Destination Management

Analisi della domanda turistica: uno studio sul campo conferma la validità del Gps Tracker

Come promesso nello scorso post, amici di FormazioneTurismo.com, entriamo nel dettaglio di questa forma di analisi della domanda turistica attraverso GPS Tracker. Questa volta presentiamo il caso della Provincia di Savona, studiato da SITI (Istituto Superiore sui Sistemi Territoriali per l’Innovazione), con cui Landexplorer ha collaborato nel secondo caso che presenteremo in dettaglio nel prossimo post.

Oggi faremo un focus sulla metodologia utilizzata, mentre nel prossimo capiremo meglio il GPS, i suoi dati e l’interpretazione che bisogna dare a quanto viene documentato dallo strumento.
Sgombriamo subito il campo da equivoci: quando si fanno queste tipologie di studi e ricerche bisogna partire da uno studio più generale e soprattutto di tutte le componenti che possono interessare la domanda turistica, oggetto di approfondimento.

Quindi il GPS tracker non è la ricerca stessa, bensì è lo strumento di verifica, poiché la teoria e l’analisi a monte sondano il terreno di studio, ma sono condizionate dal “rumore” di fondo dei canali di comunicazione e di promozione del territorio in esame che influiscono sul turista.

Non dimentichiamo, però, che il visitatore è una persona pensante e quindi una volta nella destinazione turistica si muoverà anche in modo “imprevedibile” rispetto alle rigorose analisi… Ebbene: è proprio in questo contesto che il GPS offre il miglior supporto possibile!

Detto questo, siamo pronti ad affrontare l’impostazione dell’intero studio, cercando di comprendere come i pochi dati che ci fornirà il GPS saranno preziosissimi, valorizzando ancora di più il campione (piccolo o grande che sia) di “turisti-tester” che accetteranno di “farsi tracciare” dallo strumento.

Prima di tutto, questa tipologia di lavoro nasce quasi sempre dalla necessità di una nuova pianificazione turistica, soprattutto in zone dove la curva del ciclo di vita della destinazione turistica ha raggiunto la maturità e si avvia alla fase di declino.

Il Caso: La Provincia di Savona

A Savona, secondo le ricerche dell’Osservatorio Turistico Regionale della Liguria, i turisti che scelgono la città sono per lo più abituali e di prossimità: un mercato, quello domestico, gravato dalla ridottissima capacità di spesa a causa della crisi economica tanto da rendere quasi impossibile un rilancio turistico della zona.

Come sempre i dati reperiti e proposti sono un’aggregazione di diverse componenti e di diverse sintesi; così per il ricercatore diventa importante capire se ci sono determinati tematismi e determinate criticità nel core business del caso studio in esame: in questa tipologia di ricerca si analizzano spesso trasporti e ricettività, confrontandoli con altri sistemi turistici confinanti.

Ecco le azioni programmatiche proposte, durante il periodo di studio:
1. Per verificare la capacità di accoglienza, SITI ha utilizzato il metodo del Mystery client: dove il ricercatore si è finto cliente valutando la capacità di risposta delle strutture ricettive e degli uffici di informazione turistica.
2. Nel periodo del progetto sono stati organizzati tre focus group con i principali attori del settore turistico, in tre diverse località del territorio provinciale, per individuare limiti e potenzialità del sistema turistico locale, confrontandolo con altri sistemi turistici vicini, con un breve inquadramento sulla Costa Azzurra francese.

Partendo da questi due elementi, aggiungendo il “GPS tracking” e un questionario mirato per la conoscenza dello status del turista (in particolare alcune variabili di spesa, le proprie aspettative e a ciò che cerca nella destinazione) si giunge a linee guida di miglioramento del territorio. Nel caso di Savona si è giunti alla necessità di puntare su

  • internazionalizzazione e destagionalizzazione,
  • riqualificazione e coesione territoriale.

Da questi concetti-cardine si sono originate 51 azioni pratiche.

Prima di salutarci è bene comprendere come il turista che accetta di partecipare all’analisi GPS viene esaminato più approfonditamente e questo può mettere soggezione. Ecco perché è molto importante che colui che consegna il GPS sia molto preciso nella spiegazione, del perché sia utile il GPS e cosa il GPS va a tracciare.

Una volta “ripulite le tracce” (vedremo che cosa si intende nel prossimo post) ed aggregate, i tracciati devono essere integrati e valutati in modo tale da attribuire il “giusto” peso a ogni componente dell’analisi fatta a monte. Ad esempio nel caso di Savona è stato importante valutare molto attentamente la componente outdoor, che permette di valorizzare altre caratteristiche premianti di Savona (oltre al turismo balneare) dove, già dallo studio a monte, erano emersi dati “meno negativi” rispetto al calo generale di turismo.

Il GPS ha confermato questa tendenza tanto da rendere l’outdoor una componente importante della prima linea guida denominata: “Internazionalizzazione e destagionalizzazione”, con la conseguente azione programmatica di razionalizzare gli itinerari esistenti e, se possibile, crearne di nuovi, al fine di attirare diversi “segmenti” di turismo ancora poco presenti sul territorio!

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