Destination Management

Il territorio tra coerenza e sostenibilità

Un territorio coerente è sostenibile? Ma la vera domanda da porre in realtà è: come rendere coerente un territorio?

In un articolo precedente [Vendere la complessità di uno spazio], ho già evidenziato che le destinazioni turistiche si banalizzano e semplificano per essere meglio organizzate e consumate. Ovviamente, questo processo non è sostenibile e rende poco vendibile un luogo.

Ruresidenziale a chi?

Quando sulla stessa area (per esempio, una riserva protetta alle porte di Bologna: il Parco dei Calanchi dell’Abbadessa) sono edificati capannoni industriali, ma anche villette e aziende agricole, il risultato è un ibrido “ruresidenziale”:

Rurale, industriale e residenziale creano una immagine davvero poco coerente e quindi difficilmente vendibile.

Cosa intendo per coerenza?

Questo place-value è legato all’unità di una scena, il grado di ripetizione degli schemi di colore e texture, ma anche la relazione tra uso del territorio e le condizioni naturali.

La disposizione spaziale della vegetazione

È un elemento chiave per creare un luogo-immagine vendibile e sostenibile. Sono notevoli queste tre caratteristiche:

1. Corrispondenza con le condizioni naturali attese;
2. Nessuna frammentazione;
3. Ripetizione di pattern nello spazio.

Analizziamo insieme l’immagine precedente:

1. Chi pensa ad una riserva naturale non si aspetta un tale grado di antropizzazione;
2. Ogni edificio interrompe in modo sgradevole la parte naturale;
3. Non ci sono pattern, ma casuali aggregazioni di elementi industriali e abitativi.

Possiamo concludere che questa immagine non può essere una narrazione efficace del luogo. Inoltre, l’ibridazione di varie destinazioni d’uso territoriale, non è un processo sostenibile, in quanto impoverisce la parte naturale e svilisce quella residenziale.

Perché? Avete acquistato una villetta immersa nel verde e il giorno successivo al rogito vi costruiscono un capannone industriale davanti al vostro giardino. Siete felici?

Una intera comunità quindi è impoverita, contravvenendo a un principio base del turismo responsabile: tutti devono essere coinvolti, tutti devono essere parte attiva della valorizzazione di un luogo.

Esempi virtuosi

Facciamo ora un confronto tra l’immagine precedente e questa campagna toscana (la Val d’Orcia), dove pure coesistono elementi residenziali e rurali:

Nell’analisi, applichiamo gli stessi criteri:

1. Chi sogna un panorama toscano, probabilmente ha in mente qualcosa di molto simile a questa immagine;
2. Non ci sono tralicci elettrici o elementi cementizi alieni dal contesto rappresentato. Gli elementi residenziali sono dolcemente complementari a quelli rurali;
3. I pattern sono costituiti sia dalle piacevoli striature dei campi coltivati sia dai cipressi che costeggiano la strada.

Possiamo quindi concludere che questa campagna avrebbe tutti gli elementi per essere trasformata, in modo sostenibile, in destinazione turistica (ovviamente, non significa che ciò accada automaticamente).

Artigiani, produttori agricoli, albergatori, istituzioni… tutti sono coinvolti nella valorizzazione del luogo.

La disposizione delle acque

Ci sono due aspetti da valutare per creare un luogo-immagine coerente:

1. La presenza di acqua;
2. La relazione tra terra e collocazione dell’acqua.

Sarebbe semplicistico inserire ora una immagine di Venezia, ma non credo, purtroppo, che possa essere indicata come destinazione esempio di turismo responsabile! (A tal proposito ecco uno spaccato sul turismo responsabile in Italia).

Ecco allora l’Angkor Wat, in Cambogia, dove entrambi gli aspetti sono presenti, ma iniziano a esserci problemi di sovraccarico turistico che devono essere affrontati al più presto.

Siem Reap, il villaggio sorto vicino alla meraviglia rappresentata qui sopra, è già oggi un orribile “turistodromo”, dotato dell’ennesima pub-street alcolica e rumorosa.

Sicuramente ha generato lavoro per i dolcissimi abitanti, ma pagare (bassi) salari ai lavoratori dell’industria turistica non può essere considerato come elemento di turismo responsabile.

Le 3 cose da fare

1. La coerenza c’è se una intera comunità discute cosa fare di un territorio: parlatevi!
2. Costruire si può, ma in modo coerente rispetto al contesto.
3. Creare immagini che abbiano gli elementi sopra analizzati.

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