• Ciao! perché non prendi parte alle discussioni e non dici la tua? Registrati ora!

Decreto Cura Italia lascia briciole alle partite iva e stagionali turismo

Mod

Amministratore
Staff Forum
#1
Il decreto Cura Italia tanto atteso dagli autonomi si limita a garantire la copertura di tutti i lavoratori autonomi, stagionali e di altre forme con un assegno di 600 euro per il solo mese di marzo. Ad aprile ne arriverà un secondo con la copertura di fondi Ue.

Teoricamente le professioni autonome con partita iva che nel turismo sono una quantità enorme, a cui si aggiungono tutti coloro che ne sono indirettamente legati, e che con il loro gettito fiscale un contributo a questo paese lo danno eccome, hanno un valore al pari del voucher baby-sitter (senza nulla togliere a questa categoria).

Si va per sospensioni, ma temo che se nel 2019 il paese ha già perso moltissime partite iva, nel 2020 a chiuderla saranno molte di più.

Covid-19 misure straordinare per turismo e cultura.png
 

Francesco Mongiello

Consulente Web Marketing Turistico & Social Media
Staff Forum
#2
da quanto si legge in merito ai lavoratori dipendenti stagionali “del settore turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e la data di entrata in vigore della presente disposizione non titolari di pensione e di rapporto di lavoro dipendente – specifica il decreto legge – è riconosciuta un’indennità una tantum pari a 600 euro”.

Questo vuol dire che l'esercito degli stagionali che ques'estate, con molta probabilità, continueranno a starsena a casa non saranno tutelati in alcun modo. L'unica speranza è che la stagione riparta, ma per molte aree si intravedono già chiaroscuri.
 
Mi Piace: Mod

Mod

Amministratore
Staff Forum
#3
Saranno le partite iva e precari, i lavori più penalizzati dall’epidemia coronavirus.
Le categorie di lavoratori che sono e saranno più coinvolte dalla situazione di chiusura di tutte le attività sono proprio quelle con tipologie contrattuali atipiche: i precari, le partite iva, in particolare nel settore del turismo, che sono un fondamento dell’economia italiana.
Persone che da un giorno all’altro hanno perso ogni reddito, spesso senza che sia previsto nessun ammortizzatore. La crisi del nuovo coronavirus sta facendo emergere ancora di più le fragilità e le contraddizioni del mercato del lavoro in Italia.

Parliamo di almeno 400mila lavoratori stagionali legati al turism e migliaia di partite iva.
 
D

Dottor X

Guest
#4
Cari amici, un mio articolo sul terribile momento che stiamo attraversando.
PROPOSTE PER IL COMPARTO TURISTICO E IL SUO INDOTTO PER SUPERARE LA CRISI CORONA VIRUS/COVID19 E RIPARTIRE CON NUOVE PROSPETTIVE: POLITICHE – ETICHE – ECO/SOSTENIBILI

Per comprendere una crisi, nello specifico quella determinata dal Corona virus/Codi19, per provare a combatterla e a superarla è bene operare secondo uno schema analitico e storico. Pertanto, partiremo dall’analisi degli eventi storici che hanno determinato il fenomeno del “turismo moderno”.

La prima e la seconda guerra mondiale, in gran parte, furono combattute dalle potenze economiche d’Europa per il controllo della Rhur.

La questione della Ruhr

La questione della Rhur è una questione di politica internazionale postasi alla conclusione della prima guerra mondiale in relazione al problema delle riparazioni di guerra tedesche. Il bacino carbonifero e siderurgico della Ruhr si trovò al centro del confronto fra la Germania e i suoi vincitori allorché i ritardi nelle forniture imposte dal Trattato di Versailles (1919) ai Tedeschi a titolo di riparazione dei danni di guerra provocarono come rappresaglia, a cominciare dall'8 marzo 1921, l'occupazione del territorio da parte delle truppe alleate. Particolarmente duro fu l'atteggiamento della Francia, la quale, spalleggiata dal Belgio, cercò praticamente di staccare la Ruhr dal resto della Germania incoraggiando anche un movimento separatista.

Il governo tedesco del cancelliere W. Cuno reagì, nel 1923, sospendendo le forniture e proclamando la resistenza passiva agli occupanti, ma lo sforzo che la Germania dovette compiere per fronteggiare la situazione (scioperi, agitazioni, isolamento doganale, controllo dello sfruttamento delle materie prime) fece precipitare la crisi economica e in particolare il crollo del marco. Alla resa del nuovo gabinetto Stresemann, succeduto a Cuno nello stesso anno, si accompagnarono d'altra parte le pressioni moderatrici della Gran Bretagna e degli Stati Uniti sulla Francia, che portarono a un compromesso sulle riparazioni (piano ideato da Charles Gate Dawes, agosto 1924) e all'evacuazione della Ruhr (ottobre 1924-luglio 1925).

Dopo la seconda guerra mondiale, terminato il regime di occupazione della Germania, la gestione del bacino carbo-siderurgico venne affidata, ancora per iniziativa soprattutto francese, a un'Alta Autorità internazionale della Ruhr, creata nel 1949 con la partecipazione, oltre che della stessa Germania e degli Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia, anche del Belgio, Olanda e Lussemburgo, e con lo scopo di assicurare l'uso pacifico delle risorse del territorio nonché la loro equa distribuzione fra i vari Paesi interessati. Con la costituzione della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio (CECA) questo regime scomparve (1952) e la regione entrò a far parte della Repubblica Federale di Germania, dove la creazione (1946) del Land della Renania Settentrionale-Vestfalia, abolendo i precedenti confini fra queste due entità amministrative, favoriva l'ulteriore coesione regionale ed economica del bacino.

L’EUROPA ha saputo ricominciare e ricostruire in pochi decenni ai danni causati dalla follia nazista. Alla sua ricostruzione hanno partecipato tutti i popoli europei con grande impegno, tenacia e con immani sacrifici lavorativi, basti pensare agli operai, spesso emigrati, moltissimi italiani, che lavoravano in condizioni disumane. Ma il lavoro di questi operai ha favorito la realizzazione di una Europa migliore. I figli degli emigranti, quanti italiani, hanno studiato e si sono affermati in contesti lavorativi che nulla avevano a che vedere con quelli drammaticamente vissuti dai loro genitori.

Fino alla prima metà del ‘900 il turismo era ancora un fenomeno d’elitè, che interessava alcune fasce di popolazione perché avevano disponibilità di tempo e denaro. In seguito, tra il XIX e l’inizio del XX secolo, con la maggiore diffusione dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione in Europa e in America settentrionale, il turismo conquistò i ceti medi e popolari.

Di conseguenza il turismo ha assunto nei paesi sviluppati le attuali caratteristiche di fenomeno di massa, espressione di un nuovo tessuto socio-economico e dell’interazione dei fattori cui dipende: aumento del tempo libero e del reddito disponibile, sviluppo dei mezzi di trasporto, innalzamento del livello di alfabetizzazione.

Un mio carissimo amico, il Prof. Gigi Cusimano eminente docente di Geografia dell’Università di Palermo, preferisce usare il termine “masse di turisti” piuttosto che “turismo di massa”, in quanto ritiene che noi tutti “comuni mortali” rientriamo nella categoria di quelle masse che si spostano per turismo.

L’esplosione del turismo di massa si ebbe dopo la seconda guerra mondiale, a partire dall’uso dei pullman, per passare poi alle auto, le navi e i voli aerei.

Ogni cittadino di un paese sviluppato, quindi, si trasforma in un potenziale turista poiché, sia per moda, sia per decisione consapevole, ha la facoltà di impiegare il proprio tempo libero sotto un cielo diverso da quello abituale.

Se i viaggi erano “sacri” per le civiltà antiche, tali divengono anche le vacanze moderne (il termine holiday deriva proprio da holy-day, giorno sacro) ma solo in quanto la sacralità equivale (unicamente) a indispensabilità. Molteplici fattori determinano tale evoluzione.

A questo punto ritengo doveroso analizzare il fenomeno turistico di questi ultimi anni, in particolare dal 2008, anno in cui irrompono i servizi Online, grazie ai vari portali di prenotazione.

Il mondo del turismo cambia radicalmente, la democrazia della rete sottrae lavoro e potere agli intermediari tradizionali, ovvero le agenzie di viaggi.

Gran parte delle imprese turistiche, con diverse percentuali di condizionamento, rientrano nei cosiddetti “flussi intermediari”, proposti, o meglio imposti, dai portali telematici, siano essi OTA (EXPEDIA – BOOKING), o agenzie di promozione pubblicitaria (AIRBANDB).
il processo di intermediazione online, da un lato ha permesso, anche alla micro imprenditoria, di potersi proporre nel contesto internazionale, ma ha imposto percentuali, relativamente ai servizi di prenotazione e di vendita, estremamente onerosi.

Le imprese turistiche che sono state in grado di operare in qualità, grazie alle competenze e alla disponibilità del loro personale, sono riuscite a ridurre notevolmente le percentuali di prenotazione attraverso la rete. Ciò ha determinato un riconoscimento della domanda turistica che ha apprezzato i servizi offerti e li ha proposti ad amici e parenti.

Quindi, potremmo asserire che il passa parola (in inglese “word of mouth) rappresenta la chiave per fidelizzare i clienti e superare le eccessive barriere di accesso al mercato turistico imposto dalla rete.

La disintermediazione è il fenomeno di riduzione dei flussi intermediati. Composto dal prefisso latino e greco “dis” che indica tradizionalmente ciò che viene separato, la parola indica ogni processo di rimozione della figura dell’intermediario ossia colui che ha la funzione di intercedere tra due o più attori sociali per facilitare il raggiungimento di un accordo”



MA UN EVENTO TERRIBILE E INASPETTATO SCONVOLGE IL MONDO INTERO ORMAI GLOBALIZZATO E GLOGALIZZATO.

Il primo caso di contagio accertato da Covid-19, la misteriosa polmonite provocata dal nuovo coronavirus, può essere fatto risalire allo scorso 17 novembre. A spostare notevolmente più indietro la partenza del contagio che sta facendo tremare il mondo (e che in Italia ha causato circa 2.000 decessi al 16 marzo 2020) è, sulla base dei dati messi a disposizione dalle autorità sanitarie cinesi, il South China Morning Post.

Secondo questa ricostruzione, il paziente numero uno è un 55enne dell’Hubei, la provincia di Wuhan, che ha quindi contratto l’infezione due settimane prima del 1 dicembre, la data finora indicata dalla rivista scientifica Lancet – sulla base delle informazioni fornite dalla comunità scientifica cinese – come quella dell’apparizione dei primi sintomi di contagio.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) da parte sua, ha datato l’inizio di quella che ora è riconosciuta come una pandemia allo scorso 8 dicembre, il giorno del primo ricovero all’ospedale Jinyintan di Wuhan di un paziente infetto.

Il dramma viene sottovalutato ma, piano piano, ci si rende conto che qualche cosa non va, non quadra.
Finalmente, molti di noi, non tutti, ci rendiamo conto che per capire la gravità della situazione bisogna spostare il punto di osservazione, non più come semplici cittadini, ma dobbiamo immedesimarci nel lavoro dei medici e degli infermieri che, in modo eroico più che professionale, stanno lottando e combattendo, a mani nude, contro un nemico subdolo – nascosto – imprevedibile. Alcuni, tra medici ed infermieri, perdono il bene più prezioso, la vita, impegnandosi in un lavoro immane.

Oggi stiamo in casa, ci guardiamo con diffidenza, temiamo che la persona che ci è vicina possa essere un “untore”, siamo perplessi in merito agli spostamenti di italiani dal nord al sud (molti hanno dimenticato che molti di loro sono figli, mogli, mariti, andati al nord per studio o lavoro).

Ma cosa c’entra il turismo in tutto questo? In fondo se la gente non si sposta né per lavoro né per svago “niente ci fa”!

Magari fosse così facile, IN MERITO AI PROSSIMI INTERVENTI DEL GOVERNO PER FRONTEGGIARE LA CRISI CORONA VIRUS - ALCUNE MIE PROPOSTE PER IL SETTORE CHE MI STA A CUORE - IL TURISMO -
Credo che sia prioritario e inderogabile un intervento serio per il comparto del turismo e del suo indotto che vale il 15% del PIL. Il turismo ed il suo indotto impegnano un italiano su 20. Mi preoccupano le sospensioni previste dal Governo.

Non accettare le demagogiche sospensioni (chi non può pagare adesso, a maggior ragione non potrà pagare dopo). Allora! Qual'é la mia proposta per sostenere il turismo?

Dichiarare l'intero anno 2020 "anno di crisi", abolire, per tutte le imprese turistiche (ricettive - agenzie di viaggi/Tour Operator - trasporti (taxi - pullman etc.) le tassazioni comunali quali: TARI - IMU - ICI – TOSAP (i comuni verranno indennizzati con la manovra straordinaria.

Abolire l'ignobile "imposta di soggiorno" che nessun imprenditore del settore ricettivo approva (non dimentichiamo che il programma elettorale 5S e Lega aveva previsto di abolire l'imposta di soggiorno - i comuni, a parte qualche comune virtuoso, hanno gestito l'imposta di soggiorno in modo direi, con un eufemismo, inappropriato, senza consultare le Associazioni di categoria suscitando sdegno e insoddisfazione). Reddito di cittadinanza per le professioni turistiche GUIDE/ACCOMPAGNATORI. Cassa integrazione per tutti i lavoratori del turismo (stagionali e annuali). Questi aiuti immediati e tangibili risulterebbero al di fuori delle aberranti logiche della spartizione e dei favoritismi agli amici degli amici, pertanto potremmo classificarli: "ERGA OMNES".

Federalberghi e le altre organizzazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori maggiormente rappresentative del settore turismo avevano sottoscritto, con il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, un avviso comune sull’emergenza coronavirus, allo scopo di promuovere iniziative per la tutela di 300.000 imprese e 1,5 milioni di lavoratori, che producono ogni anno un valore aggiunto di 90 miliardi di euro, con più di 430 milioni di presenze turistiche ed oltre 48 miliardi di euro spesi in Italia dai turisti stranieri.

Aggiungo ai dati di Federalberghi che le locazioni turistiche/brevi rappresentano un segmento importantissimo per la rilevazione delle presenze, in Italia grazie a questo tipo di ricettività le presenze superano il miliardo (vedi ricerca prof. Becheri Rapporto sul turismo – 2003 e Report Regione siciliana 2013 sulle isole minori siciliane).

PURTROPPO – ALMENO CON QUESTO DPCM – LA RISPOSTA E’ ASSOLUTAMENTE INADEGUATA PER CHE’ PREVEDE: CONGELAMENTI E SOSPENSIONI PER LE SCADENZE DELLE IMPRESE



ESTREMAMENTE DELUDENTE DPCM DEL 16/03/2020 PER IL SETTORE TURISMO INFATTI

Stop a versamenti ritenute, contributi e Iva

Congelati i versamenti di tasse e contributi per le imprese più colpite dall'emergenza Covid-19. Il Decreto Legge del 16/3/2020 prevede che i soggetti che ricadono nelle categorie del turismo, trasporti, ristorazione, sport, arte e cultura, possono richiedere la sospensione fino al 31 maggio dei versamenti di ritenute fiscali, contributi, premi assicurativi e Iva.

I versamenti sospesi potranno essere effettuati in seguito, senza l'applicazione di interessi e sanzioni, in una soluzione unica oppure in 5 rate mensili.

Cassa integrazione (Cig) per tutte le imprese, anche con un solo dipendente

Per quanto riguarda il lavoro e gli ammortizzatori sociali, il governo stanzia 5 miliardi di euro per la cassa integrazione in deroga per 9 settimane, che sarà aperta a tutti i lavoratori, anche per quelle imprese che hanno meno di 5 dipendenti.

Per la cassa integrazione ordinaria, viene introdotta una nuova causale unica «emergenza Covid-19» per semplificare le procedure. Tra le altre novità, anche il rafforzamento del Fondo di Integrazione Salariale (Fis) che può essere usato in caso di cessazione o sospensione dei rapporti di lavoro.

Stagionali e autonomi: indennità di 600 euro

Viene riconosciuta un'indennità una tantum di 600 euro per professionisti, collaboratori e lavoratori stagionali.
Sono inclusi vari settori, tra cui il turismo, l'agricoltura, lo spettacolo.

Per adesso l'indennità dovrebbe riguardare solo il mese di marzo, salvo successivi provvedimenti che potrebbero estendere questa misura o includerla in agevolazioni più ampie.

Sono infatti attesi in futuro altri interventi a favore dei lavoratori stagionali, sotto forma di aiuti e agevolazioni per le categorie che hanno una minor tutela rispetto a dipendenti e lavoratori a tempo indeterminato.



Al fine di proporre un piano per la ripartenza del turismo, gravemente danneggiato dalla pandemia del Corona virus, esaminiamo, brevemente, quali sono le forme di turismo riconosciute e standardizzate dall’Unione Europea nel regolamento n. 692/2011 ha definito le diverse forme di turismo

  • f) «turismo»: l’attività di visitatori che effettuano un viaggio verso una destinazione principale al di fuori del loro ambiente abituale, per meno di un anno, per qualunque motivo principale, incluso il lavoro, lo svago o un altro motivo personale, diverso dall’esercizio di un’attività alle dipendenze di un soggetto residente nel luogo visitato;
  • g) «turismo domestico»: le visite effettuate all’interno di uno Stato membro da visitatori residenti nello stesso Stato membro;
  • h) «turismo dall’esterno» (turismo inbound): le visite effettuate in uno Stato membro da visitatori non residenti in quello Stato membro;
  • i) «turismo verso l’estero» (turismo outbound): le visite effettuate dai residenti di uno Stato membro al di fuori di quello Stato membro;
  • j) «turismo nazionale»: il turismo domestico e il turismo verso l’estero;
  • k) «turismo interno»: il turismo domestico e il turismo dall’esterno;

A seguito della suddetta disamina vediamo quale potrebbe essere una ipotesi attuativa per una ripartenza graduale del sistema TURISMO, dopo che verrà dichiarato lo stato di superamento della crisi da Corona virus:
  • Mantenendo un rigido controllo delle frontiere - favorire il turismo DOMESTICO - Che, dall’Unione Europea con il regolamento n. 692/2011, viene così definito g) «turismo domestico»: le visite effettuate all’interno di uno Stato membro da visitatori residenti nello stesso Stato membro; -
Riaprire tutte le attività dell’indotto turistico: ristoranti, e altri servizi di eno-gastronomia – luoghi di interesse artistico ambientale;
AZIONI DA ATTUARE: riattivare i trasporti in tutto il territorio nazionale – AEREI – MARITTIMI – FERROVIARI E SU GOMMA
favorire, esclusivamente, gli spostamenti in ambito: statale, interregionale e regionale;


  • Per quanto riguarda il turismo: INBOUND E OUTBOUND Che, dall’Unione Europea con il regolamento n. 692/2011, viene così definito
  • h) «turismo dall’esterno» (turismo inbound): le visite effettuate in uno Stato membro da visitatori non residenti in quello Stato membro;
  • i) «turismo verso l’estero» (turismo outbound): le visite effettuate dai residenti di uno Stato membro al di fuori di quello Stato membro;
AZIONI DA ATTUARE:
riattivare i trasporti e riaprire, in modo graduale e reciproco, le frontiere per quei paesi che hanno superato la crisi da Corona virus attuando controlli sanitari atti a garantire sia chi arriva che chi ospita (domanda e offerta). Riattivando, contestualmente i trasporti – AEREI – MARITTIMI – FERROVIARI E SU GOMMA CON ALTRI PAESI CHE ABBIANO SUPERATO LA CRISI CORONA VIRUS
 
Ultima modifica da un moderatore:
Mi Piace: Mod
#5
@Mod, pienamente d'accordo. Per le partite IVA l'ostacolo è doppio: prima devono lottare per non incappare nel virus. Poi devono vedersela con un nemico invincibile: lo Stato. Sono sempre le partite IVA, l'anello più debole della catena, a pagare il prezzo più alto. Non oso nemmeno immaginare gli scenari post - coronavirus. Finiremo tutti con il reddito di cittadinanza. Se ci pensi, conviene: resti a casa e ti pagano per fare un bel niente. Sia chiaro, è una provocazione, questa. Ma la cosa è evidente: ancora una volta le P.IVA sono state prese a pesci in faccia. PS: Mi riservo di leggere l'articolo di @X, dalle premesse sembra interessante
 
#6
@Mod, pienamente d'accordo. Per le partite IVA l'ostacolo è doppio: prima devono lottare per non incappare nel virus. Poi devono vedersela con un nemico invincibile: lo Stato. Sono sempre le partite IVA, l'anello più debole della catena, a pagare il prezzo più alto. Non oso nemmeno immaginare gli scenari post - coronavirus. Finiremo tutti con il reddito di cittadinanza. Se ci pensi, conviene: resti a casa e ti pagano per fare un bel niente. Sia chiaro, è una provocazione, questa. Ma la cosa è evidente: ancora una volta le P.IVA sono state prese a pesci in faccia. PS: Mi riservo di leggere l'articolo di @X, dalle premesse sembra interessante
Tutto molto chiaro!
P.S. Ma esiste un Bignami dell'articolone di @X ? ;)
 

Membri online

Nessun utente è online al momento.

Statistiche forum

Discussioni
6,319
Messaggi
38,452
Utenti registrati
19,270
Ultimo utente registrato
IlCollega
Top