Cultura

Guide Turistiche: maggiore concorrenza tra gli operatori mentre cala la domanda di turismo culturale

Nel luglio scorso l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha inviato una “Segnalazione” alle Regioni italiane e al Consiglio dei Ministri per sollecitare adeguamenti delle norme regionali (e delle prassi amministrative provinciali) riguardanti le Guide Turistiche, basandosi su quanto disposto dai Decreti Bersani e dalle Direttive Europee. Del resto, come sappiamo, gli stessi Decreti Bersani erano stati emanati per evitare le procedure di infrazione avviate dalla UE dopo le sentenze della Corte di Giustizia Europea.

La segnalazione è certamente preoccupante perché cade in un momento molto critico per il turismo culturale: a parte la flessione generalizzata dei flussi turistici in entrata, infatti, nel corso dell’ultimo anno si è registrata una particolare caduta del turismo culturale, come dimostrano i dati relativi alle vendite dei biglietti di ingresso nei musei.

Inoltre, la crisi mondiale avrà certamente ripercussioni anche nel settore dei viaggi – sia domestici che internazionali – con una diversa accentuazione per quanto riguarda i paesi di provenienza dei turisti: le analisi previsionali più accreditate indicano un ulteriore calo dei turisti dalla Spagna, dalla Germania e dagli USA, nonostante l’apprezzamento del dollaro sull’euro. L’unico paese che sembra meno coinvolto dalla crisi mondiale è la Federazione Russa data la ricchezza delle sue risorse di base, ma sappiamo bene che gli interessi dei turisti russi sono più rivolti al divertimento e allo shopping che all’offerta culturale e ai Musei.

Ecco, in sintesi, i punti principali della Segnalazione del Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Antonio Catricalà, che è stata inviata al Governo e alle Regioni.

  1. Divieto di istituire un numero chiuso (o programmato) per le guide, gli interpreti e gli accompagnatori turistici e/o di prevedere obblighi di residenza o domicilio nella Provincia o nella Regione di riferimento, giacchè deve essere possibile il pieno riconoscimento delle abilitazioni alla professione rilasciate da altre Regioni, salvo un circoscritto accertamento relativo alla conoscenza dei luoghi turistici ricompresi nel territorio regionale;
  2. Divieto di determinare tariffe minime (o massime) ma anche di pubblicare tariffe di riferimento per le prestazioni effettuate dalle Guide Turistiche, poiché ritenute limitative della concorrenza e dell’accesso al mercato;
  3. Possibilità, per i cittadini dei paesi della UE, di praticare l’attività di guida turistica nel nostro paese, sia in via occasionale che in via permanente: nel primo caso, in ottemperanza ad una sentenza della Corte di Giustizia europea e, nel secondo caso, con l’unica condizione che venga superata una semplice prova attitudinale o un breve tirocinio da parte dell’interessato;
  4. Obbligatorietà di organizzare – almeno annualmente – esami di abilitazione per il riconoscimento delle competenze distintive della professione da parte di una commissione di esperti tra i quali non potrà esserci alcun commissario legato ad associazioni di categoria rappresentative delle Guide Turistiche;
  5. Procedere al superamento dell’albo professionale o di qualsiasi altro registro o elenco che costituiscano presupposto per lo svolgimento dell’attività di Guida Turistica, sostituendolo  con altri sistemi di certificazione di qualità quali, ad esempio, la pubblicazione di titoli di studio e professionali.

A queste raccomandazioni del Garante sono state opposte – da parte dell’Associazione Nazionale Guide Turistiche aderente alla FISASCAT/CISL – alcune “controdeduzioni” che difficilmente potranno essere accolte data la diffusa tendenza alla “deregolamentazione” che si sta diffondendo a livello generale.

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