Destination Management

Oltre il turismo all’italiana

Ricerca condotta dalla Fondazione Rosselli e presentata nel volume “Oltre i limiti del turismo all’italiana” che si interroga sullo stato del turismo italiano a livello internazionale

Ormai da più di mezzo secolo il turismo internazionale cresce ogni anno in media del 4,1; nel 2005 sono stati 850 milioni gli arrivi internazionali e per il 2020 se ne prevedono un miliardo e mezzo.
L’Italia – si legge nella ricerca – ha ridotto negli anni la sua quota di mercato e oggi è il quinto paese al mondo per arrivi internazionali.
La crescita del turismo nell’area asiatica, la nascita di nuove destinazioni, la riduzione dei costi di trasporto incrementano il livello di competitività e spostano la frontiera di efficienza sempre più avanti. In nostro paese si trova oggi di fronte ad una sfida importante, perché il turismo è un settore strategico, ad una sfida complessa, perché il turismo coinvolge una pluralità di attori pubblici e privati, ad una sfida che non può perdere, perché si riferisce a più del 10% del PIL.
Gli autori (F.Traclò e W.Tortorella, edizioni Il Mulino) si interrogano sulla strada che il turismo all’italiana dovrebbe percorrere per diventare competitivo, sulle potenzialità inespresse e sui limiti da superare. Come promuovere con forza un’immagine condivisa dell’Italia e della miriade di prodotti turistici presenti sul territorio nazionale, come innovare il prodotto turistico per essere vincenti, quali tecnologie e quale ricerca per accrescere la produttività delle imprese del settore, quali interventi infrastrutturali per sostenere la crescita del turismo, quali politiche pubbliche per dare impulso alla crescita delle imprese.
“Siamo un Paese troppo artigianale, frammentato – ha rilevato Alain Elkann, responsabile culturale della Fondazione Rosselli. Dunque, c’e’ molto da fare: l’Italia ha perso terreno e deve trovare il modo per tornare al primo posto”. (AGI)
Il ministro dei Beni Culturali Francesco Rutelli, intervenendo alla presentazione del volume, ha sottolineato alcune colpe dell’Italia rispetto al turismo: quella di aver cancellato la strategia nazionale rispetto al turismo attribuendo gran parte delle competenze alle regioni.
“Per questo – ha detto – e’ necessario tornare ad una cabina di regia del turismo nazionale, che metta in campo una strategia complessiva. E’ indispensabile procedere ad una revisione della governance e nella legge Finanziaria abbiamo affrontato questo capitolo. Infatti ci sono tre punti importanti a favore del turismo: il cento per cento della detraibilita’ dell’Iva sul turismo congressuale, norme per le imprese turistiche piu’ semplici e comprensibili, infine, gli incentivi per gli investitori stranieri. Ma il nostro problema e’ quello di migliorare la qualita’ dell’offerta”.

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