Reputation Management

Friend of a Friend: riflessioni

E’ di qualche giorno fa la notizia dell’integrazione di TripAdvisor con Facebook, il social network più diffuso al mondo. Certamente tale scelta – considerata la pessima reputazione che soprattutto negli ultimi mesi ha acquisito TripAdvisor, in paesi come l’Inghilterra dove il problema delle false recensioni è piombato pesantemente sui tavoli ministeriali – è un tentativo di sollevare l’immagine di TripAdvisor attraverso iniezioni massicce di dosi – che gli inglesi chiamano trust, vale a dire fiducia.

Il sistema messo in piedi si chiama “Friend of a Friend” il quale consente di vedere in primis tutte le recensioni postate dai nostri amici di facebook su TripAdvisor.
Così quando si cercherà un hotel specifico a Roma su TripAdvisor, gli utenti vedranno prima le recensioni postate dai loro amici (qualora questi siano stati ospiti) seguite dalle recensioni di amici di amici.

Ecco come funziona:

Basta entrare in TripAdvisor semplicemente loggandosi con il Facebook button post in alto, ed il gioco è fatto!

Log-fb

A questo punto basta solo fare una ricerca sull’hotel (o sul ristorante), e come per magia compariranno le recensioni dei nostri amici, o se si è sfortunati solo di amici di amici.

recensioni-trip-Advisor

Il sistema “Friend of a Friend” quindi consente un even greater personalized TripAdvisor experience by highlighting opinions from a larger network of travelers that know the people you trust” affermano da TripAdvisor.

Certamente non è tutto oro ciò che luccica, e le iniezioni di fiducia pompate da Facebook purtroppo potrebbero essere infette come vi illustrerà l’amico e collega Danilo Pontone qui di seguito.

Facebook + TripAdvisor: che sia davvero “trust”?

Allora prima di tutto c’è da dire che questa mossa di TripAdvisor va vista in senso positivo proprio come dice Giovanni Cerminara. E’ importante che il portale turistico s’impegni per voler quanto meno arginare il problema delle false recensioni. Solo il fatto che faccia qualcosa è un modo per far capire che il problema comincia ad essere consistente per il Brand.

Ma il problema delle false recensioni viene risolto?

C’è da dire che il senso della “riprova sociale” messo in atto con il sistema “Friend of a Friend” si basa sulla probabilistica. Se domani un utente volesse leggere le opinioni su una struttura ricettiva dispersa nella campagna milanese, tanto per citare una località a caso, e se tale utente avesse una ristretta cerchia di amici su Facebook, quante probabilità avrebbe di vedere una recensione amichevole di cui fidarsi?

A meno che non si abbiano moltissimi amici e a meno che non si vada in località e città blasonate, la probabilità che il il friend of a friend possa tornare utile non è elevata.

Facebook è immune da falsità?

Sostengo questo perché da addetto ai lavori di Social Media Marketing mi rendo conto della quantità di utenti Spam e Fake presenti sul social network. Facebook esattamente come TripAdvisor non ha un sistema vero e proprio per verificare l’identità delle persone iscritte sul social network.

Ed ecco quindi che ci sono individui che s’iscrivono con il solo ed unico scopo di raccogliere 5.000 amicizie su cui poi andare a spammare per promuovere i propri servizi. E se tra queste 5.000 amicizie ci fosse inconsapevolmente proprio l’utente che sta leggendo una recensione su TripAdvisor?

Se ci sono aziende organizzate per redigere recensioni false su TripAdvisor, con il sistema “Friend of a Friend” si rischia di allargare il tiro anche su Facebook.

Concludo con un’ultima domanda: ma tutti quelli che non hanno Facebook? A voi la risposta…

Si ringrazia Danilo Pontone per la sua collaborazione nella stesura dell’articolo.

Commenta l’articolo e partecipa alla discussione