Destination Management

Una nuova “Guida turistica” per il turista “fai da te”

La nuova professione di Tourist Assistant and Personal Shopper (TAPS) sembra possa rispondere alla perdita di competitività del turismo italiano che sta facendo registrare, soprattutto nelle aree urbane (ora anche a Roma che era in controtendenza) una significativa riduzione delle quote di mercato con una domanda internazionale in grande espansione, che però si presenta con esigenze sempre più diversificate, soprattutto per quanto riguarda il turismo verso le città e le grandi aree metropolitane.

Ma com’è cambiata – o sta cambiando – la domanda turistica?
È diversa soprattutto la composizione sociale del turista urbano. Non si tratta solo di una diversa provenienza geografica (russi, indiani e cinesi che sostituiscono gli americani e i giapponesi, spagnoli che sostituiscono i tedeschi) ma di diversa estrazione sociale: non è composta più prevalentemente da dipendenti delle grandi imprese manifatturiere e degli uffici burocratici che potevano andare in vacanza una volta all’anno e dovevano concentrare in pochi giorni la visita di una città seguendo l’itinerario Roma – Firenze – Venezia o, se provenienti da molto lontano, Francoforte – Berlino – Milano – Roma o Londra – Parigi – Barcellona.

Il nuovo turista urbano è quasi sempre un professionista del terziario avanzato, è impegnato nel campo dello spettacolo, della cultura, dell’informazione e le sue vacanze sono dissincronizzate, brevi, ripetute, spesso collegate con occasioni di lavoro. Dispone di un reddito non molto più elevato del tradizionale turista di massa, ma lo spende in maniera più “creativa”: per fare solo degli esempi, è quasi scomparsa la “mezza pensione” perché viene sostituita dai tranci di pizza mangiati per strada e una o due cene in un costoso ristorante tipico; lo shopping non ha più le caratteristiche di una volta (tanta paccottiglia – souvenir o, per i turisti più ricchi, la casuale scelta di capi di abbigliamento “firmati” o di accessori di lusso che non si potevano acquistare nel luogo di residenza).

Sono cambiate anche le modalità degli spostamenti, sia per raggiungere le città europee, sia all’interno delle stesse aree urbane di destinazione: basti pensare agli short break di quelli che vengono chiamati i “metropolitan business men” e agli utenti del low cost, al fly and drive, al navigatore satellitare, alla crisi del giro turistico a itinerario predefinito, che è stato soppiantato dai bus turistici panoramici che permettono di scendere e risalire quando si vuole.

Non ci si muove più in gruppi di 20/30 persone ma in piccoli gruppi, spesso familiari, o individualmente; si va in cerca di luoghi insoliti per ammirare scorci di panorami urbani che non sono riportati negli opuscoli promozionali che erano diventati banali anche per il turista tradizionale che si preoccupava di “personalizzare” le immagini standardizzate facendosi fotografare davanti a un monumento famoso (stando attento a non sprecare la pellicola) ma che – tutto sommato – si accontentava degli itinerari suggeriti dagli opuscoli e si avvaleva di guide turistiche che li portavano in giro come fanno i cani pastore con le pecore. Oggi stanno cambiando – o sono cambiate – anche le attese e le esigenze del turista urbano che è sempre meno influenzato dalle suggestioni cartacee e dai documentari televisivi perché è sempre affascinato dal web, con le sue informazioni ipertestuali e interattive, con i suoi blog e le sue community. Sono cambiati, infine, gli stili di fruizione dei luoghi e gli stessi stili di consumo che devono offrire sempre la possibilità di vivere un’esperienza (non si parla di “esperienza” negli spot pubblicitari anche quando si vuole vendere un frigorifero o altri beni di consumo?).

Il nuovo turista urbano è un cittadino cosmopolita, è attento alle mode e all’up to date, è interessato agli eventi, ai consumi estetici e ai beni culturali, all’ambiente tutelato, alla sicurezza, desidera un servizio personalizzato che possa soddisfare le sue esigenze di autonomia e di creatività.

I servizi ricettivi si stanno adeguando a queste esigenze di personalizzazione con nuove offerte (si pensi ai Bed and Breakfast che costano quanto una camera d’albergo, alle residenze storiche) e lentamente si stanno adeguando anche altri operatori dell’accoglienza (si pensi ai punti di informazione, al noleggio di biciclette, ai book shop dei musei). Altri servizi, invece, restano ancora molto tradizionali, ancorati alle esigenze di un turista di massa etero diretto che non c’è più.
Ed è qui che bisogna innovare per riconquistare la primazia turistica e l’attenzione per l’ospitalità relazionale che ha sempre caratterizzato l’offerta turistica italiana.

In alcune città (Milano e Firenze) si va affermando una nuova figura professionale di guida turistica, il Personal Shopper, che accompagna i visitatori più facoltosi ed esigenti a comperare capi di abbigliamento firmati made in Italy, che però il turista internazionale ha già visti esposti (e magari acquistato) nei megastore che si sono diffusi non solo nelle grandi aree metropolitane, ma anche nei centri minori dei loro paesi di provenienza. Personalizzare il servizio di “guida” quindi non può essere solo questo, e solo nel momento dello shopping: l’assistenza al turista deve essere una manifestazione “esperta” di vera accoglienza. Richiede professionalità, ma anche doti di ascolto e di empatia perché altrimenti si esaurisce solo nel dare “consigli per gli acquisti”.

La nuova figura professionale di Tourist Assistant and Personal Shopper, quindi, risponde alla nuova e sempre più diffusa domanda di servizio, confezionato sulle esigenze del cliente: guida allo shopping ma anche guida agli eventi, alla scoperta delle città, delle sue suggestioni inedite, delle sue molteplici occasioni di intrattenimento e di esperienze autentiche. Per formare questi operatori (per i quali esiste già una associazione professionale) sono stati avviati alcuni corsi di specializzazione: uno a Padova (7000 euro di iscrizione) ed uno a Roma dove è stato possibile contenere radicalmente il costo di partecipazione perché il corso è stato riconosciuto dalla Regione Lazio che lo ha inserito nel Catalogo Interregionale dell’Alta Formazione. Per partecipare al corso è possibile così richiedere alla propria Regione di residenza, entro i termini stabiliti, un assegno formativo (voucher) con una copertura totale dei costi di iscrizione, anche se il corso si svolge a Roma. Le Regioni che aderiscono ad oggi al Catalogo Interregionale sono Emilia Romagna, Umbria, Veneto, Lazio, Sardegna.
Progettato e organizzato dal Centro Achille Grandi, il corso di specializzazione per la figura del TAPS partirà alla fine di settembre prossimo e garantisce, tra l’altro, l’accesso all’Associazione professionale che mette in collegamento l’offerta di queste particolari “guide turistiche” con la domanda che oggi trova scarsità di interlocutori, soprattutto in una città come Roma.

Per saperne di più, leggi la scheda di dettaglio del Corso

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