@skip wrote:
Cari colleghi,vorrei mettervi a conoscenza di cosa la Gia Piemonte (associazione Guide Interpreti Accompagnatori) ha risposto alla mia domanda " a seguito della legge 97/2013, come guida turistica abilitata per la provincia di Alessandria, posso lavorare anche in provincia di Asti?"
ecco la loro lapidaria risposta:"Quanto all'esercizio della professione della guida turistica in tutto il Piemonte, al momento permangono le abilitazioni a livello provinciale, a cui attenersi"
La risposta , mi è stata data solo ieri ma vorrei sottolineare che sul sito della regione Piemonte, è stata apportata la una modifica alla normativa che definisce il ruolo da guida turistica ,con l'aggiunta della legge 97/2013.
Lascio a voi ogni commento
Grazie
Ivan
Ivan, la questione che tu hai sollevato è comune a tante altre realtà... Da un lato c'è una nuova legge, i cui effetti sono chiari e dicono che l'abilitazione da GT permette di lavorare sull'intero territorio nazionale; dall'altro ci sono varie organizzazioni e associazioni che, poi lo esplicito meglio, fanno fatica a recepire il senso del cambiamento e in nome di un certo "protezionismo" localistico e campanilistico (per favore, non parliamo di qualità di servizio, poi dirò il perché) tendono a far circolare l'idea che niente sia mutato, alimentando il caos, il dubbio, la paralisi e, in extrema ratio, provocando un danno all'intero settore perdendo del prezioso tempo...
Posto qui all'attenzione tua e a quella degli altri, il link della Regione Piemonte in merito alla figura della GT:
http://www.regione.piemonte.it/turi...e/professioni-turistiche/guida-turistica.html, dove si dice - testuali parole - che "La legge 6 agosto 2013 n. 97, articolo 3 ha stabilito che l’abilitazione alla professione di guida turistica è valida su tutto il territorio nazionale, fatti salvi i siti di particolare interesse storico, artistico o archeologico, individuati con decreto ministeriale, per i quali occorre specifica abilitazione. Al momento non sono state fornite indicazioni sulle modalità di conseguimento della suddetta specifica abilitazione".
Allora, non lo dico io che l'abilitazione è valida sull'intero territorio nazionale... lo dice un ente istituzionale. E non lo dice solo la Regione Piemonte, ma lo dicono anche documenti della Regione MARCHE e della Regione TOSCANA.
Quindi all'associazione che tu hai contattato, puoi opporre questo assunto e chiedere come comportarsi, fatto salvo che vi sono dei siti per i quali occorrerà una specifica abilitazione ma che questi non sono stati ancora ufficialmente individuati! Tra l'altro, ovunque sono stati presentati elenchi lunghissimi nei quali è stato inserito di fatto di tutto, con il risultato che, con tutta probabilità, saranno respinti e ridimensionati per non correre il rischio di incorrere in un nuovo processo di infrazione Ue.
Dunque, in Piemonte come altrove, permangono sì le abilitazioni provinciali ma questo non impedisce a coloro che sono abilitati ad Alessandria di poter esercitare ad Asti, come a Vercelli o a Verbania... e viceversa! Sfido chiunque a bloccarti e a farti una multa... nessuno si azzarderà anche per il semplice fatto che, se presentassi ricorso, tutti sanno benissimo che lo vinceresti alla luce della nuova legge e che un magistrato colmerebbe le lacune della legge esistente, di fatto azzerando in un batter d'occhio le disposizioni regionali che ancora sussitono (la burocrazia va più lenta della realtà...) e che limitano l'esercizio della professione. Anche perché noi italiani saremmo svantaggiati sul nostro stesso territorio nazionale, rispetto agli stranieri! Assurdo...
Posso assicurarti che ci sono già GT della provincia di Grosseto che vanno regolarmente a Siena, città dove notoriamente si tende a preservare quel che di senese c'è e a difenderlo dall'invasione... ebbene, in Piazza del Campo, si guardano queste "nuove" GT senza dire nulla e senza intervenire... Quindi... non penso che ad Asti possa accadere di peggio... e se accadesse, il tuo caso potrebbe risolvere la questione che molti fanno finta di non vedere, ancorandosi a vecchie logiche invece di guardare avanti con nuove prospettive...
Perché sostengo che quello della "qualità" è un falso problema? Per il semplice motivo che non esiste nessuno che farà la GT, parlo di noi italiani, a Ragusa come a Sondrio... E' vero che una GT deve "vivere" il territorio, capirlo fino in fondo e farlo proprio per poterlo raccontare, ma quanti sono coloro che potranno fare gli estremi dell'Italia come qualcuno, artatamente, intende sostenere? Zero, sinceramente. A parte il disagio, ma i costi che ci sarebbero da affrontare?!? Se un palermitano volesse andare ad Udine, quanto dovrebbe chiedere per il suo servizio?!? E' chiaro che, proprio in ragione di quella qualità, si tenderà a lavorare nei territori limitrofi, ampliando il proprio raggio d'azione laddove le forze mentali, culturali ed economiche potranno arrivare: te che sei a Alessandria, non penso che arriverai fino a Pesaro... o sbaglio? A meno che tu non abbia interessi specifici, conoscenze, amicizie e parentele che ti possano consentire di lavorare anche lì, ma di quanti casi stiamo parlando?!?
Quindi, problemi di qualità sì, ma fino ad un certo punto... anzi!
La verità, nuda e cruda, è che determinate associazioni sono arroccate sulle proprie posizioni per difendere i piccoli "orticelli" locali, ormai superati e mummificati in taluni casi e rifiutandosi di fare l'unico, serio lavoro che in tutti questi anni avrebbero dovuto fare: trasformare la funzione di GT in una vera e propria professione...
Degli effetti della legge 97 del 2013, non interessa tanto l'aspetto dell'arrivo degli stranieri (quante guide lussemburghesi o portoghesi vedrai in giro per Alessandria o per Asti?!?), quanto il timore per la libera circolazione degli italiani... Le guide di Roma temono l'arrivo di concorrenti dalle altre province del Lazio, le guide di Firenze e di Siena temono l'arrivo delle guide di Prato e di Grosseto, le guide di Venezia temono l'arrivo delle guide di Belluno e di Rovigo... E' questo il pericolo che si intende arginare! Bloccare tutto e far rimanere lo status quo, sapendo che ciò non è neppure più possibile... E non ditemi che una guida rovigotta non possa prepararsi bene su Venezia...
Al che, qualcuno opporrà come risposta: ma se una persona intende esercitare in un'altra realtà, può sempre sostenere gli esami quando indetti dalla tal provincia X o Y...
Anche questa osservazione, che ha un suo fondo di verità, è però limitata da tante considerazioni: 1) gli esami, come sono oggi strutturati, sono vecchi nella formula; 2) le modalità in cui si tengono sono spesso diverse da zona a zona, alimentando sperequazioni di ogni genere; 3) le tempistiche differiscono di molto sempre da zona a zona, affidate troppo spesso alla volubilità/volontà amministrativa e politica.
Ma... fatemi capire, quando in Campania si bandisce un concorso per GT dopo 10 anni di assenza e latitanza, di puro silenzio, perché nessuno ha alzato la voce per dire che in tutti questi anni non è stato fatto nulla per migliorare il livello dell'accoglienza turistica in quella regione? E quindi ci ritroviamo con un esame dove sono pervenute qualcosa come 13mila domande... Sì, letto bene: 13.000 domande!
Quando si va a vedere che la regione Puglia non ha mai legiferato per il settore delle professioni turistiche e che chiunque avrebbe potuto esercitare lì, in assenza di qualifiche certe e di conoscenze acclarate, perché nessuno ha sollevato lo scandalo e agitato la bandiera della "qualità"?!? La stessa bandiera che oggi viene alzata per dire che una GT abilitata (!) di Alessandria non potrebbe lavorare ad Asti...
Tutto ciò per dire che, dopo la legge 97 del 2013, quel che serve è una vera riforma del settore delle professioni turistiche, che trasformi la GT in un vero e proprio professionista dei beni culturali, come succede in un Paese come la Francia, dove le GT operano a livello nazionale... serve superare le vecchie logiche, svecchiare il tutto, creare corsi universitari veri e propri, realizzare un vero albo professionale (nessuno sa al momento quanti esercitano davvero in Italia, numero diverso dagli abilitati che è altra cosa...), serve abbattere i muri, abbattere certe "caste" e mandare via, a casa, chi in tanti anni NON ha fatto niente per far uscire questa bellissima professione dal ruolo di precarietà... Quelli che oggi parlano di "sfacelo" sono gli stessi che tale presunto "sfacelo" hanno provocato con i loro interessi di parte, rifiutando ogni istanza di rinnovamento e cambiamento, facendoci imporre poi le cose dall'Ue per palese inadeguatezza del nostro sistema...
Esempio banalissimo: le limitazioni provinciali implicherebbero un corto raggio d'azione che cozza contro gli aspetti storici e artistici di aree più "larghe"... ma perché una GT di Grosseto, parlando di Etruschi, non può parlare a Viterbo (Tarquinia) o a Roma (Cerveteri), dove la presenza di quel popolo c'è?!? Solo adesso, dopo lunghi decenni, ci si accorge che questi limiti sono antiquati??? E' chiaro che non si è voluto MAI fare niente, facendo prevalere logiche ottuse...
Mi si dirà: ma per fare quel che dici tu, ci vuole tempo... Verissimo, ma mai si parte e mai si arriva... se ci si fosse pensato per tempo, ora si avrebbe qualcosa di diverso, invece sono passati chissà quanti anni.... Dieci, venti, trenta?!?
Anche dopo l'apparizione della legge 97 del 2013, sono passati altri sei mesi, impegnati solo a discutere come, dove e se applicare questa legge per gli italiani, non affrontando il vero tema: LA RIFORMA VERA ED ONESTA DEL SETTORE DELLE GT. E ci sono associazioni che lavorano nell'ombra, alla faccia della trasparenza, per bloccare ogni cosa. Mi fermo qui.