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Quali lingue studiare?

bob

Nuovo Membro
#1
Buongiorno a tutti sono nuovo in questo interessantissimo forum, vorrei rivolgere la domanda esclusivamente a chi ha esperienza nel settore possibilmente della reception o comunque, in quanto ho fatto tantissime ricerche a riguardo e molte delle informazioni che ho letto erano scritte per sentito dire, testimone il fatto che qualche riga sottostante era riportato un parere del tutto discorde, quindi se rispondete vi chiederei di specificare la fonte grazie a tutti :)<br />
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Studio INGLESE e TEDESCO ma più avanti vorrei aggiungerne almeno una terza, io abito in Sardegna e quindi vedo già di mio che FRANCESE e RUSSO vanno alla grande, invece non saprei esprimermi su SPAGNOLO, CINESE, GIAPPONESE, ARABO, PORTOGHESE. Vi dico quello che ho sentito così potete confermare o contraddirmi e magari aggiungere qualche preziosa delucidazione. Non prendo in considerazione le difficoltà ad esempio del cinese rispetto allo spagnolo, le lingue mi piacciono tutte e quindi gli anni necessari da passare all'estero per padroneggiarne una invece di un'altra non sono un problema, mi riferisco esclusivamente al turismo in Italia:<br />
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SPAGNOLO:<br />
in quali regioni o città va per la maggiore?<br />
è vero che la sua l'utilità, oltre dal fatto di essere una lingua franca e tra le più parlate, deriva dal restio degli ispanofoni a parlare l'inglese?<br />
è vero che la richiesta di questa lingua sta diminuendo in quanto la crisi in spagna ha fatto calare il turismo spagnolo?<br />
è vero che è studiata da troppi italiani perché possa effettivamente fare testo sul curriculum?<br />
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PORTOGHESE: è vero che in Italia è utile in quanto poco conosciuta? In quali regioni sarebbe più richiesta? è davvero come si dice, spendibile nel turismo, o resta una lingua prettamente da settore commerciale?<br />
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ARABO: oltre che per vari settori (commerciale, interpretariato, sociale), si vocifera tanto sull'utilità che avrebbe l'arabo nel settore turistico, non sono sufficienti francese e inglese per comunicare coi nord-africani? Se la risposta dovesse essere negativa, i turisti che giungono alla reception si esprimono in arabo standard o pretendono che l'addetto conosca uno dei 16 dialetti locali?<br />
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CINESE: Il cinese è veramente utile in Italia? Quali città sarebbero le più visitate? Ho molti dubbi a riguardo perché tutti dicono cinese lingua del futuro e bla bla bla, ma ci sono un paio di punti che non mi convincono:<br />
è vero o no che i cinesi parlano inglese?<br />
Con tutti i bilingue cinese/italiano nati qui, le aziende ricercherebbero loro più che un italiano studente di cinese, o sbaglio?<br />
Da un'itervista ad una ragazza cinese/italiana è emerso che i cinesi fanno si e no quattro giorni di vacanza all'anno, considerando che molti di loro hanno parenti ovunque o comunque che sono molto collaborativi coi connazionali, vi chiedo c'è un'effettiva domanda sul pernottamento alberghiero o la maggior parte di essi preferisce alloggiare da qualche parente/amico?<br />
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GIAPPONESE: ho sentito che il giapponese è utilissimo nelle grandi città italiane come Milano, Roma, Venezia... I giapponesi residenti in Italia sono molti meno rispetto ai cinesi quindi per quanto riguarda la concorrenza il giapponese dovrebbe avere una marcia in più no? Che mi dite è maggiore il turismo giapponese o cinese, quale di queste due lingue un datore di lavoro preferirebbe vedere sul curriculum? Per visitare l'Italia i nipponici preferiscono l'estate o periodi più freschi?<br />
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Grazie a tutti ricordate di specificare la fonte se non parlate per esperienza diretta :mrgreen:
 
#2
beh, non ci vogliono i dati per dire che l'inglese sia la chiave che apre tutte le porte. A mio avviso sarebbe comunque interessante puntare sul cinese. il turismo incoming dalla cina riserverà belle sorprese in futuro, almeno secondo il mio modesto parere. ti riporto alcuni dati di federturismo: "Ancora un anno positivo per l’incoming dal continente asiatico: il 2013 ha fatto registrare un nuovo record di viaggiatori (oltre quota 1,8 milioni, +43% sul 2009) e relativa spesa complessiva (2,3 miliardi di euro) e pro-capite (1.250 euro). Il Giappone conferma il proprio primato nel panorama asiatico, ma è la Cina la vera protagonista del “boom” dell’incoming, con viaggiatori raddoppiati negli ultimi 5 anni (da 148 a 295mila) e una spesa complessiva quasi triplicata (da 161 a 463 milioni di euro). Relativamente alla composizione dei flussi incoming dalla Cina, segnaliamo: la prevalenza assoluta della motivazione turistica (57% dei viaggi contro il 23% per lavoro e il 20% per altri motivi personali) e una accentuata polarizzazione nella scelta della tipologia di struttura ricettiva (il 73% degli asiatici pernotta in alberghi e villaggi turistici)". Se a questo aggiungiamo i sempre più numerosi cinesi che vengono in Italia a fare "shopping" (comprare aziende), direi che questa è la lingua che può dare grandi opportunità.
 

bob

Nuovo Membro
#3
grazie per i dati e le percentuali :) comuque l'inglese non apre tutte le porte, ne apre molte sicuramente ma sai quante volte ho sentito dire "sorry, I don't speak english", seguita dalla domanda di riserva "parlez-vous français ?" o più raramente "¿habla español?" , anzi è azzardato dire che l'inglese apra tutte le porte perché la sua conoscenza è ormai data per scontata (almeno volendo lavorare fuori), ma non è che se parli inglese significa che puoi lavorare ovunque, in oltre per me studiare lingue è una passione e un arricchimento culturale non è solo una chiave d'accesso a determinate mansioni quindi se tu usi l'inglese come lingua franca terrai sempre una distanza maggiore moralmente parlando, col tuo interlocutore, nel senso che se ad esempio incontri qualche Erasmus e vuoi fare amicizia hai molte più possibilità di attaccare bottone conoscendo la loro lingua madre oltre l'inglese perché non è più un approccio esclusivamente comunicativo ma stai dimostrando interesse verso quella cultura e il che è molto apprezzato specie da chi non padroneggia senza fatica l'inglese. Tra quelle sopracitate le due che mi affascinano di più in assoluto sono cinese e giapponese, del giapponese preferisco di gran lunga la pronuncia, mentre per quanto riguarda lo scritto il cinese è sicuramente la mia lingua preferita, comunque più di tutto, quello che mi interessa è la diffusione a livello planetario perché per tenere vive in testa tre lingue devi avere la possibilità di praticarle quotidianamente, questo è ad esempio fattibile col cinese, visto che ne incontri da tutte le parti, così come arabi e russi almeno qui in Sardegna dico, mentre non saprei sui giapponesi nel resto del mondo, ho sentito che sono tra i maggiori viaggiatori ok, ma dico viaggiano tutto l'anno, oppure solo in determinati periodi e sempre negli stessi posti tipo centri storici? Questo mi interessa molto perché è inutile studiare una lingua che per quanto piaccia, puoi parlare solo nella sua terra d'origine se non hai intenzione di viverci più del tempo necessario a padroneggiarla
 
#4
onestamente non so se viaggiano tutto l'anno, i cinesi. ma sono tanti (oltre un miliardo e 300mila, se non ricordo male) quindi secondo me non sbagli a coltivare questa passione. la cina è un'economia emergente, presenta ancora buoni margini di crescita. il giappone il suo top lo ha già raggiunto da un pezzo. e in ogni caso le loro "espansioni" economiche guardano più verso il mercato statunitense. ps. grazie per le delucidazioni sulla lingua inglese! e condivido cil che hai detto sull'erasmus. a proposito: ora non ho tempo per cercare dati, ma se memoria non mi inganna lo spagnolo è una delle lingue più parlate al mondo, forse più dell'inglese
 
#5
guardando al futuro prossimo... io non avrei dubbi imparare, studiare, conoscere il cinese turistico. è evidente che le presenze di turisti di altre aree geografiche oggi la fanno da padrone, ma se si leggono i dati sui prossimi viaggiatori la Cina è destinata ad essere presto il paese con il più grande volume di turisti, molti dei quali con altissime preferenze verso il nostro paese. chiaramente i luoghi della cultura saranno privilegiati in prima battuta, ma il loro numero è tale per cui c'è da aspettarsi una loro diffusione su ogni destinazione turistica italiana.
 
#6
beh, la penso come te, ermanno. forse quando i sessantottini coniarono lo slogan "la cina è vicina" si riferivano all'arrivo dei turisti cinesi. ben vengano, il turismo italiano ha bisogno di ossigeno. ma bisogna programmare - e per bene - anche e soprattutto a livello istituzionale, altrimenti la cina si allontana e va verso altri Paesi. non trovi?
 

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