Turismo. Agosto non cancella l'ecatombe. "Nel 2020 in fumo 100 miliardi". "65 milioni di presenze in meno solo d'estate"
Due studi di Confturismo-Confommercio e Assoturismo fotografano l'ecatombe del dopo covid. I pienoni del mese preferito della vacanza italiana un miraggio che non avrà seguito. Crollo degli stranieri e del fatturato
Cento miliardi in meno dal comparto turismo nel 2020. Sessantacinque milioni di presenze perse soltanto nel periodo giugno-agosto. Sono questi i dati eclatanti a fotografare la debacle di un settore che di regola vale il 13 per cento del Pil nazionale, come scaturiscono da due studi resi noti nelle ultime ore da Confturismo Confcommercio e da Assoturismo.Confturismo-Confcommercio: agosto solo un miraggio
"A fine marzo ipotizzavamo una perdita di valore della produzione del turismo nel 2020 nell'ordine dei 100 miliardi di euro: allora sembrava una visione eccessivamente drammatica ma ogni giorno che passa ci avviciniamo sempre più alla sua concretizzazione". Lo dice Luca Patanè, presidente di Confturismo-Confcommercio alla lettura dell'indagine di Swg e Confturismo Confcommercio. E prosegue: "Se, in parte col decreto Rilancio e poi con il decreto Agosto, il governo ha finalmente cominciato a dare alcune risposte alle nostre richieste, oggi, alla luce di questi numeri e dell'oggettivo allontanamento del termine della crisi - almeno per il nostro settore - l'ampiezza e l'intensità di queste risposte vanno adeguate per fare un salto di qualità, se non vogliamo perdere un settore centrale e strategico per l'economia nazionale come il turismo. Con le risorse del Recovery Fund si può fare molto, ma bisogna mettere il turismo al centro delle politiche attive per la ripresa".
Dopo il mese di giugno di fatturati azzerati per le imprese del turismo e luglio con andamento a singhiozzo, si registra un agosto con numeri complessivamente ridotti, permanenze medie piu' brevi e spesa contratta, mentre le prospettive per settembre sono ridimensionate rispetto a quelle previste solo due mesi fa. E' il quadro che emerge dalla rilevazione dell'Indice di fiducia dei viaggiatori italiani condotta, tra il 23 e il 31 agosto, da Swg per conto di Confturismo-Confcommercio. Innanzitutto scende per la prima volta tra luglio e agosto - da 65 a 63 punti su scala da 0 a 100 - l'indice che rappresenta la propensione degli italiani a viaggiare. Non era mai successo in 5 anni di rilevazioni e il fatto che avvenga quest'anno, quando la misurazione aveva gia' registrato record catastrofici da marzo in poi, e' ancora piu' grave. Vuole dire, dunque, che andranno per lo piu' deluse le speranze riposte sul mese di settembre per cercare di recuperare una stagione senza stranieri.
Ma lasciando perdere le previsioni per il futuro, i dati consuntivi parlano chiaro. Se nella rilevazione di giugno il 69% degli intervistati pensava che avrebbe fatto almeno un periodo di vacanza entro agosto, lo stesso campione, consultato nuovamente a fine mese scorso, dichiara di essere partito solo nel 60% dei casi (-9%) e, del 40% che non si e' mosso, solo l'11% sono italiani che normalmente non fanno vacanze in questo periodo dell'anno. Gli altri indicano come motivo della "non partenza" i timori per la pandemia, nel 52% dei casi, ma anche difficolta' di ordine economico e mancanza di ferie, nel 47%. I "pienoni" di agosto, di cui si e' parlato molto, sono dunque stati solo un miraggio estivo, nel senso che si sono concentrati in pochi giorni e in poche localita'. L'impatto della crisi diventa ancora piu' forte e registrabile quando si misura la "qualita' della vacanza": solo il 41% degli intervistati ha fatto ferie di lunghezza tradizionale, con almeno 5 pernottamenti a destinazione, mentre il 19% ha fatto viaggi brevi o frazionati in piu' periodi, ma sempre di breve durata. Se per le tipologie di destinazioni il mare, gia' vincente nelle previsioni fatte a giugno, va addirittura oltre, raggiungendo un record storico pari al 62% delle preferenze, un altro record, purtroppo in negativo, lo segnano le citta' e luoghi d'arte che, nel dato consuntivo, registrano complessivamente un 10% delle preferenze. La montagna invece ha fatto registrare un incremento del 20% rispetto agli anni passati.
Naturalmente l'Italia resta la meta preponderante, scelta dal 96% degli intervistati, ben 19 punti percentuali sopra la media normale di questo mese, con ottimi andamenti delle mete in grado di offrire un mix ben calibrato di mare, entroterra, enogastronomia e natura come Puglia, Toscana ed Emilia-Romagna. Per il 4% che ha comunque fatto vacanze all'estero - dato che fa riflettere sulla crisi profonda che stanno attraversando agenzie di viaggio e tour operator - solo mete europee, dove si segnala la scomparsa dalla geografia turistica di destinazioni fondamentali come Spagna e Mar Rosso. Dichiara Luca Patane', presidente di Confturismo-Confcommercio: "A fine marzo ipotizzavamo una perdita di valore della produzione del turismo nel 2020 nell'ordine dei 100 miliardi di euro: allora sembrava una visione eccessivamente drammatica ma ogni giorno che passa ci avviciniamo sempre piu' alla sua concretizzazione". E prosegue: "Se, in parte col decreto Rilancio e poi con il decreto Agosto, il Governo ha finalmente cominciato a dare alcune risposte alle nostre richieste, oggi, alla luce di questi numeri e dell'oggettivo allontanamento del termine della crisi - almeno per il nostro settore - l'ampiezza e l'intensita' di queste risposte vanno adeguate per fare un salto di qualita', se non vogliamo perdere un settore centrale e strategico per l'economia nazionale come il turismo. Con le risorse del Recovery Fund si puo' fare molto, ma bisogna mettere il turismo al centro delle politiche attive per la ripresa".
Assoturismo. Spariti due stranieri su tre
Quella del 2020 sara' un'estate da dimenticare per il turismo: e' leggermente aumentato il numero degli italiani che hanno fatto le vacanze nel Paese (+1,1%) ma il calo degli stranieri e' stato peggiore delle attese (-65,9%): spariti due su tre. E' quanto emerge dalle stime elaborate da Cst Firenze per Assoturismo Confesercenti, sulla base dei dati forniti da un campione di 1.975 imprenditori della ricettivita' in tutta Italia, che evidenziano com si siano svuotate citta' d'arte (-49,6%) e laghi (-48,6%); resistono montagna (-19%) e mare (-23,7%). Male Nord Est (-34,4%), Sud piu' resiliente (-20,4%). "Il lieve recupero del mercato italiano di agosto non basta a salvare l'estate 2020, che per il turismo rimane una stagione da dimenticare", spiega una nota. "Nel trimestre giugno-agosto le presenze nelle strutture ricettive ufficiali in Italia si sono fermate a 148,5 milioni, oltre 65 milioni in meno rispetto al 2019 (-30,4%), con un calo piu' forte nell'alberghiero (-32,6%) rispetto all'extralberghiero (-27,5%)".
Dal punto di vista del fatturato, le imprese segnalano un crollo rilevante dei volumi, stimato mediamente al 37,5% rispetto allo stesso periodo del 2019, (-38,7% gli hotel e -33,8% l'extralberghiero). Si stimano in circa 40 mila le strutture ricettive che hanno aderito alla misura di sostegno adottata dal governo Bonus Vacanza, di cui il 73% nel settore extralberghiero. "Il recupero fisiologico della domanda italiana nelle settimane centrali di agosto non e' stato sufficiente ad agganciare il rimbalzo", spiega Vittorio Messina, presidente di Assoturismo Confesercenti. "Ora le imprese sperano in un prolungamento della stagione estiva a settembre e in una graduale ripresa degli stranieri, anche se le notizie di una risalita dei contagi hanno frenato le prenotazioni e in qualche caso provocato delle disdette. L'emergenza e' quindi tutto fuorche' archiviata: occorre prolungare i sostegni al settore, che si trova di fronte ad una nuova stagione di incertezza. Ma anche estendere e modificare il meccanismo dei buoni vacanze: la bassa adesione dimostra che, cosi' com'e', e' troppo oneroso per gli imprenditori, che non sono nelle condizioni di perdere liquidita'".
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