Hospitality Management

Prevenzione dei rischi nel settore HORECA #2

Continuiamo a vedere brevemente quali rischi possono incontrare i lavoratori del settore HORECA e, a volte, gli stessi ospiti della struttura ricettiva, che inavvertitamente si trovano in situazioni rischiose.
Anche questa volta l’elenco è solo indicativo, ma può essere molto importante per rendere cosciente soprattutto il datore di lavoro/direttore, di quali e quante situazioni si possono creare che pesano prima di tutto sul lavoratore e a catena sull’economia e gestione della struttura.

Malattie professionali, demotivazione, disservizi, lamentele, recensioni negative, sono alcune delle conseguenze negative (e che approfondiremo ulteriormente in seguito). Ricordiamo che la recente legislazione ha inasprito fortemente le pene amministrative e penali di chi non si adegua alla normativa vigente, applicando sanzioni dai 2000 Euro al carcere.

Rumore

Il settore alberghiero e della ristorazione è contraddistinto da un elevato livello di inquinamento acustico: si pensi, per esempio, al rumore in cucina o in lavanderia, ai segnali di allarme acustici, alle lavastoviglie, agli impianti, al sistema di ventilazione, alle macchinette per il caffè, alle operazioni di pulizia, alla musica nei bar e, ovviamente, alle chiacchiere di colleghi e ospiti.
Sussiste un problema di rumore eccessivo se i lavoratori sono costretti ad alzare la voce per farsi sentire dal proprio vicino. L’esposizione ripetuta al rumore per lunghi periodi può avere conseguenze negative sull’udito.

Cosa si può fare?

• Valutare il rischio specifico e mettere a punto un piano per eliminare o ridurre al minimo i rischi e informare il personale.
• Rimuovere fonti di rumore pericolose dal luogo di lavoro.
• Indossare adeguate protezioni acustiche.

Sostanze pericolose

Le sostanze pericolose possono causare lesioni o malattie da contatto o da uso scorretto. Nel settore alberghiero e della ristorazione sono presenti numerose sostanze molto pericolose per i lavoratori: detergenti, detersivi e brillantanti per lavastoviglie, liquidi disgorganti, prodotti sgrassanti per il forno, detergenti per sanitari, candeggina, prodotti disinfettanti e disincrostanti. I rischi maggiori sono di contatto con la cute o gli occhi oppure di inspirazione o ingestione.
Molte sostanze chimiche detergenti sono pericolose perché corrosive e, se portate accidentalmente a contatto con pelle o occhi, possono causare ustioni. In assenza di controlli adeguati, alcuni di questi prodotti possono provocare dermatiti (pelle secca, dolorante o con problemi di desquamazione) o altre forme di irritazione cutanea nonché asma e problemi respiratori. Tra le cause di dermatite rientra inoltre il contatto con alimenti quali succhi di frutta e verdura, proteine di pesce, molluschi, carne e farina. Un’altra fonte di sostanze irritanti o pericolose deriva dall’emissione di fumi e vapori di cucina nonchè dal fumo passivo.

Cosa si può fare?

• Tenere detersivi e detergenti in contenitori dversi, per forma o descrizione, da quelli per alimenti. I contenitori con detergenti e detersivi devono essere contrassegnati da simboli che permettano a tutti gli utenti di comprenderne la pericolosità.
• Utilizzare dispositivi di protezione durante l’uso di detersivi e detergenti pericolosi. I dispositivi di protezione personali comprendono mascherine od occhiali di sicurezza, ove possibile maschere protettive per evitare inalazioni, guanti di protezione, un grembiule di gomma e stivali di sicurezza.
• Devono essere fornite istruzioni d’uso in cui figuri la descrizione dei pericoli per l’uomo e per l’ambiente posti da questi agenti pulenti pericolosi, oltre che le necessarie misure di prevenzione e le norme sul corretto comportamento da parte degli utilizzatori.

Gas compresso per la mescita di bevande

Nel settore alberghiero e della ristorazione è diffuso l’impiego di gas compresso per la mescita di bevande. Si tratta di impianti composti da bombole di gas compresso, dotati di un sistema di condutture nonché di dispositivi di controllo e miscelazione. In molti ristoranti e birrerie l’impianto e le bombole di gas compresso sono collocati in cantine scarsamente ventilate.
A seconda della concentrazione di gas e della durata dell’esposizione, i lavoratori possono accusare mal di testa, sudorazione eccessiva, accelerazione del ritmo respiratorio, accelerazione del battito cardiaco, difficoltà respiratoria (dispnea), capogiri, depressione mentale, disturbi della vista e tremori. A concentrazioni più elevate l’anidride carbonica si sostituisce all’ossigeno, con una conseguente scarsa ossigenazione dell’organismo, che a sua volta è causa di alterazione della capacità di giudizio, perdita di coscienza e persino morte.

Manipolare anidride carbonica può avere conseguenze tragiche.

Cosa si può fare?

• Conoscere i pericoli ed effettuare una valutazione del rischio che tenga conto di tutte le persone che possono avere accesso o che lavorano nelle cantine. I datori di lavoro devono informare il personale dei rischi specifici associati ai gas usati per mescere le bevande.
• Nei locali dove potrebbero verificarsi importanti fughe di gas, garantire un’adeguata ventilazione e installare un sistema di rilevazione di gas munito di allarme.
• Collocare appositi segnali di avvertimento all’esterno dei locali in cui può verificarsi un’elevata concentrazione di gas.
• Garantire un’illuminazione adeguata.
• L’accesso a queste zone circoscritte dev’essere limitato unicamente al personale autorizzato.
• Prevedere piani d’emergenza e formare i lavoratori sulle relative procedure.
• Ispezionare e sottoporre a regolare manutenzione tutte le tubature, le condutture e i rubinetti, seguendo le istruzioni del fornitore. Un tecnico esterno dovrebbe effettuare un’ispezione generale una volta all’anno.

Esposizione a temperature elevate

Nel settore alberghiero e della ristorazione non mancano i rischi da esposizione a temperature elevate, soprattutto nelle operazioni di scarico delle merci, nelle cucine e nel servizio ai tavoli. Le cucine sono ambienti caldi e umidi; condizioni che tendono ad aggravarsi ulteriormente nei mesi estivi.
L’esposizione a calore eccessivo sul luogo di lavoro può provocare una serie di disturbi. I primi indicatori di stress termico da calore sono la comparsa di eruzioni cutanee e sintomi di svenimento. Se non si corre ai ripari alla comparsa dei primi sintomi, si rischiano gravi conseguenze per l’organismo tra cui colpi di calore, collassi e crampi da calore.

Cosa si può fare?

• Installare un impianto di ventilazione generale. Possono essere utili anche l’aria condizionata o un sistema di raffreddamento locale. Nelle cucine professionali il metodo più efficace per abbassare la temperatura ed eliminare i fumi e i vapori contenenti sostanze pericolose è quello della ventilazione a dislocamento.
• Ridurre l’umidità tramite l’installazione di impianti di condizionamento e deumidificatori e intervenendo sulle fonti di umidità (per esempio, bagni termostatici non coperti, scarichi e valvole per vapore difettose).
• Predisporre distributori di acqua potabile fresca nei pressi dell’area di lavoro, per compensare la perdita di liquidi.

Pericoli di incendio

Nel settore alberghiero e della ristorazione sussiste un elevato rischio di incendio, soprattutto nelle cucine, dove si fa uso di gas, fiamma nuda, olio bollente e sostanze infiammabili.

Cosa si può fare?

• Mantenere attrezzature elettriche in buono stato e sottoporle a controlli regolari.
• Segnalare le vie di fuga e le uscite di sicurezza, mantenendo liberi gli accessi.
• Dotare l’azienda di estintori e ispezionarli regolarmente.
• Impartire a tutti i lavoratori una formazione in materia di sicurezza antincendio.

Pericoli psicosociali

I fattori di rischio psicosociale sono collegati all’organizzazione del lavoro e alla pressione mentale richiesta sul lavoro. Rappresentano importanti fattori di rischio ordini contrastanti, assenza di controllo sul lavoro e mancanza di sostegno da parte di colleghi o supervisori. I lavoratori del settore alberghiero e della ristorazione sono inoltre soggetti a prolungati orari di lavoro, spesso nelle ore notturne e nei fine settimana. Anche il contatto con clienti difficili può essere fonte di stress e persino di molestie o abusi.
Lavorare nel settore alberghiero e della ristorazione non aiuta le relazioni sociali. Secondo un’indagine Eurostat del 2002, il 47,5% dei lavoratori, almeno un giorno al mese, lavora per 10 ore o più di seguito, la media del monte ore settimanale di un dipendente è di 43,4 ore, il 71% delle persone lavora di sera, dalle 18.00 alle 22.00, il 45% lavora di notte, dalle 22.00 alle 5.00, l’83% lavora di sabato e il 69% di domenica, il 36% dichiara che l’orario di lavoro mal si concilia con gli impegni famigliari o le relazioni sociali.

Cosa si può fare?

• Ridurre orari di lavoro prolungati e irregolari.
• Introdurre un orario di lavoro flessibile e servizi di custodia per i bambini per migliorare l’equilibrio vita-lavoro dei dipendenti.
• Ridurre carichi di lavoro eccessivi, ridefinendo le mansioni.
• Coinvolgere i lavoratori nel processo decisionale.
• Migliorare la sicurezza dei lavoratori a contatto con la clientela e offrire loro una formazione per aiutarli a gestire clienti difficili e aggressivi.

Per proteggere i lavoratori da tutti questi rischi è quindi indispensabile che i lavoratori siano ben informati e formati, che conoscano le procedure per lavorare in sicurezza, che gli ambienti di lavoro siano resi il più sicuri possibile e che i lavoratori possano disporre di tutti i DPI che necessitano.

Le attività sulla sicurezza sul lavoro sono tante in una struttura recettiva, ed i risultati che ne derivano per i lavoratori e per gli ospiti che transitano, sono impareggiabili.

Dopo aver elencato i principali e possibili rischi, nel prossimo appuntamento vedremo cosa la legislazione europea ed italiana impone di fare al datore di lavoro e ai lavoratori stessi per essere ben informati e formati.

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