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Turismo in Campania, il calo continua ma non sono i rifiuti

#1
ADOLFO PAPPALARDO su ilmattino
In un colpo solo viene demolita la presunta causa della crisi del turismo campano. «I rifiuti non c’entrano con il calo di turisti, i problemi sono altri». E ancora: «L’immondizia è sparita dalle strade, ma Napoli nemmeno oggi dà una grande immagine per ordine e pulizia». Lo dicono, rispettivamente, Michela Vittoria Brambilla, sottosegretario con delega al Turismo, e Matteo Marzotto, numero uno dell’Agenzia nazionale del Turismo (Enit). Sulla stessa linea anche l’assessore regionale Velardi: «Sono d’accordo: l’emergenza rifiuti è stata solo la scusa dietro cui nascondersi in questi mesi». Affermazioni supportate anche da un sondaggio della Confesercenti-settore turismo che ieri ha convocato in città i suoi stati generali: «La criminalità è un ostacolo per il 60% dei francesi e il 56% dei tedeschi, mentre gli inglesi sono preoccupati - dice la Swg che ha effettuato il sondaggio - solo nel 28% dei casi. La crisi rifiuti, invece, pesa mediamente per il 7%». E, infatti, il presidente di Confesercenti, Marco Venturi, mette anche in guardia da chi c’è dietro le imprese turistiche del Sud: «La criminalità organizzata spesso è il socio occulto». Tornando ai rifiuti, avverte la Brambilla: «Non ci sono le risorse per effettuare una promozione a tappeto come quella gratuita, negativa e internazionale verificatasi con l’emergenza». Comunque sia, i problemi sono altri. Almeno a leggere la relazione della cabina di regia appositamente creata per il rilancio del turismo in Campania. «I dati saranno presentati al premier nei prossimi giorni ma - avverte il sottosegretario - vi anticipo che il problema non sono i rifiuti ma una serie di scarsi servizi come i trasporti, la logistica e l’organizzazione». Matteo Marzotto è più duro anche se premette: «A Napoli il settore turistico è in crisi come nel resto del Paese, anche se qui c’è stata una caduta d’immagine paragonabile solamente alla seconda guerra mondiale. Ora l’emergenza è alle spalle ma Napoli continua a non dare una grande immagine per ordine e pulizia anche se, paradossalmente, gli stranieri la amano proprio per questo. E più dei napoletani stessi». Infine replica a Velardi che aveva avanzato l’ipotesi di creare il brand «South Italy» per rilanciare il turismo al Sud: «Sarebbe il 24esimo» dice Marzotto. La soluzione, secondo i vertici della Confesercenti, sarebbe quella di rimettere in pista una politica unitaria sul turismo e, quindi, ripristinare un ministero ad hoc. «Siamo di fronte a una incongruenza incomprensibile - spiega il presidente di Confesercenti, Marco Venturi - l’agricoltura con il 2% del Pil ha un suo dicastero mentre non è così per il turismo che produce circa l’11% del Pil e occupa un milione e seicentomila persone». D’accordo anche il presidente di Assoturismo, Claudio Albonetti e Renzo Arbore («È stato abolito l’unico ministero su cui si doveva puntare, quello che rappresentava il petrolio del nostro Paese»). Serve una regia unica anche secondo l’ex ministro Francesco Rutelli («Ho proposto una legge costituzionale per riportare la cabina di regia del turismo nazionale a livello di governo come accade in tutti gli altri paesi») che sull’argomento si dice pronto a dialogare con il governo. Per ora, però, di rimettere in piedi il dicastero non se ne parla. «Prima ci sono altre priorità» spiega la Brambilla anche se ammette che è tra le intenzioni di Berlusconi. Infine, nel pomeriggio, il sottosegretario con delega al Turismo si è recata a Pozzuoli per visitare lo stadio dell’imperatore Antonio Pio e Rione Terra. «Farò in modo che siate inseriti di più nelle rotte turistiche internazionali» ha poi spiegato al sindaco Pasquale Giacobbe.
 
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#2
LUIGI ROANO su ilmattino di oggi
La cartolina di Napoli non ha più il nero dei sacchetti della spazzatura in primo piano ma perde lo stesso appeal e turisti. Un trend che coinvolge la provincia, a partire dalle costiere sorrentine e amalfitane e da Procida, e l’intera regione. E Capri comincia a non essere più in attivo: c’è uno striminzito pareggio. Napoli, dunque, piace sempre meno ai turisti: i dati diffusi dall’Ept (Ente provinciale turismo) dimostrano che c’è stata una fuga di visitatori del 13 per cento (le presenze degli stranieri sono al -18%) che non è più ascrivibile alla crisi dei rifiuti. L’analisi ha comparato i dati gennaio-ottobre 2007 e dell’anno in corso ed è venuto fuori il flop. «Fa male al cuore vedere Napoli ridotta così, far funzionare i servizi in città è un’opera rivoluzionaria», ha detto il ministro Sandro Bondi a «Porta a Porta». Riflessione venuta fuori dopo che Bruno Vespa ha lanciato un filmato di tre minuti che ha mostrato lo stato di degrado di molti monumenti cittadini, anche le antichissime mura greche. In città la flessione è forte sia per gli arrivi che per le presenze, segno meno per entrambi, mancano all’appello 170 mila visitatori. Gli indicatori utilizzati sono state le presenze nelle strutture alberghiere ed extralberghiere. Forse Bondi era già a conoscenza del problema del resto è atteso insieme al premier Silvio Berlusconi a Pompei per questo motivo ha insistito molto su Napoli. «Il presidente Berlusconi - ha detto il ministro - ha preso a cuore la situazione di Napoli una delle città più belle del mondo. Il problema dei rifiuti è in via di soluzione, dopo si occuperà degli altri problemi. I napoletani devono dare un contributo, ma soprattutto gli uomini di cultura devono essere in prima linea e devono scendere in campo per salvare Napoli». Un appello - l’ennesimo - alla borghesia nella speranza che venga raccolto al più presto. Chissà che non sia la volta buona, che questa volta la scossa ci sia davvero. Al di là delle riflessioni di Bondi i dati sono molto concreti: A Pompei dove c’è il commissario Renato Profili la flessione è del 22 per cento, a Sorrento del 15,5, a Procida del 35 per cento. A Capri sostanzialmente c’è un pareggio tuttavia gli indicatori degli arrivi e delle presenze sono a vantaggio delle prime, segnale inequivocabile che nell’Isola Azzurra al massimo si fa una gitarella, il mordi e fuggi ma non si pernotta più come una volta. I luoghi d’arte della provincia e della Campania sono i peggio messi, la flessione di Pompei, sito già commissariato la dice lunga. L’assessore al Turismo del Comune Valeria Valente ha le idee chiare sui dati e non gioca in difesa, tuttavia i distinguo li fa: «Napoli va comparata - dice - alle città d’arte italiane: Firenze, Roma e Venezia hanno subito un calo del 12 per cento nello stesso periodo. Siamo calati in un trend nazionale e questo significa tante cose». L’assessore non nega la specificità napoletana però la inquadra così: «Va ripensato il sistema di promozione Italia: ogni singola regione si fa la sua, in Spagna per esempio, non si promuovono le regioni ma la Spagna. C’è uno specifico napoletano abbiamo risentito anche dell’emergenza che non ci aiutato». Infine sullo stato dei monumenti: «Non è una delega mia però molti monumenti dipendono dai musei e che a loro volta dipendono dal ministero di Bondi. Non sappiamo ancora cosa intende fare il ministro. Di sicuro bisogna investire in risorse umane e soldi».
 
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#3
NAPOLI - Una riunione «bipartisan» con tutti i parlamentari eletti in Campania, con i presidenti delle Province e con quelli della terza e sesta Commissione regionale e con il sottosegretario Pasquale Viespoli. Claudio Velardi, assessore regionale al Turismo e ai Beni Culturali, presenterà lunedì «le strategie territoriali della programmazione dei fondi comunitari 2007-2013 e aprirà un grande tavolo di confronto con tutte le rappresentanze istituzionali e politiche coinvolte». I lavori saranno aperti alle 10, nell’Hotel San Francesco al Monte di Napoli con la relazione sulle cinque grandi proposte di progetti territoriali: 1) la Baia di Napoli; 2) il Cilento con i parchi naturalistici e i grandi eventi dello sport; 3) le vie del vino in Irpinia; 4) i borghi del Sannio; 5) per l’area casertana, i siti borbonici e la via Appia.
 
#4
PAOLO MAINIERO su IlMattino.it
Un sistema integrato e moderno, governato dalle imprese e dai territori e non dalla politica e dalle istituzioni: sono le linee guida della programmazione 2007-2013 per il turismo e i beni culturali che l’assessore Claudio Velardi ha presentato ai parlamentari campani, ai presidenti di Provincia, nel corso di un forum rigorosamente bipartisan. Un metodo apprezzato anche dal Pdl ma che ha provocato la rabbia di molti consiglieri regionali che avrebbero preferito che Velardi presentasse il programma innanzitutto in Consiglio. «La programmazione turistica - sostiene il capo dell’opposizione Franco D’Ercole - va discussa e approvata nella sua sede naturale». Critica avanzata anche da molti partiti della maggioranza. «La politica non è facebook, si fa nelle sedi istituzionali», dice Tonino Scala (Sd). Ma Velardi ha rassicurato tutti. «Il prossimo passo sarà l’incontro con i territori, con le associazioni e gli imprenditori che sono i protagonisti dei progetti con i quali vogliamo far fare un salto di qualità al nostro turismo. Poi - garantisce Velardi - ci sarà il confronto con il consiglio regionale». Gli studi di prefattibilità dovrebbero essere pronti per la fine dell’anno o comunque per l’inizio del 2009. La filosofia della programmazione 2007-2013 vuole segnare un’inversione di tendenza rispetto al passato e si articola su cinque mega-progetti, uno per ogni provincia: «Irpinia, viaggi nelle terre del vino»; «I borghi del Sannio»; «I siti borbonici e la via Appia» per Caserta; «La baia di Napoli»; «Cilento tra natura e sport». Tra le varie fonti di finanziamento (fondi Por, Poin, Pain, Par), le risorse a disposizione ammontano a 1,5 miliardi di euro. «Rispetto alla programmazione 2000-2006 - spiega Velardi - vogliamo evitare la frammentazione dei progetti e delle risorse. I cinque progetti sono concepiti su scala provinciale senza venire incontro alle istanze localistiche ma nel rispetto delle diverse vocazioni del territorio». Velardi sottolinea altri due punti. Il primo, rispondendo a un’osservazione di Mario Landolfi (An) sulla governance dei progetti. «Non ci saranno - spiega - gestioni solitarie. Propongo che questo diventi un tavolo permanente con verifiche periodiche dello stato di avanzamento. Il miliardo e mezzo lo sento gravare sulle spalle e se si collabora è meglio anche per me». Il secondo punto riguarda il ruolo dei privati. «È vero - dice l’assessore - che gli imprenditori non sempre hanno dato il loro contributo e che spesso sono apparsi fermi in attesa di risorse ma è anche vero che chi deve fare il primo passo siamo noi. Dobbiamo cedere parte della nostra sovranità perchè la politica è troppo invasiva. L’obiettivo è che il 40 per cento delle risorse siano gestite dai privati». Il centrodestra ha apprezzato il metodo ma sul merito mantiene più di una riserva. «La Regione - dice Stefano Caldoro - continua a utilizzare male i fondi europei e le cifre indicate per il turismo sono un’utopia». Pasquale Viespoli, sottosegretario al Welfare, osserva: «Manca il turismo religioso. Comunque fa bene Velardi a dialogare con il Pdl perchè dopo il fallimento di Bassolino sarà il centrodestra a gestire i fondi». Infine, per Salvatore Varriale (Fi) con questa iniziativa Velardi fa capire di essere pronto a scendere in campo. «Se per la Regione o il Comune - dice - non è chiaro anche se l’assenza del Comune è un segnale abbastanza esplicito».
 
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#5
PIETRO TRECCAGNOLI su Il Mattino del 18 Novembre
Il turismo ai tempi della recessione è una brutta bestia. Uno spettro che si aggira non solo per l’Europa, ma per il mondo intero. E se viaggia lui, la gente tende a restare a casa. Però, come sempre, Napoli si sente in controtendenza. Intravede rosa e fa gli scongiuri, provando a raccogliere i frutti di una campagna promozionale che deve archiviare uno dei periodi più neri della sua storia, quello della sacchetta a piede libero. E si affida più che a san Gennaro, a san Last minute. Pasquale Gentile di Federalberghi mette, comunque, le mani avanti: «È troppo presto per fare previsioni per Natale. Ormai il turista prenota all’ultimo momento, furoreggia il last minute». Ma? «Sicuramente quest’anno c’è stata una maggiore attenzione e qualcosa sembra muoversi». Non siamo neanche all’exit poll, insomma. E per i primi dati veri bisognerà aggiornarsi a fine mese, quando si capirà come butta per il ponte dell’Immacolata, vero test del turismo invernale napoletano. I piani sono noti: c’è il pacchetto EasyNatale, si punta sulla musica, sulle grandi mostre (Louise Bourgeois a Capodimonte, Ercolano all’Archeologico), sul concerto e i fuochi a mare di Capodanno, sugli itinerari gastronomici. Ci sarà naturalmente l’installazione di piazza del Plebiscito. Sarà affidata, per il poco che trapela, a un artista straniero e avrà un impatto non troppo invasivo. Soffia il venticello dell’ottimismo. Anche se da tempo ci si consola con le statistiche del gambero, a chi perde di meno. «Napoli» spiega Valeria Valente, assessore comunale al Turismo «è nello stesso trend delle grandi città d’arte che nella crisi internazionale perdono. Ma se Firenze, Venezia e Roma scendono del 12 per cento, noi resistiamo al 9». A latitare sono soprattutto gli italiani e i tedeschi. Inglesi, francesi e giapponesi si son visti, imperturbabili, anche nelle fasi più crude dei monnezza-tour. Le campagne promozionali diventeranno incalzanti a fine settimana. Ci sarà anche uno spot che andrà sulle reti tv nazionali. «È soprattutto il clima tra istituzioni e operatori turistici che è cambiato» aggiunge Dario Scalabrini, amministratore dell’Ept. «C’è fiducia tra gli operatori. Puntiamo soprattutto sugli italiani, tra i pochi in Europa che a Natale hanno ferie molto lunghe. Sebbene i periodi di vacanza si sono sensibilmente accorciati: durano due o tre giorni e non più intere settimane come in passato». La fascia a rischio è quella medio-bassa, che sta pagando più a caro prezzo la recessione. «Probabilmente salteranno le vacanze, quest’anno» continua Scalabrini. «La tredicesima sarà usata per mutui e debiti. Si difende, come al solito il turismo medio-alto, con Capri e Ischia in prima fila». A Ischia, in particolare, la crisi non s’è avvertita tanto neanche nei mesi estivi. Chi aveva i soldi, continua ad averli, ed è partito. «Soffrono di più gli alberghi a tre stelle, anche perché molti degli hotel a quattro stelle, per attirare clienti, propongono offerte a prezzi ribassati». A Capri, però, sia come sia, sono prudenti e gli alberghi apriranno, quelli che apriranno, solo per Capodanno, mentre a Sorrento si affidano ai circuiti del bed & breakfast. La parola da bandire è pessimismo. «La recessione mondiale è nota» commenta l’assessore regionale al Turismo, Claudio Velardi «ma la Campania possiede i fondamentali: le bellezze artistiche e naturali. E ha la capacità di dare il meglio nelle fasi difficili. Il clima tra gli operatori è buono, il programma è ricco. L’accoglienza, nel senso più generale della vivibilità urbana, deve essere migliorata». Domani Velardi farà il punto con le organizzione delle agenzie di viaggio. Così forse la paura di arrivare impreparati a un appuntamento cruciale può essere superata. Perché più che preoccuparsi per il turismo bisogna occuparsene.
 
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#6
ALESSIO FANUZZI su IlMattino.it
«Chiunque sia il prossimo presidente di Confindustria, chiediamo più attenzione per il turismo che rappresenta una fetta rilevante del Pil della Campania». Teresa Naldi ha da poco chiuso la seconda riunione del consiglio direttivo della sezione turismo quando lancia un appello mirato dritto al cuore dei vertici di Palazzo Partanna: «Non ci esprimiamo sui due candidati per la presidenza - dice - ma non possiamo non sottolineare la forte esigenza di una discontinuità». Chi vuol intendere intenda. La Naldi, però, precisa: «Non ci riferiamo solo alla territoriale di Napoli - dice - ma anche alla Confindustria regionale e a quella nazionale. Stimiamo Antonio D’Amato e Paolo Scudieri in egual misura; chiediamo solo progetti e obiettivi, e magari anche le dovute pressioni sulle istituzioni, per supportare il turismo in un momento così delicato». Ufficialmente, dunque, la sezione turismo non si schiera. «Anche perché non vota il consiglio ma i singoli associati», puntualizza la Naldi. I damatiani, però, leggono l’utilizzo del termine «discontinuità» come una bocciatura di Scudieri, già vicepresidente di Gianni Lettieri. Ad ulteriore conferma della scelta della sezione, poi, la presenza e l’influenza nel direttivo del Cavaliere Sergio Maione, proprietario dei più lussuosi alberghi di via Partenope e sostenitore convinto del past president di Confindustria. Perso il turismo, Scudieri potrà consolarsi oggi con la sezione Ict (Information and communication technologies) presieduta da Sergio De Falco che riunirà il consiglio direttivo e - a meno di clamorose sorprese - si schiererà con il patron dell’Adler. Sempre oggi, poi, è in programma a Palazzo Partanna il comitato di presidenza convocato d’urgenza da Lettieri lo scorso fine settimana. Sul tavolo la petizione delle centotrenta aziende che hanno scritto a Lettieri, al presidente del gruppo piccola industria Bruno Scuotto e al leader dei giovani Andrea Bachrach per invocare un confronto pubblico tra i due candidati. Se da Palazzo Partanna arrivano ancora smentite, il vicepresidente Maurizio Ramirez conferma l’appuntamento fissato per le 17.30 e invita le parti in causa ad evitare ulteriori bagarre. «Siamo nell’ultima settimana di consultazioni - spiega - e abbiamo tutti il compito di limitare le dichiarazioni per evitare fraintendimenti e abbassare i toni». Con questo stesso spirito è intervenuto ieri anche il governatore della Campania Antonio Bassolino, tirato per la giacca dopo la presa di posizione del sindaco Rosa Russo Iervolino che nei giorni scorsi ha ricevuto D’Amato a Palazzo San Giacomo. «Sono elezioni importanti e molto tese - ha commentato, misurando bene le parole - Io cerco e cercherò di stare fuori, di guardare e di seguire, come ognuno di noi, nel pieno rispetto dell’autonomia dell’associazione imprenditoriale. Questa è la mia ferma volontà». In un momento così difficile per la regione, non può mancare un appello all’unità dell’Unione: «Più ci sono sforzi di convergenza e meglio è - continua il governatore - Anche in presenza di un conflitto molto forte come quello che c’è, il mio augurio è che comunque si creino le condizioni per poter avere una Unione industriali più unita anche attraverso un confronto schetto». Simile l’appello dell’assessore comunale al Bilancio Enrico Cardillo, che sottolinea anche il ruolo marginale giocato dal Comune: «Tutte le nostre aziende municipalizzate sono iscritte all’Unione ma solo Bagnolifutura e Mostra d’Oltremare hanno diritto di voto. Almeno così dicono loro». Poi chiosa: «Valiamo meno di una goccia nel mare, anche come peso specifico assembleare».
 
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#7
MARISA LA PENNA sul quotidiano "Il Mattino"
Trenta per cento di presenze in meno nei b&b. La crisi del turismo travolge anche le piccole strutture di ricezione alberghiera. Conti alla mano, nel 2008 si è registrata una flessione di ospiti che è di poco meno di un terzo rispetto all’anno precedente. Ne dà notizia Agostino Ingenito, presidente dell’«Abbac» - l’associazione bed&breakfast e affittacamere della Campania - che mette sul banco degli imputati l’assessore regionale al Turismo, Claudio Velardi, a cui invia una lettera dai toni molto duri. Parla di mancate promesse. In particolare Ingenito fa riferimento a due progetti (presentati all’assessorato dopo un incontro con lo stesso Velardi, datato otto mesi fa quando, cioè, si stava appena uscendo dall’emergenza rifiuti). Ovvero l’affidamento all’associazione dell’aggiornamento di un albo b&b e l’elaborazione di un sistema unico di coordinamento con l’organizzazione di un centro servizi e assemblea regionale. «A tali proposte non è mai giunta risposta» accusa Ingenito. Peraltro, aggiunge, i titolari del b&b «hanno subito la mancata percezione dei contributi previsti per l’emergenza rifiuti pur essendo piccoli imprenditori turistici che sostengono famiglie». «Il nostro settore - spiega Ingenito - rappresenta un significativo perno dell’economia turistica». I b&b in città, lo ricordiamo, sono poco più di trecento, per complessivi milleduecento posti letto. Poi ci sono gli appartamenti-vacanze e gli affittacamere. «Diffideremo senza ulteriore indugio - scrive infine il rappresentante dei titolari dei bed&breakfast - chi, tra gli enti e le istituzioni turistiche, si esprime usando le nostre strutture ricettive per esaltare le proprie attività politiche, ma nulla avvia per un reale, concreto sostegno e sviluppo». Ma ritorniamo a quel trenta per cento di presenze in meno registrate nel 2008 rispetto all’anno precedente. Secondo il rappresentante dei titolari di b&b è un dato assolutamente attendibile. «Monitoriamo le presenze con attenzione. Peraltro i nostri soci ci forniscono le presenze in tempo reale». A causa della crisi alcuni titolari sarebbero stati addirittura costretti a cedere la propria attività. Quella di Paolo Coppola, titolare di «Week end a Napoli» di via Enrico Alvino, è invece una voce fuori dal coro. «Nel 2008 è andata addirittura meglio dell’anno precedente» rivela. E aggiunge subito: «So di andare contro corrente. So che la maggior parte dei colleghi ha registrato flessioni notevoli nelle presenze. Ma evidentemente è stato premiato il mio entusiasmo nell’offrire ospitalità in una family house nella quale ho investito molto».

PIETRO TRECCAGNOLI sul quotidiano "Il Mattino"
«Napoli punto a capo» è un’associazione che raccoglie imprenditori, commercianti, artigiani, manager e docenti. Una fetta della cosiddetta società civile. Il portavoce è Sergio Fedele, piccolo imprenditore, già presidente dell’Api ed ex vicepresidente dell’Unione industriali di Napoli. Da tempo è tignosamente impegnato a fare le pulci alle politiche regionali per il turismo. Proposte, proteste, comunicati e post sul sito web dell’associazione e sul blog dell’assessore Claudio Velardi. Fedele vorrebbe cavarsela con una battuta dagli «Intoccabili»: «Solo chiacchiere e distintivo», ma non ci mette nulla a tirare fuori il suo cahier de doléances. A Napoli gli operatori del turismo, da quello a cinque stelle ai bed&breakfast, stanno alzando bandiera bianca. «Anche perché ci sono state campagne di promozione sbagliate e intempestive». Che voi avete sempre bacchettato. Senza risultati. Come mai? «Perché si invoca sempre la partecipazione della società civile, ma poi nei suoi confronti c’è l’assoluta indifferenza. Tutto quello che si dice non viene mai preso in considerazione». Faccia qualche esempio. «Abbiamo criticato campagne come “Monnezza, a chi?” e quella per invitare un amico a Napoli. Erano intempestive, fatte quando la città soffocava ancora per l’immondizia in strada. Bassolino invitò Prodi che rispose: no, grazie. Noi invece abbiamo presentato un dossier con il quale s’invitava a puntare sul recupero di una vivibilità ordinaria». Che farebbe piacere pure ai napoletani. «Esatto. Quando in città non c’è un minimo di accoglienza come si fa a portare i turisti? I coraggiosi che vengono ne ricavano un’impressione pessima e non tornano più. È solo pubblicità negativa». Ma perché non siete ascoltati? «Con questa amministrazione non c’è diritto di critica. Chi lo fa viene escluso. Prima dell’estate scorsa proponemmo l’incontro Velardi-Brambilla per creare un coordinamento per la stagione turistica». Fu varata la cabina di regia. «È vero. Abbiamo chiesto che cosa ha prodotto e non abbiamo avuto ancora una risposta. In compenso Velardi è quotidianamente impegnato sui giornali a parlare di politica e di argomenti lontani dal suo ruolo di assessore al turismo». Be’, non può chiudersi in una riserva indiana. «Ma almeno risolvesse qualcosa. La verità è che in ballo ci sono un po’ di investimenti come quelli previsti da due delibere rispettivamente di 12,5 e di 3,5 milioni di euro per due bandi che giudichiamo anomali». In che senso? «Il primo, quello da 12,5 milioni, riguarda la campagna di comunicazione turistica in Campania. L’incarico sarà assegnato con una procedura discrezionale. Non vincerà chi avrà proposto il prezzo più basso, ma chi sarà scelto da una commissione». Velardi sul suo blog dà però ampie rassicurazioni sui rischi della discrezionalità. «Con l’inchiesta giudiziaria in corso a Napoli è una procedura che fa nascere sospetti di clientelismo. È, come minimo, inopportuna». E l’altro bando? «Riguarda la realizzazione di un sito web. Ma già si conosce il vincitore. Senza una gara. Lo realizzerà “Campania digitale”, una società interna alla Regione. Se la suonano e se la cantano. È puro assistenzialismo che danneggia il settore privato».
 
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#8
La parola d’ordine è far prevalere le destinazioni turistiche. Ovvero luoghi e itinerari senza puntare più sul brand «Campania». «Non ha la stessa riconoscibilità all’estero di Toscana o Sicilia. Inutile puntarci, meglio invece giocare le nostre carte su ”marchi” più conosciuti. Come Napoli, Capri, ad esempio. D’Altronde un turista, per fare un esempio, sceglie Parigi e non certo la regione di Île-de-France in quanto tale», spiega il presidente dell’Ept di Napoli, Dario Scalabrini, a un mese dalla Bit, la borsa internazionale del turismo di Milano che si svolgerà dal 19 al 22 febbraio. E aggiunge: «Il richiamo negli stand sarà sui luoghi e non sulla Campania». Un appuntamento importante con cui si conta di fronteggiare la crisi del comparto turistico che si protrae da mesi. «Per evitare sprechi, la nostra regione - continua il numero uno dell’Ept - occuperà un unico spazio di mille metri quadri dove saranno rappresentate tutte le province. E, a sua volta, nello spazio di ogni provincia ci saranno tutti gli enti istituzionali». Eppure diversi operatori turistici polemizzano perché a loro dire non sarebbero stati coinvolti per la trasferta lombarda. «Accuse sterili - continua - perché c’era un bando pubblico sui giornali per sollecitare adesioni e chi ha risposto è stato invitato. Se poi alcuni di loro non leggono non è colpa mia». Ma può la kermesse essere un’occasione di riscossa? «L’evento di Milano dà visibilità ma dargli eccessiva importanza nel 2009 - spiega - è sbagliato. Il turista è cambiato: s’informa pochi giorni prima di partire e lo fa attraverso internet. E, quindi, gli operatori devono essere capaci di modificare i pacchetti durante l’anno se vogliono intercettare la domanda. Per questo penso sia sbagliato continuare a chiedere in continuazione eventi per Natale o Capodanno prossimi. E, infatti, a Milano proporremo solo i sei viaggi presentati a dicembre». Intanto sembra profilarsi una schiarita rispetto alla chiusura dell’infopoint turistico presso l’aeroporto di Capodichino: domani c’è un incontro tra l’ad di Gesac Mauro Pollio, Scalabrini appunto, e l’assessore regionale Claudio Velardi. «Ci chiedevano 250mila euro. Troppo» ha spiegato, due giorni fa, proprio Scalabrini. Una ricostruzione che non piace al presidente e ad della società che gestisce lo scalo. «Sono state dette cose inesatte. Noi vogliamo solo - spiega Pollio - che l’infopoint sia gestito meglio. E quindi personale preparato e che lavori non solo sino alle 17. E ai vertici regionali non è stata mai chiesta una somma del genere». Ma quale sarebbe la cifra? «Non saprei dire con certezza ma sicuramente inferiore a quella trapelata». E la chiusura a fine mese dello sportello «City Sightseeing»? «Nessun ultimatum - conclude Pollio - ma solo un’ipotesi di riunire in uno spazio unico questi sportelli informativi. Per un servizio migliore e per uniformarci agli standard degli scali internazionali». ad. pa.

«Il vero problema è che continua ad esserci una visione troppo napoletanocentrica nelle strategie turistiche della Regione. E le altre realtà sono dimenticate». Lorenzo Cinque è il presidente di Federturismo Salerno nonché imprenditore alberghiero della costiera amalfitana. «Pensavamo - spiega - che con l’arrivo dell’assessore Velardi la musica cambiasse ma, purtroppo, non è stato così». Presidente, qual è il problema? La solita polemica campanilistica? «Non scherziamo, il problema è serio e dura da troppo tempo. A cominciare dall’inizio di questa crisi». Ci spieghi. «Prenda l’emergenza rifiuti. Il problema era anzitutto napoletano eppure la pubblicità negativa continua a perseguitare anche la nostra zona. Questo anche se, sin dall’inizio, ci siamo rimboccati le maniche e a costi di enormi sacrifici, economici prima di tutto, abbiamo risolto la situazione. Ma al danno si aggiunge anche la beffa». Ovvero? «Non solo non viene fatta una programmazione con anticipo ma addirittura noi, come realtà territoriale provinciale, ne veniamo tagliati fuori. Nessun invito, comunicazione o convocazione, per la Bit di Milano come gli altri anni. Solo l’Ept di Salerno ci ha chiamato per la fiera di Monaco. Ma non mi meraviglia: nei sei percorsi elaborati dall’assessorato di Velardi c’è solo un accenno al Cilento. E basta». Accuse a parte, quali sono i dati della crisi in costiera amalfitana che dovrebbe essere un luogo di richiamo importante? «Nel 2008 abbiamo perso il 7-8% in altissima stagione, il 15 in quella intermedia e un crollo dell’80% per quella invernale. E le strutture sono state costrette a ridurre del 20% i posti di lavoro. E non parlo degli stagionali ma dei lavoratori con contratto a tempo indeterminato. Per questo da mesi avevamo chiesto un incontro comune con l’assessorato regionali al turismo e quello ai trasporti». Perché? «Chiedevamo una migliore organizzazione delle vie del mare. Perché un turista arriva qui e se vuole andare a Napoli deve prendere un traghetto alle 10, l’unico, e tornarsene con un altro, sempre l’unico, alle 14. Fantastico: uno arriva a Napoli, può restarci appena un’ora, un’ora e mezza, e poi deve tornarsene indietro. Mi spiegate che senso ha?». Poi c’è il problema dell’aeroporto. «Inutile parlarne. Molti vettori per ridurre i costi hanno tagliato i voli su Napoli e lo scalo di Salerno ha funzionato solo pochi mesi prima di chiudere i battenti. E i tour operator vireranno verso la Grecia, la Spagna». ad. pa.
 
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#9
ADOLFO PAPPALARDO Lasciata alle spalle l’emergenza rifiuti, sul tavolo della Brambilla arrivano le proteste. Quelle degli albergatori della Campania che si sentono abbandonati (e sono costretti a licenziare) e quelle degli imprenditori tuttora convinti che il turismo sia un volàno di sviluppo se, però, s’investe sulla programmazione. Almeno a medio termine. Per questo al sottosegretario con delega al Turismo rilanciano un grido d’allarme: «Non ci sono grandi eventi all’altezza del prestigio della Campania». Senza contare, ancora, le proteste dei dipendenti dei musei che si sono visti tagliare gli straordinari. «Risolveremo il problema», dice Michela Vittoria Brambilla che, nel frattempo, striglia Comune e Regione che si distinguono per «risposte evasive» e «opacità di comportamenti». L’emergenza rifiuti è ormai archiviata, eppure, nonostante a Napoli vi siano prezzi più bassi rispetto al resto d’Italia, gli alberghi sono drammaticamente vuoti. «Non si poteva certo pensare che gli effetti prodotti a Napoli, come in tutta la Campania, dal problema dei rifiuti potessero essere assorbiti in pochi mesi. Si è trattato di un’immagine devastante soprattutto sotto il profilo turistico che, per un lungo arco di tempo, ha fatto il giro del mondo facendo addirittura da vetrina sulle tv e sulle copertine dei più autorevoli magazine internazionali, i cui effetti negativi per l’incoming turistico sono stati scontati dall’Italia intera. E vi sarebbero state conseguenze peggiori e ancora più difficili da rimuovere se, dal momento del suo insediamento, questo governo non fosse intervenuto, invece, con estrema decisione, facendo leva su poteri e strumenti straordinari, per risolvere finalmente questa drammatica situazione. Questo per dire che la ricostruzione di un’immagine così screditata non si può fare dall’oggi al domani. Voglio comunque sottolineare che il presidente del Consiglio sta operando perché i tempi e i modi di questa ricostruzione possano essere i più brevi possibili». Albergatori, ristoratori e commercianti in questi giorni hanno tuonato contro l’assenza di una politica turistica di Regione e Comune : servizi inadeguati, pochi eventi. Chiedono un intervento del governo centrale. «Ecco il punto: il governo centrale può proporre e poi anche sollecitare, in ogni modo, interventi come quelli che lei ha sommariamente indicato, che però, secondo le competenze attribuite dal nostro assetto costituzionale, rientrano nella ristretta sfera di competenza delle amministrazioni locali. Ovvero, in primo luogo, il Comune di Napoli, la Regione e poi anche le autorità portuali. Ma, da tutti questi versanti, sono, fino ad ora, arrivate per questi problemi risposte o molto parziali o addirittura elusive, come se fossero altre le priorità oggi per il rilancio dell’economia campana. Il ciclone giudiziario che da tempo imperversa su Napoli e su questa Regione ha poi fatto il resto». Prima dell’estate un suo pressing è stato decisivo per aprire un infopoint turistico presso l’aeroporto di Napoli. È a conoscenza che è stato chiuso perché l’Ept e l’assessorato regionale non hanno firmato la convenzione? «L’infopoint – tre dipendenti a tempo determinato e qualche metro di spazio all’interno dell’aerostazione- ha funzionato per qualche tempo ma poi, scaduti il 31 dicembre i contratti, è nata, per quel che mi risulta, una disputa tra la Gesac, la società che gestisce l’aeroporto, l’Ept e la Regione sul costo di questo servizio. Da altre parti questo sarebbe stato forse un problema di lana caprina da risolvere agevolmente intorno ad un tavolo. Qui, invece - e non voglio entrare nel merito di chi abbia maggiormente contribuito a determinare questa situazione di stallo - non si è riusciti fino ad ora a trovare un soddisfacente accordo. Così il turista che arriva a Capodichino non ha nemmeno uno sportello a cui chiedere informazioni. Pare assurdo ma è così. Ho saputo però che l’assessore Velardi ha annunciato la sua riapertura a breve. Confido che ciò avvenga». Mesi fa fu varato il progetto di una cabina di regia ad hoc: a che punto è? «Questa cabina di regia, che nasce da un protocollo d’intesa firmato tra il mio dipartimento e l’assessorato al turismo della Regione Campania il 21 luglio scorso, ha intensamente lavorato, in questi mesi, per definire una strategia che servisse ad implementare tutta quella rete di iniziative che sono necessarie per il rilancio della promozione turistica. Ed intendo parlare, appunto, di infopoint da realizzare anche nell’area portuale che oggi è il terminale di un importante flusso crocieristico, e poi, di un potenziamento dei servizi come quelli, ad esempio, per la sicurezza dei musei, per non parlare anche della creazione di grandi eventi che, per la ricostruzione dell’immagine di Napoli, possano essere di grande efficacia. Ma devo dire che i risultati di questo intenso lavoro di programmazione devono ancora raggiungere il livello che ricerchiamo. Insomma, alla straordinarietà di quella che io considero, per quanto riguarda il turismo, una reale emergenza, ha corrisposto un’opacità di iniziativa da parte delle amministrazioni locali che evidentemente, come ho già detto prima, erano costrette a fronteggiare ben altre priorità, soprattutto di carattere giudiziario. Tanto che mi chiedo se non sia il caso di far fronte appunto a questa straordinaria emergenza ricorrendo ad altri strumenti come, del resto, si è fatto per risolvere il problema dei rifiuti». A Milano e Roma i flussi fanno registrare dati abbastanza incoraggianti mentre in Campania, anche siti come gli scavi di Ercolano, di Pompei e addirittura la grotta Azzurra di Capri, fanno registrare per il 2008 una flessione di visitatori pari al 15%. «L’osservatorio che fa capo al mio dipartimento sta facendo un attento screening di quelli che sono stati i risultati della stagione turistica del 2008. È evidente, come ho detto prima, che il problema dei rifiuti - che, è bene ricordarlo, è stato solo ora dal governo risolto - ha screditato l’immagine di Napoli a 360 gradi. Ma ora dobbiamo attivarci perché il 2009, nonostante la crisi economica che è, nel frattempo, esplosa sui mercati internazionali, possa migliorare la situazione. Ed anche il governo non starà certo con le mani in mano». L’assessorato regionale al turismo investirà, attraverso due bandi, 12,5 e 3,5 milioni di euro per una campagna di promozione e un sito web sul turismo. Pensa che queste risorse debbano essere dirottate su misure più incisive per risollevare le sorti del comparto? «Per verificare la reale efficacia di queste iniziative bisognerà studiarle nei minimi dettagli ed anche il mio dipartimento intende attivarsi in tal senso. Certamente una campagna promozionale che mostri la Campania ripulita dai rifiuti è necessaria; è anche per raggiungere questo obiettivo che l’Enit sta lavorando con tenacia. Poi vi è anche la necessità di programmare Grandi Eventi sul territorio che possano avere ricadute sostanziali sui flussi turistici a più lungo termine. Occorre però che siano strutturati, in modo da implementare anche tutto il corredo di servizi a loro supporto. Sarà forse un’affermazione fin troppo abusata ma è solo attraverso una programmazione di sistema che l’utilizzo di queste risorse può costruire binari di vero sviluppo». E come uscire da questa crisi che costringerà gli imprenditori alberghieri a licenziare per il 2009 il 20% dei dipendenti? «Faremo di tutto per impedire che questo risultato possa realmente concretizzarsi. E, a questo scopo, stiamo già programmando una serie di iniziative concertate con le categorie di impresa che operano nel turismo. E mi auguro che anche le amministrazioni locali si attivino. Vista la congiuntura economica in corso, non c’è nemmeno un minuto da perdere. E, su questo fronte come sugli altri, mi preme ribadire la massima attenzione da parte del governo».
 
#10
Editoriale di Paolo Russo su IlMattino.it
Gennaio 2008, un anno fa. Su due giornali britannici, The Independent e il Financial Times, c’è la Campania in copertina. Roghi dei rifiuti accanto agli scavi di Pompei. L’allarme diossina. La mozzarella contaminata. Le immagini fanno il giro del mondo sulla Cnn. Contraltare i numeri del tracollo turismo. Perdono tutti: Napoli, le isole, le due costiere, le aree archeologiche. Mai così in basso, milioni di euro perduti, il marchio doc della Campania sfregiato. Arriva l’inchiesta Mastella. Il governo cade e cadono anche due assessori della giunta Bassolino, mentre altri tre si dimettono per candidarsi alle politiche. Il governatore coglie l’attimo, ne cambia cinque: Velardi va al posto di De Masi. Nomi nuovi per far partire la «fase due», stop and go, per rilanciare nel mondo l’immagine della città e della regione. Gennaio 2009, oggi. Un milione e mezzo di tonnellate di rifiuti è sparito dalle strade della Campania. Il premier Berlusconi è venuto già dodici volte a Napoli, la prossima entro la fine del mese. Le inchieste hanno travolto il Comune e il sindaco Iervolino, che tra registratori accesi e schermaglie di partito, ha appena cambiato undici assessori per arrivare a oggi, quando riaprendo le porte del consiglio comunale dopo quasi due mesi, scoprirà se i numeri e i nomi scelti tengono in piedi la sua giunta. Sullo sfondo, la «fase due» incompiuta. Quella che con le strade ripulite poteva rimettere in moto il turismo campano. Che poteva almeno invertire la tendenza e che invece lascia sul terreno le cifre choc delle festività natalizie e soprattutto due settimane di proteste da parte di tutti, proprio tutti i protagonisti in prima linea del settore: dalle guide al personale dei musei, dagli albergatori e dai ristoratori agli agenti di viaggio, dagli operatori delle isole a quelli delle costiere sorrentina e amalfitana.

Un anno senza svolta. Senza rifiuti negli ultimi quattro mesi, ma anche senza eventi, senza scatti di comunicazione. Con tanti progetti annunciati e poche idee. Con Regione, Comune e Provincia impegnati a rincorrersi su altri terreni, quasi che - come ha detto il sottosegretario Michela Brambilla ieri nell’intervista al Mattino - fossero altre le priorità oggi per il rilancio dell’economia campana. Con risposte alle iniziative del governo - ha aggiunto - spesso parziali o addirittura elusive. Altre priorità insomma, come se il problema del turismo meritasse elaborazione piuttosto che concretezza. Gli slanci di comunicazione, si limitano alla progettualità per il 2009 (sei viaggi e altrettanti itinerari low cost), agli spot per cancellare il binomio Campania-rifiuti («Monnezza a chi?»), al refrain «Che c’importa del mondo» lanciato sulle tv. Tanto sforzo comunicativo spesso non riuscito, poca sostanza a giudicare dai risultati e dalle riflessioni degli operatori del settore. I musei che tengono nonostante le difficoltà legate allo straordinario del personale, ma alberghi drammaticamente in rosso. Campania solo «mordi e fuggi» ma intanto spariscono numeri importanti alla voce «presenze» nelle statistiche. Nessuna svolta e soprattutto «servizi inadeguati e pochi eventi in grado di ribaltare l’andamento lento del movimento turistico a Napoli e in Campania, territorio dove solo i rifiuti (che non ci sono più) possono tenere socchiuso il forziere di tesori dell’arte, della storia e dell’ambiente della regione. È stata purtroppo una triste conta dei danni. «Dati sconfortanti, male anche i bed & breakfast», hanno spiegato gli albergatori. «Spariti gli stranieri», hanno aggiunto i ristoratori. «Un flop i pacchetti», hanno rincarato la dose i commercianti. Un flop come la «fase due» annunciata da Bassolino un anno fa. Non resta che sperare in una fase nuova, con altre facce e altre idee, per offrire la Campania nel modo giusto.
 
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#12
Due notizie al volo dal quotidiano "Il Mattino":

Dall’11 al 15 marzo, a Berlino, si terrà La fiera ITB dei prodotti turistici. La Regione Campania, in collaborazione con le Province, intende promuovere il prodotto campano mediante un proprio stand conformemente alle indicazioni di politiche turistiche della programmazione regionale. I comparti interessati dalla promozione sono, per il territorio locale, quelli del turismo culturale e del turismo termale. Gli interessati alla presenza nello stand regionale dovranno presentare entro il prossimo 2 febbraio una apposita richiesta all’Ept di Napoli, che è stato delegato a curare l’organizzazione dell’evento, in piazza dei Martiri, n. 58 (tel. 0814107211; fax 081401961)

CLAUDIA CANNAVACCIUOLO Ercolano. Operatori del turismo e istituzioni a confronto per promuovere il territorio. Al Museo archeologico virtuale si è discusso a lungo delle strategie da applicare per un rilancio economico della fascia vesuviana. Decine di operatori del settore, ristoratori e gestori di attività di ricezione turistica si sono incontrati ieri per conoscere quelle che sono le novità promosse dalla Tess costa del Vesuvio e dalla Provincia, rappresentata dall’assessore al turismo Giovanna Martano, per oltrepassare i confini locali e proiettarsi nel panorama internazionale. Gli operatori che hanno aderito al programma, potranno così seguire le fiere di Madrid, Parigi, Milano e Napoli, proponendo pacchetti turistici e servizi direttamente nei maggiori saloni del turismo europei. Ed Ercolano accoglie a pieno titolo il progetto «Viaggio alla scoperta del Vesuvio» proprio per sottolineare il ruolo centrale della città degli Scavi nell’iniziativa. Non a caso alla fiera di Madrid sarà dedicata una serata di gala proprio alla nostra città, anticipa Nino Daniele, sindaco di Ercolano. Presente alla conferenza Leopoldo Spedaliere direttore della Tess: «Il mio compito è promuovere le eccellenze della costa del Vesuvio – spiega – l’area vesuviana ha delle potenzialità che meritano di essere promosse al meglio. Diversi sono i turismi possibili, da quello archeologico culturale, a quello produttivo passando da quello scientifico». Ed anche la città del corallo tiene a precisare l’interesse al progetto. Spiega Antonio Borriello, portavoce del sindaco di Torre del Greco: «Villa Sora può integrarsi nel circuito di turismo archeologico, rappresentando una tappa importante nell’itinerario turistico vesuviano». Creare dunque, un legame tra i territori per un percorso turistico che possa abbracciare tutti i comuni alle falde del Vesuvio.
 
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#13
http://sfoglia.ilmattino.it/mattino/view.php?data=20090122&ediz=BENEVENTO&npag=35&file=obj_2202.xml&type=STANDARD<br />
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LUCIA LAMARQUE La crisi turistica che ha accusato l’Italia non ha risparmiato il Sannio. I dati relativi agli arrivi ed alle presenze riferiti al periodo gennaio-novembre 2008 registrano un decremento, rispetto allo stesso periodo del 2007, del -3,10% sulle presenze e del -1,80% sugli arrivi. Lo stesso decremento è relativo alle presenze negli alberghi dell’intera provincia sannita mentre cresce, ed in modo consistente rispetto ai dati medi, la presenza nella strutture della micro ricettività (agriturismi e bed & breakfast). I dati sono stati forniti dall’amministratore dell’Ente provinciale per il turismo di Benevento Gino D’Anna in sede di bilancio. Molte le iniziative che hanno visto l’Ept sannita schierato in prima linea ma è anche vero che «Il Sannio ha risentito della crisi del turismo a livello nazionale – ha sottolineato D’Anna - ed ha pagato con gli altri centri della Campania il prezzo delle difficoltà e dei problemi vissuti da Napoli». Tra le attività svolte nel 2008 D’Anna si è soffermato in particolare sul progetto ”Le passeggiate nella storia”, progetto teso a favorire un processo di incoming di prossimità che ha riscosso un notevole successo e che sarà riproposto da questa primavera non solo a Benevento ma anche in altri centro caratterizzati per le eccellenze storico-artistiche-ambientali. Con la nascita della scuola del gusto di Torrecuso, l’organizzazione di sette education e la promozione di prodotti enogastronomici sanniti, l’Ept ha promosso anche l’iniziativa ”Weekend a Benevento” proponendo tariffe agevolate per il soggiorno nel capoluogo sannita. Per il 2009 oltre a puntare sulle presenze nelle borse del turismo l’Ept sta procedendo, come ha riferito D’Anna, all’individuazione e alla promozione di quattro sistemi turistici locali: Fortore-Alto Tammaro, Titerno-Valle Telesina, Benevento e colline beneventane compreso Pietrelcina e Taburno-Camposauro. Tra i progetti da realizzare ”Teatri d’autore-Festival del musical” che, se finanziato, si svolgerà nel mese di dicembre, la realizzazione di una carta geografica provinciale dei castelli esistenti nella provincia beneventana e il ruolo di città pilota per il progetto, proposto dalla società napoletana ”Natakapa”(che opera nel campo della formazione scolastica e professionale) per una visita guidata a Benevento di duemila studenti con un gioco didattico, unico in Italia, che avrà come protagonista il chiostro di S. Sofia. «A partire dal mese di marzo – ha concluso D’Anna - l’Ept collaborerà attivamente con la Regione Campania per la realizzazione di concrete azioni di promozione per la conoscenza delle aree interne della Campania tese a valorizzare le eccellenze enogastronomiche».
 
#14
Turismo, la difesa di Velardi: «Sui fondi sto con Tremonti»
Scritto da Adolfo Pappalardo da il Mattino, 24-01-2009 01:37

Convocazione degli operatori turistici dopo il cahiers de doléances fatto nei giorni scorsi sulle pagine del Mattino.
Dall’altra parte del tavolo l’assessore regionale al Turismo Claudio Velardi che ascolta, prende appunti, difende le sue scelte («troppi debiti e artifizi finanziari nei bilanci, per questo ho chiuso le aziende di Soggiorno») e rilancia: «Per il 2009 vareremo un pacchetto anticrisi del valore di 55 milioni». Non solo perché Velardi si dice d’accordo con il ministro Tremonti per l’utilizzo del fondo Fse: «Un errore alzare le barricate perché solo così quelle risorse si possono dirottare verso le imprese senza incorrere negli alt della Ue». Albergatori, tour operator e agenti di viaggio insistono sulla mancanza di programmazione per i mesi a venire. Dicono di non poter lavorare così. «Andassero a vedere i siti delle altre città, anche europee: al massimo, appuntamenti sino alla prossima primavera. Gli eventi, come vengono intesi qui a Napoli, sono stati il massimo della spesa clientelare e, per giunta, non avevano nessun peso sulla promozione turistica. Comunque alla Bit porteremo un circuito di 80 festival che, per la prima volta, non si accavallano, e presenteremo le mostre sino al 2010. Parliamo di Alighiero Boetti e Francesco Clemente al Madre mentre all’Archeologico sono previsti due eventi: 450 affreschi restaurati provenienti da Pompei e l’intera collezione Farnese. Mentre in autunno Palazzo Reale ospiterà una mostra su Modigliani e una sui manifesti futuristi curata da Achille Bonito Oliva. E nella primavera del 2010 una mostra sugli Impressionisti. Basta come programmazione? A me sembra di sì». Eppure basterebbe anche poco: vogliamo parlare dell'infopoint a Capodichino aperto tra squilli di trombe e chiuso dopo 6 mesi? «È stato migliorato e riapre il 30: chiuderà non più alle 17 ma solo quando sarà atterrato l’ultimo volo». Il sottosegretario Michela Brambilla è stata dura con lei: risposte parziali o elusive per il rilancio del turismo. Come se non fosse una priorità. «Lo è invece e il dibattito acceso sul vostro quotidiano fa capire che finalmente ci si rende conto come il settore sia strategico per il rilancio dell’intera economia e non solo di un settore. Anche la Regione sta iniziando a muoversi in maniera mirata ma occorre dire anche che la crisi napoletana è seria ma non dipende più dall’emergenza rifiuti. È in linea con le altre città: in questi giorni Roma o Venezia piangono lacrime amare». Sarà vero ma qui una camera costa meno che altrove. Minori introiti che diventano tagli al personale. «Non deve essere più così. Per questo mercoledì ho un incontro al ministero dell’Economia per aprire alla proposta Tremonti di utilizzare il fondo sociale europeo delle Regioni. Dico: queste risorse siano utilizzate di concerto con il governo e la Ue. Il mio assessorato ha a disposizione 50 milioni di euro e si può fare molto per alleviare le sofferenze delle imprese turistiche». Del tipo? «Incentivi a compagnie low cost per aumentare le rotte sulla Campania». Già fatto. Senza gran risultati, però. «Sì ma mai nessuno ha certificato i turisti arrivati, nessuno ha mai operato un controllo. Se si parte i soldi arriveranno solo a consuntivo e così sarà anche per i bandi per i tour operator europei: prendi gli incentivi dopo che sono stati verificati i risultati. Con il fondo Fse, comunque, contiamo di aiutare le imprese a mantenere i livelli occupazionali. Per il turista, invece, se prenota on-line avrà un voucher, da spendere nel settore ricettivo. In questo modo gli imprenditori non saranno costretti a inseguire prezzi bassi come accade oggi». Un programma che necessita ancora un ok. Torniamo alle scelte già fatte e contestate: la chiusura delle aziende di Soggiorno e la Bit. «Parliamo chiaro: il 2009 sarà un anno duro e così sono pronti 55 milioni per un pacchetto anticrisi. Dico pure che a breve avremo una legge sul turismo che rimette la materia nelle mani degli imprenditori riuniti in consorzi, un osservatorio con dati uniformi tra tutti gli attori del comparto e tra due settimane firmeremo un accordo con Bondi per trasferire alla regione la gestione della certosa di Padula, Capri e delle aree di Cuma e Bacoli». Dimentica le aziende di soggiorno e la Bit. «Abbiamo fatto bene a chiuderle: bilanci sballati ed artifizi per far quadrare i conti. Ed infatti manca quasi un milione di euro. Sulla Bit, poi, c’è stata un’organizzazione esemplare: chi ha risposto ai bandi è stato convocato. Se poi qualche imprenditore non naviga su internet, beh, questo vuol dire vivere in un altro mondo».
 
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#15
http://corrieredelmezzogiorno.corri...t-gomorra-gabanelli-sbagli-150951001335.shtml

NAPOLI — Perché il turismo è in crisi nera? Perché il marchio Campania è difficilmente spendibile? Da oggi sappiamo che tra le cause del tracollo di un pezzo forte dell'economia nostrana c'è il film Gomorra. Ma anche trasmissioni televisive come Report, Le Iene, Striscia la Notizia, tg e stampa che indulgono sull' «emergenza spazzatura, sul clan dei Casalesi, sulle scorrettezze gestionali delle amministrazioni locali». Qualcuno le chiamerebbe diseconomie. Insomma Gomorra equivale alla mancanza di una rete autostradale decente. Report all'assenza di incentivi alle imprese. Questo (e molto altro) è quanto emerge da un'analisi di mercato, svolta dalla Jwt per la Regione Campania, che verrà presentata oggi al Centro direzionale dall'assessore al Turismo, Claudio Velardi. Viva la trasparenza. Certo. Velardi, ne ha fatto vessillo. Tant'è che in anticipo e a portata di click per tutti la ricerca è scaricabile dal suo sito. Ottantacinque pagine in cui si traccia un disegno dello stato di salute del settore, delle cause appunto del mancato decollo e si pone gli obiettivi di individuare le nuove tendenze e proporre le soluzioni. Ebbene per gli stranieri Napoli resta un luogo pittoresco e originale, anche se, si legge nella ricerca, parlano «dell'arretratezza economica della regione che si trasforma in declino dell'immagine e ai problemi di caos e sporcizia». Il vero nodo resta però il turismo italiano. E l'idea che gli italiani hanno della Campania. Pagina 56: «Le cause di questa immagine parzialmente negativa o profondamente ambivalente vanno individuate nell'attenzione reiterata da parte della stampa in relazione sia a fatti negativi specifici che ad un'immagine negativa nel suo complesso (e qui si citano Gomorra e Report, ndr); nella mancanza di una propaganda pubblicitaria altrettanto forte e persuasiva; nell'esperienza diretta che non è sempre positiva a causa delle criticità ambientali e della filiera turistica vissute in prima persona». E ancora: «Napoli è un potente catalizzatore di emozioni e immagini negative a causa della reputazione storica problematica ri-attualizzata dall'emergenza spazzatura. Si va affermando così un'immagine turistica stereotipata della Campania assimilabile a quella dei Paesi a rischio che neppure i viaggiatori europei del Gran Tour dell‘800 possedevano». Insomma Napoli dai due volti, gioia e dolore, crea «un grumo di sensazioni inquietanti che inquina le attese dei visitatori». Esempio? I profumi dei limoni di Sorrento o della pizza Margherita s'incrociano con le «preoccupazioni per le condizioni igieniche, espresse in particolare dai genitori di figli piccoli. S'insinuano i dubbi sulla salubrità degli alimenti tipici, dopo le notizie allarmanti legate all'emergenza spazzatura (ha fatto scalpore la puntata di Report sulla mozzarella alla diossina)». La ricerca regionale è una sorta di conferma ad un comune sentire nella politica campana. Basti ricordare la frase che la sindaca Rosa Russo Iervolino destinò a Gomorra: «Quel film distorce la realtà di Scampia». L'assessore Velardi, però, puntualizza: «Si tratta di una ricerca in cui non esistono giudizi di valore o politici. Non si danno colpe al sistema mediatico. Mi sembra, però, un dato di fatto che qualsiasi cosa si dica su Napoli sia in chiave negativa. Per invertire la tendenza dovremmo avere un flusso enorme di notizie positive ». Non la vede così l'autrice di Report, Milena Gabanelli. Che dice: «Si togliessero i rifiuti e non si buttassero soldi».

LA REPLICA DI MILENA GABANELLI
Soldi buttati per l'immagine e i rifiuti per strada
Il governatore dovrebbe riflettere. Una gestione delinquenziale del ciclo dei rifuti ha danneggiato un'intera regione. Forse pensava che i giornalisti non ne avrebbero parlato tanto. E infatti i giornalisti ne parlano solo quando c'è l'emergenza. Purtroppo da 10 anni l'emergenza c'è ogni 3 mesi. Può sponsorizzare tutte le campagne d'immagine che vuole, ma finché non spariranno i rifiuti e non cominceranno a bonificare, butterà solo via altri soldi e alla fine la sua stessa regione gli si rivolterà contro.

Simona Brandolini
30 gennaio 2009
 
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#16
http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=44358&sez=NAPOLI

«La Campania è per il turista coraggioso». È racchiusa in questa frase la morale di una ricerca sul turismo in Campania condotta da Jwt per la Regione e presentata oggi a Napoli dall'assessore al Turismo Claudio Velardi alla presenza di Matteo Marzotto, presidente dell'Enit e degli operatori del settore.<br />
Un'immagine, quella della Campania, penalizzata da una reputazione «pesantemente negativa» aggravata dal modo in cui i media si sono occupati delle questioni più scottanti: dall'emergenza rifiuti, alle notizie sul clan dei Casalesi, alle scorrettezza gestionali delle amministrazioni locali. Tra le cause citate dalla ricerca anche trasmissioni «come Le Iene, Report, Striscia la notizia» e, non ultimo, «il libro Gomorra con relativo film». Ecco cosa spiega il calo dei turisti in regione e il tracollo del settore. Un insieme di fattori che diventano una lente deformante per i turisti stessi che, si legge nel report, «incide sul ricordo e si trasforma in una barriera che inibisce il ritorno» dei turisti nel nostro territorio. E se da un lato la Campania evoca negli intervistati panorami mozzafiato, dall'altro rimanda a scenari di degrado ambientale: costruzioni abusive, rifiuti ingombranti e strade sporche. Le cause? Gli intervistati non sono certo morbidi nel fornire una spiegazione: disprezzo delle più semplici regole, atteggiamento di trascuratezza nei confronti della propria terra e «anticivismo». Il turismo in Campania è in crisi. La responsabilità anche dei media che raccontano tanti fatti negativi. È quanto emergerebbe da una analisi di mercato commissionata dall'assessorato al Turismo della Regione che viene presentata oggi.<br />
Uno studio che ha già suscitato polemiche. L'assessore regionale al Turismo Claudio Velardi precisa che dallo studio commissionato non emergono «giudizio di valore o politici. Non si danno colpe al sistema mediatico. Mi sembra però un dato di fatto che qualsiasi cosa si dica su Napoli sia in chiave negativa. Per invertire la tendenza dovremmo avere un flusso enorme di notizie positive».
 
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#17
<strong>Intervento di Claudio Velardi sul "Corriere del Mezzogiorno" del 1° Febbraio 2009</strong><br />
"Caro direttore, anche io — come Mirella Barracco e Giancristiano Desiderio — «non condivido quanto afferma Velardi a proposito delle colpe dei media» nella crisi del turismo. Dato che frequento il tizio in questione, ho chiesto direttamente a lui ragione di queste stupidaggini.<br />
Mi ha giurato di non averle mai pronunciate, e mi ha ricordato di aver ribadito, proprio ieri mattina: «La colpa della cattiva immagine di Napoli e della Campania sta nei cattivi fatti, non nella cattiva informazione». Poi mi ha chiesto se fossi un giornalista. Gli ho risposto di sì, anche se a volte non ne sono contento". <strong>Claudio Velardi, Assessore regionale al Turismo</strong><br />
<br />
<strong>Risponde il direttore Marco Demarco</strong>:<br />
«Volante 1 a volante 2», ricordate gli Squallor? Ora abbiamo Velardi 1 e Velardi 2. Il primo commissiona un'analisi di mercato secondo cui le cause dell'immagine negativa di Napoli e della Campania sono da ricercare nelle campagne mediatiche; il secondo polemizza con chi gli attribuisce tale semplificazione. Urge una reductio ad unum.<br />
<br />
<em>Nota di Marco Bottigliero:<br />
Mi permetto di aggiungere che, nel blog di Claudio Velardi, troverete alcuni documenti presentati venerdì scorso all'incontro con gli operatori turistici.<br />
Questo il link diretto http://www.claudiovelardi.it/2009/01/29/sul-workshop-di-venerdi-30 </em>
 
#18
Da Il Mattino.it

LAURA CESARANO Le nuove regole per la classificazione degli alberghi erano attese da anni. Ma arrivano proprio quando la crisi rende più difficile affrontare investimenti per adeguare le strutture: con i criteri che passano da regionali a nazionali, qualcuno potrebbe correre il rischio di perdere per strada una stella. Il decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale fissa i requisiti necessari per ciascuna categoria. Qualche esempio: un 5 stelle non può non garantire la reception aperta 24 ore su 24, né può avere camere doppie di dimensioni inferiori ai 16 metri quadri. Le regole strutturali valgono per gli hotel di nuova costruzione e per quelli sottoposti a restyling totale. Per tutti gli altri le indicazioni riguardano esclusivamente i servizi: tra i nuovi requisiti obbligatori l’accappatoio in camera per i 4 stelle. Complessivamente, la novità piace agli addetti ai lavori. Ma con qualche distinguo. Per Costanzo Iaccarino, numero uno di Federalberghi Campania «è bene uniformare i criteri di classificazione. La legge, però, è stata concepita in un momento in cui non si doveva fare i conti con la crisi». Il riferimento va a quelle variazioni nell’offerta dei servizi che possono comportare maggiori costi per chi lavora nel campo dell’accoglienza, che si sommano ai maggiori oneri che in generale gravano sugli operatori italiani. «Se pensiamo - spiega infatti Iaccarino - che in Italia per il comparto l’Iva è del 10 per cento, mentre in Francia è del 7 e in Spagna è del 5, si vede bene che le differenze ci sono. Per non parlare della tassazione sulle società. Infine, c’è l’alto costo della manodopera, dovuto non ai compensi dei lavoratori ma all’elevato livello di contribuzione. Tutto questo diventa ancora più gravoso se andiamo a confrontarci con Paesi del Mediterraneo come Egitto, Tunisia, Marocco». Pur partendo da una situazione di svantaggio, «ben venga - conclude Iaccarino - la possibilità di avere regole certe per tutti. Purché si riveda anche la politica delle strutture extralberghiere». Più regole certe ma per tutti, in un momento di preoccupazioni: le previsioni per la prossima primavera sono ancora in ribasso del 10-15 per cento. Positivo, con i se e con i ma, anche il giudizio di Teresa Naldi, presidente della sezione Turismo dell’Unione industriali di Napoli. «È molto importante - spiega - poter finalmente offrire al cliente un prodotto unico. Ancora più importante è che il rispetto delle nuove regole sia oggetto di controlli, come è ormai imprescindibile che si eseguano verifiche serie per i bed and breakfast. In Italia sulla classificazione c’è tale confusione che può succedere che un quattro stelle di Cattolica non ne valga due a Napoli». Sì alle nuove regole, dunque, ma anche in questo caso con qualche correttivo: «Penso - conclude Naldi - per esempio a un termine entro il quale tutti gli hotel siano tenuti ad adeguarsi ai requisiti strutturali. Altrimenti sarà comunque il caos».

Ulteriori informazioni qui http://www.claudiovelardi.it/2009/0...ri-nazionali-per-l’assegnazione-delle-stelle/
 
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#19
Dal quotidiano "Il Mattino"

Sorrento. Un tavolo di confronto con le categorie produttive e le amministrazioni comunali del comprensorio per una strategia condivisa finalizzata a rilanciare il settore agricolo e consolidare quello del turismo. È l’obiettivo dell’incontro pubblico sul tema «Ambiente e Turismo: salviamo gli agrumeti sorrentini», indetto dal Centro studi e ricerche Francis Marjon Crawford e dal Lions club international della penisola sorrentina in programma venerdì alle 17 all’Azienda di Soggiorno e Turismo. «Con questa nostra iniziativa – spiega Antonino De Angelis, presidente del Centro Crawford - vogliamo aprire un confronto finalizzato a individuare anche con il contributo degli operatori culturali, le linee per una strategia condivisa capace di rianimare l’agricoltura sorrentina». All’incontro sono stati invitati tutti i sindaci della costiera da Vico Equense a Massa Lubrense, insieme agli assessori all’agricoltura e alle attività produttive. Previsto anche l’intervento dei responsabili delle associazioni degli albergatori, degli agricoltori e della industria di trasformazione (limoncello e affini) e della Fondazione Sorrento, presieduta dall’armatore sorrentino Gianluigi Aponte, l’istituzione fondata con lo scopo di valorizzare e diffondere l’immagine e la cultura del comprensorio. La trasformazione del territorio, che ha assunto ormai la connotazione di unico centro urbano, produce effetti negativi sia sulla vivibilità che sulla tenuta dell’economia. L’apertura di un tavolo di confronto tra le categorie economiche e produttive del turismo e dell’agricoltura con le amministrazioni comunali del comprensorio, secondo i promotori dell’iniziativa dovrebbe consentire di programmare le linee per una strategia condivisa capace di rianimare il settore agricolo e consolidare quello del turismo. Una stretta alleanza fra le due economie: quella del turismo (più forte) con quella agricola (nella sua parte ancora esistente), secondo i rappresentanti del Centro Crawford e del Lions club penisola sorrentina rappresenta l’unica condizione in grado di garantire anche la tenuta dell’ambiente. «È indispensabile - sottolinea Giacomo Aiello, presidente del Lions club penisola sorrentina - che gli operatori del turismo, settore trainante, assumano gli agrumeti come struttura complementare delle loro aziende, immettendola nel circuito turistico. Gli agrumeti devono diventare il “monumento” in più per elevare la qualità dell’offerta. Tutti i viaggiatori del diciannovesimo secolo e di gran parte di quello successivo sono stati attratti da quella immagine. Un valore paesaggistico e ambientale che ha contribuito a costruire il mito di Sorrento. Un’immagine e un mito che oggi rischiamo di perdere». a. s.
 
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#20
L’ultima volta lo ha detto inaugurando la Bit di Milano. "E' grave e imperdonabile che per oltre 20 anni le nostre istituzioni centrali non abbiano colto l'entità di questo settore: ma ora si sta cambiando rotta. Questo Governo ha intenzione di dare una svolta alle politiche turistiche, con un piano quadriennale, strategie mirate e studiate in collaborazione con tutti i rappresentanti del settore". Un ritornello che Michela Vittoria Brambilla non ha fatto che ripetere negli ultimi nove mesi ma che a quanto pare sembra sia rimasto solo un’intenzione a cui non è stato dato seguito. A distanza di un anno, infatti, l’Italia è ancora 28/a nella classifica mondiale dei Paesi più competitivi nel settore Viaggi e Turismo elaborata dal World Economic Forum (WEF); proprio come un anno fa. La classifica, che non è un voto sulla bellezza di ogni Paese ma si concentra sui fattori che rendono interessante sviluppare l'industria del viaggio e del turismo dei singoli paesi, boccia ancora una volta l’Italia mentre in soli 12 mesi la Francia è riuscita a risalire di sei posizioni passando dalla decima alla quarta. Segno che il miracolo, volendo, è possibile. Così, nonostante le reiterate promesse di riuscire a imprimere una svolta al settore turistico, in 9 mesi Michela Vittoria Brambilla non è riuscita nel suo scopo. E anzi il rapporto accusa il governo italiano di non considerare il settore Viaggi e Turismo prioritario (a questa voce l’Italia è al 107esimo posto su 133 paesi di tutto il mondo). Voti bassi anche alla voce Politiche e regolamentazioni, a causa delle fortissime restrizioni alla proprietà straniera e alle regole relative agli investimenti stranieri diretti. Insomma, c’è da rimboccarsi le maniche e lavorare seriamente invece che soffermarsi in chiacchiere e annunci vuoti di cui siamo purtroppo soggetti inconsapevoli e obbligati.

Stessa sorte la riceviamo dal team di tecnici e professionisti vari che la contornano in queste brillanti e mai produttive esternazioni (nota da statistiche WEF).

Resta la sconfortante considerazione che non è cambiato nulla dagli anni passati, sempre gli stessi annunci del tutto dire ma del poco fare; incessanti esternazioni del “ghe pensi mi”, ma se non ci pensano gli ottimi operatori italiani si rimane con le braghe in mano; ininterrotte riunioni tra associazioni, istituzioni, federazioni, tecnici, sindacati, esperti, politici, commissioni parlamentari e chi più ne ha più ne metta, per produrre cosa?

Infiniti viaggi di rappresentanza, Bit, manifestazioni, congressi all’estero, strette di mano, firme, congratulazioni, premi, nomine … fertili solo nelle spese.

Luciano Ardoino
Fonte: Travelnostop e http://tuttosbagliatotuttodarifare.blogspot.com/
 
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#21
PAOLA PEREZ su Il Mattino del 30 Marzo 2009

Camere d’albergo occupate al 60 per cento, secondo gli ultimi dati Ept, e c’è chi azzarda una previsione del 70-80 per cento nel periodo di Pasqua. Ma è ancora presto per parlare di ripresa. Tutte le carte per recuperare terreno nel mercato dell’accoglienza si giocano nel mese di aprile, e non a caso è proprio Napoli a ospitare - da venerdì 3 a domenica 5, Castel dell’Ovo - l’assemblea generale di Federalberghi sul tema «Turismo, come affrontare la crisi». Il presidente nazionale Bernabò Bocca, che un paio di mesi fa disegnava un quadro a tinte fosche («Per gli stranieri questa resterà sempre la città dell’immondizia»), si prepara ora a lanciare la sua proposta operativa. L’obiettivo primario è scongiurare il taglio dei posti di lavoro, approfittando della presenza in sala del sottosegretario al turismo Michela Vittoria Brambilla, del presidente Enit Matteo Marzotto e del segretario Cisl Raffaele Bonanni. All’appuntamento si arriverà con una bozza di strategia, ma anche con i numeri. Nei giorni scorsi è stato avviato un monitoraggio sugli occupati nel settore dell’accoglienza: 40mila in Campania, in gran parte alle dipendenze di piccole e medie imprese, quelle più esposte al rischio di dover ridurre il personale per rimanere a galla. «Da questo incontro ci aspettiamo una spinta in avanti - spiega Pasquale Gentile, presidente degli albergatori napoletani - i due anni passati bisogna dimenticarli, ripartire da zero. E non bisogna dimenticare che nella nostra regione l’industria turismo è un bacino occupazionale grande quanto l’industria automobilistica, e come questa va tutelata a tutti i livelli. Non posso azzardare percentuali sul taglio di personale che sarebbe necessario in assenza di interventi per il rilancio. Posso dire, però, che in una politica del risparmio si comincia sempre dal costo del lavoro, perché è quello che più incide nell’economia di un’azienda». Per Pasqua, aggiunge Gentile, la strategia vincente è puntare sui visitatori italiani, «perché questo é questo è il periodo che si dedica alle città d’arte», e sulle prenotazioni on line dell’ultimo minuto. Spazio alle comitive del bel paese, dunque: ma negli stessi giorni dell’assemblea Federalberghi si tiene anche un evento di respiro internazionale, la tredicesima edizione della Borsa mediterranea del turismo, nella Mostra d’Oltremare. Banco di prova, questo, per gettare l’amo il più lontano possibile e cercare di portare a casa nuove fette di mercato. In vetrina alberghi, agenzie, ristoranti, imprese di catering. Ci sarà un’«isola d’eccellenza» dedicata alle offerte di lusso, con collaborazione con l’Ente turismo di Cipro e della Cina; ci sarà un’area «Mark&Tech», per sviluppare le strategie di vendita on line. Tutti gli strumenti in campo, parola d’ordine dimenticare una stagione nera.
 
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#22
http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=53529&sez=NAPOLI

NAPOLI (4 aprile) - «Il governo ha contribuito nel modo più importante al rilancio del turismo in Campania, risolvendo la crisi rifiuti». Lo ha detto il sottosegretario al Turismo, Michela Brambilla, in occasione della 59ma assemblea nazionale di Federalberghi in svolgimento a Napoli. «Se oggi - ha ricordato il sottosegretario - siamo qui a parlare di una possibilità di rilancio lo dobbiamo allo sforzo del governo che ha lavorato per risolvere una crisi che aveva inficiato il settore in Campania con forti riverberi anche sull'immagine del resto d'Italia. La Campania ora beneficerà anche dello sforzo di promozione del nostro turismo all'estero e mi aspetto anche delle forti azioni per il rilancio a livello locale».

Ottimismo e fiducia nella capacità delle imprese del settore turistico di venir fuori dalla crisi. È quanto emerso nel corso dell'assemblea generale ordinaria della Federalberghi-Confturismo al Castel dell'Ovo di Napoli. Al centro del dibattito, la crisi economica internazionale. «Il turismo è duramente colpito da questa recessione - ha esordito il presidente nazionale di Federalberghi-Confturismo, Bernabò Bocca - e la crisi si sta manifestando con un drastico calo delle spese per vacanza, pur rimanendo diffusa la voglia di vacanze». Per Pasqua è prevista un'ulteriore flessione, nonostante molti alberghi abbiano ridotto le loro tariffe, ha proseguito Bocca. Una riduzione dei prezzi che non sembra però fermare la diminuzione dei flussi turistici: -20% di tedeschi, -45% di inglesi, -25% di scandinavi e -25% di russi.

Secondo Michela Vittoria Brambilla, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega al Turismo, «per troppi anni c'è stato un vuoto di politica nazionale per quanto riguarda il settore turistico, spesso visto solo come folklore e senza una strategia globale». Secondo Brambilla «sono tre anni che l'Italia non si promuove all'estero con campagne di comunicazione ed è per questo che abbiamo realizzato uno spot multilingue su arte turismo e cultura del Belpaese, che sarà trasmesso per due mesi negli Usa, Inghilterra, Canada, Germania, Svizzera e Austria». In programma anche uno spot da trasmettere in Italia. «Così - ha sottolineato Brambilla - il Governo sta facendo la sua parte».

«Da quando il Ministero del Turismo è stato abolito - ha detto Claudio Velardi, assessore al Turismo della Regione Campania - l'Italia turistica è retrocessa nella classifica mondiale. Occorre pertanto ripristinare uno strumento centrale in grado di fare lobby per il settore all'interno del Governo».<br />

http://www.napolionline.org/index.php?option=com_content&task=view&id=18799&Itemid=43

Turismo, scoppia la guerra tra gli alberghi in crisi
Scritto da Fuani Marino da il Corriere del Mezzogiorno, 05-04-2009 08:32

Se il turismo cala, gli alberghi di alta categoria stringono la cinghia applicando le tariffe di hotel a una o due stelle. Di conseguenza, come riportato da Luigi Lacentra, titolare dell’Hotel Duomo e rappresentante di una delegazione di piccoli albergatori partenopei, questi ultimi lamentano gravi difficoltà.

«La concorrenza sleale degli albeghi dalle tre stelle in su ci sta danneggiando, constringendoci a numerosi licenzialmenti nel personale », ha dichiarato durante la cinquantanovesima assemblea nazionale di Federalberghi che si concluderà oggi al Castel dell’Ovo. Ovvio, infatti, che a parità di prezzi i turisti preferiscano i tre e quattro stelle. Ma i piccoli alberghi non possono abbassare ulteriormente i prezzi perché altrimenti non ci starebbero più nei costi. Di conseguenza c’è il rischio fallimento e chiusura. Stempera la polemica l’assessore al Turismo Claudio Velardi, convinto che gli albergatori, dopo l’emergenza rifiuti, siano ben equipaggiati per fronteggiare l’attuale crisi economica. Quanto alle strategie messe in atto a livello regionale per attrarre turisti, consisterebbero in una variegata offerta di eventi inscritti nel Maggio dei Monumenti. «Abbiamo dati incoraggianti per i primi week-end di primavera e ci aspettiamo una buona risposta anche per Pasqua. La qualità delle iniziative proposte, fra cui anche l’idea di un tour in barca nel Golfo per proporre le bellezze partenopee da una diversa angolazione, ci premierà», ha dichiarato Velardi. Troppo ottimisti i pronostici dell’assessore Velardi secondo il sottosegretario con delega al turismo Michela Brambilla, che ha replicato: «Nonostante la massiccia campagna di promozione trasmessa dall’Enit all’estero non è facile fare previsioni su quella che sarà l’affluenza turistica in Campania per la Pasqua, vista la congiuntura economica che spinge molti sulla strada del last minute». Se l’obiettivo da raggiungere si aggira tra l’80 e il 90 per cento di camere occupate nel periodo pasquale, gli ultimi dati raccontano di una soglia che non supera il 50-60. Intanto, ha sottolineato Michela Brambilla, sarebbe in programma la realizzazione di uno spot da trasmettere anche in Italia, per rimediare ai danni causati dall’abolizione del Ministero del Turismo che avrebbe comportato una retrocessione notevole nella classifica dell’affluenza turistica.
 
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#23
http://corrieredelmezzogiorno.corri...vio-google-nostro-lavoro--1501183644665.shtml

Velardi: «Più turisti a Napoli e regione grazie a Silvio, Google e al nostro lavoro»
Per l'assessore «controcampagna d’immagine funziona»

NAPOLI — «È andata bene e io sono soddisfatto. Anzi, direi moderatamente soddisfatto. Il trend delle presenze è stato invertito e c’è un evidente recupero d’immagine. Non va ancora come vorrei e come vorremmo, resta ancora molto da fare ma...».

Claudio Velardi, assessore al Turismo della giunta guidata da Antonio Bassolino, si sta per imbarcare da Stromboli, dove ha trascorso («in grande relax») le giornate di sabato, domenica a ieri. Ma la testa è già ai numeri. Ai risultati della Pasqua in Campania.

Le premesse erano buone, quali sono le prime notizie che riceve dal... fronte?
«Era il primo vero esame dell’anno e le prenotazioni facevano ben sperare. Le notizie, come dice lei dal fronte, pare abbiano confermato, se non migliorato, le previsioni. Di certo possiamo dire che è andata bene. E, badate, il contesto generale di una crisi gravissima, tanto a livello nazionale che internazionale, non fa che irrobustire i risultati maturati in Campania».

Può entrare un po’ più nel dettaglio?
«Le isole (nonostante il mare agitato), la Penisola Sorrentina e la Costiera Amalfitana, ossia i nostri cavalli di battaglia, se la sono cavata in maniera egregia. E anche Napoli, mi dicono, è stata molto affollata. Ne avevamo sentore, ma fino a quando una cosa non succede realmente c’è sempre da stare attenti. Per cui bisogna muoversi e parlare con prudenza»

La fine dell’emergenza rifiuti e le ripetute segnalazioni del premier Berlusconi di una situazione completamente mutata secondo lei hanno avuto un peso in questa inversione di tendenza? Sono stati spot importanti, insomma?
«Certo, figuriamoci. Tutti sanno che sono un paladino della collaborazione istituzionale tra Regione e Governo centrale, che peraltro spero continui e si rafforzi ancor più. I meriti del presidente del Consiglio sono evidenti e nessuno, men che mai io, intende ridurli. Però...».

Però cosa?
«Siccome quando le cose non bene vanno tutti mi mettono in croce, e non risulta che io sia tipo da sottrarmi alle critiche, ora che qualche segnale positivo si affaccia all’orizzonte mi pare giusto pensare che tra i motivi del miglioramento vi sia anche il lavoro di questa struttura». Rivendicare meriti è giusto.

Ci spiega in poche parole come avreste contribuito al primo vero segnale di ritorno dei turisti a Napoli?
«Abbiamo messo in moto una controcampagna d’immagine. Certo è difficile far dimenticare le strade piene zeppe di spazzatura o quei terribili roghi. Ma adesso si comincia a vedere qualcosa di concreto. Il rischio, però, è sempre dietro l’angolo: dalle nostre parti, infatti, basta poco per fare clamorosi quanto repentini passi indietro sotto il profilo della comunicazione. Noi, ripeto, ce la stiamo mettendo tutta e lo confermano sia la presenza alle più importanti fiene nazionali e internazionali (profilo d’attività tradizionale), sia l’aver puntato sulle nuove tecnologie».

A cosa si riferisce?

«Principalmente al web, che ormai è uno degli strumenti più diffusi per scegliersi un posto dove andare in vacanza».

E come avete giocato in... rete?

«Grazie alla collaborazione con Google, per esempio, abbiamo fatto qualcosa di non molto costoso ma sicuramente decisivo. Tecnicamente si chiama indicizzazione, in pratica è un posizionamento delle informazioni da noi veicolate ai primi posti della ricerca effettuata sul più importante motore della rete. Ecco, questa è un’iniziativa che mi soddisfa particolarmente. Alla faccia di quelli che ancora oggi parlano di turismo con i canoni del secolo scorso. O meglio, visto che siamo nel 2009 e io mi riferisco al 1800, di due secoli fa».

Altre strategie?
«Una su tutte. Il recupero del turismo domestico, per troppi lasciato colpevolmente in secondo piano. In questa fase così difficile per l’economia mondiale puntare sui vacanzieri italiani è cosa utile e giusta soprattutto per aree come Napoli. Fermo restando che per le isole e le costiere tedeschi e inglesi restano la vera miniera, il week-end nelle città d’arte può rappresentare un volano importante di rilancio. Di soldi, in giro, non ce ne sono moltissimi e chi può evitarsi un viaggio dispendioso è un cliente su cui posizionare bene l’obiettivo».

Mi scusi, Velardi, ma un turista — italiano o straniero che sia — dopo aver visto musei o bellezze naturali e architettoniche di giorno, cosa pensa che chieda per la sera?
«Ha toccato un tasto importante. Io per primo sto cercando di spingere imprenditori locali a investire su spettacoli di tradizione per i turisti. Come accade in tutte le città più importanti d’Europa».

Sta ottenendo risultati?
«Non ancora soddisfacenti. Io, comunque, ci provo e continuerò a farlo».
Lei ha passato la Pasqua a Stromobli. Un piccolo tradimento?
«Non scherziamo. Ho solo voluto staccare la spina per tre giorni. Una mini-vacanza in pieno relax. L’unica fatica che mi sono concesso è preparare la marmellata di limoni».

Paolo Grassi
14 aprile 2009
 
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#24
TURISMO, LA CRISI CONTINUA I GRANDI ALBERGHI LICENZIANO

Luca Marconi da il Corriere del Mezzogiorno, 05-07-2009

I grandi alberghi sono in difficoltà tali da adottare misure drastiche di riduzione del personale, mentre in città intan to continua a crescere l’offerta tu ristica medio-alta.
L’analisi è del l'associazione albergatori (Adan) che lancia un Sos agli Enti locali ed al governo centrale che suona come un preavviso, all’indomani dell’avvio di procedure di tagli dell'organico degli hotel del lun gomare Santa Lucia e Oriente. «Sono — dice il presidente del l’Adan, Pasquale Gentile, commentando una nota già inviata al le agenzie di stampa — il risulta to di una crisi che va avanti in progressivo aumento sin dal 2007 e rappresentano un campa nello d’allarme per tutto il setto re turistico alberghiero della cit tà di Napoli in particolare, dove il costo del lavoro rappresenta circa il 70% dei costi ordinari e un’azienda alberghiera non è in grado sostenere momenti di crisi come quelli attuali. Per garantire il mantenimento dei livelli occu pazionali è indispensabile attua re politiche di sostegno congrue e tempestive». La procedura di mobilità per oltre venti unità di personale riguarda «evidente mente operatori che fino ad oggi hanno stretto la cinghia cercan do di dragare un momento di dif ficoltà notevole», dice Gentile. Che pure avevano adottato una politica di sconto e promozione. «Scelte — continua il presidente dell’Adan — che sono conseguen za di un mercato debole per la domanda irregolare, bassa rispetto ad un’offerta che a Napoli appare abbondante, dove anche la nasci ta di ulteriori strutture ricettive ha indebolito il mercato». La que stione è nazionale ma c’è una ag gravante locale. «Intervenire sul costo del lavoro che in Italia è ca rissimo soprattutto nel settore del turismo, vuol dire garantire l’occupazione, l’economia della nostra città, che questi oneri non possono essere sopportati esclu sivamente dalle imprese alber ghiere. Già a livello nazionale — spiega Gentile — sono stati chie sti interventi di fiscalizzazione degli oneri e di riduzione del co sto del lavoro, in paragone con una concorrenza europea fortissi ma, la Spagna, la Francia». Ma Na poli «sconta qualche problema in più: gli effetti della crisi napoleta na partita nel 2007, in piena emer genza rifiuti, oggi si sommano al le difficoltà di una crisi economi ca internazionale, siamo ormai al terzo anno di crisi generale, e particolare, del nostro settore. Quin di è al governo ma anche agli enti locali che spetta garantire tempestivamente una economia impor tante per la nostra regione». Ma quanto è estesa la crisi napoleta na? Il riferimento è ai grandi al berghi soltanto? «Per una questio ne di discrezione non posso parla re, citare o azzardare percentuali per categorie — dice Gentile —. Ma nell'associazione tutta ci sono fibrillazioni e difficoltà generali». Le cifre sono ballerine. Per il diret tore dell’Ente del Turismo, Scala brini, la flessione si aggira intor no al 10-12 per cento. I grandi al bergatori invece quadruplicano la percentuale contando le stanze vuote. «La crisi è innegabile — spiega la presidente sezione Turi smo dell’Unione industriali, Tere sa Naldi —, generale e aggravata dalla non gestione particolare, del turismo, sul nostro territorio. Ci sono situazioni più e meno com promesse ma le riduzioni di per sonale riguardano un po' tutti, Maione qualche mese fa, oggi al tri ». «L’albergo con più dipenden ti soffre — dice Dario Scalabrini, direttore Ept — ma per una buo na parte i nostri sono a conduzio ne familiare. È vero che nel Turi smo non ci sono gli ammortizza tori degli altri settori, l’Iva è anco ra al 20 per cento, è un settore pe nalizzato. Ma è pure vero che a Napoli, Capri o Ischia è negletta qualsiasi forma di consorzio per servizi o forniture, oppure non si è mai pensato a contratti di soli darietà, alle aperture limitate a de terminati periodi dell’anno».
 
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#25
http://www.napolionline.org/new/ferragosto-flop-alberghi-pieni-solo-a-meta
di Gerardo Ausiello da il Mattino

Ferragosto tra luci e ombre. Il weekend di mezza estate si è appena concluso e a Napoli si tracciano i primi bilanci: gli amministratori locali considerano i numeri incoraggianti, ma per gli albergatori la strada da percorrere è ancora lunga. In una città deserta e chiusa per ferie, infatti, il dato più significativo riguarda le presenze negli hotel dove in media risulta occupata una camera su due: la differenza la fanno le offerte speciali e i pacchetti promozionali proposti ai turisti che consentono ad alcuni resort di realizzare il tutto esaurito.
Gli imprenditori, però, non nascondono la propria preoccupazione: «Siamo stati penalizzati dalla totale assenza di prevenzione – tuona il presidente di Federalberghi Napoli, Salvatore Naldi -Penso, ad esempio, ai disagi causati dallo stop del depuratore di Cuma che hanno spinto tanti potenziali clienti a recarsi altrove. Il mare è la nostra risorsa principale e abbiamo il dovere di tutelarlo fino in fondo. Il nostro territorio ha già subito pesanti penalizzazioni, ora bisogna lavorare sulla prevenzione e sulla programmazione». Per questo motivo l’associazione punta sulla costituzione di una task force permanente che affronti con decisione le difficoltà e proponga soluzioni adeguate: «Occorre un tavolo di confronto tra i soggetti interessati per rafforzare le sinergie, coinvolgendo tassisti e società di trasporti – propone Non dobbiamo lasciare solo chi, come il comandante della polizia municipale Luigi Sementa, si adopera nell’interesse di tutti. Le nostre istituzioni devono impegnarsi maggiormente nella cura del territorio coinvolgendo le categorie produttive che sono stanche di subire passivamente decisioni calate dall’alto. Noi vogliamo essere protagonisti e faremo fino in fondo la nostra parte» conclude l’imprenditore.

Gli risponde il Presidente dell’Ept Dario Scalabrini: «Non bisogna drammatizzare – chiarisce – Ad agosto qui non siamo in alta stagione, ragion per cui possiamo essere fiduciosi per i prossimi mesi. Poteva andare certamente peggio se si considera la crisi economica internazionale che ha colpito tutti, in particolare le città del Nord. Attendiamo la festa di Piedigrotta che può essere un test importante». Non mancano le critiche: «In generale in questi anni gli alberghi hanno forse approfittato del cambio lira/ euro – dice – Addirittura in molti casi per una doppia si è passati da un costo di 120mila lire a 120 euro. Adesso, finalmente, si sta arrivando a un listino più ragionevole e i risultati si vedono. Naturalmente non bisogna abbassare la guardia. Se i prezzi diventano stracciati si rischia di compromettere la qualità dei servizi».

Segnali positivi, intanto, giungono dalle presenze nei musei rimasti aperti nel weekend: boom di appassionati al Pio Monte della Misericordia, mentre nella sola giornata di sabato sono stati oltre duemila i visitatori al Tesoro di San Gennaro. Successo, dunque, per l’iniziativa promossa dal marchese Pierluigi Sanfelice della Deputazione della Real Cappella. Addirittura le visite guidate, inizialmente previste ogni ora, sono state incrementate per far fronte alla forte affluenza, superiore alle aspettative, e che è andata aumentando nel corso della mattinata di Ferragosto. Il marchese Sanfelice e il direttore del museo Paolo Dario hanno accompagnato i turisti – provenienti da molte città italiane e dall’estero – alla scoperta delle ricchezze culturali e artistiche della struttura.
 
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#26
di GERARDO AUSIELLO http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=69821&sez=NAPOLI

NAPOLI (17 agosto) - Ferragosto tra luci e ombre. Il weekend di mezza estate si è appena concluso e a Napoli si tracciano i primi bilanci: gli amministratori locali considerano i numeri incoraggianti, ma per gli albergatori la strada da percorrere è ancora lunga. In una città deserta e chiusa per ferie, infatti, il dato più significativo riguarda le presenze negli hotel dove in media risulta occupata una camera su due: la differenza la fanno le offerte speciali e i pacchetti promozionali proposti ai turisti che consentono ad alcuni resort di realizzare il tutto esaurito.

Gli imprenditori, però, non nascondono la propria preoccupazione: «Siamo stati penalizzati dalla totale assenza di prevenzione - tuona il presidente di Federalberghi Napoli, Salvatore Naldi - Penso, ad esempio, ai disagi causati dallo stop del depuratore di Cuma che hanno spinto tanti potenziali clienti a recarsi altrove. Il mare è la nostra risorsa principale e abbiamo il dovere di tutelarlo fino in fondo. Il nostro territorio ha già subito pesanti penalizzazioni, ora bisogna lavorare sulla prevenzione e sulla programmazione».
 
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#27
giovedì, agosto 27, 2009 (di Gerardo Ausiello da il Mattino)

È scontro fra istituzioni e albergatori sulla crisi del turismo. Al tavolo di confronto con gli operatori del settore, convocato a Palazzo San Giacomo dall’assessore Valeria Valente, il dibattito s’infiamma: protagonista della polemica è il presidente dell’Ept Dario Scalabrini secondo cui appare necessario ridurre i prezzi. «Anche gli albergatori sono responsabili del calo di presenze – tuona – In certi casi hanno approfittato del cambio lira/euro per raddoppiare i prezzi. Solo oggi, finalmente, i costi vengono riequilibrati e i risultati si iniziano a vedere». Parole che scatenano la reazione di Mario Pagliari, leader della sezione turismo dell’Unione Industriali: «Quella di Scalabrini è un’analisi sbagliata – chiarisce – Farebbe bene a occuparsi solo della festa di Piedigrotta». Poi l’imprenditore tende la mano alla Valente: «Dobbiamo mettere in campo nuove sinergie per migliorare la vivibilità della città a partire dal restyling di piazza Garibaldi. L’importante, comunque, è non piangersi addosso». Critica la posizione del presidente di Federalberghi Salvatore Naldi: «Gli amministratori non hanno fatto fino in fondo il proprio dovere, è già tardi per pubblicizzare la Piedigrotta e il Natale. Ma ora è necessario unire le forze. Dobbiamo incontrarci altre volte per studiare interventi concreti e costanti». Il responsabile della Fipe Antonio Pace invoca «uno sforzo sull’ordinario» mentre Ettore Cucari, presidente della Fiavet, sottolinea la necessità di «programmare con largo anticipo i grandi eventi». La Valente tenta una sintesi fra le varie posizioni: «Terremo una serie di incontri tematici per affrontare i problemi del territorio con gli assessori comunali competenti nel tentativo di migliorare la qualità dei servizi offerti ai visitatori. L’esplicita richiesta di collaborazione manifestata dagli operatori – aggiunge – è la premessa necessaria per fronteggiare in modo giusto le difficoltà del comparto». Ma cosa dicono i dati sul turismo? Le cifre diffuse dall’associazione degli albergatori partenopei a margine del tavolo di confronto confermano la crisi del settore: dal 2007 al 2009 (nel periodo gennaio-luglio) le presenze straniere all’ombra del Vesuvio sono infatti calate addirittura del 23,51%, mentre rispetto all’anno scorso la riduzione si ferma al 7,33%. Si è passati dai 487.222 visitatori di due anni fa ai 372.656 di oggi. Il crollo riguarda soprattutto la zona occidentale e l’area collinare, ma anche il centro; più contenute le perdite nelle strutture della stazione centrale e del lungomare. Numeri che sono in parte la conseguenza della congiuntura economica internazionale, tuttavia sul trend negativo pesano certamente l’effetto rifiuti e i danni d’immagine subìti dal capoluogo partenopeo nel mondo. Meno drammatiche le cifre sulle presenze italiane: il calo c’è, però risulta inferiore (-4,36% rispetto al 2007, mentre non si notano grandi differenze se si guarda alla scorsa stagione). Nel complesso la variazione si attesta intorno al -14% che diventa il -3,43% quando si considerano i numeri del 2008. Segnali positivi si registrano, invece, osservando i dati relativi al solo mese di luglio: rispetto a due anni fa il trend negativo è evidente, ma a distanza di dodici mesi qualche passo in avanti è stato compiuto. Lo dimostra il leggero incremento dei turisti italiani (5,10%) che decidono di trascorrere le vacanze in città e di conseguenza la maggiore occupazione delle camere degli hotel (2,20%)
 
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