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Turismo dal Brasile: perché ha poco senso pensare a un marchio “Brazil Friendly” (prima parte)

Tra le varie iniziative finalizzate a migliorare la competitività ed attratività della destinazione Italia nei mercati emergenti (BRIC) si parla sempre di più di sistemi di qualificazione e certificazione della offerta e dell’accoglienza per i turisti che provengono dalla Russia, da altri Paesi dell’ex Unione Sovietica e dalla Cina.

Sono iniziative mirate a creare standard minimi di accoglienza “China o Russia friendly“ che vedono professionisti del settore, aziende di marketing, associazioni di categoria ed enti pubblici impegnati nel costruire sistemi di rating, siti dedicati o piattaforme digitali, che selezionano e promuovono hotel o player del turismo incoming che si siano adeguatamente attrezzati per un’efficace e mirata accoglienza dei turisti originanti dai rispettivi paesi di provenienza.

Così leggiamo che i russi esigono l’acqua minerale in camera per lavarsi i denti, o una buona collezione di vodka sempre disponibile al bar, mentre è fondamentale prevedere per i cinesi i bollitori di té e le ciabattine, oltra a colazione e piatti tipici.

E ancora: ai cinesi va dato il biglietto da visita con due mani ed inchino, mentre è vietato assegnare stanze con il numero 4. Ed è meglio evitare qualsiasi contatto fisico durante la conversazione.

Sono raccomandazioni sicuramente importanti, sempre più citate nel dibattito in corso su efficaci pratiche di marketing della destinazione, amate da media e da social network e utili per chi sia interessato a questi flussi di turisti, che oggi non possono più essere trascurati.

Per rimanere nell’ambito dei BRIC, non siamo a conoscenza di iniziative “India Friendly“ (continuiamo a usare l’espressione anglofona perchè “amichevoli” suona davvero male!), forse a causa della miriade di etnie che compongono il mercato, o magari perché comunque la lingua inglese è parlata dalla stragrande maggioranza di queste.

In effetti la prima ragione per implementare questo tipo di inziative, al di là delle differenze culturali, risiede nelle forti barriere linguistiche derivanti dall’uso di caratteri diversi, e quindi nella necessità di fornire segnaletica, menu, informazioni varie, servizi e assistenza nelle rispettive lingue.

Il turista brasiliano è più facile da gestire

Vale la pena considerare qualcosa di simile anche per favorire le presenze di turisti brasiliani? Di seguito alcune considerazioni che ci portano ad escludere la necessità di un tale approccio partendo proprio dal fattore linguistico.

Il portoghese è una lingua latina molto simile all’italiano e allo spagnolo. Parlare con la dovuta lentezza e con una precisa scansione delle parole rende facile una reciproca comprensione, soprattutto perché la versione brasiliana è più musicale, cadenzata e meno gutturale rispetto a quella parlata in Portogallo.

Vero è che la conoscenza della lingua inglese da parte dei brasiliani è ancora abbastanza scarsa. Si stima che solo il 5 % della popolazione domini discretamente questo idioma, una percentuale che tra l’altro corrisponde quasi al numero di viaggiatori che ogni anno si recano all’estero.

Per questo, ovviamente, parlare e comunicare in portoghese è un grande vantaggio per chi intenda sviluppare il turismo dal Brasile. Ma i veri motivi per i quali non serve creare un sistema o un‘etichetta ”Brazil friendly “sono altri.

Il turista brasiliano è il più facile da gestire tra tutti quelli che fanno parte del cluster BRIC. E non solo perchè è l’unico tra questi che non ha bisogno di visto per stare fino a tre mesi in Italia. Vediamo perché.

Trenta milioni di brasiliani hanno origini italiane

Il Brasile conta con circa 30 milioni di oriundi italiani su una popolazione totale di 200 milioni di persone: il DNA italiano, così come quello di altri Paesi europei (tra tutti Portogallo, Germania e Spagna), ha avuto e continua ad avere un ruolo fondamentale nel DNA dei Brasiliani, una miscela incredibile di etnie di vari continenti (basti pensare alla forte presenza di oriundi giapponesi).

Il DNA italiano ha fortemente influenzato il modo di vivere e di pensare dei brasiliani, pur mischiandosi con DNA di altre etnie. È cosi forte e radicato, tanto da far parte della quotidianità e dei costumi anche degli oriundi di altri Paesi.

Il Brasile non sarebbe diventato oggi quello che è, (soprattutto la città di São Paulo, che tra l’altro conta il maggior numero di pizzerie del mondo), senza il contributo fondamentale di molti italiani. A partire dai primi immigrati, che vennero per sostituire la forza lavoro degli ex schiavi, fino ai molti altri che nel corso di due secoli che hanno scritto pagine importanti per lo sviluppo e la cultura di questo Paese.

Ecco perché l’Italia è tra le mete preferite

I brasiliani ne sono coscienti e per questo amano e sognano di visitare il nostro Paese, che è una delle mete preferite per viaggi all’estero, identificata come non solo una grande opportunità di vedere tante bellezze storiche e naturali, ma anche come il Paese dove il meglio del “life style” è qualcosa di visibile, tangibile e pienamente vivibile nella vacanza.

L’amore per la nostra gastronomia, per il nostro design o per i brand famosi della moda, la comune passione per vari sport o per la musica: la lista dei “punti di contatto” tra i due popoli è davvero vasta.

Alcune tradizioni, non solo gastronomiche, detti popolari, perfino la gestualità o la forma di parlare con toni accesi di noi italiani, fanno parte dell’ identità socio-culturale del Brasile, rendendo quindi più facile l’integrazione e l’osmosi del turista brasiliano con residenti e con operatori del turismo della destinazione Italia.

Il brasiliano ha una grande capacità di adattamento a qualsiasi situazione, in patria come all’ estero. Il turista brasiliano non presenta criticità, non ha pretese o richieste particolari, è molto “open mind“: è quindi il cliente ideale!

I brasiliani? Clienti ideali, ma anche esigenti

Siamo soliti dire che il turista brasiliano “esporta allegria e voglia di vivere“ e per questa ragione, come più volte confermatoci da player del turismo incoming italiano, è uno tra i preferiti per le sue doti di simpatia, socievolezza e adattabilità, non solo verso i turisti di altri paesi BRIC, ma anche in comparazione con turisti più tradizionali, come quelli europei o americani.

Attenzione però a non sottovalutare quanto il turista brasiliano sia oggi molto informato e per questo sempre più attento, esigente e sofisticato: gli operatori del settore veramente interessati a sviluppare questo segmento di clienti devono esserne consapevoli e adottare alcune regole basilari e certe attenzioni particolari, come vedremo nel prossimo articolo. Nel frattempo, sempre a proposito di turismo dal Brasile, puoi approfittarne anche per leggere questo articolo Turismo dal Brasile – Marketing B2B: importanza dell’E-Learning per la formazione del trade turistico.

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