F
Condividiamo le riflessioni di Renato Andreoletti riportate sul suo profilo fb sul tema degli affitti brevi perchè coglie e fornisce spunti di analisi molto utili sul fenomeno esplosivo degli appartamenti affittati ai turisti.
"Alcune riflessioni sulla riunione di ieri sera al Grand Rosa di Milano sul tema degli affitti brevi, di Airbnb eccetera. Primo, come ha rilevato Maurizio Faroldi, la recentissima legge della Regione Lombardia (che è ancora in attesa dei regolamenti attuativi) che disciplina il settore degli affitti brevi cerca di mettere alcuni paletti a una situazione di vuoto legislativo nella quale hanno operato in maniera abusiva coloro che hanno affittato migliaia di appartamenti in maniera alberghiera, fenomeno nato in California, esploso letteralmente anche in Europa, diventato un fenomeno invasivo anche a Milano con l'EXPO. Non era un settore che agiva in maniera illegale perché mancava la legge, agiva in maniera abusiva rispetto alle regole che devono rispettare coloro che alloggiano in maniera professionale le persone. Ci sono problemi normativi (tasse, compresa quella di soggiorno, sicurezza, attiva e passiva), ci sono problemi professionali (nel mondo alberghiero ci sono i contratti relativi al personale che vi lavora, qual è la disciplina che regola coloro che lavorano in questo nuovo settore?), ci sono problemi di dumping commerciale.
Altra riflessione: è il ceto medio americano il motore di questo fenomeno legato alla crisi del subprime che ha lasciato dietro di sé la scia di decine di migliaia di appartamenti di proprietà del ceto medio rimasti sfitti. Il fenomeno degli affitti brevi ha consentito di ricavare un profitto da un bene che era diventato una fonte infinita di guai e di perdite. Mi sa che lo stesso è accaduto anche a Milano e non solo a giudicare dalle informazioni che mi arrivano anche da Roma e altre città italiane. Che poi sia il settore alberghiero a farne le spese, è la dimostrazione della debolezza politica di questo settore, negli Stati Uniti come da noi. Infatti, a San Francisco, dove è nata Airbnb, Airbnb ha vinto con il 55 per cento dei no il referendum nato per contrastare le leggi comunali che mettevano un limite molto concreto all’attività degli affitti brevi degli appartamenti. Il ceto medio ha trionfato contro una parte dello stesso che però di solito è percepito come una tipologia sociale di “ricchi egoisti” come mi disse tanti anni fa un assessore al turismo del Sud Tirolo a proposito degli albergatori della sua regione. Come ricchi egoisti, gli albergatori, che spesso non sono né ricchi né egoisti, di certo non lo sono i loro collaboratori, perdono regolarmente tutte le battaglie politiche che provano a condurre. Dovrebbero riflettere meglio sul perché.
Altra riflessione: il successo degli appartamenti va al di là del dumping commerciale che pure ha determinato una parte del loro successo. E’ un nuovo modo di percepire la visita di un territorio, più libera, più indipendente, più emozionale, forse. Qui il mondo alberghiero è chiamato a mettere seriamente in discussione il proprio modo tradizionale di operare, legato per molti versi ancora ai canoni di quando si dava un servizio all’aristocrazia e non alla nuova borghesia che con l’aristocrazia non ha nulla da spartire neppure il concetto del galateo. I nuovi barbari che viaggiano, e sono miliardi, amano da un lato un approccio molto casual, friendly, assai poco ingessato, dall’altro cercano emozioni diverse, legate a una capacità di fare spettacolo, di comunicare più vicina alla cinematografia e ai luna park. Sono meno colti dei viaggiatori di un secolo fa ma sono infinitamente più numerosi. Vanno scioccati, vanno presi per mano e coinvolti, vanno emozionati in maniera diversa. E’ stato il segreto del successo di EXPO: erano i 250.000 in fila ordinata per entrare nei padiglioni l’evento. Nei padiglioni c’era il mondo, ma il mondo che ha scioccato chi è stato a EXPO erano loro, i 250.000 che tutti i giorni affollavano Cardo e Decumano, che sentivano parlare tutte le lingue del mondo, che vedevano tutte le facce del mondo, che si sentivano parte di un Villaggio Globale borghese, rassicurante, sicuro grazie anche all’incredibile dispiegamento delle forze dell’ordine ma anche grazie alla pulizia certosina del parco e alla gentilezza fantastica di tutto il personale che vi ha lavorato, soprattutto i volontari che si sono immedesimati nel ruolo delle crocerossine e lo sono stati davvero. EXPO è stato il trionfo della civiltà contemporanea dell’Homo Sapiens, detto anche Homo Digitalis e mai un evento è stato più fotografato e mandato in onda in tempo reale attraverso milioni di smartphone, il vero strumento del passa parola che ha travolto qualsiasi previsione, pessimistica o ottimistica che era stata fatta.
La conclusione della serata è che da un lato il fenomeno degli affitti brevi va disciplinato e meglio controllato (l’Annonaria e le Asl dovrebbero controllare gli appartamenti come controllano gli alberghi per garantire la sicurezza degli ospiti alla pari), dall’altra gli alberghi sono chiamati a ripensare se stessi in maniera radicale: è la rivoluzione della Qualità Totale mirata concretamente alla soddisfazione dell’ospite contemporaneo (e non di quello di cento anni fa) attraverso una condivisione di valori all’interno degli alberghi che richiede meno paternalismo e meno gerarchia e più partecipazione orizzontale e verticale oltre a una focalizzazione sull’ospite che riprenda ciò che è accaduto nel settore industriale, dell’automobile per esempio. Oggi nessuno acquista più un’automobile anni Settanta non solo perché non le fanno più ma soprattutto perché nessuno le acquisterebbe più giudicandole pericolose e superate. Siamo sicuri che l’albergo che è proposto oggi sia analogo alle automobili che gli albergatori acquistano oggi per loro uso privato? Danno ai loro ospiti le stesse sensazioni ed emozioni che loro provano sedendosi al volante della loro SUV, della loro berlina o della loro ibrida? Ci sono albergatori lungimiranti che questo problema lo hanno affrontato per le corna e si è citato più volte la piattaforma Hoxell proposta da Carlo Fontana, albergatore milanese con alberghi a Milano e Lugano. Altre proposte analoghe sono in divenire e vanno prese in seria considerazione.
Il mondo sta cambiando con una velocità impensabile solo vent’anni fa. Vale per gli individui, vale per il mondo alberghiero."
Altra riflessione: Milano negli ultimi 10 anni è diventata una destinazione turistica internazionale in Italia alle spalle di Roma e Venezia superando Firenze. Nel 2015, grazie a EXPO, superando anche Venezia. Che ne sarà dell’eredità e della visibilità lasciate da EXPO? C’è del pessimismo legato al fatto che pare sia il Governo a decidere del futuro di Milano e non i suoi rappresentanti politici, che non hanno mai brillato per una particolare apertura culturale. Il sito di EXPO potrebbe essere il luogo ideale per ospitare una sorta di Parco a tema multimediale permanente dedicato ai Beni culturali e naturali Patrimonio dell’Umanità Unesco. Una vetrina perfetta, nel posto più accessibile d’Italia, per creare pulsioni d’acquisto nei confronti sia dei Beni Culturali dell’Italia, che è in testa tra i Paesi Unesco, che del resto del pianeta, un patrimonio inoltre in continuo divenire. Sarebbe il giusto lascito di EXPO. Sarebbe un errore non farlo.
Ultima chiosa: c’era un rappresentante della CEI, la conferenza episcopale italiana. Il Giubileo straordinario si differenzia da quelli tradizionali perché i fedeli per guadagnarsi l’indulgenza plenaria non dovranno andare a Roma ma basterà che seguano i riti del Giubileo nelle loro parrocchie. Insomma, dal punto di vista turistico, il Giubileo straordinario non è un evento straordinario. Inutili quindi le polemiche sui ritardi dei cantieri di Roma, probabilmente inutile anche il Commissario Gabrielli il cui compito probabilmente è stato quello di affrettare la defenestrazione di Marino (che per la sua parte è stato abilissimo nell’accontentarlo). Che gli albergatori romani si mettano il cuore in pace: dovranno spartirsi i soliti 5 miliardi di euro che il turismo incoming genera su Roma più gli altri miliardi generati dal turismo interno. Lo dovranno fare assieme agli affittuari degli appartamenti (razza nuova con un solido appetito arretrato) e le case per ferie vaticane (di cui nessuno osa mai pensare male altrimenti viene scomunicato…).</blockquote>
"Alcune riflessioni sulla riunione di ieri sera al Grand Rosa di Milano sul tema degli affitti brevi, di Airbnb eccetera. Primo, come ha rilevato Maurizio Faroldi, la recentissima legge della Regione Lombardia (che è ancora in attesa dei regolamenti attuativi) che disciplina il settore degli affitti brevi cerca di mettere alcuni paletti a una situazione di vuoto legislativo nella quale hanno operato in maniera abusiva coloro che hanno affittato migliaia di appartamenti in maniera alberghiera, fenomeno nato in California, esploso letteralmente anche in Europa, diventato un fenomeno invasivo anche a Milano con l'EXPO. Non era un settore che agiva in maniera illegale perché mancava la legge, agiva in maniera abusiva rispetto alle regole che devono rispettare coloro che alloggiano in maniera professionale le persone. Ci sono problemi normativi (tasse, compresa quella di soggiorno, sicurezza, attiva e passiva), ci sono problemi professionali (nel mondo alberghiero ci sono i contratti relativi al personale che vi lavora, qual è la disciplina che regola coloro che lavorano in questo nuovo settore?), ci sono problemi di dumping commerciale.
Altra riflessione: è il ceto medio americano il motore di questo fenomeno legato alla crisi del subprime che ha lasciato dietro di sé la scia di decine di migliaia di appartamenti di proprietà del ceto medio rimasti sfitti. Il fenomeno degli affitti brevi ha consentito di ricavare un profitto da un bene che era diventato una fonte infinita di guai e di perdite. Mi sa che lo stesso è accaduto anche a Milano e non solo a giudicare dalle informazioni che mi arrivano anche da Roma e altre città italiane. Che poi sia il settore alberghiero a farne le spese, è la dimostrazione della debolezza politica di questo settore, negli Stati Uniti come da noi. Infatti, a San Francisco, dove è nata Airbnb, Airbnb ha vinto con il 55 per cento dei no il referendum nato per contrastare le leggi comunali che mettevano un limite molto concreto all’attività degli affitti brevi degli appartamenti. Il ceto medio ha trionfato contro una parte dello stesso che però di solito è percepito come una tipologia sociale di “ricchi egoisti” come mi disse tanti anni fa un assessore al turismo del Sud Tirolo a proposito degli albergatori della sua regione. Come ricchi egoisti, gli albergatori, che spesso non sono né ricchi né egoisti, di certo non lo sono i loro collaboratori, perdono regolarmente tutte le battaglie politiche che provano a condurre. Dovrebbero riflettere meglio sul perché.
Altra riflessione: il successo degli appartamenti va al di là del dumping commerciale che pure ha determinato una parte del loro successo. E’ un nuovo modo di percepire la visita di un territorio, più libera, più indipendente, più emozionale, forse. Qui il mondo alberghiero è chiamato a mettere seriamente in discussione il proprio modo tradizionale di operare, legato per molti versi ancora ai canoni di quando si dava un servizio all’aristocrazia e non alla nuova borghesia che con l’aristocrazia non ha nulla da spartire neppure il concetto del galateo. I nuovi barbari che viaggiano, e sono miliardi, amano da un lato un approccio molto casual, friendly, assai poco ingessato, dall’altro cercano emozioni diverse, legate a una capacità di fare spettacolo, di comunicare più vicina alla cinematografia e ai luna park. Sono meno colti dei viaggiatori di un secolo fa ma sono infinitamente più numerosi. Vanno scioccati, vanno presi per mano e coinvolti, vanno emozionati in maniera diversa. E’ stato il segreto del successo di EXPO: erano i 250.000 in fila ordinata per entrare nei padiglioni l’evento. Nei padiglioni c’era il mondo, ma il mondo che ha scioccato chi è stato a EXPO erano loro, i 250.000 che tutti i giorni affollavano Cardo e Decumano, che sentivano parlare tutte le lingue del mondo, che vedevano tutte le facce del mondo, che si sentivano parte di un Villaggio Globale borghese, rassicurante, sicuro grazie anche all’incredibile dispiegamento delle forze dell’ordine ma anche grazie alla pulizia certosina del parco e alla gentilezza fantastica di tutto il personale che vi ha lavorato, soprattutto i volontari che si sono immedesimati nel ruolo delle crocerossine e lo sono stati davvero. EXPO è stato il trionfo della civiltà contemporanea dell’Homo Sapiens, detto anche Homo Digitalis e mai un evento è stato più fotografato e mandato in onda in tempo reale attraverso milioni di smartphone, il vero strumento del passa parola che ha travolto qualsiasi previsione, pessimistica o ottimistica che era stata fatta.
La conclusione della serata è che da un lato il fenomeno degli affitti brevi va disciplinato e meglio controllato (l’Annonaria e le Asl dovrebbero controllare gli appartamenti come controllano gli alberghi per garantire la sicurezza degli ospiti alla pari), dall’altra gli alberghi sono chiamati a ripensare se stessi in maniera radicale: è la rivoluzione della Qualità Totale mirata concretamente alla soddisfazione dell’ospite contemporaneo (e non di quello di cento anni fa) attraverso una condivisione di valori all’interno degli alberghi che richiede meno paternalismo e meno gerarchia e più partecipazione orizzontale e verticale oltre a una focalizzazione sull’ospite che riprenda ciò che è accaduto nel settore industriale, dell’automobile per esempio. Oggi nessuno acquista più un’automobile anni Settanta non solo perché non le fanno più ma soprattutto perché nessuno le acquisterebbe più giudicandole pericolose e superate. Siamo sicuri che l’albergo che è proposto oggi sia analogo alle automobili che gli albergatori acquistano oggi per loro uso privato? Danno ai loro ospiti le stesse sensazioni ed emozioni che loro provano sedendosi al volante della loro SUV, della loro berlina o della loro ibrida? Ci sono albergatori lungimiranti che questo problema lo hanno affrontato per le corna e si è citato più volte la piattaforma Hoxell proposta da Carlo Fontana, albergatore milanese con alberghi a Milano e Lugano. Altre proposte analoghe sono in divenire e vanno prese in seria considerazione.
Il mondo sta cambiando con una velocità impensabile solo vent’anni fa. Vale per gli individui, vale per il mondo alberghiero."
Altra riflessione: Milano negli ultimi 10 anni è diventata una destinazione turistica internazionale in Italia alle spalle di Roma e Venezia superando Firenze. Nel 2015, grazie a EXPO, superando anche Venezia. Che ne sarà dell’eredità e della visibilità lasciate da EXPO? C’è del pessimismo legato al fatto che pare sia il Governo a decidere del futuro di Milano e non i suoi rappresentanti politici, che non hanno mai brillato per una particolare apertura culturale. Il sito di EXPO potrebbe essere il luogo ideale per ospitare una sorta di Parco a tema multimediale permanente dedicato ai Beni culturali e naturali Patrimonio dell’Umanità Unesco. Una vetrina perfetta, nel posto più accessibile d’Italia, per creare pulsioni d’acquisto nei confronti sia dei Beni Culturali dell’Italia, che è in testa tra i Paesi Unesco, che del resto del pianeta, un patrimonio inoltre in continuo divenire. Sarebbe il giusto lascito di EXPO. Sarebbe un errore non farlo.
Ultima chiosa: c’era un rappresentante della CEI, la conferenza episcopale italiana. Il Giubileo straordinario si differenzia da quelli tradizionali perché i fedeli per guadagnarsi l’indulgenza plenaria non dovranno andare a Roma ma basterà che seguano i riti del Giubileo nelle loro parrocchie. Insomma, dal punto di vista turistico, il Giubileo straordinario non è un evento straordinario. Inutili quindi le polemiche sui ritardi dei cantieri di Roma, probabilmente inutile anche il Commissario Gabrielli il cui compito probabilmente è stato quello di affrettare la defenestrazione di Marino (che per la sua parte è stato abilissimo nell’accontentarlo). Che gli albergatori romani si mettano il cuore in pace: dovranno spartirsi i soliti 5 miliardi di euro che il turismo incoming genera su Roma più gli altri miliardi generati dal turismo interno. Lo dovranno fare assieme agli affittuari degli appartamenti (razza nuova con un solido appetito arretrato) e le case per ferie vaticane (di cui nessuno osa mai pensare male altrimenti viene scomunicato…).</blockquote>
Ultima modifica da un moderatore: