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Infortunio e controllo domiciliare

#1
Ciao. Sono infortunata con la prognosi di 15 giorni. Trovo delle informazioni contrastanti in rete sulla reperibilità x le visite del controllo. Se da una parte l Inail non effettua i controlli a domicilio dunque non vivono gli orari di reperibilità. Dall'altra parte il datore di lavoro può chiedere una visita al medico e in caso di assenza applicare delle sanzioni disciplinari? Qualcuno ne sa qualcosa?
 
#2
Il datore di lavoro può chiedere all'INPS una visita di controllo tramite istanza telematica sul sito web dell'INPS.
Uno stralcio da www.lavoroediritti.com
"Assenza alla visita di controllo
Se il dipendente è assente il medico rilascia un invito a presentarsi il giorno successivo (feriale) alla visita di controllo ambulatoriale, oltre a comunicare l’assenza all’INPS e, tramite questa, al datore di lavoro.


In caso di assenza alla visita ambulatoriale, l’INPS ne dà notizia all’azienda e invita il dipendente a presentare le proprie giustificazioni entro 10 giorni.

L’assenza ingiustificata comporta:

  • Perdita totale di qualsiasi trattamento economico per i primi 10 giorni, se il dipendente risulta assente alla prima visita;
  • L’assenza alla seconda visita (ambulatoriale o domiciliare) comporta, in aggiunta alla precedente sanzione la riduzione del 50% del trattamento economico per il periodo residuo di malattia;
  • L’assenza alla terza visita causa la perdita totale dell’indennità sino al termine della malattia."


E ancora
"
Controlli investigativi dell’azienda
L’azienda può tuttavia disporre accertamenti investigativi per verificare se il dipendente in malattia svolge un’altra attività. Al fine di dimostrare l’insussistenza dello stato morboso ovvero l’incapacità di quest’ultimo nel rendere impossibile la prestazione lavorativa.

La verifica deve limitarsi alla sola osservazione del comportamento del dipendente nella vita di tutti i giorni da cui può derivare una responsabilità dal punto di vista disciplinare, senza alcuna valutazione sullo stato di malattia (controllo riservato appunto a INPS e ASL).

Chi in malattia si dedica ad altra attività lavorativa può essere ritenuto colpevole di violare i doveri di correttezza e buona fede. Circostanze che possono portare anche al licenziamento, previo espletamento da parte dell’azienda dell’intera procedura di contestazione disciplinare.
Secondo la Cassazione è punibile il comportamento del dipendente quando l’attività svolta è indice di scarsa attenzione alle proprie condizioni fisiche e ai tempi di guarigione.

L’azienda deve provare che l’attività svolta durante la malattia ha ritardato ovvero sarebbe stata potenzialmente in grado di prolungare la guarigione. Il dipendente può invece difendersi dimostrando che l’attività era compatibile con lo stato di malattia."

Spero ti sia stato utile.
 
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