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Legalita' Franchising Agenzie di viaggio

#1
Salve a tutti, sono nuovo del forum e sono un affiliato di un noto franchising di adv italiano in sardegna.<br />
Oggi su un quotidiano sardo è uscito un articolo su una presunta truffa di una rete in franchising di adv. L'articolo mette in discussione l'apertura di una filiale in franchising senza la presenza di un direttore tecnico in loco. Cio metterebbe in discussione tutti coloro che hanno aperto una filiale di adv in franchising con formula "no esperienza. L'articolo riporta ciò che segue:<br />
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L’agenzia di viaggio e turismo, specifica l’Assessorato regionale al Turismo della Regione Sardegna, «è un’impresa considerare nella sua unitarietà. Per aprire filialisedi secondarie non è necessario, quindi, il rilascio dell’autorizzazione, ma sufficiente comunicare l’apertura al servizio turismo ». La normativa cambia, invece, se la gestione dell’attività aperta come filiale viene affidata a terzi. «Per le filiali o le succursali a gestione autonoma», prosegue la nota, ovvero facenti capo un’impresa distinta quella titolare dell’autorizzazione d’agenzia (franchising), si deve invece seguire la procedura di rilascio di autorizzazione, compresa la nomina di direttore tecnico». In questo secondo caso, oltre alle idoneità tecniche del locale, è necessario indicare chi sarà il direttore (che deve aver superato l’esame ed essere iscritto all’albo e prestare l’opera esclusivamente per un’unica società), ma anche presentare una cauzione alla Regione con una fideiussione di circa 15mila euro.<br />
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Cosa ne pensate? La legalità sussiste se chi apre un agenzia non è effettivo dipendente della casa principale?<br />
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Ringrazio chiunque vorrà contribuire.
 

cure80

Membro Senior
#2
ciao<br />
anche io so di questa cosa,cioe' che e' legale solo se chi gestisce la filiale e' dipendente regolarmente inquadrato della casa madre e il contratto d'affitto e l'utenza enel risultano intestati sempre alla casa madre.<br />
tu come sei messo? i contratti a chi sono intestati?ovviamente credo a te,come tutti!!!e ovviamente non sarai nemmeno inquadrato vero?
 
#4
Si le utenze sono tutte intestate a me e non sono inquadrato nell'organico aziendale. Io come affiliato svolgo un lavoro da intermediario, chi è in franchising effettivamente non è agente di viaggio ma procacciatore d'affari. Infatti la mia partita iva è aperta in questo modo.<br />
Tu che contratto hai?<br />
Ti linko il file dell'articolo del giornale. Scarica dal link qui sotto<br />
http://web.tiscali.it/cinenamaste/UNIONE230308.pdf<br />
Grazie
 

flanders

Contributore
#5
<em>@radames73 wrote:</em><blockquote>Si le utenze sono tutte intestate a me e non sono inquadrato nell'organico aziendale. Io come affiliato svolgo un lavoro da intermediario, chi è in franchising effettivamente non è agente di viaggio ma procacciatore d'affari. Infatti la mia partita iva è aperta in questo modo.<br />
Tu che contratto hai?<br />
Ti linko il file dell'articolo del giornale. Scarica dal link qui sotto<br />
http://web.tiscali.it/cinenamaste/UNIONE230308.pdf<br />
Grazie</blockquote><br />
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A parte il fatto che io consiglio di aprire in autonomia, nel caso questo non fosse possibile conviene aprire come filiale di un network.<br />
Quello che si legge dall'articolo del giornale e' che l'apertura di filiali in franchising va in contrasto con la legge regionale della sardegna .................che dice nel caso di filiale gestita da terzi (come in questo caso....)bisogna avere un dir. tecnico e prestare fideiussione, bisogna vedere se nelle altre regioni le leggi sulle agenzie dispongono di questo obbligo!<br />
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Sicuramente sara' stata effettuata una denuncia da qualche altra agenzia infastidita dalla numerosa concorrenza di filiali di questa nota agenzia!
 

flanders

Contributore
#6
Non si sa piu' nulla di quanto e' successo con l'apertura di filiali in sardegna?<br />
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chi puo' portarci la propria esperienza come filiale di un franchising?<br />
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Lo credo molto piu' conveniente e migliore del contratto di associazione in partecipazione e anche del franchising puro.......chi non vuole e non puo' aprire in autonomia credo che in generale sia la formula migliore
 
#7
:shock: Nella maggior parte dei casi le agenzie di viaggio in franchising condividono la stessa licenza operativa e lo stesso direttore tecnico, organizzando a volte corsi per far ottenere il titolo abilitativo che servirà nel momento in cui si richiederà un’autorizzazione per proprio conto.<br />
Premesso questo, la normativa delle Agenzie di Viaggi, attualmente non è più disciplinata in ambito regionale ma “provinciale” per cui è necessario far riferimento alla singola normativa Regionale (che ha disciplinato la norma prima che questa venisse trasmessa alla provincie) e successivamente alle leggi e decreti che la provincia specifica (ove risiede l’agenzia) ha promulgato per meglio disciplinare la materia.<br />
Per cui ad esempio se il Franchisor ( agenzia madre) ha sede a Sassari sarà la provincia di Sassari (e non Cagliari) a deliberare in materia ( es a stabilire che in caso di filiale è necessario nominare un nuovo direttore tecnico) e nemmeno la Regione.<br />
In genere nelle normative regionali (che sono state emanate in tempi in cui non esistevano forme di franchising per adv) ) è previsto che l’istituzione di filiale non richieda la nomina di un nuovo direttore tecnico ma solo una semplice comunicazione ( che non dà luogo a una nuova autorizzazione) mentre una nuova apertura si.<br />
La logica sta nel fatto che la figura del direttore tecnico dovrebbe essere unica essendo unica la direttiva impartita dall’agenzia e che quindi non possono verificarsi un numero tale di organizzazione di viaggi quante sono le filiali ma che invece l’organizzazione dei viaggi sia unica e che le agenzie filiale si limitino a vendere il viaggio organizzato dalla agenzia madre. :shock:
 
#8
Avete visto che la regione sicilia ha emanato las nuova legge sull'agenzie.<br />
Questa sancisce un grande ostacolo a molti franchising. Da ora per aprire filiali e' necessaria la licenza e un direttore tecnico escusivo per ogni filiale. Quindi e' come aprire una nuova agenzia......Da ora i contratti di associazione in partecipazione e contratti di collaborazione sono pesantemente penalizzati ad esclusivo vantaggio della professionalita' di ogni agenzia
 
#9
Non sono d'accordo con la nuova normativa, tra l'altro è totalmente anticostituzionale. Anche in Sardegna fino al 2004 ne esisteva una così ma è stata abrogata appunto in quanto risultava anticostituzionale e divergente dalla legge nazionale (in materia di aperture di agenzie di viaggio e turismo) e alla legge europea. Inoltre, come fa un agente di viaggio che ha più filiali ad avere al suo interno sia che siano associati sia che siano dipendenti ad essere anche direttori tecnici? Che facciamo chiudiamo tutte le agenzie aperte come filiali e i lavoratori tutti a casa? Mi sembra che in Sicilia disoccupazione ce ne sia già troppa...... Non dimentichiamo che la storia del direttore tecnico in ogni agenzia sia una pura cazzata.... la responsabilità è sempre del titolare!
 
#10
Riguardo a quello che hai scritto qui sotto, ti devo correggere:<br />
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Quello che si legge dall'articolo del giornale e' che l'apertura di filiali in franchising va in contrasto con la legge regionale della sardegna .................che dice nel caso di filiale gestita da terzi (come in questo caso....)bisogna avere un dir. tecnico e prestare fideiussione, bisogna vedere se nelle altre regioni le leggi sulle agenzie dispongono di questo obbligo!<br />
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Le filiali non sono possono essere in franchising. Sono due cose ben distinte. Le filiali sono delle unità locali che fanno capo ad una Dittà in questo caso titolare di licenza, chi opera all'interno della filiale (sia un gestore, sia un dipendente) opera con la partita iva della Ditta e pertanto tutti i rischi sono a capo della Ditta. Il Franchising presuppone che il titolare della agenzia abbia una sua licenza e di conseguenza un suo direttore tecnico. La legge regionale della Sardegna non dice "filiale gestita da terzi" ma agenzia gestita da terzi ovvero con autonoma licenza ... insomma o è un franchising o è una filiale! :roll:
 
#11
Alla base di tutto credo che ci siano dei grossi colpi di coda da chi vorrebbe che le agenzie fossero pochissime per potere salvaguardare il proprio orticello.<br />
Credo che si sia fatto di tutto per cercare di limitare al massimo il numero delle aperture ma questo come dice esattamente Tursit è sbagliatissimo, guardate la Sicilia , ha fatto una legge restrittiva per tutelare gli nteressi di chi?<br />
Chi ha fatto la legge insieme all'Assesore, la Fiavet, ma i network erano presenti? Hanno pouti dire la loro??<br />
Credo molto nelle varie forme di aggregazione, forme che danno la possibilità sobbacardandosi di responsabilità economico, civil ie penali della gesione del proprio affilaito, forme che danno la possibilità di fare nascere nuove imprese, e che come tutte le liberalizzazioni danno un grande vantaggio anche all'utente finale visto che ha la possibilità di avere più e strategiche risposte.<br />
Eppoi guardiamo in che direzione stà andando il mondo?<br />
la Sicilia và dall'altra?
 
#12
In risposta al quesito di Flanders<br />
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Io penso che sia migliore per tutti (anche per i titolari del franchising ossia i Franchisor) sia per chi si affilia, aprire direttamente una agenzia autonoma in franchising. che per chi affilia. Avere una propria licenza, sia pure sotto un marchio in Franchising significa avere più valore aziendale e non essere per sempre legato ad un marchio. Per la Casa Madre significa avere meno responsabilità e rischi, nei confronti dei clienti, della p.a. dei tour operator, in fondo chi ci va di mezzo è sempre la CAsa Madre, mentre invece nel Franchising - che ha una propria licenza e partita iva - è l'affiliato. :idea:
 
#13
Turist condivido pienamente ciò che tu dici, però ti facci oquesta domanda, ma i tempi per l'ottenimento di una singola licenza come li trovi? Ti chiedo inoltre anche una analisi dei costi
 
#14
Diventare direttore tecnico è praticamente impossibile, senza parlare dell'ottenimento della licenza che ha tempi biblici. Per questo credo che aprino tutti in forme come l'associazione in partecipazione, perchè è più veloce. I costi? sono soprattutto per chi affilia (la casa madre), in quanto chi si affilia con l'associazione risparmia tantissimo.
 
#15
Per questo ti dico, vedi il lazio, impossibile ottenere una licenza..... Se fosse possibile ottenre in tempi celeri e con i giusti costi una licenza sarebbe meglio il franchising puro come giustamente ha detto prima, ma visto che questo è impossibile.....
 
#16
:D La provincia di Roma sta rivedendo la normativa e credo a breve ( max due mesi) dovrebbero uscire delle novità importanti tra cui una serie di semplificazioni per l'apertura di nuova Adv.<br />
Ti ricordo che esiste una liberalizzazione delle licenze per cui non è così difficile nel Lazio aprire una nuova adv. Semmai le procedure burocratiche limitano molto. Comunque è sempre preferibile aprirne una nuova che affidarsi a un franchising che alla fine ti dà poco e ti prende tanto.<br />
Un'alternativa valida è anche l'acquisto di licenze che si vendono ormai a prezzi stracciati e che tra l'altro sono già accreditate presso i T.O. avenbdo loro codici, oppure la collaborazione con altre adv. Il mercato purtroppo è saturo e nella sola città di Roma ci sono almeno 1.500 agenzie di viaggi senza contare i Cral etc.
 
#17
Cari colleghi,<br />
negli anni scorsi le mie “lettere aperte” evidenziavano ironicamente le magagne del nostro settore e, citando nomi e cognomi, procuravano malumore a qualche addetto ai lavori.<br />
Quest’anno festeggio vent’anni di appassionata attività nel turismo e quindi, nell’occasione, mi proietto nel futuro e vi anticipo quello che succederà nei prossimi dieci anni a noi che vendiamo viaggi e vacanze.<br />
Quindi, cari colleghi, vi DICO che entro il 2017…<br />
Il numero di agenzie si stabilizzerà: 10.000 punti vendita operativi (adesso siamo a oltre 9000) è un traguardo che non verrà superato di molto, per due motivi. Primo, il turnover si manterrà alto: centinaia di agenzie chiuderanno ancora, altrettante apriranno, magari prediligendo location meno tradizionali come le stazioni ferroviarie, gli aeroporti destinati alle compagnie low cost, i nuovi centri commerciali, i cinema multisala. Secondo, grazie a fusioni e acquisizioni di catene di agenzie (vedi i casi Bluvacanze-Cisalpina Tours-Colors World e Alpitour World) il ritmo di crescita rallenterà e i futuri “network dei network” non si faranno concorrenza in casa, ottimizzando le proprie reti.<br />
Gli agenti di viaggi saranno sempre più giovani e neofiti del settore: la liberalizzazione delle licenze (altro che “lenzuolata Bersani”, la nostra risale al 1998…) e la fine dell’oligopolio delle agenzie di viaggi storiche ha determinato l’uscita dal mercato di migliaia di agenti, magari operativi da decenni. Chi non ha saputo adeguarsi velocemente alla situazione, oppure passare la mano alla generazione successiva, ha venduto o semplicemente chiuso i battenti, immediatamente sostituito da un esercito di nuovi agenti di viaggi, molti giovani sotto i 35 anni, in maggioranza neofiti del settore. Tre marchi soltanto (GiraMondo, Bluvacanze e Cisalpina Tours Vivere & Viaggiare) hanno aperto 1300 agenzie, dal 1998 a oggi, e “immesso” sul mercato almeno 2500 nuovi agenti di viaggi. Il trend è ormai questo, il “vecchio” agente di viaggi che conosce il mondo a menadito è ormai specie protetta, o quasi.<br />
L’aggregazione di agenzie è un fenomeno inarrestabile: se oggi meno della metà delle agenzie italiane appartiene a una rete, lo share salirà velocemente al 70-80%. Le agenzie che manterranno la loro indipendenza dovranno presidiare strenuamente una nicchia, che sarà rappresentata soltanto da una specializzazione e da una consulenza di altissimo livello e costi adeguati (la boutique di viaggi), oppure da un’area geografica limitata (un paese, una provincia), dove altre reti non avranno interesse ad arrivare.<br />
I network sottrarranno potere e guadagni ai tour operator: in un mercato parcellizzato, formato da almeno 7000 imprese con 9000 punti vendita, sono i tour operator a guidare le danze e a tenersi la fetta più ricca della torta, ovvero i margini. Ma quando tre o quattro network controlleranno 2 o 3000 agenzie coerenti tra loro (tutte di proprietà, oppure quelle collocate nel triangolo Como-Bergamo-Brescia, per esempio) deterranno quote di mercato importanti, non solo agenzie riunite alla rinfusa. Allora, anziché fare i t.o. e rischiare in proprio, saranno i network a stabilire le regole: “Vogliamo 5000 posti a settimana su Sharm El Sheikh, voli diretti da dieci aeroporti e sistemazioni in hotel a tre stelle: chi ci fa l’offerta migliore?”. E se qualcuno lo fa già, in futuro farà peggio…<br />
Le associazioni di categoria giocheranno ancora un ruolo: la rappresentatività delle associazioni è in calo da anni, a causa sia di una tendenza che colpisce l’associazionismo in genere (sindacati compresi), sia delle alterne vicende delle maggiori, da Fiavet ad Astoi. E le associazioni più recenti, da AINeT ad Autotutela, non hanno fatto granché. Colpa anche dei network: oggi le agenzie italiane affiliate a una rete, qualunque essa sia, sono almeno il doppio di quelle aderenti a tutte le associazioni di categoria. Ma il ruolo di queste rimane valido: rappresentanza ai tavoli istituzionali, ovvero azione di lobby. Nessun privato, grande o piccolo, può farlo. Anche se noi agenti di viaggi, dall’11 settembre in poi, non ci crediamo più molto.<br />
Il business travel sarà sempre più affare per pochi: le cinque imprese che oggi controllano il mercato corporate in Italia (Carlson Wagonlit, Uvet American Express, HRG Italia, BCD Travel, Cisalpina Tours) concederanno quote modeste ai concorrenti, forti di imbattibili economie di scala e capaci di aggredire il mercato senza ritegno, sottocosto compreso. Potranno crescere ancora, magari fondendosi tra loro, oppure accogliere nuovi player, disposti però ad accettare i rischi della partita.<br />
Lo straniero non passerà: paventato da anni (il colosso TUI minaccia da decenni lo sbarco in forze in Italia), ma spaventato dalla frammentazione del nostro mercato, nessun network straniero, tedesco o inglese, varcherà le Alpi e si farà un sol boccone delle nostre agenzie. Primo, perché avrà il suo daffare a governare un mercato europeo formato da 700 milioni di persone, dove gli italiani viaggeranno, in proporzione, meno dei polacchi o dei russi; secondo, perché sarà più semplice e meno rischioso puntare sull’on line, con e-commerce rigorosamente in italiano, ma sedi e costi ad Amburgo o a Londra (o a Calcutta…).<br />
Internet sarà sempre più pervasivo: quando, nel 2017, i quattordicenni di oggi avranno ventiquattro anni e cominceranno a spendere in viaggi i soldi guadagnati con il primo (precario) lavoro, conosceranno meglio Ryanair o Expedia, piuttosto che un’agenzia di viaggi, grazie alle pubblicità sull’iPod o su Second Life. Ma Opodo, Expedia o Lastminute.com si saranno da tempo alleate con le agenzie tradizionali, in modo da vendere on line ai ventenni, ma off line ai loro genitori o all’azienda per la quale lavoreranno.<br />
Grazie a tutti per l’attenzione e a chi reputerà queste righe degne di pubblicazione, off line e on line. Ne riparliamo nel 2017
 

Francesco Mongiello

Consulente Web Marketing Turistico & Social Media
Staff Forum
#18
Advanziano condivido pienamente cosa scrivi, ed è chiaro che conosci bene il settore e le dinamiche che lo caratterizzano, oltre a saper interpretare ipotesi future.
un'unica cosa: credo che tale scenario sia molto più vicino del 2017...nel 2011, quindi non più tardi di tre anni, buona parte di quello che dici a parer mio sarà già realtà, con situazioni/effetti che si consolideranno negli anni a venire...
 

Francesco Mongiello

Consulente Web Marketing Turistico & Social Media
Staff Forum
#20
:lol:
allora forse immagino anche chi è!
t'avrei proposto di trarne un articolo...da mettere su formazioneturismo, ma non importa...sarà per un'altra.
 

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