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Luoghi "fantastici" da visitare

#62
La base delle colonne tortili in bronzo si dice fossero state recuperate dalla fusione di alcuni bronzi del Pantheon agrippino per volontà del famoso Urbano VIII Barberini (1568-1644).

Tali colonne appartengono alla magnificente opera del Bernini nota come “il Baldacchino” (alla quale lavorò anche l’altro genio del Barocco, Francesco Castelli detto il Borromini).

Esse fanno da sfondo alla messa tenuta oggi in San Pietro dall'attuale papa Francesco.

baldacchino.jpeg
 
#74
Metamauco, Atlantide di Venezia: il mistero dell'isola scomparsa

Metamauco è il nome di un'antica isola sommersa a Venezia, su cui aleggiano diverse leggende: alcuni ricercatori vogliono ora riportarla alla luce

Anche la Laguna di Venezia ha la sua “Atlantide“. Si chiama Metamauco ed è un’isola scomparsa nel nulla, di cui però si sono conservati ricordi e leggende.

Si narra che Metamauco sia stata fondata attorno alla metà del Quattrocento dai Padovani in fuga da Attila. Il suo nome deriverebbe da Medoaco, come nell’antichità veniva chiamato il fiume Brenta. In epoca romana divenne un importante porto marittimo. Dal 742 all’810 fu città ducale. Fu uno dei primi bersagli dei franchi e venne distrutta da Pipino. Sopravvisse fino al 1105, con meno spessore politico rispetto a un tempo. Poi, nel 1106, fu inghiottita dalle onde a causa di un maremoto.

Per anni, tra i pescatori della zona, sono circolati i racconti sulle anime di Metamauco che vagavano inquiete sul fondo del mare. Chi usciva con il suo peschereccio raccontava che le reti, in un preciso punto, si incagliavano. Altri dicevano che il mare, in quel punto, era in grado addirittura di rompere le reti. Quell’area, che si pensò fosse quella dell’antica Metamauco, fu chiamata “Tegnue“, ma nel 1966 le prime ricerche di archeologia subacquea sfatarono le leggende su quella zona.

L’Associazione MARVE (MARINE ARCHAEOLOGY RESEARCH), formata da archeologi, sub, storici e scienziati, ha deciso di scandagliare i fondali melmosi al largo dell’attuale Malamocco (in foto), quartiere situato nella parte meridionale dell’isola del Lido. Il nuovo gruppo di studio e di ricerca sarebbe convinto che alcuni ritrovamenti avvenuti negli anni Novanta durante dei lavori di ristrutturazione dimostrerebbero che l’antica Metamauco sia proprio dove oggi si trova Malamocco.

Quello di Metamauco non è l’unico mistero di Venezia, basti pensare a Ca’ Dario, la casa maledetta.

Ma c’è di più: Metamauco non è neanche l’unica “Atlantide” italiana. Il nome fa riferimento alla mitica isola che, secondo Platone, si trovava oltre le colonne d’Ercole e che sarebbe stata inghiottita dall’acqua per intervento di Poseidone.

In Italia c’è un “Atlantide” anche in Val Susa. Chiamata Rama, si trova più precisamente alle falde del Roc-Maol, il nome antico del monte Rocciamelone, nel triangolo tra Bussoleno, Chianocco e San Giorio.

Non solo: anche a Ischia, sotto le acque della baia di Cartaromana, c’è una piccola “Atlantide” sommersa chiamata Aenaria, dal nome con cui era conosciuta l’intera isola in epoca romana.

initalia.it
 
#76
Un'isola unica al mondo: ecco dov'è e perché è speciale
In Israele, vicino alla spiaggia di Ein Bokek, a due ore di auto dalla Città Santa, si trova questa meraviglia della natura: un’isoletta privata in mezzo al Mar Morto, fatta tutta di sale e con un unico e sorprendente albero al suo centro.
Raggiungerla è tutt’altro che semplice: bisogna nuotare per circa 20 minuti in quello che è uno degli specchi d’acqua più salati del Pianeta, con ben il 34% di concentrazione di sale, a 415 metri sotto il livello del mare; un’impresa resa complicata dal fatto che il sale spinge braccia e gambe verso l’alto, richiedendo ai nuotatori un maggiore sforzo fisico.
Il Mar Morto, straordinario lago salato posto nel punto più depresso della Terra, è sicuramente uno dei luoghi più suggestivi al mondo, ma quest’isola bizzarra lo batte di gran lunga. In molti si sono chiesti come sia possibile che proprio al suo centro si trovi un albero, in un luogo talmente salato da non consentire l’esistenza di alcuna specie animale o vegetale.
Il mistero, però, è stato svelato: ogni giorno un uomo raggiunge l’isoletta per nutrirlo, permettendogli di continuare a vivere ed affascinare chiunque approdi in quel paradiso naturale.

il video su
https://video.virgilio.it/guarda-vi...ecco-dove-e-perche-e-speciale_bc6171245434001
 
#78
Centralia, la città fantasma di Silent Hill

Andiamo insieme in Pennsylvania (nel nord-est degli Stati Uniti) alla scoperta di Centralia, la città fantasma che ha ispirato il videogioco “Silent Hill
A caratterizzare “Silent Hill”, videogame di successo poi diventato nel 2006 un film, è soprattutto l’atmosfera di desolazione che avvolge la cittadina sullo sfondo.
Gli ideatori, per la sua creazione, si sono ispirati a Centralia, un piccolo centro della Pennsylvania che, a causa di un incendio scoppiato nel 1962 mai spento, è quasi del tutto abbandonato; nel sottosuolo, infatti, a più di 100 metri di profondità, continuano ad ardere le fiamme.
Una vera e propria città fantasma: non possiede più codice e servizio postale, case ed edifici sono vuoti, niente negozi, scuole o chiese, ogni via d’accesso è stata sbarrata.
Centralia per anni basò l’economia sull’estrazione del carbone, combustibile fossile presente sottoterra e a cui per ironia della sorte dovette poi la sua rovina. Nel 1962 il consiglio locale ordinò a cinque volontari dei vigili del fuoco di bruciare alcuni rifiuti in una miniera abbandonata; per qualche ragione però il gruppo non riuscì a spegnere del tutto il fuoco, che raggiunse l’antracite nel sottosuolo innescando la combustione.
Si provò più volte a domarlo, ma nessun tentativo ebbe successo; e ad oggi pare che le fiamme abbiano materiale combustibile a sufficienza per ardere per altri 250 anni.
Le conseguenze furono disastrose: fra queste, un ragazzino cadde in una voragine apertasi improvvisamente nel terreno, la prima di una lunga serie di crepe; come se non bastasse, poi, il monossido di carbonio sprigionato dalla terra cominciò a gravare sulle condizioni di salute dei residenti, che nel 1984 furono costretti ad optare per l’esodo.
Oggi, oltre al fumo, la cittadina è pervasa anche da leggende inquietanti.
Alcuni turisti, forse suggestionati dal videogioco e dalla pellicola del 2006, hanno raccontato d’aver percepito strane presenze e di essersi sentiti osservati per tutta la permanenza a Centralia, ritenuta da alcuni porta per l’inferno. Si tratta solo di suggestione oppure Centralia è davvero maledetta?

virgilio.it
 
#79
Triora, il borgo delle streghe (per grandi e piccini)
Nell’entroterra della Liguria c'è un bellissimo borgo medievale intriso di misteri e di terribili leggende
Nell’entroterra della Liguria, in provincia di Imperia, c’è un borgo arroccato a 800 metri di altitudine, circondato da monti e vallate, la Valle Argentina e la valle creata dal torrente Tanarello, che nasconde un terribile mistero.
È stata una tragica storia accaduta alla fine del 1500 che ha dato a questo borgo medievale il soprannome di “Paese delle streghe”. Alcune donne del posto furono infatti accusate di stregoneria, subendo uno dei più celebri processi tenuti del nostro Paese. Così feroce da far soprannominare il paese la “Salem d’Italia”.
In memoria di questi tragici avvenimenti è stata istituita una vera e propria festa dedicata alla stregoneria chiamata “Strigora”, che si svolge ogni anno la prima domenica dopo Ferragosto tra i carrugi dell’antico borgo.
Oggi, la storia di Triora rivive anche nel Museo etnografico e della stregoneria aperto nel 2016, che si trova all’ingresso del paese, e che mostra uno spaccato della vita di campagna dei contadini del tempo, dove sono conservati i documenti dei processi e le ricostruzioni degli interrogatori e delle torture alle streghe.
Un luogo dove il tempo pare essersi fermato. Le mura di cinta dell’antico borgo circondano ancora la cittadella e i suoi stretti vicoli che salgono, scendono e si incrociano di tanto in tanto, terminando in piccole piazze o portando all’uscio di qualche portone dove viene raffigurata una strega. Restano ancora visibili i resti delle antiche torri difensive e dell’antico castello, costruito interamente nella roccia sul punto più alto.
A Triora di streghe – almeno apparentemente – non ce ne sono più, ma il borgo ha ideato alcuni itinerari alla scoperta dei luoghi simbolo delle streghe che conducono i numerosi turisti che si avventurano da queste parti alla scoperta di quello che è diventato uno dei Borghi più belli d’Italia e che è stato insignito della Bandiera Arancione.
Ci sono tre itinerari che si possono seguire a Triora, uno artistico, contraddistinto dal colore rosso, uno “curioso” di colore azzurro e uno dedicato ai bambini che è giallo. Seguire il percorso giusto è molto semplice: sui vicoli acciottolati del borgo sono stati apposti degli adesivi circolari che indicano la strada giusta.
Alcuni punti dei tre itinerari sono comuni, ma ciascuno ha la sua particolarità: “art”, “curiosity”, “kids”.
Le tappe del circuito dedicato all’arte parte dal Museo della stregoneria, attraversa le mura cittadine e tocca l’antico forno. Largo Tamagni, la cisterna centrale, la fontana Sottana, Palazzo Borelli, la Grotta di Lourdes, con un excursus sui portali in ardesia e termina alla Collegiata con l’oratorio di San Giovanni del 1600.
Il percorso “curiosity” prende il via dal castello, quindi dalla cima del borgo, e scende verso la Chiesa di Santa Caterina del XV secolo (ormai un rudere) e poi in uno degli angoli più romantici di Triora, il Poggio della croce, da cui si gode di una splendida vista sull’intera vallata. Si raggiunge poi un’altra fontana chiamata Soprana e la “cabotina” ovvero la grotta delle streghe. Da qui si prosegue verso San Dalmazzo, il Museo della stregoneria e infine Palazzo Stella.
L’itinerario “kids”, infine, è perfetto per tutte le famiglie che vengono a visitare il Borgo delle streghe ma che non vogliono impressionare troppo i loro bambini. Oltre a essere più breve, ripercorre luoghi adatti ai più piccoli e che prendono i nomi delle streghe. La prima tappa si chiama Battistina e corrisponde alla piazza del Mercato, la seconda è Isotta, nella piazza Tommaso Reggio, la terza è Franchetta ed è in corrispondenza della prima terrazza “cabotina” e infine l’ultima tappa chiamata Luchina corrisponde alla piazza antistante il castello.


Un negozio di ‘stregonerie’
Se ti è piaciuto il nostro racconto ascolta il podcast: Virgilio e Italia ti guideranno alla scoperta di questo borgo e degli altri 100 borghi del cuore scelti da SiViaggia. Se vuoi puoi ascoltare questi podcast anche dalla tua app Alexa, basta attivare la skill dal tuo smarphone e scoprire i più bei borghi d’Italia. Basterà dire “Alexa, apri cento borghi”.

siviaggia.it
 
#80
L'Italia da scoprire, leggende e case parlanti a Civita: il borgo calabrese fondato dagli italo-albanesi
Si chiamano Arbëreshë e sono gli "Albanesi d’Italia", i discendenti di coloro che tra il XV e il XVIII secolo emigrarono dall’Albania e si stabilirono nell’Italia meridionale, fondando città e radicando lì la propria cultura. Civita è una cittadina nata proprio per volontà degli Arbëreshë. Chi ci vive la definisce un "nido d’aquila" per via della sua posizione, nascosta tra le rocce a strapiombo e le cime dei monti del Pollino. Il borgo si trova in provincia di Cosenza, in Calabria, e conta poco più di 850 abitanti. Il centro storico è un susseguirsi di vicoli, piazzette, scorci inaspettati e case che non passano inosservate per via del loro aspetto "umano". Civita sovrasta le eccezionali Gole del Raganello che terminano all’altezza del ponte del diavolo, un attraversamento vertiginoso legato a una curiosa leggenda locale.

A cura di Sofia Gadici
Immagini di Antonio Lobello Ugesaru

https://video.repubblica.it/dossier...65512?ref=RHPPTP-BS-I257387636-C12-P3-S2.3-T1
 
#81
Le 9 strade montuose più pericolose al mondo
Frane, bufere, camion ribaltati - preparatevi ad incontrare tutti questi ostacoli su questi spaventosi passi montuosi.

Di Red Bull Team

È innegabile che i passi di montagna siano uno spettacolo per gli occhi. Merito del senso di grande libertà e avventura che trasmettono e le viste mozzafiato che regalano ad ogni tornante.
Ma per ogni panorama, c'è un incidente che aspetta i più incauti. Già, se avete intenzione di fare un viaggio lungo, queste famigerate strade fareste bene a fare un'assicurazione sulla vostra auto.
Eccovi una lista di alcune delle strade di montagna più folli del mondo:
1. Bayburt D915 Highway, Turchia

Una curva sbagliata sui tornanti del Bayburt e sarete nei guai
© GETTY
A lungo considerata la strada più pericolosa al mondo, la statale Bayburt venne costruita nel 1916 da soldati russi su un versante dell’imponente Monte Soganli. E nonostante i suoi 179 km di lunghezza, è la famigerata sezione nord, quella tra Of e Bayburt, che vi farà venir voglia di girarvi e correre via (anche se magari correre non è una buona idea, in questo caso). Ha 29 terrificanti tornanti, e non un solo metro di guardrail.
2. Sichuan-Tibet Highway, Cina

La Sichuan-Tibet vanta tornanti a non finire e valanghe a più non posso
© GETTY
Tra foreste rigogliose e cime che si nascondono tra le nuvole, c’è tanto da vedere su questa strada lunga 2000 km unisce Chengdu - la capitale della regione del Sichuan – alla sua controparte tibetana, Lhasa. Ma ci sono anche molti tornanti a gomito, oltre che a frane e smottamenti a volontà, quindi sarà meglio non distrarsi mentre ammirate la vista dalla vostra macchina. Si dice che oltre mille operai abbiano perso la vita costruendo questa strada, che è stata inaugurata nel 1954 e che mezzo secolo dopo continua a mietere vittime.
3. North Yungas Road, Bolivia

La Yungas Road in Bolivia, conosciuta come "La Strada della Morte"
© CLAIRE THOMPSON
Il solo fatto che questa strada sia soprannominata “La Strada della Morte” vi dice tutto ciò che c’è da sapere sulla North Yungas Road. Costruita negli anni ’30 da prigionieri paraguaiani durante la Guerra del Chaco, questo percorso di 400 km unisce Los Yungas con la capitale boliviana La Paz, si inerpica fino a 4000 metri di altitudine e causa oltre 300 morti all’anno, solitamente per via di veicoli che provano sorpassi azzardati per ritrovarsi poi di fronte a un baratro senza alcuna barriera di protezione. La morale? Meglio rimanere nella vostra corsia.
4. Guoliang Tunnel Road, Cina

Il Guoliang Tunnel venne aperto al traffico nel 1977
© WIKI COMMONS
Arroccata sui Monti Taihang della provincia cinese di Henan, questa incredibile strada di tunnel è stata scavata lungo il muro di una scarpata da un team di 13 robusti uomini del luogo tra il 1972 e il 1977. Ancor più incredibile è che tutto sia stato fatto “a mano”. Date un’occhiata al video qui sotto per vedere quanto precario e rischioso può essere questo passo montuoso.

http://instagr.am/p/B3gti0MIlWl/
Già, si tratta di 1.2 km di pura vertigine, largo solamente 4 metri nel punto più ampio. Nel punto più difficile della costruzione, gli abitanti del villaggio – armati solamente di martelli e scalpelli – avanzano di un solo metro ogni 3 giorni. Una vera e propria opera d’arte, anche se mortale.
5. La strada “dell’amicizia” di Karakaoram, China-Pakistan

Gli effetti di una frana rocciosa sulla Karakoram Highway
© GETTY
A ben 4714 metri di altitudine, la Karakoram Highway è la strada asfaltata più alta del pianeta, e viene spesso chiamata “l’ottava meraviglia del mondo”. La sua costruzione fu iniziata nel 1959 e aperta al pubblico 20 anni dopo, nel 1979. E il costo fu alto. Gli inverni duri e rigidi e le piogge monsoniche delle estati resero le condizioni di lavoro estremamente rischiose – al punto che oltre 800 operai pakistani e 200 cinesi persero la vita durante i lavori, principalmente a causa delle frane e degli smottamenti.
6. Passo di Zoji La, India

Il passo di Zoji La in India è tanto pittoresco quanto pericoloso
© GETTY
Situato tra il bacino di Drass da un lato e quello del Kashmir dall’altro, il Zoji La (conosciuto anche come “Zozila”) rimane chiuso per metà dell’anno a causa delle abbondanti nevicate invernali, e servono due mesi interi per liberare le strade in vista della riapertura in primavera. Questa strada è lunga 9 km e si trova ad un’altitudine di 3528 metri sopra il livello del maree la sua unica e stretta corsia è in alcune parti semplicemente un sentiero sterrato. Inoltre, è consigliabile non sostare troppo a lungo nella parte più alta del passo, poiché c’è la possibilità di rimanere senza ossigeno.
7. Hana Highway, Hawaii


Non tutti sanno che la Highway to Hell degli AC/DC si trova nelle Hawaii
© GETTY
È risaputo che praticamente qualsiasi angolo delle Hawaii è uno spettacolo che vale la pena osservare, ma dietro alla bellezza mozzafiato dell’Hana Highway si nasconde una dei percorsi più diabolici al mondo. I suoi circa 80 km uniscono Kahului alla città di Hana, ma ci si possono impiegare fino a tre ore per attraversarla in macchina, dato che non solo è incredibilmente stretta in alcune parti, ma è anche composta da 620 curve strette e 59 ponti – 46 dei quali a corsia unica. In più, i ponti più vecchi risalgono al 1910, e c’è quindi da sperare che resistano almeno per un altro secolo.
8. Skippers Canyon Road, Nuova Zelanda

Skippers Canyon Road, Nuova Zelanda
© GETTY
Situata nella Mount Aurum Recreation Reserve sulla South Island, questa strada lunga 25 km venne costruita senza l’ausilio di mezzi pesanti durante la corsa all’oro nello Skippers Canyon a metà del diciannovesimo secolo. Molto semplicemente, è poco più di uno stretto sentiero di ghiaia che si snoda lungo un ripido baratro, ed è talmente pericolosa che se proverete ad affrontarla su di un’auto a noleggio, la vostra assicurazione verrà invalidata automaticamente. Il nostro consiglio? Andate con un tour guidato, loro almeno dovrebbero sapere quello che fanno…
9. Passo del Los Caracoles Pass, Cile

Passo del Los Caracoles, in Cile
© GETTY
Tratto comune per molte delle strade in questa lista, la presenza di montagne che sembrano volervi ingannare, offrendovi delle viste spettacolari - come nel caso dell’Aconcagua, il picco più alto di tutta l’Argentina – ma a caro prezzo. Con miglia e miglia di curve brusche e a tratti nauseanti, la pazienza è cruciale sul passo del Los Caracoles, specialmente se vi trovate bloccati dietro ad un trattore. Fortunatamente, per la maggior parte dell’anno questo passo montano è coperto dalle nevi e l’accesso è quindi limitato, ma se vi ritroverete a viaggiarci sopra assicuratevi di mostrargli il rispetto e la prudenza che merita.

redbull.com/it
 
#82
San Rossore, il parco delle favole a due passi da Pisa
Tra dune di sabbia, pinete, boschi rigogliosi, spiagge e macchia mediterranea: questo parco sembra uscito davvero da un libro di fiabe
Tra boschi, sentieri e fiumi, il Parco naturale Migliarino San Rossore Massaciuccoli, noto a tutti come Parco di San Rossore è un luogo dove la tranquillità si fonde alla magia. Sembra un posto creato appositamente per un libro di fiabe, invece questo immenso polmone verde esiste davvero e si trova a ridosso della Versilia, a due passi da Pisa.
Molto esteso e che confina diversi punti col fiume Serchio, l’Arno e il Mar Tirreno, questo luogo gode di una posizione geografica meravigliosa, ma anche di importanti particolarità paesaggistiche. Tra gli ambienti più suggestivi ci sono di certo i boschi costituiti da immense pinete che col tempo sono diventate parte integrante del paesaggio, della sua storia e della tradizione locale.
Tra i numerosi i sentieri che si possono percorrere troviamo Viale del Gombo, un tunnel di alberi ad alto fusto talmente belli che sembrano dipinti, Vione della Maddalena che porta alle zone umide e paludose, Vione di San Bartolomeo, ideale per gli appassionati di birdwatching e l’osservazione di tracce animali.


L’interno boscoso di San Rossore. Fonte: 123rf
Chi si non si accontenta del percorso tra i boschi può sperimentare la “via dell’acqua” e visitare l’intero territorio a bordo di una canoa o di una piccola barca risalendo i fiumi e i vari canali arrivando sino ai laghi e le zone paludose magari scegliendo, tra i tanti proposti, l’itinerario che consente di vedere San Rossore dal mare ed entrare in Arno, per raggiungere Pisa.
E non è finita qui. L’esplorazione è solo agli inizi perché all’interno di questo fiabesco luogo si trovano anche numerose spiagge che si affacciano sul Tirreno. Lecciona, Bufalina, Bocca di Serchio, Lame di Fuori: qui ci sono ben 30 chilometri di lidi in evoluzione naturale, protette da dune e ombreggiate da alti alberi.
Una zona in cui si trovano anche testimonianze storiche d’architetture antiche, come fattorie e tenute Medicee, da ritrovare attraversando lunghi sentieri naturali a piedi o in bicicletta, anche insieme ad una guida esperta.
Insomma, un luogo che, con i suoi tremila ettari di territorio, è davvero interessante da scoprire con escursioni libere o guidate, a piedi ed in bici oppure a bordo di un calesse, con il trenino ecologico o, ancora, salendo sul battello per un’esperienza magica e da fiaba. Meta ideale per vacanze benessere immersi nella natura, per un turismo lento e di prossimità.

Il parco di San Rossore. Fonte: iStock

siviaggia.it
 
#84
Stromboli e Filicudi, le isole afrodisiache secondo la CNN Due delle splendide isole Eolie avrebbero un potere straordinario, legato al loro lato afrodisiaco


L’arcipelago delle Eolie è un paradiso di rara bellezza: clima splendido, panorami mozzafiato e una natura incontaminata, per non parlare naturalmente delle incantevoli spiagge lambite da acque cristalline. Tuttavia, pare che due isole in particolare possiedano una caratteristica molto… “caliente“.
Secondo la CNN, infatti, Stromboli e Filicudi sarebbero due vere oasi afrodisiache, in grado di scatenare sensualità e desiderio in coloro che si trovano a visitare le loro meraviglie. Le due isole avrebbero per questo guadagnato il nome di “atolli della fertilità”, e gli abitanti locali sarebbero convinti dell’esistenza di un vero e proprio pellegrinaggio sessuale da parte di coppie alla ricerca di intimità, di giovani sposi che desiderano un figlio o di single ancora in attesa dell’anima gemella.
Ma come può un’isola conquistare una tale fama? Le caratteristiche principali ad aver reso Stromboli e Filicudi dei paradisi per gli amanti sarebbero la loro natura sensuale, le calde acque termali che sgorgano dalle loro rocce e un’atmosfera unica, fatta di odori e di sapori inimitabili. Tuttavia, ciascuna delle due isole possiede particolari segni distintivi che avrebbero contribuito a farle diventare afrodisiache.
Lo Stromboli è uno dei vulcani più attivi al mondo, con eruzioni molto frequenti che si manifestano con sbuffi di fumo, boati profondi e palpitazioni della terra. Un insieme di stimoli che, a quanto pare, avrebbe un effetto “piccante” sui turisti, pronti a lasciarsi andare alle emozioni più forti. Il paesaggio, d’altronde, offre visioni magiche: i fianchi del vulcano sono costellati di colate laviche che assomigliano a cicatrici sulla crosta terrestre, mentre qua e là i colori della natura riprendono il sopravvento.
E quando la notte scende, il buio può infrangersi a causa di un’eruzione improvvisa: il cielo diventa rosso, la terra trema e l’atmosfera si scalda. Un vero fuoco sembra esplodere dalle viscere della terra, e non solo. Tuttavia, durante le ore più scure non è solo il vulcano a regalare emozioni intense. Si dice infatti che una particolare pianta, il Cestrum nocturnum, possieda proprietà afrodisiache, che la fragranza dei suoi fiori, pronti ad aprirsi solo al calar del sole, accenda la passione e aumenti la fertilità.
Anche l’isola di Filicudi possiede una sensualità bizzarra, data dai suoi faraglioni che emergono dalle acque, stagliandosi imponenti verso il cielo, e dalle tante grotte che si insinuano tra le profondità della terra. Due simboli ancestrali, che richiamano altrettanti elementi pregni di sessualità. Addirittura, alcuni pescatori organizzano un tour in barca sino ad un faraglione chiamato La Canna, per la sua forma particolare. Si dice che le giovani donne che accarezzino la sua roccia siano più propense a trovare l’amore.
Mentre la Grotta degli innamorati, a quanto pare, possiede uno charme afrodisiaco tale da far soccombere alle sue lusinghe ogni coppia che si addentri nelle sue viscere. Secondo la leggenda, gli sposini vi si recherebbero per lasciarsi andare alla passione, e ne uscirebbero immancabilmente in tre, con un bebè in grembo.

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