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Turismo India: dati e tendenze per l’incoming in Italia

Il mercato turistico indiano ha fatto negli ultimi anni un sorprendente salto in avanti. A confermare il dato è il BOI (Bureau of Immigration) che segnala tra il 1991 e il 2010 un aumento annuale dei viaggiatori indiani del 15,5% circa: si è passati da un totale di 1,9 milioni del 1991 ai 13 milioni di turisti del 2010.

I motivi della crescita

I motivi ai quali va imputata questa crescita esponenziale sono numerosi: incremento salariale; economia locale in crescita; aumento del reddito medio della popolazione (da notare la presenza di forti diseguaglianze nella distribuzione della ricchezza); incremento della classe medio alta e del potere di spesa; emancipazione delle donne lavoratrici e presenza di un doppio reddito nelle famiglie; aumento dei pacchetti turistici proposti dai tour operator i cui prezzi diventano sempre più competitivi; aumento delle compagnie aeree che propongono voli verso mete estere a prezzi sempre più convenienti; incentivo ai viaggi proveniente dalla imponente industria cinematografica indiana; offerte vantaggiose proposte da parte delle banche (travel now and pay later è lo slogan più gettonato); possibilità di ottenere con maggiore semplicità un passaporto indiano; diffusione di internet.
Le previsioni per il futuro sono d’altronde più che rosee: secondo la Untwo (United Nations World Tourism Organization) il turismo outbound indiano nei prossimi anni continuerà ad aumentare fino a raggiungere nel 2020 la più che interessante cifra di 50 milioni di turisti che raggiungeranno mete estere. L’aumento annuale stimato sarà circa del 15%, dati confermati anche dalla previsione della Rncos India.

Mete di riferimento

Il turista indiano preferisce organizzare viaggi diretti soprattutto verso gli Emirati Arabi, la Thailandia, la Malaysia e Singapore. I viaggi interni sono poco apprezzati soprattutto per motivazioni economiche: le tariffe aeree per spostamenti interni sono piuttosto care e i prezzi degli alberghi sono importanti.
Anche il flusso turistico indiano rivolto verso l’Europa è piuttosto imponente. La meta preferita, anche per questioni storiche, è la Gran Bretagna. Seguono l’Italia, la Svizzera e la Francia. Molto apprezzati, inoltre, i viaggi verso gli Stati Uniti, meno quelli rivolti al Sud Africa e alla Nuova Zelanda.
Analizzando i dati Enit – l’Agenzia nazionale per il turismo – si può affermare che:

  • il 64% dei turisti indiani ha organizzato viaggi verso l’Asia;
  • il 20% ha preferito mete Europee;
  • il 9% ha optato per le Americhe; il 5% è volato verso l’Africa;
  • il 2% ha organizzato un viaggio alla volta dell’Oceania.

Appare opportuno segnalare che il trend indiano verso l’Italia aumenta costantemente ogni anno: il Bel Paese è diventata una delle mete più ambite per i viaggi di nozze. Fra le città più apprezzate spiccano Venezia, Roma, Firenze, Pisa e Siena, ma anche la Costiera Amalfitana, Capri, Taormina e le Cinque Terre hanno un certo appeal sugli indiani.

Identikit del turista

I dati Istat tracciano il profilo di un turista che privilegia le strutture di lusso e con una propensione alla spesa piuttosto alta. Il 65% dei turisti indiani che nel 2010 hanno raggiunto l’Italia hanno optato per alberghi a 4 e 5 stelle e solo il 5% ha scelto strutture a 1 e 2 stelle. È inoltre importante ricordare che la maggior parte dei turisti indiani è rappresentata da uomini d’affari, da famiglie con bambini e da seniors, tutte categorie facenti parte di un segmento socio economico medio alto.
Da notare infine che il turista indiano si sposta preferibilmente tra aprile e giugno (durante le vacanze scolastiche e la chiusura degli uffici) o durante i mesi di novembre e dicembre (alta concentrazione di festività).

Le potenzialità di un investimento sul turismo in India

Prima di investire in India, prima di promuovere pacchetti turistici che abbiano l’Italia come destinazione, è opportuno conoscere le preferenze del turista medio nella scelta di un itinerario. Detto che appartengono soprattutto a fasce economiche medio-alte, è bene sapere anche che – stando a un sondaggio svolto da operatori turistici indiani – che scelgono di andare all’estero persone tra i 25 e i 65 anni di età. Il 65% di questi viaggiatori sono di sesso maschile.

Le loro scelte sono influenzate da cinque fattori:

  • sicurezza;
  • varietà di cose da vedere e da fare;
  • immagine generale della destinazione;
  • le infrastrutture;
  • facilità nell’ottenimento del visto.

È inoltre opportuno fare una distinzione di carattere sociale tra la upper-top class e la middle class.

Middle-class Indiana.

Quest’ultima presenta numeri ragguardevoli: comprende circa 300 milioni di indiani e ogni anno, grazie al costante sviluppo dell’economia, se ne aggiungono altri 40 milioni. Si stima che entro il 2025 potrebbero far parte della middle class la maggior parte degli indiani. La scelta delle destinazioni è orientata verso il divertimento, prediligono strutture a tre o quattro stelle e pretendono di mangiare cibo indiano almeno una volta al giorno. Pagano in contanti e amano spostarsi in gruppo (anche di 20 persone), apprezzano le informazioni precise e di facile accesso. Spesso le loro scelte sono influenzate dalle mode del momento, dettate per lo più dal cinema.

Upper-class Indiana.

La upper-top class, invece, è composta da 80-100 milioni di individui. Le loro caratteristiche somigliano a quelle del viaggiatore europeo. Prediligono le visite guidate a monumenti e musei, cercano spettacoli che coinvolgano la famiglia; amano lo shopping e non disdegnano affatto le sale da gioco e i casinò. Amano i confort: viaggio in business class e alloggiano in alberghi a cinque stelle. Sono molto esigenti e sofisticati.

Perché l’Italia può diventare una meta privilegiata per i turisti indiani

L’Italia esercita molto fascino sugli indiani, per una serie di motivi: è considerata una terra accogliente e ospitale; andare in vacanza in Italia è trendy e fashion e lo stile di vita italiano esercita un forte richiamo sul consumatore indiano. Che sente una vicinanza anche culturale con l’italiano, per via dei legami familiari, per il carattere socievole e per l’attenzione al cibo.
L’aspetto gastronomico è importante. La cucina italiana è molto apprezzata e diffusa in India: oltre a essere ritenuta la più vicina ai gusti degli indiani è quella capace di venire incontro alle esigenze dei vegetariani.
Le reti televisive locali, inoltre, producono molti programmi dedicati all’Italia. Anche lo sviluppo della rete Internet sta permettendo di ampliare le conoscenze e l’interesse per il Bel Paese.

I limiti dell’offerta italiana

Nonostante la presenza di strutture alberghiere a prezzi accessibili, per la classe media l’Italia è ancora considerata una meta costosa. Scarseggiano, inoltre, i collegamenti aerei diretti tra i due Paesi; al tempo stesso tra gli indiani è comune la percezione che gli aeroporti non siano sicuri.

La scarsa conoscenza della lingua inglese da parte degli operatori turistici italiani, specie nelle regioni del Sud, rappresenta un altro deterrente. Più in generale si avverte una scarsa conoscenza delle esigenze del viaggiatore indiano. Né è da trascurare la concorrenza da parte degli altri Paesi europei: le attività promozionali sulle riviste specializzate e di largo consumo sono costanti. Molto attiva, in tal senso, la vicina Svizzera, che sta adottando una politica di marketing particolarmente aggressiva.

Di contro appare trascurato l’aspetto promozionale dell’Italia verso l’India. Inoltre nel Paese asiatico i tour operator e gli agenti di viaggio che trattano l’Italia sono poco più di mille: pochi per un territorio vasto e densamente popolato come quello indiano e che comunque, nonostante il fascino esercitato dalla nostra nazione, continua a prediligere le mete asiatiche. Una mirata politica di marketing, imperniata su una maggiore attenzione alle esigenze dei viaggiatori indiani e su una politica di offerte low cost e destagionalizzate, possono invertire il trend e far sì che l’Italia diventi nei prossimi anni una delle mete di riferimento per la numerosa e crescete classe media indiana.

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