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Orientamento ai nuovi Trend in campo Turistico-Alberghiero

#1
E' già diverso tempo che mi aggiorno sulle best practices inerenti l'orientamento verso nuovi Trend (social networks, canali UGC, ecc..) in ambito Turistico-alberghiero ottenendo, tramite l'utilizzo di diverse tecniche, anche dei risultati in termini di ROI e Brand Reputation; noto che al momento le strutture ricettive orientate verso un pensiero più "social" sono ancora pochissime...come mai? A cosa si potrebbe imputare questa situazione? A dirigenti troppo "datati"? Al poco spazio che si concede ai giovani? Alla poca professionalità che putroppo dilaga?<br />
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Non nascondo che comunque questa situazione può favorire le strutture ricettive che hanno già interiorizzato i nuovi Trend ma creare un vero e proprio Sistema Turistico, in una data località e grazie alla molteplicità di strutture ricettive, sarebbe un bene comune.<br />
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Ci si dovrebbe rendere conto che l'orientamento al "Social Marketing" non è una "scuola di pensiero" o una "tecnica facoltativa" ma una "necessità" !
 

Francesco Mongiello

Consulente Web Marketing Turistico & Social Media
Staff Forum
#2
<em>@GiuseppeT wrote:</em><blockquote>....... noto che al momento le strutture ricettive orientate verso un pensiero più "social" sono ancora pochissime...come mai? A cosa si potrebbe imputare questa situazione? A dirigenti troppo "datati"? Al poco spazio che si concede ai giovani? Alla poca professionalità che putroppo dilaga?<br />
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Non nascondo che comunque questa situazione può favorire le strutture ricettive che hanno già interiorizzato i nuovi Trend ma creare un vero e proprio Sistema Turistico, in una data località e grazie alla molteplicità di strutture ricettive, sarebbe un bene comune.<br />
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Ci si dovrebbe rendere conto che l'orientamento al "Social Marketing" non è una "scuola di pensiero" o una "tecnica facoltativa" ma una "necessità" !</blockquote><br />
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secondo me le resistenze al cambiamento hanno natura diversa, alla base c'è però una carente cultura di impresa per quanto attiene alle aziende e in fatto di destinazioni ad una diffusa manacanza di governance sistemica del turismo. quando si parla di imprese turistico-alberghiere bisognerebbe avere il coraggio di dire apertamente che molte di queste,... al di là della posizione formale che le configura come tali, hanno logiche, metodi e visioni che le tengono molto lontane dalla realtà. E quindi carenza di management, incapacità di leggere e interpretare i cambiamenti nel mercato, resistenza alle innovazioni, barriere al cambio generazionale, barriere alle tecnologie...insomma un bel pasticcio!<br />
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si parla di crisi nel turismo...ma la crisi non è per tutti. come ben dici quelle aziende o territori (di quest'ultimi ben pochi) che hanno compreso il cambiamento e in qualche modo se ne stanno appropriando degli strumenti, dei metodi, uscendo dalla logica pura commerciale ma guardando al mercato e ai clienti con un rapporto rinnovato, ne stanno cogliendo i frutti, crescono e stanno occupando posizioni, o le stanno consolidando.<br />
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a questo punto, visto che i cambiamenti continueranno a ritmi sempre più incalzanti, è bene anche dire che qui ha pensato fino ad oggi che innovare non è necessario, oltre che restare già ai margini del mercato... ne venga espulso del tutto. e ciò accadrà sia per quelle pseudo aziende turistico-alberghiere che per le destinazioni. quest'ultime hanno faticato per anni (anni 90 e questi primi anni 2000) per impostare programmi di sviluppo territoriali marketing oriented, arrivando comunque in ritardo rispetto alle evoluzioni internazionali...oggi si ritrovano anche loro a dover rivedere il loro marketing, il loro modo di comunicare, di tessere il sistema...beh in quante sono pronte e ci arriveranno in tempi ragionevolmente brevi????
 
#3
Coloro che non sono inclini alle nuove formule di web marketing, concordo sul fatto che abbiano retaggi culturali non tanto legati al mondo del web in sè per sè, quanto all'incapacità di essere imprenditori nel vero senso della parola. In particolare nel Sud-Italia (da dove io scrivo), tanti si credono imprenditori senza esserlo realmente; ecco quindi che il modo migliore per confermare la propria posizione è quella di non ampliare gli orizzonti. Il cambiamento fa paura perchè tanti non sono in grado di essere al passo con questi nuovi sistemi , e , non potendo controllarli , preferiscono restare legati ai sistemi tradizionali. In caso contrario dovrebbero affidarsi a chi conosce la materia; ma questo non rientra nella gretta mentalità di chi pensa che "fare impresa" non sia costruire un gruppo di lavoro all'interno del quale ciascuno contribuisce al raggiungimento del risultato, ma piuttosto realizzare un diagramma che vede "il capo" al di sopra di tutti e poi una sfilza di subalterni che devono essere controllati nel loro operato. Ne consegue che il raggio d'azione di chi opera è limitato allo spazio che "il capo" è in grado di controllare (non tanto per possibilità , quanto per capacità). Rinchiudere persone capaci all'interno di queste "scatole" non agevola la crescita nè delle persone , nè delle aziende. Aprirsi a tutto ciò che è nuovo, seppure evidentemente conveniente, presuppone la capacità di "aprirsi" agli altri e riuscire ad intravedere e valorizzare (se vogliamo essere cinici possiamo anche dire utilizzare) le altrui capacità , anzichè credere solo alle proprie.
 
#4
Sono pienamente d'accordo con entrambi!<br />
Dalla mia esperienza lavorativa sono giunta alla conclusione inoltre che non vi è solamente una completa mancanza di professionalità in campo imprenditoriale ed una radicata e sostanziale chiusura mentale nei confronti delle giovani "leve", formate e professionalizzate, sfornate dalle facoltà di settore e dagli innumerecoli corsi e master organizzati più o meno da tutti gli enti di formazione, ma anche una totale ignoranza in materia che non permette lo sviluppo capillare dell'evoluzione sistematica del settore ed una totale mancanza di volontà di rettribuire i propri collaboratori in maniera civilmente e legalmente adeguata.<br />
In particolar modo la mia regione di provenienza, così come tutte le altre immagino, ha investito grandi fette di capitali sociali di provenienza europea per finanziare privati che dall'oggi al domani si sono inventati imprenditori turistici senza avere mai avuto modo di maturare esperienza nel settore.<br />
Madri di famiglia che fino al giorno prima preparavano la merenda ai figli e pulivano casa e giovani figli di allevatori ai quali la pastorizia non rendeva più come un tempo che si sono ritrovati fra le mani qualche centinaia di migliaia di euro e hanno tirato su 4 muri in terreni dimenticati da mano umana e che vogliono far passare per attività ricettive con tanto di classificazioni stellari....<br />
Il problema nasce anche a monte!!! ed è generato da chi, con così tanta faciloneria attribuisce sovvenzioni a persone delle quali non si preccupa minimanente se sono in possesso di <strong>una ben che minima attitudine </strong>all'attività che stanno per intraprendere.<br />
Inoltre, conclusione sempre dettata dalla mia esperienza lavorativa, l'unica preoccupazione di questi nuovi imprenditori/direttori è quella di pensare unicamante al riempirsi le tasche offuscando la propria mente con l'llusione che l'individualismo sia l'unica via per sbarcare il lunario in "questi tempi di crisi" come li chiamano loro!<br />
In "questi tempi di crisi" non ci sono mica soldi per collaborare con i colleghi delle altre strutture...... prima devo pensare a me stesso!!!! Non concepiscono la possibilità di consorziarsi per suddividere anche le semplici spese di gestione marketing.<br />
In "questi tempi di crisi" non ci sono mica soldi per pagare un collaboratore professionalizzato e con esperienza.....meglio assumere un factotum che all'occorrenza sia segretario, giardiniere, barman e magari, perchè no? ogni tanto pulisca anche le toilets degli spazi comuni!!! il tutto a 1000 euro al mese per tre mesi l'anno.... e il tfr? che cos'è??? sarà mica qualcosa da mangiare? chi lo sa....nel frattempo se lo tengono loro.<br />
Questi sono la maggior parte dei nuovi imprenditori del mezzogiorno mi spiace!!!!! niente illusioni!<br />
Unica consolazione, meno male che non sono tutti così e che con le frontiere aperte al giorno d'oggi per noi giovani è più semplice cercare una consolazione lavorativa negli "altrui regni"!
 
#5
Molti albergatori non sanno neppure di cosa si tratti e sono fermi alle tecniche degli scorsi decenni, ma questo credo che in effetti rifletta il patrimonio genetico del sistema italiano nel senso più ampio, all'interno del quale i giovani sono considerati sempre troppo "inesperti", come hai detto tu, e il social viene ritenuto una moda del momento. Poi c'è anche chi pensa che basti aprire una semplice pagina su Facebook per fare Social media marketing, limitandosi a postare qualche offerta promozionale o a preoccuparsi solo dell'aumento dei fan. La comprensione e adozione dell'approccio mentale di quella che definirei tranquillamente come una delle più grandi rivoluzioni culturali del nostro tempo è appannaggio di pochi. Il dialogo e l'interazione, la libertà di espressione preoccupano anziché essere considerate delle opportunità... Eppure si parla di queste cose da tempo, ma la resistenza al cambiamento è veramente forte! Molti sono interessati ai risultati a breve termine e quindi tendono a sottovalutare il ROI in un'ottica più ampia.<br />
<em>@Samagiste wrote:</em><blockquote>Unica consolazione, meno male che non sono tutti così e che con le frontiere aperte al giorno d'oggi per noi giovani è più semplice cercare una consolazione lavorativa negli "altrui regni"!</blockquote><br />
Che tristezza quando quella che dovrebbe essere una libera scelta diventa una necessità.<br />
<em>@GiuseppeT wrote:</em><blockquote>creare un vero e proprio Sistema Turistico, in una data località e grazie alla molteplicità di strutture ricettive, sarebbe un bene comune.</blockquote><br />
Non potrei essere più d'accordo. Il sistema turistico italiano è caratterizzato da PMI che spesso non riescono per le loro dimensioni e per la parzialità dei loro servizi a sfruttare le potenzialità del territorio, ma se unissero le forze e li integrassero tutti ne trarrebbero vantaggio. Se non si investe nella formazione, comunque sia, c'è poco da fare, si è destinati a rimanere sempre indietro e ad inseguire il resto del mondo con affanno, fin quando si viene investiti violentemente dal cambiamento e, come si dice in Sicilia, "come veni si cunta".
 

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