l'associazione in partecipazione sta prendendo piede negli ultimi tempi, ma le ragioni non credo vadano lette nella convenienza, che di fatto non c'è, ma piuttosto nell'idea per l'associato di legarsi ad un business consolidato - quello dei network- persuasi forse da un guadagno più immediato, sicuro, e con minori rischi imprenditoriali. Un pò una formula ideale per chi vorrebbe un lavoro da dipendente in agenzia di viaggi e si augura di trovarlo con l'associazione in partecipazione. Ma come avrai inteso non è proprio così, perché comunque è una associazione tra "imprese", si partecipa agli utili, ma anche ai rischi, e sia su gli uni che gli altri non vi sono grandi margini di intervento per l'associato.
Dovendo io scegliere un investimento da fare, essendo questi i termini, credo che la formula franchising sia da preferire. Un investimento maggiore ma anche una maggiore sicurezza di costruire un qualcosa che magari in un futuro è meno esposto a rischi di terzi. I vantaggi al momento credo siano tutti del network. Il contratto di franchising è molto più vincolante e impegnativo per il network.
<blockquote>Chi può farsi delle aspettative (fondate) in merito? Forse solo il network... e come può l'associato valutare l'investimento?</blockquote>
certamente è solo il network che può fare previsioni adeguate in base ad una serie di indicatori che utilizza. all'associato non resta che valutare le previsioni del network, il rapporto tra investimento richiesto e guadagno netto previsto. Un aiuto potrebbe venire dal valutare casi già avviati nell'ambito del network, ma possono essere solo di riferimento perchè vanno contestualizzati, ogni caso potrebbe avere variabili di successo o insuccesso che più di tanto non possono avere valore. E poi credo che trattandosi di una nuova formula di espansione dei network non abbiano neppure dati o casi consolidati di riferimento che possano aiutare il potenziale associato a scegliere.
<blockquote>In ogni caso, meglio un network che commercializza prodotti di un solo TO o è meglio scegliere chi si affida a diversi TO?</blockquote>
Non dev'esserci alcun dubbio: preferire chi commercializza prodotti di più T.O. Affidarsi ad un solo T.O. è strategicamente un grande rischio per il punto vendita. Le ragioni sono diverse: non esiste brand awareness sui prodotti turistici e t.o., cioè bassa conoscenza dei marchi e di conseguenza scarsa fidelizzazione della clientela, a tal punto dal potersi permettere di distribuirne soltanto uno; nessun t.o. E' in grado - per quanto differenzino i loro prodotti - di far fronte a tutti i possibili segmenti di mercato e alle differenti motivazioni turistiche che caratterizzano oggi il mercato. Ogni t.o. per quanto possa essere presente su più segmenti, ha sempre un suo posizionamento specifico che potrebbe rendere complicata la vita dell'agente di viaggi che invece si trova dinanzi ad una clientela eterogenea con preferenze molto diversificate alle quali è estremamente difficile far fronte con un unico marchio. Anche se la scelta di posizionamento specifico fosse dell'agente di viaggi, nel proprio ambito di mercato rispondere con una sola tipologia di prodotti renderebbe troppo debole la sua posizione nei confronti dei punti vendita concorrenti. O prima o poi si ritroverebbe a dover integrare altre tipologie di prodotti.
<blockquote>Nell'ipotesi di scegliere il franchising, una volta arrivati alla fine del periodo stabilito dal contratto, cos'è meglio fare? Supponiamo di aver passato i primi 5 anni ed il contratto è prossimo alla scadenza, in così tanto tempo, io agenzia affiliata ad un network mi sono fatto conoscere dai diversi TO con i quali ho lavorato. E' realistico pensare a questo punto di staccarsi e di riuscire a strappare le stesse percentuali dai TO o loro restano "fedeli" al network e non riescono a far lavorare "bene" le singole agenzie?</blockquote>
L'adv singola non ha alcun peso rispetto al network. E cinque anni di attività non rappresentano in alcun modo uno storico e consolidato tale da far assumere posizioni diverse al T.O. L'unica scelta potrebbe essere di legarsi ad un altro marchio distributivo, ma restare soli è una strada che non consiglierei, anche se i risultati raggiunti fossero entusiasmanti. Il potere acquisito dai network non è soltanto commerciale, e per quanto la singola adv possa essere affermata comunque non rappresenta un centro di interesse per il t.o. tale da poterne dare particolare attenzione. Ci sono anche altre ragioni da considerare, ma che qui tralascio, considera essenzialmente che nel turismo come già avvenuto in passato in altri settori è in atto un cambiamento del sistema distributivo, e questo cambiamento non ha come protagoniste le singole adv ma i network.