Cultura

Il patrimonio artistico italiano e le potenzialità non sfruttate del turismo culturale

I beni culturali italiani possiedono una straordinaria attrazione sociale con molteplici benefici legati al turismo culturale. Il viaggio consente di godere a 360° della cultura e dell’arte nel nostro Paese e dunque di ampliare il proprio bagaglio di conoscenze. L’attività di viaggio allo scopo di conoscenza e arricchimento culturale vanta una storia che ha ben due secoli di vita. Nei dizionari di lingua il termine ‘turista’ comparve nel 1800 mentre la parola ‘turismo’ risale al 1811.

Il viaggio inteso come iniziazione culturale e di piacere è stato successivamente sancito nel 1836, dalla pubblicazione da parte di un inglese, John Murray, di un Red Book sui viaggi in Europa, l’autore già allora inserì degli asterischi sui luoghi che descriveva per segnalare quelli particolarmente degni di essere visitati. Il turista, in questo modo, era più agevolato nella scelta delle località da visitare poiché ha come una sorta di “libro sacro” dei viaggi dal quale prendere ispirazione per le prossime mete.

Ma la prima vera guida turistica sarà redatta tre anni dopo dal tedesco Karl Baedecker, che estenderà le sue pubblicazioni ai vari Paesi del mondo. Nel 1841 Thomas Cook, anche lui inglese, organizza un viaggio da Loughborough a Leicester.

Quattro anni più tardi dal successo di quell’esperienza nasce l’agenzia di viaggi Cook, che nel 1868 lancerà il famoso libretto di viaggio a garanzia delle soste dell’itinerario proposto al visitatore e, nel 1875, si sarà già affermata come un’organizzazione di livello mondiale. Il turismo rafforza il fondamentale rilievo culturale italiano mediante la sua programmazione: delle grandi agenzie di viaggio, delle catene alberghiere, delle società di trasporti.

L’industria turistica italiana si è basata per tanti anni sul turismo estero, prevalentemente caratterizzandosi per vacanze di stanziamento, di soggiorno fisso soprattutto al mare, ai laghi, in montagna e nelle città d’arte. L’Italia ha sapientemente sfruttato la sua geografia e la sua storia come fattori naturali di affermazione turistica, senza però in alcun modo preoccuparsi di specializzare e di potenziare le strutture dell’offerta delle sue risorse, di ridistribuire i flussi turistici sul territorio nazionale, di mantenere elevato il livello della domanda interna.

In un certo senso, l’Italia ha, per così dire, “campato di rendita”, grazie alle eredità artistiche e agli immensi patrimoni culturali che ha ricevuto dai grandi artisti dei secoli scorsi. Ma per molti versi, negli anni più recenti, la crescita del turismo culturale ha superato le previsioni ponendo i gestori dei patrimoni dinanzi a problemi del tutto inediti. Non c’è stata una pianificazione organica del turismo culturale.

Vi sono diversi motivi che possono favorire il cambiamento di rotta: dalla crescita economica al livello di cultura dei turisti, senza tralasciare il notevole incremento del valore monetario delle opere d’arte, in grado di favorire l’esplosione della capacità attrattiva dei musei.

Mancano all’appello ancora tante azioni da mettere in campo per valorizzare e tutelare il patrimonio italiano: dall’accoglienza alla riqualificazione delle infrastrutture. È possibile valorizzare il patrimonio culturale italiano realizzando un primo circuito turistico, nel quale includere alcuni luoghi storici e artistici più conosciuti al mondo come Roma, Firenze, Perugia, Bologna, Venezia, Padova, Torino, Milano, Napoli, Genova.

Poi potrebbe seguire la creazione di circuiti turistici minori, nelle location nell’ambito provinciale di ogni altra regione italiana, di minori dimensioni ma non meno ambite. Tutto ciò dovrebbe essere corredato da itinerari culturali sapientemente studiati, dove conoscere tutte le peculiarità, dai piccoli musei e i loro grandi patrimoni, dai borghi medioevali alla caratteristica piazza, includendo le dimore storiche e le tradizioni italiane del territorio.

Un’altra azione proficua e redditizia che potrebbe mettersi in campo è quella relativa all’affitto di opere d’arte da parte dei nostri musei e pinacoteche per mostre all’estero, che porterebbero un grande introito finanziario utile alla gestione e valorizzazione turistica dei nostri beni culturali.

Il vero punto da analizzare è, infine, lo sviluppo del settore previsto nei prossimi anni che include la valorizzazione della cultura del Bel Paese. Tutto ciò può rappresentare un grande volano economico da gestire in modo professionale, per garantire una crescita costante di tutto il settore.

L’esigenza è anche di reinventarsi, con innovazione e creatività, con un’offerta turistica e di fruizione sempre al passo con i tempi e capace di anticiparli. Come vuole esserlo ViaggiArt, start-up del turismo realizzata da due giovani ingegneri calabresi [Giuseppe Naccarato e Stefano Vena] che, sfruttando gli opendata resi disponibili dal Mibac, aiuta il turista a conoscere i luoghi della cultura a lui vicini e i servizi turistici disponibili.
Una piattaforma e una guida dinamica costantemente aggiornata di nuove info che racconta, segnala e stimola il viaggiatore in mobilità a non lasciarsi sfuggire il patrimonio culturale nelle sue vicinanze e ad accedere ai diversi servizi turistici e territoriali.

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