Il Polo Nazionale dell’Alta Formazione Turistica: idea ricorrente, mai realizzata

L’Italia è una potenza turistica globale, ma ciò non si è mai tradotto in una strategia coerente e duratura sul piano della formazione avanzata per le professioni turistiche.
L’idea di istituire un Polo Nazionale per l’Alta Formazione Turistica è ricorrente nei documenti strategici, nei programmi ministeriali e nelle dichiarazioni politiche.
Tuttavia, a oltre vent’anni dalla prima comparsa ufficiale, questa proposta non si è mai concretizzata in una struttura stabile, riconosciuta e operativa.
Dal 2000 a oggi: vent’anni di promesse e discontinuità
- 2003: Il ministero delle Attività Produttive promuove un repertorio dei percorsi universitari legati al turismo. Viene sottolineata la necessità di una formazione specialistica per il settore, ma senza proposte operative su un polo nazionale.
- 2006-2008: Sotto il governo Prodi II si discute della creazione di un centro nazionale per la formazione turistica nell’ambito del Dipartimento per il Turismo della Presidenza del Consiglio, ma l’ipotesi resta sulla carta.
- 2013-2015: Il MiBACT assume le deleghe al turismo. Nei documenti programmatici si affaccia l’idea di una regia nazionale per l’alta formazione, ma senza progettualità concreta. Il Piano Strategico 2017-2022 propone reti tra formazione e imprese, senza mai indicare un polo unitario.
- 2021: Con la re-istituzione del Ministero del Turismo, si riaccende l’attenzione sul tema della formazione, ma anche qui senza passare da idee generali a strutture operative.
- 2023: Il nuovo Piano Strategico del Turismo 2023-2027 identifica la creazione di un Polo Nazionale Strategico come priorità, ma non vi è alcuna definizione operativa del modello, delle competenze, della governance.
Il bando 2024: un’occasione mancata di visione sistemica
Nel dicembre 2024, il Ministero del Turismo ha pubblicato un avviso con 8 milioni di euro a disposizione per “progetti di alta formazione e di eccellenza“, destinato a enti di formazione anche in partenariato con Regioni, Province Autonome, associazioni di categoria ed enti del Terzo Settore.
L’obiettivo dichiarato: è la creazione di figure manageriali nel settore turistico attraverso percorsi formativi di alta qualità e contribuire alla costituzione del Polo Nazionale Strategico di Alta Formazione per il Turismo.
Tuttavia, la struttura del bando mostra come si tratti di un’operazione più orientata a finanziare progettualità autonome (contributo massimo di 1,5 milioni per progetto, durata massima 1.500 ore, almeno 30% ore didattiche) che a costruire un ecosistema coordinato e permanente.
Manca una visione strategica unificata, una regia nazionale, un sistema di standard e accreditamento condivisi.
L’Automobile Club d’Italia (ACI), designato come soggetto attuatore, svolge un ruolo principalmente amministrativo, senza funzioni di governance strategica del sistema formativo.
Un’architettura istituzionale assente
L’assenza di un soggetto centrale di coordinamento, di una rete di strutture fisiche e digitali, di un portale nazionale o di un marchio identificativo rende il concetto stesso di “Polo” una suggestione più che un progetto.
Il bando del 2024, pur nel merito lodevole, non disegna alcuna infrastruttura comune. Affida la speranza a progetti isolati, con esiti frammentati.
Serve una volontà politica, non solo fondi a bando
In più di vent’anni, l’idea di una cabina di regia per l’alta formazione turistica ha trovato ascolto ma mai realizzazione.
L’Italia ha bisogno di un progetto strategico condiviso, dotato di una regia istituzionale, visione di lungo termine, investimenti strutturali e riconoscimento nazionale.
Non basta un bando con fondi a pioggia: è il momento di scegliere se il Polo deve nascere davvero o restare per sempre una buona intenzione.
Governance efficace del Polo Nazionale Strategico del Turismo di Alta Formazione
Perché il concetto di Polo Strategico non resti solo sulla carta, è indispensabile definire una governance strutturata, capace di garantire coerenza, continuità e impatto reale.
Di seguito, alcune proposte operative per trasformare l’intento politico in un modello efficace e duraturo.
→ Istituzione di un ente di coordinamento nazionale: creare un organismo centrale, con rappresentanti del ministero del Turismo, delle Regioni, delle associazioni di categoria e degli enti formativi, per garantire una visione strategica unitaria e il coordinamento delle iniziative.
→ Sistema di accreditamento e certificazione unificato: definire standard nazionali per la qualità dei percorsi formativi e delle competenze acquisite, con un sistema di accreditamento riconosciuto a livello europeo.
→ Integrazione con il mercato del lavoro: promuovere partenariati tra enti formativi e imprese turistiche per garantire che i percorsi formativi rispondano alle reali esigenze del settore.
→ Sviluppo di una piattaforma digitale nazionale: creare una piattaforma online per la condivisione di best practices, materiali didattici e opportunità di formazione continua, favorendo la collaborazione tra i diversi attori del sistema.
→ Monitoraggio e valutazione continuativa: implementare un sistema di monitoraggio e valutazione degli esiti occupazionali e della qualità dei percorsi formativi, per garantire un miglioramento continuo del sistema.
Tra passato ignorato e un futuro ancora da costruire
Il bando del dicembre 2024 rappresenta il primo tentativo formale in oltre vent’anni di finanziare progetti di formazione avanzata nel turismo sotto l’egida di un cosiddetto “Polo Strategico”.
Ma chiamarlo così appare oggi più un’etichetta evocativa che una realtà istituzionale solida.
L’assenza di una visione unitaria, di una regia strategica e di un sistema di riconoscimento nazionale delle competenze rende incerto l’impatto di queste iniziative sul lungo periodo.
Chi osserva da vicino l’evoluzione della formazione turistica in Italia non può non notare una certa ripetitività negli annunci, spesso disgiunti da atti concreti e da una reale apertura al dialogo con i soggetti che nel frattempo, dal basso, hanno costruito reti, contenuti, strumenti e comunità formative.
Un esempio su tutti siamo noi, FormazioneTurismo.com, piattaforma attiva dal 2006 e punto di riferimento per migliaia di studenti, professionisti e operatori del settore.
Nonostante il lavoro svolto con continuità e impatto, non è mai stata coinvolta nei tavoli istituzionali o nei processi consultivi.
Una mancanza che evidenzia lo scollamento tra le dichiarazioni di principio e le pratiche di costruzione del sistema.
Una domanda quindi sorge spontanea: si può davvero parlare di Polo Nazionale Strategico se si continuano a escludere le esperienze che, senza fondi pubblici e senza visibilità politica, hanno sostenuto il sistema formativo turistico negli anni più difficili?
Forse è tempo di smettere di ripartire ogni volta da zero. E iniziare invece a riconoscere, integrare e rafforzare ciò che già esiste, valorizzando chi ha fatto della formazione nel turismo una missione concreta, partecipata e continuativa.