ADOLFO PAPPALARDO su ilmattino
In un colpo solo viene demolita la presunta causa della crisi del turismo campano. «I rifiuti non c’entrano con il calo di turisti, i problemi sono altri». E ancora: «L’immondizia è sparita dalle strade, ma Napoli nemmeno oggi dà una grande immagine per ordine e pulizia». Lo dicono, rispettivamente, Michela Vittoria Brambilla, sottosegretario con delega al Turismo, e Matteo Marzotto, numero uno dell’Agenzia nazionale del Turismo (Enit). Sulla stessa linea anche l’assessore regionale Velardi: «Sono d’accordo: l’emergenza rifiuti è stata solo la scusa dietro cui nascondersi in questi mesi». Affermazioni supportate anche da un sondaggio della Confesercenti-settore turismo che ieri ha convocato in città i suoi stati generali: «La criminalità è un ostacolo per il 60% dei francesi e il 56% dei tedeschi, mentre gli inglesi sono preoccupati - dice la Swg che ha effettuato il sondaggio - solo nel 28% dei casi. La crisi rifiuti, invece, pesa mediamente per il 7%». E, infatti, il presidente di Confesercenti, Marco Venturi, mette anche in guardia da chi c’è dietro le imprese turistiche del Sud: «La criminalità organizzata spesso è il socio occulto». Tornando ai rifiuti, avverte la Brambilla: «Non ci sono le risorse per effettuare una promozione a tappeto come quella gratuita, negativa e internazionale verificatasi con l’emergenza». Comunque sia, i problemi sono altri. Almeno a leggere la relazione della cabina di regia appositamente creata per il rilancio del turismo in Campania. «I dati saranno presentati al premier nei prossimi giorni ma - avverte il sottosegretario - vi anticipo che il problema non sono i rifiuti ma una serie di scarsi servizi come i trasporti, la logistica e l’organizzazione». Matteo Marzotto è più duro anche se premette: «A Napoli il settore turistico è in crisi come nel resto del Paese, anche se qui c’è stata una caduta d’immagine paragonabile solamente alla seconda guerra mondiale. Ora l’emergenza è alle spalle ma Napoli continua a non dare una grande immagine per ordine e pulizia anche se, paradossalmente, gli stranieri la amano proprio per questo. E più dei napoletani stessi». Infine replica a Velardi che aveva avanzato l’ipotesi di creare il brand «South Italy» per rilanciare il turismo al Sud: «Sarebbe il 24esimo» dice Marzotto. La soluzione, secondo i vertici della Confesercenti, sarebbe quella di rimettere in pista una politica unitaria sul turismo e, quindi, ripristinare un ministero ad hoc. «Siamo di fronte a una incongruenza incomprensibile - spiega il presidente di Confesercenti, Marco Venturi - l’agricoltura con il 2% del Pil ha un suo dicastero mentre non è così per il turismo che produce circa l’11% del Pil e occupa un milione e seicentomila persone». D’accordo anche il presidente di Assoturismo, Claudio Albonetti e Renzo Arbore («È stato abolito l’unico ministero su cui si doveva puntare, quello che rappresentava il petrolio del nostro Paese»). Serve una regia unica anche secondo l’ex ministro Francesco Rutelli («Ho proposto una legge costituzionale per riportare la cabina di regia del turismo nazionale a livello di governo come accade in tutti gli altri paesi») che sull’argomento si dice pronto a dialogare con il governo. Per ora, però, di rimettere in piedi il dicastero non se ne parla. «Prima ci sono altre priorità» spiega la Brambilla anche se ammette che è tra le intenzioni di Berlusconi. Infine, nel pomeriggio, il sottosegretario con delega al Turismo si è recata a Pozzuoli per visitare lo stadio dell’imperatore Antonio Pio e Rione Terra. «Farò in modo che siate inseriti di più nelle rotte turistiche internazionali» ha poi spiegato al sindaco Pasquale Giacobbe.
In un colpo solo viene demolita la presunta causa della crisi del turismo campano. «I rifiuti non c’entrano con il calo di turisti, i problemi sono altri». E ancora: «L’immondizia è sparita dalle strade, ma Napoli nemmeno oggi dà una grande immagine per ordine e pulizia». Lo dicono, rispettivamente, Michela Vittoria Brambilla, sottosegretario con delega al Turismo, e Matteo Marzotto, numero uno dell’Agenzia nazionale del Turismo (Enit). Sulla stessa linea anche l’assessore regionale Velardi: «Sono d’accordo: l’emergenza rifiuti è stata solo la scusa dietro cui nascondersi in questi mesi». Affermazioni supportate anche da un sondaggio della Confesercenti-settore turismo che ieri ha convocato in città i suoi stati generali: «La criminalità è un ostacolo per il 60% dei francesi e il 56% dei tedeschi, mentre gli inglesi sono preoccupati - dice la Swg che ha effettuato il sondaggio - solo nel 28% dei casi. La crisi rifiuti, invece, pesa mediamente per il 7%». E, infatti, il presidente di Confesercenti, Marco Venturi, mette anche in guardia da chi c’è dietro le imprese turistiche del Sud: «La criminalità organizzata spesso è il socio occulto». Tornando ai rifiuti, avverte la Brambilla: «Non ci sono le risorse per effettuare una promozione a tappeto come quella gratuita, negativa e internazionale verificatasi con l’emergenza». Comunque sia, i problemi sono altri. Almeno a leggere la relazione della cabina di regia appositamente creata per il rilancio del turismo in Campania. «I dati saranno presentati al premier nei prossimi giorni ma - avverte il sottosegretario - vi anticipo che il problema non sono i rifiuti ma una serie di scarsi servizi come i trasporti, la logistica e l’organizzazione». Matteo Marzotto è più duro anche se premette: «A Napoli il settore turistico è in crisi come nel resto del Paese, anche se qui c’è stata una caduta d’immagine paragonabile solamente alla seconda guerra mondiale. Ora l’emergenza è alle spalle ma Napoli continua a non dare una grande immagine per ordine e pulizia anche se, paradossalmente, gli stranieri la amano proprio per questo. E più dei napoletani stessi». Infine replica a Velardi che aveva avanzato l’ipotesi di creare il brand «South Italy» per rilanciare il turismo al Sud: «Sarebbe il 24esimo» dice Marzotto. La soluzione, secondo i vertici della Confesercenti, sarebbe quella di rimettere in pista una politica unitaria sul turismo e, quindi, ripristinare un ministero ad hoc. «Siamo di fronte a una incongruenza incomprensibile - spiega il presidente di Confesercenti, Marco Venturi - l’agricoltura con il 2% del Pil ha un suo dicastero mentre non è così per il turismo che produce circa l’11% del Pil e occupa un milione e seicentomila persone». D’accordo anche il presidente di Assoturismo, Claudio Albonetti e Renzo Arbore («È stato abolito l’unico ministero su cui si doveva puntare, quello che rappresentava il petrolio del nostro Paese»). Serve una regia unica anche secondo l’ex ministro Francesco Rutelli («Ho proposto una legge costituzionale per riportare la cabina di regia del turismo nazionale a livello di governo come accade in tutti gli altri paesi») che sull’argomento si dice pronto a dialogare con il governo. Per ora, però, di rimettere in piedi il dicastero non se ne parla. «Prima ci sono altre priorità» spiega la Brambilla anche se ammette che è tra le intenzioni di Berlusconi. Infine, nel pomeriggio, il sottosegretario con delega al Turismo si è recata a Pozzuoli per visitare lo stadio dell’imperatore Antonio Pio e Rione Terra. «Farò in modo che siate inseriti di più nelle rotte turistiche internazionali» ha poi spiegato al sindaco Pasquale Giacobbe.
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