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Esiste il rappresentante sindacale in hotel?

#4
In Austria nell'hotel dove lavoravo c'era l'ufficio che si occupa diciamo di risolvere le lamentele del personale che potrebbe essere una cosa simile, in italia no!
 
#5
seee... campa cavallo! Per quel che ne so, almeno in teoria in certe strutture dovrebbe esserci, ma nella pratica non saprei. Secondo me rischiano solo di creare problemi e mettere a rischio il posto di lavoro... Non me ne vogliano i sindacalisti, ma le organizzazioni sindacali non servono a un bel niente, se non a far campare qualche sindacalista con le tessere pagate dai poveri operai. In altri settori ho visto che si fanno vivi solo quando ormai l'azienda è decotta e sta per morire: raggranellano qualche altro tesseramento, dicono qualche bella parola, fanno illudere gli operai e tornano ad andare a braccetto con il padrone. Non me ne vogliano i parassiti, ma certi parassiti che campano sulle spalle dei lavoratori andrebbero messi ai lavori forzati. così, tanto per far capire loro cosa significa farsi il mazzo a tarallo per pochi spiccioli
 
#6
Scusami Luigi, ma credo che tu sia troppo drastico in queste affermazioni. Forse negli alberghi e nelle piccole aziende non è un diritto avere il rappresentante sindacale, ma a mio avviso dove c'è un numero considerevole di dipendenti dovrebbe esserci per comodità, come portavoce di tutti. Tu magari parli per ciò che è ti è capitato di vedere direttamente, però non tutti sono servi dei padroni.
 
#7
scusami, housekeeping, forse mi sono espresso male: non dico che il lavoratore non debba essere tutelato, anzi... il problema è un altro: non credo nei sindacati. i sindacati (parlo in generale, non solo settore alberghiero) sono solo un'invenzione per fare campare delle persone alle spalle di altre (che lavorano davvero). e se vogliamo essere pignoli, le organizzazioni sindacali sono le prime a non rispettare le regole: l'articolo 39 della nostra costituzione prevede l'obbligo della registrazione. questa registrazione non l'hanno mai fatta. per il resto sono d'accordo con te: specie nelle grandi realtà sarebbe opportuno avere una figura di riferimento che tuteli gli interessi dei lavoratori, ma il punto è sempre quello: non credo nei sindacati. Ho visto sindacalisti che fanno i gay con il didietro degli altri, della serie: armiamoci e partite. con questo risultato: loro continuano a prosperare, i lavoratori ci rimettono
 
#8
forse luigi ha il dente un po' avvelenato con i sindacati :p ... in generale ciò che scrive è condivisibile, fermo restando che ci sono delle eccezioni. alcuni sindacalisti fanno sicuramente il loro dovere. credono in ciò che fanno e svolgono il loro lavoro come se fosse una missione. io personalmente ho un debole per la fiom (sì, lo so... non c'entra niente con il settore alberghiero), ma lo scetticismo sulla loro utilità resta. Detto questo, avete sollevato un problema serio, a mio avviso di difficile soluzione: nelle piccole strutture temo sia impensabile pensare a un rappresentate dei lavoratori. chi si esporrebbe? il rischio di essere licenziati è più che concreto. della serie: o questa ministra o questa finestra, sapendo che c'è sempre qualcuno pronto a lavorare per uno stipendio più basso. un ricatto subliminale bello e buono, ma purtroppo la realtà è questa. eppure proprio nelle piccole strutture (non tutte, ovvio) ci sarebbe bisogno di un confronto: tra lavoratori in nero (o quasi), straordinari non pagati, carichi di lavoro eccessivi e demansionamenti, una regolamentazione non guasterebbe affatto. ma il coltello dalla parte del manico ce l'ha sempre e solo il datore di lavoro. E non è un bene. Come uscirne? voi cosa ne pensate? cercasi soluzioni concrete, con le belle parole e gli idealismi il problema non si risolve (purtroppo)
 
#9
Quello che dite è assolutamente condivisibile. Purtroppo la situazione dei lavoratori in Italia è come l'avete descritta, nella maggior parte dei casi almeno. Fino a quando ci saranno persone pronte a svendersi e a svendere il proprio lavoro e professionalità non ci potrà essere un cambiamento nè un riconoscimento, nè a livello economico nè professionale. Ma Martino, nella condizione attuale non mi sento nemmeno di puntare troppo il dito contro i datori di lavori, o meglio farei una distinzione di base tra i grandi imprenditori che cercano ogni escamotage possibile per sfruttare i dipendenti ed i piccoli imprenditori, o meglio titolari di varie attività, tartassati dalle tasse, che nemmeno loro sanno come fare ad arrivare a fine mese e magari sfruttano le possibilità, non tanto corrette (sempre nei confronti dei lavoratori) che lo stesso Stato mette a loro disposizione, vedi i voucher rilasciati dall'Inps, di cui si è fatto non un buon uso ma sicuramente un abuso.
 
#10
ecco, housekeeping, ero certo che (più o meno) la pensassimo allo stesso modo. forse non ci eravamo capiti: solo che io mi riferivo ai sindacati, tu ai lavoratori o ai datori ;-) e sì, certo che i grandi tendono a fregare il prossimo, mentre i piccoli (non tutti, purtroppo) fanno i salti mortali tra tasse, crisi e fregature varie. so di alcuni che fanno l'impossibile prima di mandare a casa un dipendente. e poi c'è la faccenda dei voucher: hai centrato in pieno il problema. l'abuso è notevole, in ogni settore, tant'è che il governo sta pensando di metterci un pezza. però, cavolo, ma noi italiani dobbiamo sempre farci riconoscere? ecco, dobbiamo cambiare mentalità tutti, compresi i lavoratori che - come dici tu - si svendono.
 

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FRANCESCO MAMELI
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