Turismi

“Andare per Terme”: dal passato gli spunti per dare un futuro al turismo termale

Si parla in primis di storia. Ma man mano che si sfogliano le pagine, si scopre che il tema affrontato non solo è attuale (siamo in un’epoca segnata da un ritorno di fiamma per il wellness), ma dovrebbe anche far riflettere gli operatori del settore turistico nostrani, visto che in Italia il termalismo ha una lunga e nobile tradizione. Troppo spesso, infatti, questo segmento viene trascurato, nonostante le sue notevoli potenzialità economiche.

Ma non è tutto. Perché nel libro “Andare per Terme”, curato da Annunziata Berrino, ci sono comunque tante altre informazioni di notevole interesse. Dato alle stampe dalla casa editrice “Il Mulino”, il volume scritto dalla docente di storia contemporanea dell’Università Federico II di Napoli non si limita a fare un excursus storico del termalismo. Va oltre, approfondendo anche gli aspetti economici e sociali delle undici località termali passate sotto la sua lente di ingrandimento, come ad esempio Salsomaggiore, Lucca e Ischia.

La lettura del volume è piacevole, mai noiosa. Anche grazie a un puntuale “corredo” fotografico. E naturalmente spazia a tutto campo, andando a evidenziare anche le prospettive curative e i profili socio-psicologici e politici che inevitabilmente si sono intrecciati con il “fenomeno” terme, a partire dall’antica Roma fino ai nostri giorni. Del resto se determinate località hanno avuto la fortuna di conoscere un notevole sviluppo, nel corso dei secoli, spesso e volentieri lo devono in buona parte a questa risorsa.

Affascinante viaggio nel tempo, dai Romani ai nostri giorni

Insomma: in questo viaggio nel tempo – visto da una prospettiva inconsueta – si scoprono mille particolarità che raccontano in maniera originale e accattivante l’evoluzione del fenomeno, dalle fondamentali cure al più generico ma comunque salutare wellness. Si scopre così anche la lungimiranza dei Romani.

Maestri del diritto, dominatori del mondo, avevano anche capito l’importanza delle terme. Non a caso hanno realizzato grandi complessi termali praticamente in ogni angolo dell’impero. Evidentemente – aggiungiamo noi – in fatto di saune, massaggi e quant’altro gli antichi Romani la sapevano davvero lunga.

Mentre c’è lo zampino dell’Università di Bologna dietro lo sviluppo dell’idrologia: diede impulso a questa scienza grazie all’individuazione della composizione delle acque minerali, ossia il perno intorno al quale ruotano le terme. Ma al di là degli aspetti chimici e scientifici, colpiscono molto anche gli aspetti simbolici e culturali che gli antichi attribuivano all’acqua.

A questa risorsa sono legati culti ad antiche divinità o ai santi della religione cattolica. All’acqua sono riconducibili – ieri come oggi – anche molti pellegrinaggi di cura. E poi, diciamocelo, c’è un qualcosa di spirituale nelle cure termali.

Pensateci: quando ci si concede qualche giorno di relax alle terme (o nei più moderni centri wellness), non si va forse alla ricerca del benessere psichico, oltre che fisico?

Il turismo termale è in crescita, ma si può fare molto di più

Vale davvero la pena, a nostro avviso, investire 12 euro per una lettura non solo piacevole, ma anche ricca di spunti per la riflessione. Sarebbe il caso che gli operatori del settore turistico rispolverassero anche queste pagine di storia. Riscoprirebbero l’enorme potenziale che il turismo termale può ancora sviluppare. Del resto già ora esercita notevole fascino, soprattutto tra gli stranieri provenienti dal Vecchio Continente.

In effetti i dati relativi al 2012, diffusi dall’Enit (Agenzia nazionale del turismo), oltre a evidenziare un trend in lieve crescita rispetto all’anno precedente, parlano di poco più di cinque milioni e mezzo di presenze nelle località termali. Non sono tantissime, ma nemmeno poche. E rappresentano senz’altro un buon punto di (ri)partenza.

Per ora la fetta di “torta” spettante alle località termali si ferma al 3% del totale del comparto turistico: fanno la parte del leone le città d’arte – con il 33% – e le località di mare, con il 24%. Ma i margini per crescere non mancano affatto. Basta crederci e agire con intelligenza. Magari puntando anche su campagne mirate di web e social marketing. Il futuro, prima passa da Internet. Anche quello delle terme.

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