Revenue Management

Il Revenue Manager che mi piacerebbe assumere‏

In questi giorni sto scrivendo alcune job description per vari ruoli nel turismo, purtroppo non ho nessun input per “revenue manager”, a parte quella realizzata lo scorso anno da chi ospita questo mio post (Diventare e lavorare come Hotel Revenue Manager).

Pur tuttavia, fantasticavo – guardando alle varie evoluzioni del mercato – quale profilo e quale job description mi piacerebbe avesse il “revenue manager” del futuro.

Come profilo, mi piacerebbe fosse un laureato in turismo – su questo ho pochi dubbi – con nessuna esperienza di qualsivoglia natura turistica sotto forma di “consulenza” quindi niente cantastorie. Un creativo con profonde conoscenze nel settore social media, che sappia analizzare e comprendere l’importanza del contenuto “content”, che sappia comprendere l’importanza del “passaparola”.

Un revenue manager in grado di saper gestire le tariffe unitamente al territorio, vincolo essenziale allo stato delle cose, che sappia “ascoltare e comprendere” ciò che la gente si aspetta, che abbia idee piccole o grandi che siano, reali e concrete, magari piccolissime ma che siano sue.

Un soggetto in grado di saper parlare alla gente con gesti semplici, magari spartani ma professionali, incapace di generare quintalate di power point, ma piuttosto in grado di andare oltre le aspettative con fatti tangibili.

Un mix tra l’economia etica e morale di Adam Smith e l’ascensore di Pitch, ovvero conciso ma determinato e orientato ai risultati. In grado di saper discernere la concorrenza, sia a livello tecnico che etico.

Un soggetto polivalente, ma chiave per il turismo online, perchè oggi di questi soggetti probabilmente abbiamo bisogno. In grado di innovare, perchè la funzione di innovare ha un duplice aspetto: da un lato è in grado di proiettarci verso nuovi e migliori sentieri, e dall’altro riesce a cancellare obsoleti e assurdi principi ormai senza senso. Ma anche in grado di saper “rubare” dall’altro, senza dover mai affermare “Sorgente non berrò mai della tua acqua” (Jean de la Fontaine).

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