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AIRBNB model vincerà perchè la casa è il bene primario più diffuso nel Mondo

La casa, o meglio l’abitazione, è il bene primario più comune e diffuso sul pianeta e risponde alla necessità umana più impellente dopo l’alimentazione, per questo motivo l’Ospitalità Residenziale dei privati cittadini promossa dai portali dell’AIRBNB model sta cambiando dal basso il modello economico e sociale del mercato immobiliare e turistico. Illudersi di contrastare questo fenomeno sul piano normativo è impopolare quanto inutile, perché le dimensioni realmente “globali” e la forza sociale ed economica in ogni Paese ad ogni latitudine di questa trasformazione sono tali da meritare piuttosto di essere studiate e comprese il più rapidamente possibile. I mercati immobiliare e turistico usciranno da questo processo profondamente cambiati, così come le nostre stesse abitudini. Che questo incida sulle storiche rendite di posizione è un fattore collaterale tutt’altro che negativo, perché costringe tutto il settore finalmente a fare i conti con il mercato, esattamente come ogni altro imprenditore dall’agricoltura al manifatturiero ai servizi è costretto a fare da anni. Avvicinare questo fenomeno ad altri apparentemente simili della Sharing Economy legati ai settori ristorazione o trasporti, è un tentativo di ridurlo da evento sociale ed economico a fattore trasgressivo quasi “culturale” come nel ’68 si stigmatizzavano gli atteggiamenti dei giovani piuttosto che comprenderne la portata di cambiamento. Il Mondo cambiò allora ed ancora di più e più rapidamente cambia oggi davanti ai nostri occhi, nelle nostre tasche e nelle nostre abitudini, una volta tanto studiare il presente prima che diventi passato potrebbe aiutarci se non proprio a guidarlo almeno a comprenderlo
 
Stiamo molto attenti alle semplificazioni per due ordini di motivi:
se la promozione e la pubblicità in rete continueranno ad essere caratterizzate dall'abusivismo, dilagante, i soliti noti in regola con la disciplina normativa, tecnico-edilizia e fiscale, continueranno a pagare per tutti, in palese violazione di principi della libera concorrenza nel rispetto della legalità;
la Guardia di Finanza e le altre Forze dell'ordine stanno effettuando controlli serratissimi, posso testimoniare in merito perché nella mia attività di consulente seguo alcuni titolari di strutture, presenti sui portali, che hanno subito accertamenti vari. Da ogni accertamento scaturiscono denunce penali ed amministrative.
 
Saverio l'evasione fiscale italiana non è il problema del modello AIRBNB, anzi sappiamo tutti che il tracciamento elettronico dei pagamenti rende infantile l'illusione di nascondersi al fisco o verso qualunque altro Ente, ben vengano i controlli severissimi e serratissimi in questo come in qualunque altro settore dell'economia. Ridurre però questo fenomeno mondiale ad "evasione ed abusivismo" è una strategia debole e perdente nel breve, nel medio ed ancora di più nel lungo periodo. Non stiamo parlando di abusivi (l'affitto breve di una stanza come dell'intero appartamento è garantito dal codice civile) nè di evasori, mi permetto di ripetere che si tratta di prendere atto delle trasformazioni in atto o di subirle. Che poi le associazioni di albergatori (a proposito a Milano durante l'EXPO dov'era?) o dei B&B vivano questo come un peso perchè costringe tutti a lavorare di più e meglio ripensando i propri ruoli sul mercato posso comprenderlo, ma non è colpa degli evasori fiscali quanto dei tempi così veloci che puniscono troppo duramente la mancanza di visione del futuro.
 
interessanti entrambi i punti di vista, ma anch'io ci andrei cauta, forse è presto per "pesare" l'effettiva portata del cambiamento. a volte -parlo in generale - il fenomeno web genera solo fuochi di paglia. certo, i dati sono impressionanti: airbnb (e relativi) sta facendo sfracelli, ha raggiunto un valore economico di svariati miliardi di dollari.

Ma non credo a un'occupazione totale del mercato stile risiko. ci sarà sempre uno zoccolo duro di persone che continuerà a puntare sulla ricettività tradizionale.

intanto in italia possiamo prenderci l'aspetto sicuramente positivo: il duro colpo che si dà all'evasione fiscale. è uno dei mali principali dell'italia e da qualche parte bisogna pur cominciare a fare pagamenti alla luce del sole, tracciabili. sono uno di quelle illuse che pensano: se paghiamo tutti, paghiamo meno tasse tutti.

ovviamente non è di certo il settore turistico-alberghiero il covo dei furbetti e degli evasori seriali, ma sicuramente ci mette del proprio nel portare avanti la pratica del "così fan tutti, dunque evado".
 
Giancarla considera che non intendo fare proselitismo verso AIRBNB, però lavoro da venticinque anni nel turismo e non ho mai visto una trasformazione di questa portata quantitativa e qualitativa, una volta tanto davvero "globale" nei fatti non nelle chiacchiere. Nemmeno l'avvento di Internet cambiò il mondo del turismo come lo sta facendo il "modello AIRBNB". Ma questo non mette in crisi l'ospitalità tradizionale più di quanto non si metta in crisi da sola con strategie di pricing, di posizionamento e di accoglienza sbagliate. Stavo osservando con alcuni nostri associati che gli stessi americani quando vengono in Europa preferiranno sempre e comunque un albergo, così come molti altri che necessitano di determinati servizi e standard, l'importante però è che poi questi servizi e standard ci siano davvero. E' la mancanza di questi ultimi che fa perdere i clienti non AIRBNB che semmai ha aggiunto del nuovo al mondo del turismo. Detto ciò la crisi economica certamente orienta da una parte a non perdere l'occasione di un reddito extra (pagandoci le tasse ovviamente) e dall'altra a cercare di spendere di meno, ma anche qui non c'è colpa o responsabilità di alcuno, sono davvero gli eventi della Storia (con la S maiuscola) nel momento in cui la si vive.
 
Infatti, non do la colpa a nessuno e in larghissima parte ciò che scrivi è condivisibile. dicevo semplicemente di aspettare ancora un po' di di dire che la "la rivoluzione airbnb è compiuta". ci sono delle logiche che ci sfuggono e sul web, mi dice l'esperienza, ci sono dei fenomeni che dopo il boom perdono la loro spinta propulsiva.

non credo che sia il caso di airbnb, ma potrebbe comunque assestarsi su certi livelli e non schiodarsi più di lì, magari fino a quando ci si inventa qualcosa di più originale e conveniente. sai una cosa? quando parlavo di zoccolo duro legato alla ricettività tradizionale, mi venivano in mente proprio gli americani che hai citato tu. quelli non li schiodi, salvo inserire le spa con maggiordomo in airbnb...

Anche sulla qualità mi trovi perfettamente d'accordo: se non offriamo servizi di qualità, degni di questo nome, con chi vogliamo competere? se andiamo ancora avanti con strutture fatiscenti e connessioni veloci quanto una tartaruga, dove andiamo? se il personale non conosce l'inglese, di cosa stiamo a parlare?

Ma questo, mi rendo conto, è un altro discorso. tornando ad airbnb, credo che crescerà ancora (salvo nuovi modelli alternativi), anche perché il futuro è nelle mani dei giovani e per loro certe dinamiche fanno già abbondantemente parte del loro presente. al prezzo ci guardano eccome e - a differenza dell'americano medio - pazienza se non c'è chi ti rifà il letto o ti pulisce il bagno, l'importante è cercare di risparmiare senza rinunciare alla qualità.

Eh sì, perché - diciamolo pure - con airbnb a volte riesci anche ad affittare appartamenti spettacolari!
 
la butto lì... e se fosse solo un fenomeno passeggero, figlio di questa crisi spaventosa? con meno soldi in tasca si fanno tante rinunce, ma evidentemente la voglia di viaggiare resta. e ci si adatta alle proposte di un mercato sempre più concorrenziale. al tempo stesso non escludo affatto che questo sia il segnale di un effettivo cambiamento. in effetti quando le cose le hai sotto gli occhi, non le vedi...

di una cosa sono però certo: alberghi, hotel, b&b e compagnia cantante devono cambiare mentalità e smetterla di pensare (illudendosi) che con il turismo in italia si campi di rendita. salvo poche realtà "illuminate" io noto grandi differenze con le strutture di altri Paesi europei. sul fronte ospitalità cominciamo a far pena, non sappiamo rinnovarci, non sappiamo cogliere le novità. e realtà come airbnb si ritrovano con la strada spianata (ho letto da qualche parte che, se non ricordo male, quest'anno le prenotazioni sono aumentate a dismisura, se non erro si parla di 2,4 milioni di turisti)

rischiamo di perdere vagonate di turisti. e chi continua a venire (perché l'italia è l'italia, nonostante noi italiani!) potrebbe cambiare orientamento. sì, alla fine, anche i fedelissimi dell'albergo e del comfort potrebbero cedere alle lusinghe delle stanze proposte su airbnb.

il ragionamento è lapalissiano, ma così è: se vado in un albergo dove l'acqua calda va e viene, dove la connessione web non c'è (o funziona male o ancora la paghi), dove l'estate l'aria condizionata non funziona o non c'è e l'inverno batti i denti insieme ai pinguini, beh... comincio a guardarmi intorno.

e se a parità di condizioni (o addirittura a prezzi ancor più bassi) mi ritrovo in un appartamento moderno e dotato di tanti confort (e magari anche con il caminetto che fa figo nelle fredde sere d'inverno) beh, comincio a pensare che davvero sto perdendo tempo a cercarmi il solito hotel sul booking.

occhio, dunque: airbnb va forte di suo, ma qui in italia, con così tanti albergatori "tafazzi", trova un terreno particolarmente fertile.

 
“Nessuna nuova tassa in legge di Bilancio, nessuna. Nemmeno Airbnb. Finché sono premier io, le tasse si abbassano". Lo ha detto Renzi quando si è cominciato a parlare della cedolare secca al 21% per AIRBNB.

Sarà vero o è solo propaganda elettorale? a pensar male di fa peccato, diceva Andreotti, ma il 4 dicembre (fra meno di un mese) c'è un referendum e non vorrei che la mazzata poi arriva dopo l'immacolata oppure la porta babbo natale.

in ogni caso chiedo a voi esperti: un discorso del genere (cedolare secca al 21%) andrebbe bene oppure no? Bisogna abbassarla questa percentuale o abolirla.

Il dibattito è già aperto. alcuni parlamentari hanno già tuonato: così airbnb continuerà a evadere. ecco, sarei curiosa di conoscere il parere di voi esperti in materia di airbnb, a partire da te <a href="https://www.formazioneturismo.com/community/membri/maurizio_beolchini/">maurizio</a>

Ciao!
 
Io invece ho trovato questo: "Norma "Airbnb", lʼAssociazione dei locatori: "Il mercato degli affitti brevi è un caos, ha bisogno di regole" A Tgcom24 la Property Managers Italia spiega i vantaggi dellʼimposta cedolare secca al 21%, prevista da un emendamento alla legge di bilancio e bloccata dal premier Renzi".

Cosa ne pensate? qualcosa occorre fare, ma qual è la soluzione giusta per salvare capra e cavoli?
 
Ritengo che nessuna soluzione é possibile perché, come ho già scritto in altri post, persiste una discrasia tra il TUIR (Testo Unico Imposta sui Redditi) e la normativa regionale e nazionale sulla ricettività turistica aperta al pubblico e privata. Qualunque proposta non parta dal presupposto di superare il contrasto tra le discipline sopra citata sarà solo demagogia e populismo.
 
Ciao Saverio, ti anticipo una dritta a questo punto garantita: ieri al 2° Forum sulla ricettività in appartamento tenutoSi in Confcommercio Milano, l'assessore Parolini ha detto testualmente di avere richiesto ai comandanti della guardia di Finanza se la cedolare secca fosse compatibile con la locazione turistica e gli è stato risposto: SEMPRE!
una volta tanto abbiamo una certezza. Per il resto condivido la tua visione sulla divisione tra demagogia e populismo ed interessi regionali o statali (peraltro di più difficile comprensione).
E' un fatto che nell'incontro di ieri Parolini ha ammesso che il loro problema gira che ti rigira non è normativo ma bensì:... FISCALE!
vabbè almeno l'ha ammesso.
 
PER HOSPRES. Finalmente, in realtà ad Agrigento un colonnello della Finanza ha presentato una relazione nella quale é stato evidenziato il ruolo del TUIR nella "locazione pura". Nella stessa conferenza alla quale ho partecipato, in qualità di relatore, ho evidenziato quanto hai comunicato nel tuo POST:

SLIDE DELLA MIA RELAZIONE:
La ricettività turistica privata - “locazioni pure” - Alloggi locati esclusivamente per finalità turistiche

• Art. 1571 e succ. c.c. - Art. 1 lettera c legge 431/1998 – Art. 53 “Codice del turismo” (L’articolo 4 della predetta legge 431/1998 dispone: “A decorrere dalla data di entrata in vigore della presente legge, per la stipula di validi contratti di locazione è richiesta la forma scritta)
• Il comma 2 dell’articolo 3 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23 (Federalismo fiscale) stabilisce che “… La cedolare secca può essere applicata anche ai contratti di locazione per i quali non sussiste l’obbligo di registrazione”. Si tratta dei contratti di locazione di immobili, non formati per atto pubblico o scrittura privata autentica, di durata non superiore a trenta giorni complessivi nell’anno, ai sensi del combinato disposto dell’articolo 5 del TUR e dell’articolo 2-bis della tariffa, parte seconda, allegata al TUR. Per determinare tale durata, è necessario fare riferimento al rapporto di locazione e di affitto dell’immobile intercorso nell’anno con lo stesso locatario e affittuario (circ. Agenzia delle Entrate n. 12/1998 e n. 26/20/11).
 
"Demagogia e populismo". Quoto in pieno quanto detto da Saverio. Proprio oggi mi hanno mandato un video in cui vengono messi uno accanto all'altro Renzi e Cetto Laqualunque del film di albanese. Incredibile: le stesse promesse, entrambi promettono tagli di tasse e quant'altro. simpatico, al tempo stesso significativo.

Torniamo a noi. Non se ne può più di questa confusione. Non è possibile che per via di leggi che fanno a cazzotti tra loro si alimenti solo confusione, evasione e sostanziale paralisi di un sistema che potrebbe garantire ben altri numeri.

Emblematici i casi citati da voi, i finanzieri di agrigento e milano evidentemente non viaggiano sulla stessa frequenza d'onda. non è colpa loro, poveracci (in italia prima di fare una legge si pensa al modo di eluderla), ma potete ben capire che questa confusione non giova. Mettiamoci nei panni della gente comune: non sanno che pesci prendere, hanno paura ad avviare un'attività o magari anche a provarci con airbnb perché come fai fai sbagli.
 
Dopo il 2008, anno in cui "esplode la promozione e la commercializzazione delle strutture ricettive extralberghiere o "locazioni pure" sui portali, in Italia si é creata una discrasia tra la disciplina regionale e le norme che regolano il TUIR (Testo Unico Imposte sui Redditi). Infatti da un lato la gente pensa di potere svolgere attività saltuaria, di contro la Guardia di Finanza considera la presenza sui portali come attività d'impresa soggetto ad IVA. Conseguentemente, la presenza sui portali (Booking.,AirB&amp;B,Expedia, etc.) rappresenta attività d’impresa, che può essere distinta in: 1) locazione turistica privata ai sensi dell’art. 1571 del codice civile, dell’art. 1 comma 2 lettera c della legge 431/1998 e dell’art. 53 del codice del turismo, in questa prima ipotesi si dovranno predisporre contratti per finalità turistica; 2) ricettività turistica aperta al pubblico disciplinata dalle leggi regionali sulle strutture ricettive, in questo secondo caso sarà obbligatoria presentare la SCIA al SUAP.
Come premesso, se la struttura sarà presente sulle OTA o sui portali, in genere, dovrà essere gestita con partita IVA.
Per non operare come impresa ma come attività saltuaria devono ricorrere alcune condizioni: svolgere l’attività in modo saltuario per meno di 180 giorni per anno, svolgerla come attività non prevalente (il reddito non deve essere prevalente rispetto ad eventuali altri redditi),non superare un certo reddito (5.000,00 annui); non offrire servizi turistici detti anche servizi alle persone: (cambio biancheria e lenzuola, pulizia e sistemazione camere), in sintesi non deve essere presente nessun tipo di organizzazione, non ci possono essere dipendenti che lavorano per la casa locata per “finalità turistiche”,
Nel caso della locazione turistica si potrà locare l’intero appartamento o parte dell’immobile, ai sensi dell’art. 12 legge n. 191/1978 che così dispone. “Chiunque cede la proprietà o il godimento o a qualunque altro titolo consente, per un tempo superiore a un mese, l’uso esclusivo di un fabbricato o di parte di esso ha l’obbligo di comunicare all’Autorità locale di pubblica sicurezza, entro quarantotto ore dalla consegna dello immobile, la sua esatta ubicazione, nonché le generalità dello acquirente, del conduttore o della persona che assume la disponibilità del bene e gli estremi del documento di identità o di riconoscimento, che deve essere richiesto all’interessato.
A seguito di una circolare del Ministero dell’Interno del giugno 2015, l’obbligo di comunicazione delle presenze scatta, entro 24 ore dall’arrivo dell’ospite. Conseguentemente, il titolare dell’attività dovrà registrarsi al servizio ALLOGGIATIWEB, presso la Questura competente territorialmente.
 
grazie saverio, detta così diventa tutto molto più chiaro. con questo intervento (e nonostante abbiano un po' ingarbugliato le norme) si chiariscono molti dubbi e si traccia un confine preciso tra l'attività imprenditoriale vera e propria e l'attività saltuaria.

con questo quadro anche i neofiti sanno che pesci prendere, in quale direzione andare. grazie, un contributo prezioso per questo forum
 
Grazie Saverio, se tu non ci fossi sarebbe necessario inventarti perchè la tua competenza è uno dei pochi capisaldi in questo marasma. Detto questo però tutti i soggetti che fanno comunicazione in questo campo, anche quando sono onesti e corretti some sei tu ( e sei forse il solo), presentano le cose viste dalla finestra che gli hanno indicato, chi e perchè gliela abbia indicata è un altro discorso. Anche l'assessore Parolini infatti ha sottolineato come alla fine tra lenzuola nei letti e numero dei giorni di occupazione (non di commercializzazione!) forse l'unica cosa che davvero conta di più come dice il codice civile o il testo della Finanza è il fatto del reddito prevalente. Nel senso che se quanto ricavi dalla locazione è ciò che ti mantiene questo è il tuo lavoro, punto!!!!! Siamo capaci di mettere in un elenco le condizioni legali per fare locazione turistica ma NON apposta per spaventare i privati perchè diventino anche loro B&amp;B ma semplicemente perchè la legge è così? E molto spesso, mi permetto di aggiungere, non è davvero il caso di diventare B&amp;B! E chi lo è diventato in questi anni dovrebbe riflettere che piuttosto di prendersela con i privati che oggi effettivamente gli fanno concorrenza, se la dovrebbe prendere con chi lo ha convinto a fare questa scelta.
 
Gentilissimi mi vorrei inserire nella discussione per riportare la grande novità.... a mio avviso tenuta celata e nascosta durante l'ultimo forum sull'ospitalita breve tenutosi a Milano preso la sede della confcommercio e presente l'assessore Parolini e i vari player vedi Airbnb, Homeaway Halldis etc.... per quello che riguarda la norma che dovrebbe passare il 15 dicembre c.m. che qui allego e decisa in fretta e furia cercando presumo..di accontentare già i numerosi competitors di Airbnb etc vedi .....Federalberghi.
Uno smacco e una ingiustizia, ritengo personalmente quella di obbligare, a questo punto se passerà... (anche se in regione Lazio e' stata bocciata dal TAR e ora tutti i proprietari possono affittare in regime di short stay non imporenditoriale per 365 giorni all'anno) la norma di obbligatorietà di chiudere 90 giorni anche non continuativi gli appartamenti e/o locazioni in short stay.
Allego disposizione di legge che dovrà essere discussa e approvata il 15 dicembre 2016 a Milano per regione lombardia e attendo commenti e feedback in merito. Grazie per lo spazio concesso.

Emendamento PROGETTO DI LEGGE N. 321:
Dopo l'articolo 9 è inserito il seguente: "Art. 9 bis (Modifiche alla 1.r. 27/2015). 1. Alla lettera b) del comma 2 dell'articolo 26 della legge regionale 1 ottobre 2015 , n. 27 "Politiche regionali in materia di turismo e attrattività del territorio lombardo" le parole: "in modo occasionale" sono sostituite dalle parole: "in maniera non continuativa, osservando a tal fine un periodo di interruzione dell'attività non inferiore a 90 giorni all'anno, anche non continuativi.
Ogni periodo di interruzione dell'attività deve essere comunicato preventivamente alla provincia competente per territorio o alla Città metropolitana di Milano."
Così stabilisce l'emendamento che va a chiarire quanto stabilito nella legge regionale 27/2015 in materia di turismo che dispone che le case e appartamenti per vacanze (CAV) possano essere gestite in forma non imprenditoriale fino ad un massimo di tre unità ed in modo occasionale.
Ora, per meglio specificare cosa si intende per "occasionale", allo scopo di evitare interpretazioni diverse sul territorio e fra gli enti pubblici deputati al controllo della attività, si propone di sostituire le parole "in modo occasionale" con le parole "in maniera non continuativa" affinché sia inequivocabile il fatto che l'attività non abbia caratteristiche imprenditoriali in quanto esercitata in strutture ricettive con destinazione residenziale per non più di 9 mesi all'anno, anche per periodi non continuativi.
Tale modifica consente inoltre di allineare la disciplina delle CAV a quella dei bed and breakfast non imprenditoriali per i quali già l'articolo 29 prevede una interruzione dell'attività per non meno di 90 giorni all'anno, nonché la comunicazione dell'interruzione dell'attività alla provincia o alla Città metropolitana di Milano.
La modifica proposta non comporta nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica; d'altra parte consente di precisare alcuni profili gestionali legati alle CAV, sgravando così le amministrazioni locali da dedicare tempo e risorse umane per riscontrare i dubbi interpretativi degli operatori del settore.
 
insomma, mi par di capire che si sta facendo in modo di penalizzare quello che <a href="https://www.formazioneturismo.com/community/membri/maurizio_beolchini/" target="_blank">Maurizio </a> definisce un nuovo modello di sviluppo.

se le cose dovessero davvero andare in questa direzione, il signor Maurizio cambi lavoro, compri un palla di cristallo e si metta a leggere il futuro nelle fiere: guadagnerebbe una barca di soldi... eh sì, perché questo - diamogliene atto - lo aveva previsto o, meglio, temuto.

Quando in un suo post parlava di modello airbnb, ossia di un nuovo modello economico, temeva proprio questo: per accontentare i soliti pochi si segano le gambe a quelli che portano innovazione e soluzioni per uscire da questa situazione di stallo (e regresso) in cui è piombata l'italia.

"lascia stare il mondo come si trova", sembra essere il motto che guida i nostri illuminati governanti, a ogni livello. Quindi di crescere, di ripartire, proprio non se ne parla. nel turismo come negli altri settori.

è vero che sarebbe auspicabile avere regole del gioco uguali per tutti (mi riferisco agli albergatori che evidentemente si sentono penalizzati), ma quello che davvero mi chiedo è: è mai possibile che in Italia ogni cosa deve essere soffocata da leggi, leggine e codicilli?

Come se ne esce?
 
Purtroppo alcune lobbies hanno forzato la mano su un fenomeno sociale ed economico rilevante per chi vuol provare a svolgere un'attività all'interno della propria abitazione, sia essa di proprietà che in affitto o in comodato o, ancora, in usufrutto. Purtroppo con i se e i ma non si va da nessuna parte. Per analizzare il fenomeno delle "locazioni pure" bisogna mettere a confronto: il TUIR (Testo Unico sui Redditi) e le discipline regionali sulle case per vacanze, in realtà persiste una discrasia tra le due discipline. Tutto il resto é sterile protesta, da parte di chi vorrebbe svolgere l'attività in argomento, populismo e demagogia dalla politica nel momento in cui proclama di volere cambiare le regole. Quest'anno ad ottobre ad Agrigento abbiamo messo a confronto la disciplina finanziaria, relatore un colonnello della Guardia di Finanza e la normativa nazionale e regionale sulla quale ho relazionato illustrando le varie ipotesi gestionali, distinguendo l'attività saltuaria da quella individuale. Credo che in quella occasione siano emerse alcune risposte interessanti alla problematica sulla ricettività diffusa.
 
Saverio, mi incuriosisci: quali sono le risposte uscite dall'incontro di Agrigento? Come si può passare dalla "sterile protesta" a un sistema che funzioni?

La discrasia tra tuir e norme regionali è già un bell'ostacolo. anzi, un macigno. chissà, forse il referendum avrebbe permesso di superare questo ostacolo... (personalmente preferisco che abbia vinto il no, la nostra costituzione me gusta così com'è, ma questa è un'altra storia)

per il resto... mannaggia le lobbies. fanno danno ovunque. di questo passo moriremo con la tessera della P2 in tasca (è solo una battuta, sia chiaro, questo incubo per ora è rimandato o, meglio, congelato)
 
La Guardia di Finanza opera, secondo le disposizioni delle risoluzioni del Ministero delle Finanze DIPARTIMENTO DELLE ENTRATE DIR.CENTRALE: AFFARI GIURIDICI E CONTENZ. TRIBUTARIO:
Risoluzione del 14/12/1998 n. 180 "Oggetto: I.V.A. - Servizio di alloggio e prima colazione disciplinato dall'art. 8 della legge regionale del Lazio 29 maggio 1997, n. 18. Quesito dell'Azienda di promozione turistica della provincia di Roma.
Risoluzione n. 155/E/2000 - Emilia Romagna legge regionale 26 maggio 1999 n. 170.

IN SINTESI
In relazione alla disciplina fiscale applicabile ai fini dell'IVA, si fa presente che il presupposto soggettivo di imponibilita' al tributo sussiste qualora le prestazioni di servizi siano non occasionali e cioe' rientranti in un'attivita' esercitata per professione abituale. Pertanto, il carattere saltuario della attivita' di fornitura di "alloggio e prima colazione", che si identifica, sostanzialmente con quello della occasionalita', ne consente in, via generale, l'esclusione dal campo di applicazione dell'IVA. Cio'
sempreche', ovviamente, tale attivita', anche se esercitata periodicamente, non sia svolta in modo sistematico, con un carattere di stabilita', evidenziando una opportuna organizzazione di mezzi che e' indice della professionalita' dell'esercizio dell'attivita' stessa..
Le attivita' economiche che danno luogo a ricavi aventi un certo carattere di stabilita' sono, infatti, attratte nella sfera impositiva
dell'I.V.A. ai sensi dell'articolo 4 del D.P.R. n. 633 del 1972 citato, attuativo dell'articolo 4, comma 2 della VI direttiva CEE n. 77/388 del 17 maggio 1977.

LA PRESENZA DI UNA STRUTTURA SUI PORTALI, COME HO CITATO IN ALTRI POST, RAPPRESENTA " ATTIVITA' svolta in modo sistematico, con un carattere di stabilita', evidenziando una opportuna organizzazione di mezzi che e' indice della professionalita' dell'esercizio dell'attivita' stessa.
 
Riprendono le prenotazioni in Italia. E Airbnb cambia strategia: turismo di prossimità
Più 20 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Al vertice lago di Como, la Valle d’Aosta e la campagna toscana. Intanto la piattafofrma cambia strategia su scala globale, lancia il programma “Go Near” con cui punta al turismo domestico e alla collaborazione con gli enti locali

di SIMONE COSIMI

11 giugno 2020

Dopo aver messo in affitto le case più celebri delle serie tv, Airbnb torna a fare sul serio. E uscendo dal periodo più duro legato ai lockdown per il coronavirus in mezzo mondo che ha bloccato il turismo, ha elaborato una nuova strategia di azione. Che, inevitabilmente, passa dai viaggi e dalle vacanze domestiche. Si chiama “Go Near” ed è di fatto un cambio di paradigma, almeno temporaneo: una nuova iniziativa pensata per sostenere le economie locali attraverso il turismo interno. Si sviluppa anche attraverso una serie di accordi con le associazioni locali di tutto il mondo per incentivare i viaggi e la crescita economica locale.

D’altronde anche in Italia, dopo l’ingresso nella Fase 3 e la ripresa dei movimenti tra le regioni – oltre che in Europa, salvo divieti specifici stabiliti dai diversi paesi – qualcosa si muove. Spiega la piattaforma che la scorsa settimana, quella del 31 maggio, le prenotazioni degli italiani sono tornate a crescere, facendo segnare un aumento del 20% addirittura rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È stato il primo, vero segnale dal blocco totale di marzo.


Analizzando più nello specifico questa crescita, si vede che le destinazioni casalinghe più prenotate la scorsa settimana dagli italiani sono state le abitazioni e le strutture nei pressi del lago di Como, sulle Alpi lombarde, in Valle d’Aosta, in Trentino-Alto Adige e nella campagna toscana. Da un sondaggio commissionato dal sito guidato da Brian Chesky, l’82% degli italiani quest’anno opterà proprio per vacanze a corto raggio e preferibilmente all’interno del territorio nazionale. Un orientamento che si conferma anche a livello globale: negli Stati Uniti, per esempio, la maggior parte degli intervistati sostiene di preferire le destinazioni raggiungibili in auto in meno di un giorno di viaggio.

Chesky ci crede fortemente. Le previsioni e le stime di perdite che si moltiplicano da mesi, per esempio quelle della Iata che vede in un calo di 84 miliardi di dollari per il comparto delle compagnie aeree, non lo spaventano. Nonostante la piattaforma abbia dovuto licenziare il 25% dei suoi dipendenti, cioè quasi 2mila persone, il Ceo ha spiegato di vedere già un rimbalzo: “Dal 17 maggio al 6 giugno, in un periodo di tre settimane, abbiamo raccolto più prenotazioni che nello stesso periodo dell’anno scorso – ha spiegato in un’intervista alla Abc, riferendosi in particolare alle dinamiche statunitensi – si tratta di una ripresa stabile o di una domanda per così dire repressa? Non lo sa nessuno. Ma nessuno avrebbe mai immaginato qualcosa del genere nei periodi più difficili”.

Non solo: “Le persone vogliono ancora viaggiare, a prescindere dal contesto, vogliono rimanere connesse ma vogliono farlo in sicurezza – ha aggiunto Chesky – magari non sono ancora pronte a salire su un aereo o a passare un confine e vogliono viaggiare nei pressi”. Ecco perché è arrivato “Go Near” che consiste in un aggiornamento dei propri strumenti al fine di aiutare i viaggiatori a riscoprire le destinazioni vicine a casa, offrendo loro degli spunti per favorire questo tipo di viaggi, anche last-minute.
Al programma “Go Near” Airbnb affianca inoltre una serie di collaborazioni con autorità locali, organizzazioni benefiche ed enti turistici di tutto il mondo, con i quali verranno condivisi dati e ricerche di viaggio per capire come muoversi in modo più efficace e ai quali verrà data la possibilità di utilizzare la piattaforma e i canali di Airbnb per raggiungere milioni di viaggiatori in tutto il mondo. Tra i primi partner annunciati ci sono enti come la National Park Foundation negli Stati Uniti, l’ente turistico di Porto Rico, della Danimarca, della Corea del Sud, dello stato brasiliano di San Paolo, del KwaZulu-Natal, in Sudafrica, delle Bermuda e molti altri.

“Il modo in cui abbiamo viaggiato fino allo scorso febbraio è finito e non sarà mai più lo stesso – ha chiuso il cofondatore – ma non significa che non tornerà. Accadrà ma in modo diverso. Ad esempio, credo che l’era dominata dal turismo di massa, in cui le persone andavano nelle stesse venti città, ci rimanevano per schiacciarsi in un bus a due piani e farsi un selfie di fronte a un monumento-simbolo rimarrà ma occuperà una quota più piccola, in futuro”.

repubblica.it
 
Riprendono le prenotazioni in Italia. E Airbnb cambia strategia: turismo di prossimità
Più 20 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Al vertice lago di Como, la Valle d’Aosta e la campagna toscana. Intanto la piattafofrma cambia strategia su scala globale, lancia il programma “Go Near” con cui punta al turismo domestico e alla collaborazione con gli enti locali

di SIMONE COSIMI

11 giugno 2020

Dopo aver messo in affitto le case più celebri delle serie tv, Airbnb torna a fare sul serio. E uscendo dal periodo più duro legato ai lockdown per il coronavirus in mezzo mondo che ha bloccato il turismo, ha elaborato una nuova strategia di azione. Che, inevitabilmente, passa dai viaggi e dalle vacanze domestiche. Si chiama “Go Near” ed è di fatto un cambio di paradigma, almeno temporaneo: una nuova iniziativa pensata per sostenere le economie locali attraverso il turismo interno. Si sviluppa anche attraverso una serie di accordi con le associazioni locali di tutto il mondo per incentivare i viaggi e la crescita economica locale.

D’altronde anche in Italia, dopo l’ingresso nella Fase 3 e la ripresa dei movimenti tra le regioni – oltre che in Europa, salvo divieti specifici stabiliti dai diversi paesi – qualcosa si muove. Spiega la piattaforma che la scorsa settimana, quella del 31 maggio, le prenotazioni degli italiani sono tornate a crescere, facendo segnare un aumento del 20% addirittura rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. È stato il primo, vero segnale dal blocco totale di marzo.


Analizzando più nello specifico questa crescita, si vede che le destinazioni casalinghe più prenotate la scorsa settimana dagli italiani sono state le abitazioni e le strutture nei pressi del lago di Como, sulle Alpi lombarde, in Valle d’Aosta, in Trentino-Alto Adige e nella campagna toscana. Da un sondaggio commissionato dal sito guidato da Brian Chesky, l’82% degli italiani quest’anno opterà proprio per vacanze a corto raggio e preferibilmente all’interno del territorio nazionale. Un orientamento che si conferma anche a livello globale: negli Stati Uniti, per esempio, la maggior parte degli intervistati sostiene di preferire le destinazioni raggiungibili in auto in meno di un giorno di viaggio.

Chesky ci crede fortemente. Le previsioni e le stime di perdite che si moltiplicano da mesi, per esempio quelle della Iata che vede in un calo di 84 miliardi di dollari per il comparto delle compagnie aeree, non lo spaventano. Nonostante la piattaforma abbia dovuto licenziare il 25% dei suoi dipendenti, cioè quasi 2mila persone, il Ceo ha spiegato di vedere già un rimbalzo: “Dal 17 maggio al 6 giugno, in un periodo di tre settimane, abbiamo raccolto più prenotazioni che nello stesso periodo dell’anno scorso – ha spiegato in un’intervista alla Abc, riferendosi in particolare alle dinamiche statunitensi – si tratta di una ripresa stabile o di una domanda per così dire repressa? Non lo sa nessuno. Ma nessuno avrebbe mai immaginato qualcosa del genere nei periodi più difficili”.

Non solo: “Le persone vogliono ancora viaggiare, a prescindere dal contesto, vogliono rimanere connesse ma vogliono farlo in sicurezza – ha aggiunto Chesky – magari non sono ancora pronte a salire su un aereo o a passare un confine e vogliono viaggiare nei pressi”. Ecco perché è arrivato “Go Near” che consiste in un aggiornamento dei propri strumenti al fine di aiutare i viaggiatori a riscoprire le destinazioni vicine a casa, offrendo loro degli spunti per favorire questo tipo di viaggi, anche last-minute.
Al programma “Go Near” Airbnb affianca inoltre una serie di collaborazioni con autorità locali, organizzazioni benefiche ed enti turistici di tutto il mondo, con i quali verranno condivisi dati e ricerche di viaggio per capire come muoversi in modo più efficace e ai quali verrà data la possibilità di utilizzare la piattaforma e i canali di Airbnb per raggiungere milioni di viaggiatori in tutto il mondo. Tra i primi partner annunciati ci sono enti come la National Park Foundation negli Stati Uniti, l’ente turistico di Porto Rico, della Danimarca, della Corea del Sud, dello stato brasiliano di San Paolo, del KwaZulu-Natal, in Sudafrica, delle Bermuda e molti altri.

“Il modo in cui abbiamo viaggiato fino allo scorso febbraio è finito e non sarà mai più lo stesso – ha chiuso il cofondatore – ma non significa che non tornerà. Accadrà ma in modo diverso. Ad esempio, credo che l’era dominata dal turismo di massa, in cui le persone andavano nelle stesse venti città, ci rimanevano per schiacciarsi in un bus a due piani e farsi un selfie di fronte a un monumento-simbolo rimarrà ma occuperà una quota più piccola, in futuro”.

repubblica.it
Articolo interessante, l'idea è che ci sia voglia di ripartire. e tanta voglia di tornare a viaggiare, nonostante i soldi scarseggino. Io, invece, ancora sto in alto mare con l'idea di una possibile vacanza. Andrei comunque in un hotel sul mare. ma alla fine mi ritroverò a mettere la vasca da bagno sul terrazzo
 

Roma, dal primo luglio tassa di soggiorno anche dal circuito Airbnb

Redazione Roma

Ancora un aiuto al turismo. A partire dal prossimo primo luglio, la piattaforma telematica Airbnb riscuoterà direttamente il contributo di soggiorno da parte di chi effettua prenotazioni di pernottamenti online, per versarlo nelle casse di Roma Capitale. Spiegano in Campidoglio: «Il big player di settore ha siglato la convenzione - messa a punto dalla giunta capitolina - diretta ai soggetti che mettono in contatto domanda e offerta di alloggi ai fini di locazione turistica tramite inserzioni sul web e successive prenotazioni, intervenendo di fatto nel pagamento del relativo canone. Secondo l’accordo, il portale è tenuto a incassare la dovuta tassa per conto di Roma Capitale, assolvendo i medesimi obblighi delle strutture ricettive e degli immobili privati destinati a locazione breve, come prescritto dal Regolamento sul contributo di soggiorno».

«La convenzione, della durata di un anno a partire dalla data di sottoscrizione e sottoposta a rinnovo automatico, prevede - prosegue il Campidoglio - un versamento cumulativo trimestrale da parte della società. Quest’ultima si impegna a fornire a Roma Capitale una documentazione periodica del numero delle prenotazioni e degli effettivi pernottamenti, e a comunicare il loro ruolo nella riscossione della tassa ai titolari degli immobili per l’accoglienza turistica. Quanto alla riscossione del tributo, avverrà al momento della conferma della prenotazione online con pagamento del canone o corrispettivo, mentre in caso di annullamento le somme versate in eccesso potranno essere detratte dai successivi pagamenti».

https://www.msn.com/it-it/money/sto...ggiorno-anche-dal-circuito-airbnb/ar-BB15ISsL
https://www.msn.com/it-it/money/sto...-nessun-problema-se-non-si-chiude/ar-BB15Ie1x
 
Airbnb verso Wall Street, presentati i documenti per la quotazione
A sorpresa e nel pieno della crisi post coronavirus la piattaforma di home sharing compie il primo passo verso l'Ipo


20 Agosto 2020

MILANO - Airbnb rompe gli indugi e si prepara a debuttare a Wall Street. Il colosso degli affitti ha presentato in via confidenziale alla Sec, la consob americana, il documento S-1 che apre la strada a un sua quotazione a Wall Street entro al fine dell'anno.

Airbnb - secondo indiscrezioni - era intenzionata a depositare i documenti per l'initial public offering lo scorso 31 marzo, ma la pandemia del coronavirus l'ha costretta a rimandare. Ora però la svolta che segnala una ripresa più rapida del previsto del comparto dei viaggi duramente colpito dal virus. Dalla primavera infatti gli affitti delle case, soprattutto fuori dalle grandi città, sono tornati a salire.


All'8 luglio più di un milione di notti per pernottamenti futuri sono stati prenotati nella case Airbnb nel mondo, un livello non visto dal 3 marzo scorso.

Fondato nel 2008 il colosso degli affitti si è ben guardato per anni da una possibile quotazione preferendo concentrarsi sulla crescita. Airbnb si affaccia a Wall Street con una valutazione decisamente inferiore rispetto al picco del 2017, quando era valutata 30 miliardi di dollari rispetto ai 18 dell'ultima raccolta fondi.

Secondo indiscrezioni, Airbnb avrebbe scelto Morgan Stanley e Goldman Sachs per l'operazione da tempo attesa. "Il numero delle azioni da offrire con l'ipo e il prezzo non è ancora stato fissato. L'ipo dovrebbe tenersi una volta che la Sec ha completato l'esame, ed è soggetta alle condizioni di mercato", afferma Airbnb. Se dovesse debuttare a Wall Street nel 2020 lo farebbe in un contesto più che favorevole. Dall'inizio dell'anno le ipo condotte negli Stati Uniti hanno raccolto più di 60 miliardi di dollari e, in media, i titoli hanno guadagnato il 23% nel primo giorno di scambi, un record dal 2000.

Negli ultimi mesi molte società si sono affacciate alla borsa dopo essere state costretta ad accantonare i loro piani per il coronavirus. Warner Music Group e la startup Lemonade hanno debuttato con successo agli inizi di giugno e luglio, e ora si attendono le quotazioni della società di consegne di pranzi e cene a domicilio DoorDash e di Palantir Techonologies.

repubblica.it
 
Non sono esperto in materia, aiutatemi a capire come funziona: per caso quando i soldi finiscono, quando le cose vanno male, si ricorre alla borsa (altrui)? é questa la famosa finanza creativa? Quella che crea soldi per pochi ed economia reale zero e porto zero?
 
Non sono esperto in materia, aiutatemi a capire come funziona: per caso quando i soldi finiscono, quando le cose vanno male, si ricorre alla borsa (altrui)? é questa la famosa finanza creativa? Quella che crea soldi per pochi ed economia reale zero e porto zero?

Hai capito benissimo Martino, non hai bisogno di alcuna spiegazione:)
Finiamola qui, c'è il rischio concreto che qualcuno ci tacci come sovversivi:p:D:D:D:D
 

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