svelate in seguito dall’intervento in perfetto spagnolo di Emilio Ridocci, sull’emigrazione di questa famiglia benestante.

A concludere la giornata ci furono una passeggiata per le vie del borgo e l’evento “Musica in corte” a Villa Tarsis organizzata sempre dall’associazione con la fondamentale collaborazione dell’ultimo discendente della famiglia aristocratica brolese.

Questa è la narrazione dei fatti avvenuti più di due anni fa. Ora vogliamo, però, “tradurre” i vari avvenimenti in una piccola “formula” per meglio comprendere come questo esempio di “turismo genealogico” in miniatura abbia tre fondamentali punti di forza:

1. Una comunità alla ricerca delle proprie origini

2. Un gruppo di volontari affiatato, ben guidato, in grado di capire l’importanza di non guardare al “proprio orticello”, ma di aprirsi all’esterno e tentare di raggiungere alcuni “pezzi” di comunità anche molto lontani

3. Nello scorso post ho parlato di turismo come incontro fra comunità; in questo articolo si può parlare addirittura di “turismo” nella stessa comunità: sempre più abbiamo bisogno di narrare un territorio passando da riti tradizionali e storie di persone comuni che diventano la “bocca del territorio”. Ecco che l’associazione ha dato voce ai vecchi registri canonici al fine di creare delle possibilità di incontro e di conoscenza della propria terra. Non credete sia un bel modo di presentare un territorio?

Sperando di non avervi annoiato raccontandovi un piccolo aneddoto seguito di persona qualche anno fa, getto ancora una volta il sasso nello stagno, convinto che nel prossimo futuro il turismo diventerà sempre più un incontro tra comunità, dove la narrazione e la ricerca storico-antropologica avranno sempre più peso.

Come sempre vi invito a commentare e condividere questo post. Alla prossima!

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